SPERIMENTAZIONE DI DIFFERENTI TIPOLOGIE DI TRAPPOLE PER LA PESCA DEL POLPO OCTOPUS VULGARIS, CUVIER 1797, NEL MAR LIGURE ORIENTALE M. Sbrana, I. Rossetti*, P. Sartor, A. Vannucci*, S. De Ranieri Centro Interuniversitario di Biologia Marina (CIBM), V.le N. Sauro, 4 - 57128 Livorno - msbrana@cibm.it *Aplysia Soc. Coop. r.l., Livorno. Introduzione - Il polpo di scoglio, Octopus vulgaris Cuvier, 1797, è oggetto di un’intesa attività di pesca, sia professionale che sportiva, per il suo notevole valore di mercato e per le sue elevate qualità organolettiche. La maggior parte dello sbarcato commerciale di questa specie proviene dalla pesca a strascico, anche se quantitativi non trascurabili sono ottenuti dalla pesca artigianale che sfrutta il polpo con un’ampia gamma di attrezzi (Belcari e Sartor, 1999). Le nasse sono senza dubbio gli attrezzi più selettivi, poiché le catture sono praticamente monospecifiche. Lungo le coste toscane l’utilizzo di nasse per la pesca dei polpi non è molto diffuso e lo sfruttamento di questa specie da parte della pesca artigianale è dovuto quasi esclusivamente alle reti da posta. Il presente lavoro riporta la metodologia utilizzata ed i risultati preliminari della sperimentazione di quattro differenti tipi di nasse per la cattura del polpo di scoglio. Materiali e metodi – La sperimentazione ha avuto una durata annuale per un totale di 36 giornate di pesca distribuite in tutte le stagioni (primavera 2007 - inverno 2008). L’area di pesca è rappresentata dalla fascia costiera compresa tra il porto e le Secche di Vada, su un fondale di sabbia, rocce e posidonia (2-25 m di profondità). Sono state impiegate quattro tipologie di nasse: a) piccoli orci di coccio, con base ampia ed imboccatura ristretta, b) nasse in plastica, diffusamente utilizzate per la pesca del polpo presso le marinerie atlantiche spagnole, c) nasse semiconiche costituite da una pezza di rete morbida montata su un’intelaiatura di filo di ferro, d) tubi cilindrici in plastica (pvc), chiusi ad una estremità da un tappo di cemento e liberi all’altra estremità. Le nasse di tipo b) e c) sono state innescate con granchi vivi per sfruttare le caratteristiche predatorie della specie bersaglio, mentre quelle di tipo a) e d) basano la loro capacità di cattura esclusivamente sul comportamento territoriale e solitario del polpo, in continua ricerca di un rifugio da utilizzare come tana. Date le diverse caratteristiche operative degli attrezzi sperimentati, sono stati allestiti due cali distinti, uno per le nasse di tipo a) e d), ed uno per le nasse b) e c). In entrambi i casi, le nasse sono state collegate al trave madre ad una distanza di circa 10 m l’una dall’altra. I due cali sono stati posizionati in aree molto vicine tra loro, aventi le stesse caratteristiche di profondità e tipo di substrato. Risultati e conclusioni – Tutte le nasse hanno mostrato un’elevata selettività interspecifica e capacità di cattura mirata a O. vulgaris: il 91% della biomassa totale catturata è risultata a carico di questa specie. Gli orci e i tubi in pvc hanno catturato esclusivamente il polpo, mentre le nasse di tipo c), innescate con granchi, sebbene abbiano catturato 19 specie, hanno mostrato rendimenti significativi solo per O. vulgaris e Conger conger (Tab. 1). I rendimenti totali in numero e peso sono risultati più elevati nelle nasse innescate con granchi, con valori più alti nelle stagioni autunno/inverno (Figg. 1 e 2). L’ANOVA, effettuata dopo trasformazione radice quadrata dei dati, ha evidenziato differenze significative (p<0,05) tra i rendimenti dei quattro attrezzi sia in termini di numero che biomassa di esemplari catturati (Tab. 2). Le prove sperimentali hanno evidenziato che le nasse con granchi offrono rendimenti significativi anche se salpate giornalmente, mentre gli orci ed i tubi in pvc devono essere lasciati in pesca per un periodo di almeno due giorni per permettere alla specie di adottarli come tana. I confronti dei rendimenti e della struttura in taglie di O. vulgaris, nonché la comparazione della composizione specifica delle catture, congiuntamente a valutazioni sui costi degli attrezzi e sulle loro caratteristiche operative, consentiranno di mettere a punto uno studio di fattibilità sull’utilizzo da parte delle marinerie artigianali toscane. Tab. 1 – Lista delle specie catturate e rendimenti in peso standardizzati (kg/30 nasse/operazione di pesca) delle quattro tipologie di nasse per stagione e totali. Bibliografia BELCARI P., SARTOR P. (1999) – Octopus vulgaris. In: Relini G., Bertrand J., Zamboni A. (eds), Synthesis of the knowledge on bottom fishery resources in central Mediterranean (Italy and Corsica). Biol. Mar. Mediterr., 6 (Suppl. 1): 757-766. Questo lavoro è stato realizzato grazie ai finanziamenti SFOP 2000-2006 (Progetto 3MI06). a) b) c) d) Fig. 1 e 2 - Rendimenti medi standardizzati di O. vulgaris in numero di esemplari e in peso (con relativo errore standard) ottenuti per ciascuna tipologia di nassa nel corso delle quattro stagioni. Tab. 2 - O. vulgaris. Risultati dell’ANOVA sui rendimenti dei quattro attrezzi. Rendimenti in numero (numero di esemplari/ 30 nasse, in alto) ed in peso (kg/30 nasse, in basso). Nasse spagnole > Tubi in PVC, Orci Nasse semiconiche > Tubi in PVC, Orci * 0,033 3 ATTREZZO Test di Tukey Sign. p GL Fattore Nasse semiconiche > Tubi in PVC 0,043