Leonardo SCIASCIA nero su nero
La Sicilia, il suo cuore Tutti i miei libri in effetti ne fanno uno. Un libro sulla Sicilia che tocca i punti dolenti del passato e del presente e che viene ad articolarsi come la storia di una continua sconfitta della ragione e di coloro che nella sconfitta furono personalmente travolti e annientati. L. Sciascia, Prefazione a Le parrocchie di Regalpetra (1967), p. 5.
Sì, ci credo. Nella ragione, nella libertà e nella giustizia che sono, insieme, ragione (ma guai a separarle). Credo si possa realizzare, anche se non perfettamente, un mondo di libertà e di giustizia. Ma la storia della Sicilia è tutta una storia di sconfitte: sconfitte della ragione, sconfitte degli uomini ragionevoli… L. Sciascia, La Sicilia come metafora (1979)
Romanzi d’Inchiesta Gialli: 1963 Morte dell’inquisitore sulla storia o sulla cronaca: Oltre al romanzo storico Il consiglio d’Egitto e Le parrocchie di Regalpetra 1963 Morte dell’inquisitore 1969 Recitazione della controversia liparitana (dedicata ad A.D.) 1971 Atti relativi alla morte di Raymond Roussel 1975 La scomparsa di Majorana 1978 L’affaire Moro Gialli: (spesso ispirati a fatti di cronaca) Da Il giorno della civetta (1961) a Una storia semplice (1989)
Riviste e giornali Direzione di “Galleria” dal 1950 alla sua morte “Nuovi Argomenti”, terza serie con Moravia e Siciliano “L’Ora”, “Corriere della Sera”, “Corriere del Ticino”, “La Stampa”, “L’Espresso” Rubriche: Nero su nero e Dizionario, Enciclopedia Raccolte (dopo La corda pazza, mancanza di organicità e distinzione dei due generi) Giornali presenti nelle sue opere narrative (Parrocchie, A ciascuno il suo, fino alla sfiducia degli ultimi romanzi)
Saggi e articoli Critica culturale: Scritti di cronaca e politica: 1961 Pirandello e la Sicilia 1970 La corda pazza 1983 Cruciverba 1989 Fatti diversi di storia letteraria e civile Saggi e articoli Scritti di cronaca e politica: 1979 Nero su nero 1989 A futura memoria (se la memoria ha un futuro)
Come si può essere siciliani? La paura “storica” è diventata paura “esistenziale”; e si manifesta con una tendenza all’isolamento, alla separazione, degli individui, dei gruppi, delle comunità e dell’intera regione. E a un certo punto l’insicurezza, la paura, si rovesciano nell’illusione che una siffatta insularità, con tutti i condizionamenti, le remore e le regole che ne discendono, costituisca privilegio e forza là dove negli effetti, nella esperienza, è condizione di vulnerabilità e debolezza: e ne sorge una specie di alienazione, di follia, che sul piano della psicologia e del costume produce atteggiamenti di presunzione, di fierezza, di arroganza… L. Sciascia, Sicilia e sicilitudine, in La corda pazza (1970) Una terra… difficile da governare perché difficile da capire…
Più sicuro affidarsi alla letteratura… Certo è, comunque, che la cultura siciliana ha avuto sempre come materia e come oggetto la Sicilia: non senza particolarismo e grettezza, qualche volta; ma più spesso studiando e rappresentando la realtà siciliana e la “sicilianità” (la “sicilitudine”) con una forza, un vigore, una compiutezza che arrivino all’intelligenza e al destino dell’umanità tutta… L. Sciascia, Sicilia e sicilitudine, in La corda pazza (1970) …e sono scrittori ed artisti che attraverso la particolarità e le particolarità della Sicilia hanno raggiunto l’universalità. L. Sciascia, Come si può essere siciliani, in Fatti diversi di storia letteraria e civile (1989)
Il pirandellismo di natura Quando finalmente trovai e lessi Il fu Mattia Pascal, e poi qualche volume di novelle, ne ebbi una rivelazione. La rivelazione che dentro il mondo pirandelliano – l’identità, la relatività – era il mio di ogni giorno… L. Sciascia, La Sicilia come metafora (1979), p. 11
La Sicilia come metafora …mi trovo nella condizione insensata di scrivere dalla Sicilia, della Sicilia, per la Sicilia mentre intorno si va facendo il deserto... L. Sciascia, lettera a Italo Calvino (1966) I problemi della Sicilia sono quelli dell’Italia e non credo che sia possibile risolverli se contemporaneamente non si risolve l’insieme dei problemi italiani… L. Sciascia, La Sicilia come metafora, intervista di Marcelle Padovani (1979)
Un diario in pubblico Nero su nero “La nera scrittura sulla nera pagina della realtà” Diario in pubblico (1969-79, articoli sul “Corriere della Sera”, “la Stampa”, “L’Ora”) Elemento autobiografico (commento civile più che confessione intima) Riflessione metaletteraria sulla sua personale concezione della letteratura “un libro fatto di centinaia di libri”, suoi (Todo Modo e L’Affaire Moro) e degli altri ‘Elzeviri ipertermici’ (M. Di Gesù)
Un diario in pubblico Nero su nero La lettura dei giornali mi dà neri pensieri. Neri pensieri sui giornali appunto, sul giornalismo. I giornali mi si parano davanti come un sipario. Più esattamente come un velario, poiché qualcosa di quel che si muove dietro, degli oggetti che ci stanno, della scena che si prepara, lasciano intravedere. Solo che ci vuole un occhio abituato, un occhio allenato. Non acuto, ché non basta. Esperiente. Di un esperienza che non tutti hanno … Nero su nero, p. 814 poi ppp. 773
Polemiche “senza gioia” A futura memoria Sono semplicemente uno che è nato, è vissuto e vive in un paese della Sicilia occidentale e ha sempre cercato di capire la realtà che lo circonda, gli avvenimenti, le persone. Sono un esperto di mafia come lo sono in fatto di agricoltura, di emigrazione, di tradizioni popolari, di zolfara: a livello delle cose viste e sentite, delle cose vissute e in parte sofferte A futura memoria, p.797. Articoli apparsi su “L’Espresso”, Il “Corriere”, “La Stampa”, “Panorama” (1979-89) La memoria come forma di resistenza Il rovello della Giustizia (dal caso Tortora al caso Sofri) Nero su nero punta lo sguardo sul terrorismo, A futura memoria sulla Mafia (anni della mattanza mafiosa e del maxiprocesso) Maggiore urgenza argomentativa e comunicativa, non più elzeviri ma commenti da prima pagina All’ironia subentra il disincanto, diritto al dissenso e gusto per l’eresia (vd. p. 797)
I professionisti dell’antimafia … l'antimafia come strumento di potere. Che può benissimo accadere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando. I professionisti dell’antimafia E ne abbiamo qualche sintomo, qualche avvisaglia. Prendiamo, per esempio, un sindaco che per sentimento o per calcolo cominci ad esibirsi - in interviste televisive … come antimafioso: anche se dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non ne troverà mai per occuparsi dei problemi del paese o della città che amministra (che sono tanti, in ogni paese, in ogni città: dall'acqua che manca all'immondizia che abbonda), si può considerare come in una botte di ferro.
… Questo è un esempio ipotetico. Ma eccone uno attuale ed effettuato … Questo è un esempio ipotetico.Ma eccone uno attuale ed effettuato. … si tratta dell'assegnazione del posto di Procuratore della Repubblica a Marsala al dottor Paolo Emanuele Borsellino e dalla motivazione con cui si fa proposta di assegnargliela salta agli occhi questo passo ... I lettori, comunque, prendano atto che nulla vale più, in Sicilia, per far carriera nella magistratura, del prender parte a processi di stampo mafioso. In quanto poi alla definizione di «magistrato gentiluomo», c'è da restare esterrefatti: si vuol forse adombrare che possa esistere un solo magistrato che non lo sia?. L. Sciascia, I professionisti dell’antimafia, “Corriere della Sera”, 10 gennaio 1987
L’affaire Moro
Il ritorno delle lucciole “paesaggio che è una sorta di quinta teatrale del testo” (Savatteri) Lucciole, malgrado tutto La letteratura Ieri sera, uscendo per una passeggiata, ho visto nella crepa di un muro una lucciola … (p. 467). Il ritorno delle lucciole Era proprio una lucciola nella crepa del muro. Ne ebbi una gioia intensa. E come doppia. E come sdoppiata. La gioia di un tempo ritrovato – l’infanzia, i ricordi, questo stesso luogo ora silenzioso pieno di voci e di giuochi – e di un tempo da trovare, da inventare. Con Pasolini. Per Pasolini. Pasolini fuori dal tempo ma non ancora, in questo terribile paese che l’Italia è diventato, mutato in se stesso (“Tel qu’en Lui-même enfin l’éternité le change”) (pp. 467-468)
La ripresa del dialogo è come un passaggio del testimone: il processo al palazzo Il ruolo della letteratura (come le lucciole) Pasolini analista dell’linguaggio di Aldo Moro (Traina) Ieri sera, uscendo per una passeggiata, ho visto nella crepa di un muro una lucciola … (p. 467). Pasolini ritrovato Pasolini trovava […] “adorabile” quel che per me dell’Italia era già straziante (ma anche per lui, ricordando un “adorabili perché strazianti” delle lettere luterane: e come si può adorare ciò che strazia?) e sarebbe diventato terribile. Trovava “adorabili” quelli che inevitabilmente sarebbero stati strumento della sua morte. E attraverso i suoi scritti si può compilare un piccolo dizionario delle cose per lui “adorabili” e per me soltanto strazianti e oggi terribili … (p. 468)
Per una enigmatica correlazione La ripresa del dialogo è come un passaggio del testimone: l’analisi linguistica Una tragedia del linguaggio e nel linguaggio L’affaire Moro è già letteratura perché “la verità si manifesta solo per segni scritti” (Ferroni) In questo breve inciso di Pasolini – “per una enigmatica correlazione” – c’è come il presentimento, la prefigurazione dell’affaire Moro …. Per una enigmatica correlazione Ora sappiamo che la “correlazione” era una “contraddizione”: e Moro l’ha pagata con la vita. Ma prima che lo assassinassero, è stato costretto, si è costretto, a vivere per circa due mesi un atroce contrappasso: sul suo “linguaggio completamente nuovo”, … . Un contrappasso diretto: ha dovuto tentare di dire col linguaggio del non dire …(p. 471)
Leonardo Sciascia, autore dell’Affaire Moro La letteratura che genera l’affaire: Pasolini, Borges-Cervantes (e poi Pirandello), Poe, infine Sciascia Non scrittura di opera letteraria, ma riscrittura; non verità, ma interpretazione della verità Il frangiflutti del dizionario … Perché l’impressione che l’affaire Moro sia già stato scritto, che viva in una sfera di intoccabile perfezione letteraria, che non si possa che fedelmente riscriverlo e però, riscrivendolo, mutar tutto senza nulla mutare? …(p. 479). Leonardo Sciascia, autore dell’Affaire Moro È da dire che come il don Chisciotte l’affaire Moro si svolge irrealmente … Allo stesso modo che don Chisciotte dai libri della cavalleria errante, Moro e la sua vicenda sembrano generati da una certa letteratura … Nel vuoto di riflessione … le sintesi non potevano apparire che anticipazioni, profezie Tanta perfezione può essere dell’immaginazione, della fantasia; non della realtà…(p. 479-80)
L’immedesimazione dello scrittore-detective La letteratura che genera l’affaire: Poe Lo scrittore interprete e traduttore (l’espressione “grande statista”, il volto di Moro apparso in TV, p.496) Lo scrittore detective alle prese con l’invisibilità dell’evidenza … (la lettera a Cossiga): “forse Moro voleva dire …” Il cavaliere Charles Auguste Dupin, l’investigatore di Poe, poneva a precetto di ogni investigazione la capacità di identificarsi, di immedesimarsi …(p. 489). L’immedesimazione dello scrittore-detective … nell’affaire Moro si presentava la necessità di una duplice immdesimazione con le Brigate Rosse … e con moro, prigioniero che mandava dalla prigione messaggi da decifrare… (p. 489-90)
Lo scrittore smaschera l’impostura (la falsificazione delle lettere e il partito della fermezza): il grande statista, l’apocrifo messaggio della moglie, la seconda lettera come un delirio, “la morte civile” Lo scrittore decritta la verità dei messaggi di Moro (p. 496, se non avessi una famiglia …) (da uomo di potere a uomo solo a creatura) Il cavaliere Charles Auguste Dupin, l’investigatore di Poe, poneva a precetto di ogni investigazione la capacità di identificarsi, di immedesimarsi …(p. 489). “… tengo a precisare che dico queste cose in piena lucidità e senza aver subito alcuna coercizione nella persona …”(p. 489). Il vero e il falso Moro … nell’affaire Moro si presentava la necessità di una duplice immdesimazione con le Brigate Rosse … e con moro, prigioniero che mandava dalla prigione messaggi da decifrare… (p. 489-90) “anche questa lettera non è moralmente a lui ascrivibile” …(p. 502)
Da personaggio a “uomo solo” a creatura La letteratura che genera l’affaire: Pirandello Il dramma di Moro (dimensione teatrale e dialettica fra finzione e realtà) da personaggio a uomo solo a creatura e di nuovo a personaggio (sciasciano) Io non desidero intorno a me lo ripeto gli uomini del potere (p.541, leggere tutta la lettera) Vd. Incipit Todo modo La verità è quella di Moro(p. 510). Da personaggio a “uomo solo” a creatura Moro comincia, pirandellianamente, a sciogliersi dalla forma, poiché tragicamente è entrato nella vita. Da personaggio a “uomo solo”, da “uomo solo” a creatura: i passaggi che Pirandello assegna all’unica salvezza possibile …(p. 513) Moro, per dirla pirandellianamente, “uno e due” (p.537).
La condanna a morte Varie tappe: La prova generale: il falso comunicato La morte civile ovvero la “falsificazione delle sue lettere” Duplice condanna delle Br e del PCI (pp. 526-27) La vita appesa a un gerundio (549) La restituzione del corpo … e delle parole Il mio sangue ricadrà su di loro (p. 564) La condanna a morte
Il mareggiare dei ritagli di giornale E il Tommaseo come frangiflutti (pp. 541-42) La condanna a morte si compie sui giornali (p. 506, la prova generale, il falso comunicato n.7) Dalla traduzione all’immaginazione Decrittazione delle immagini fotografiche (La foto di Moro di Marco Belpoliti) La verità è quella di Moro(p. 510). Il mareggiare dei ritagli di giornale Moro comincia, pirandellianamente, a sciogliersi dalla forma, poiché tragicamente è entrato nella vita. Da personaggio a “uomo solo”, da “uomo solo” a creatura: i passaggi che Pirandello assegna all’unica salvezza possibile …(p. 513)
E può darsi che si stia qui facendo un romanzo La letteratura che genera l’affaire: Sciascia Che cosa veramente pensava Moro … (p.496) E ci si può fermare su questa ipotesi ed immaginare (immaginare, immaginare!) p. 518-19) Forse perché sto cercando di capire anche loro (p. 530) Traduciamo, intanto… (p. 546) E può darsi che si stia qui facendo un romanzo Il caso Moro (M. Ferrara)
Il momento più alto toccato dalla tragedia La pietà invocata La pietà negata La pietà immaginata I tre attori si fronteggino sulla scena e così si consuma la tragedia “La pietà di chi mi recava la lettera … ha escluso i contorni che dicevano la mia condanna” (p. 531). Il momento più alto toccato dalla tragedia “Se la pietà prevale, il Paese non è finito” Non tutti i giornali pubblicano la lettera. E la pietà, anche se qualcosa sommuove non prevale …(p. 528) Forse ancora oggi il brigatista crede di credere si possa vivere di odio e contro la pietà: ma quel giorno, in quell’adempimento, la pietà è penetrata in lui come il tradimento di una fortezza. E spero che lo devasti Buongiorno notte (M. Bellocchio)