Come studiare l’immaginario americano ?

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Capitolo 20 1 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata.
Transcript della presentazione:

Come studiare l’immaginario americano ? La costruzione simbolica dello spazio Lunghissima durata: i processi culturali e il senso della storia Religione come struttura culturale profonda in grado di dare identità

1 GLI SPAZI DELL’IMMAGINARIO

Jurij Lotman (1922-1993): la definizione culturale dello spazio ES Semiosfera IN IN Semiotica della cultura

Harold Innis: la definizione mediale dello spazio

la definizione sociale dello spazio Manuel Castells (1942-): la definizione sociale dello spazio «I processi spaziali sono costruiti dalla dinamica della struttura sociale globale, incluse le tendenze contraddittorie che derivano dai conflitti [Essi sono dunque] un prodotto materiale relazionato con altri elementi materiali, fra cui gli uomini, che entrano in rapporti sociali storicamente determinati, dando allo spazio una forma, una funzione, un significato sociale [In altre parole] ciascun modo distintivo di produzione o di formazione sociale farà propria una precisa serie di comportamenti e di concetti relativi allo spazio-tempo» = Spazio de flussi = Spazio dei luoghi Teoria sociale dello spazio

La sovrastruttura? La tecnologia? La struttura? Cosa determina esattamente la costruzione delle società umane e dunque dello spazio? La sovrastruttura? La tecnologia? La struttura?

2 SPAZI, IMMAGINARI E RELIGIONI: EBREI, CATTOLICI, CALVINISTI, E PURITANI

“SCHIUMATORI DEL MARE” Identità e religioni EBREI “SCHIUMATORI DEL MARE” (atei, materialisti e calvinisti ) CATTOLICI PURITANI Immaginario americano (e inglese)

2a SPAZI E RELIGIONI: l’immaginario ebraico

7 giugno 1967 I soldati dell’idf di fronte al Muro del Pianto: lo spazio dell’oscillazione 7 giugno 1967 – ore 9.45 – Guerra dei Sei giorni 5 – 10 giugno.

Il Signor Mani fugge da Gerusalemme Molto semplice: si entra in una viuzza larga sì e no due braccia, ed eccolo, il Muro occidentale, il Muro del Pianto, chiamatelo come vi pare, un muro un po’ grigiastro, coperto di licheni… - Cosa me n’è piaciuto? La semplicità delle sue forme, la sua casuale originalità priva di premesse ingannevoli e di illusione. Una stazione terminale della storia, come quelle assi in fondo ai binari. Un muro senza porte, senza alcun segno di spazi occulti… Cosa dirne ancora, padre? Cosa ancora? Forse un argine definitivo, per fermare gli Ebrei nella loro ostinata e infaticabile corsa verso il proprio passato. «Fin qui, Ebrei! Proibito oltrepassare! Alto là!» Sì felice. Quando il treno ha lasciato Cracovia, e io sapevo che il viaggio stava giungendo al termine, il sole ha preso a filtrare fra il fogliame tra gli alberi, all’orizzonte ecco la steppa, accanto alle rotaie convergenti da ogni lato, e ho visto il cartello di legno con su il nome del nostro villaggio, che indicava le nere acque della Vistola, ho sentito il mio animo rivivere, quasi fossi emerso da un cunicolo, verso la libertà … quasi fossi uscito da sottoterra… - Da sottoterra… ricordo che quando eravamo bambini, e il nonno lasciò questo mondo, mi raccontaste una certa storia, sui defunti… Verrà un giorno, alla fine dei tempi, che i morti risorgeranno, i Gentili sorgeranno dai loro sepolcri qui, mentre i nostri morti, cioè noi, invece giungeremo, strisciando per grotte sotterranee fino alla Terra d’Israele, e là avverrà la nostra resurrezione. Proprio ciò che ho fatto io in questi ultimi giorni, ma in senso contrario, da là a qua, ho strisciato per grotte e caverne e mi sono agitato nel sepolcro, quasi non viaggiassimo sulla superficie della terra bensì nei meandri della sua scorza, accompagnati dal brontolio dei vagoni e dal fischio della locomotiva, avvolti dal fumo e dalla fuliggine e dalla pioggia delle faville di notte, di galleria in galleria come di caverna in caverna, attraverso stazioncine remote, in un continuo occhieggiare di fanali nelle tenebre ululanti – e poi, ad un tratto, il silenzio, e i nostri mulini si ergono come giganti nello spazio nebbioso… una vera resurrezione… Sono felice, padre, ci eravamo quasi perduti… (Abraham B. Yehoshua, Il signor Mani, Einaudi, Torino, 1991, p. 325 e 258-259)

Conflitto tra diaspora e nazione: Abraham B. Yehoshua: la diaspora come nevrosi 1981 2004 1990

Conflitto tra diaspora e nazione: La diaspora come meccanismo di costruzione identitaria Stefano Levi Della Torre, Essere fuori luogo. Il dilemma ebraico tra diaspora e nazione

Un immaginario diasporico: l’eterno oscillare

2b SPAZI E RELIGIONI: le due anime dell’immaginario “cattolico”

La cattura dell’infinito: ovvero la conquista dello spazio per conto di Dio Un cattolicesimo di minoranza?

LA LOTTA CONTRO LA MANCANZA DI DIO: IL PERTURBANTE QUOTIDIANO; ovvero il buio dentro […] Padre, sin dal 1949 o dal 1950 avverto questo terribile senso di perdita, questa indicibile oscurità, questa solitudine, questo continuo ardente desiderio di Dio che mi dà quella sofferenza nel più profondo recesso del mio cuore. L’oscurità è tale che veramente non riesco a vedere, né con la mente né con la ragione. Il posto di Dio nella mia anima è vuoto: non c’è Dio in me. Quando il dolore (causato) dallo struggente desiderio è così intenso, soltanto anelo e anelo Dio, e poi è questo che io sento: Lui non mi vuole, Lui non è qui […] Eppure, da qualche parte nel profondo del mio cuore, quel desiderio di Dio continua ad aprirsi un varco nelle tenebre. Quando sono fuori, nel lavoro oppure incontrando la gente, avverto la presenza di qualcuno che vive accanto a me, proprio dentro di me (pp. 217-218) Se mai diventerò una santa, sarò di sicuro una santa dell’oscurità. Sarò continuamente assente dal Paradiso per accendere la luce a coloro che, sulla terra, vivono nell’oscurità…

IL PERTURBANTE CATTOLICO Dallo straniero al familiare (Luca, 24; 13-35 Emmaus): l’invito ad uscire 13 Ed ecco due di essi quel giorno medesimo se n’andavano ad un villaggio distante sessanta stadi da Gerusalemme, di nome Emmaus, e discorrevano fra loro di tutti quegli avvenimenti. Or mentre così andavano discorrendo e questionando, Gesù stesso, avvicinatili, facevasi loro compagno; ma la loro vista era impedita, sì che non lo riconobbero. Ed egli disse loro: “Che discorsi son questi, che fra di voi vi scambiate cammin facendo e nel volto così malinconici?”. E uno di essi: “Di Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole innanzi a Dio e a tutto il popolo; e come i gran sacerdoti e le nostre autorità lo hanno fatto condannare a morte, e lo hanno crocifisso. Ben speravamo noi, che fosse lui quegli che presto ha da rivendicare Israele; ma pure con tutto questo fa oggi il terzo giorno, che sono accaduti quei fatti. Ma ben anche ci hanno sbalorditi certe donne delle nostre, le quali, state al sepolcro di buon mattino, e non trovato il corpo di lui, vennero a dirci d’aver veduta un’apparizione d’angeli, che dicono lui esser vivo. Andarono bene alcuni dei nostri al sepolcro, e hanno trovato appunto come dicevano le donne, ma lui non lo hanno veduto”. E Gesù disse a loro: “ O stolti e tardi di cuore a credere tutto ciò che hanno detto i profeti! Non doveva il Messia tali cose patire e così entrare alla sua gloria?” E rifacendosi ad Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture quanto riferivasi a lui. Così giunsero presso il villaggio, dove si recavano; ed egli fece vista di proseguire il cammino. Quelli però gli fecero forza, dicendogli: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è già in declino”. Allora entrò per restare con essi. E così fu, che, stando egli a tavola con loro, preso il pane lo benedisse e spezzato lo porgeva loro. A quell’atto, si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli disparve alla loro vista; e quelli dicevano insieme: “Or non ci ardeva il cuore in petto, mentre ci parlava per via, mentre ci spiegava le Scritture?”. E levatisi in quell’ora stessa tornarono a Gerusalemme e trovarono adunati gli undici e loro compagni, che dicevano: “ Realmente il Signore è risorto ed è apparso a Simone”. Ed essi narravano l’accaduto per via e come fu da loro conosciuto nell’atto di spezzare il pane.

Cattolici: la cattura dell’infinito Dio Identità

Non è sempre stato così: la chiesa di Dio come fortezza assediata

Espansionismo arabo e rottura dell’unità mediterranea

Interramento e fortezza assediata (750-1070) Mappamondo merovingio dell’VIII° secolo (750 c.) Scheda cronologica: VII-VIII secolo VII secolo: espansione dei Longobardi in Italia inizio dell'espansione araba decadenza dei Merovingi, ascesa di Carlo nel regno dei Franchi 622: egira (fuga) di Maometto a Medina inizio della cronologia musulmana 632: morte di Maometto 639: gli arabi in Egitto e Palestina VIII secolo: massima espansione dell'impero arabo decadenza dei commerci nel mediterraneo 711: inizio della conquista araba della Spagna 733: Carlo Martello ferma gli arabi a Poitiers 740: Leone III Isaurico, re di Bisanzio, sconfigge gli arabi presso Akroinos 751: Pipino il Breve depone l'ultimo re merovingio e si proclama re dei Franchi. 754: Pipino re dei Franchi è in Italia contro i Longobardi 768: morte di Pipino il Breve. Sale al trono franco Carlo Magno 773-774: guerra franco-longobarda, fine del regno longobardo in Italia. Carlo Magno re dei longobardi. 778: sconfitta dei franchi contro gli arabi spagnoli a Roncisvalle IX secolo: Sacro romano impero (in occidente) 768-814: regno di Carlo Magno [Karolus magnus]; dopo la morte del fratello (771) resta l'unico re dei Franchi 800: Carlo Magno incoronato imperatore Inizia la dinastia carolingia 814: morte di Carlo Magno 827-902: conquista araba della Sicilia, dopo l'occupazione di Creta 840 . Divisione dell'impero carolingio con il trattato di Verdun, dopo la morte di di Ludovico il Pio 846: sacco di Roma da parte dei saraceni 867: la chiesa orientale si stacca da quella occidentale (scisma di Fozio) prima metà del X secolo: anarchia feudale i Vareghi di Russia si convertono al cristianesimo sotto l'influsso bizantino invasione degli Ungari in europa Stanziamento e cristianizzazione degli Ungari nella pianura pannonica 962-973: Otho I fonda il Sacro Romano Impero. Incoronato a Roma dal papaInizio della dinastia sassone-ottoniana 987: muore Luigi V di Francia: fine della dinastia dei carolingi. Re diventa Ugo Capeto (987-996)  

Benedetto XVI: la fortezza oggi Benedetto XVI: la fortezza oggi. Perdita dello spazio e sistema ad isole di luce nell’oceano di buio

Francesco: La cattura dell’infinito oggi Francesco: La cattura dell’infinito oggi. Gesuiti cacciatori dello spazio «Ero entrato in seminario. I domenicani mi piacevano e avevo amici domenicani. Ma poi ho scelto la Compagnia, che ho conosciuto bene perché il seminario era affidato ai gesuiti. Della Compagnia mi hanno colpito tre cose: la missionarietà, la comunità e la disciplina». «La Compagnia è un’istituzione in tensione, sempre radicalmente in tensione. Il gesuita è un decentrato. La Compagnia è in se stessa decentrata: il suo centro è Cristo e la sua Chiesa. Dunque: se la Compagnia tiene Cristo e la Chiesa al centro, ha due punti fondamentali di riferimento del suo equilibrio per vivere in periferia. Se invece guarda troppo a se stessa, mette sé al centro come struttura ben solida, molto ben “armata”, allora corre il pericolo di sentirsi sicura e sufficiente. La Compagnia deve avere sempre davanti a sé il Deus semper maior, la ricerca della gloria di Dio sempre maggiore, la Chiesa Vera Sposa di Cristo nostro Signore, Cristo Re che ci conquista e al quale offriamo tutta la nostra persona e tutta la nostra fatica, anche se siamo vasi di argilla, inadeguati. Questa tensione ci porta continuamente fuori da noi stessi».  «Il gesuita pensa sempre, in continuazione, guardando l’orizzonte verso il quale deve andare, avendo Cristo al centro. Questa è la sua vera forza. «Questa Chiesa con la quale dobbiamo “sentire” è la casa di tutti, non una piccola cappella che può contenere solo un gruppetto di persone selezionate. Non dobbiamo ridurre il seno della Chiesa universale a un nido protettore della nostra mediocrità. «Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite… E bisogna cominciare dal basso».   «Sogno una Chiesa Madre e Pastora. I ministri della Chiesa devono essere misericordiosi, farsi carico delle persone, accompagnandole come il buon samaritano che lava, pulisce, solleva il suo prossimo. Questo è Vangelo puro. I ministri del Vangelo devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi».  «Invece di essere solo una Chiesa che accoglie e che riceve tenendo le porte aperte  cerchiamo pure di essere una Chiesa che trova nuove strade, che è capace di uscire da se stessa e andare verso chi non la frequenta, chi se n’è andato o è indifferente. Chi se n’è andato, a volte lo ha fatto per ragioni che, se ben comprese e valutate, possono portare a un ritorno. Ma ci vuole audacia, coraggio». «Gli insegnamenti, tanto dogmatici quanto morali, non sono tutti equivalenti. Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. L’annuncio di tipo missionario si concentra sull’essenziale, sul necessario, che è anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore, come ai discepoli di Emmaus

3. I FONDAMENTI DELL’IDENTITA’ AMERICANA Puritani e “schiumatori” ovvero la fortezza e la frontiera

Gli “schiumatori del mare”: il vuoto come opportunità Balenieri olandesi, pirati e corsari Carl Schmitt (1888 –1985)

“Schiumatori del mare”: Dio non esiste / Dio si ritrae Identità

I puritani: il vuoto come sindrome Martin Lutero 1483-1546 Johannes Calvinus 1509-1564 Thomas Cartwright (1535-1603) 1558 – nascita del puritanesimo 1620-1650 – grande emigrazione 1642-1651 – rivoluzione inglese 1662 - Uniformity Act

L’isola di Robinson: l’addestramento del “puritano” e la costruzione dello spazio

Puritani: il buio fuori (Dio è dentro di noi) Identità: (Predestinati)

L’immaginario americano: Puritani e Schiumatori Dio Puritani Schiumatori Ricerca di nuovi spazi