Azione, desideri, opportunità UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BRESCIA FACOLTA’ DI ECONOMIA Corso di Sociologia economica 2010-2011 Copertina Azione, desideri, opportunità Elster, capitolo II
Perchè non è venuta/o all'appuntamento? Avete un appuntamento con un lui o una lei a cui siete particolarmente interessati. Purtroppo il vostro amico/a non si presenta. Attendete un tempo ragionevole per essere certi che non si tratti di un ritardo o di un contrat-tempo, né può essere insorto un qualche equivoco sul luogo o l'ora dell'appuntamento. Vi domandate: perchè non è venuto/a? quale ragione l'ha indotto/a a non presentarsi all'appuntamento?
Le ragioni dell'azione umana Non è venuto/a all'appuntamento perchè: si è dimenticato/a i suoi genitori glielo hanno proibito ha ritenuto sconveniente il luogo dell'invito apparteniamo a classi sociali diverse aveva cose più importanti da fare non gli/le interesso, ha ben altre opportunità gli/le interesso, ma vuol far credere di no si è dimenticato: ma ci si può "dimenticare"? L'interesse (il desiderio) di vedermi non doveva poi essere così forte! i suoi genitori glielo hanno proibito: non ha agito di sua spontanea volontà. Ma come hanno potuto i ragionamenti e le pressioni altrui alterare la sua condotta? Ha forse un carattere debole? ha ritenuto sconveniente il luogo dell'invito: l'ho invitato/a in un luogo (o ad un ora) che i costumi, le consuetudini sociali ritengono non convenenti per un primo incontro tra un ragazzo e una ragazza. apparteniamo a classi sociali diverse: ha ritenuto socialmente sconveniente farsi vedere con me; avrebbe dovuto pagare un costo (in termini sociali) e questo lo ha dissuaso. aveva cose più importanti da fare: ha agito razionalmente, le risorse (il tempo in questo caso) sono scarse, e lei/lui ha dato la priorità a impegni più importanti, con un ordine di preferenza per lui/lei più elevato. non gli/le interesso, ha ben altre opportunità: è circondato da molti amici/amiche, evidentemente non sono tra i suoi interessi! gli/le interesso, ma vuole far credere di no: perchè pensa così di accrescere il mio interesse, oppure perchè mi teme e quindi nega a se stesso l'interesse che nutre verso di me, oppure perchè ha interesse solo per le cose che non può avere. Considerazioni e conseguenze della "spiegazione" data: sono tutte spiegazioni intenzionali: presuppongono una certa libertà da parte del soggetto, anche se questi può subire condizionamenti (dai genitori, dalle norme sociali, ecc.) presuppongono che il soggetto sia capace di intendere e di volere: anche la dimenticanza viene spiegata in termini di desideri cercano di mettersi nei panni del soggetto: forniscono spiegazioni che lo stesso potrebbe accettare; lo fanno sulla base di una qualche conoscenza seppure stereotipata; riconoscono che spiegare l'azione umana è difficile anche per lo stesso soggetto a seconda della spiegazione fornita, conseguono decisioni e azioni diverse (è un ragazzo serio; è debole; posso insistere, devo fingere di ignorarlo, ecc.). La nostra seconda "mossa" dipende dall'interpretazione che diamo di questo evento. L'azione è sempre interazione.
Opportunità e desideri Insieme di tutte le azioni possibili Opportunità Azioni compatibili con tutti i vincoli (fisici, economici giuridici, sociali, ecc.) che il soggetto ha dinnanzi Desideri Voleri, preferenze, interessi che determinano quale azione tra le possibili verrà intrapresa Azione effettivamente intrapresa
Opportunità e desideri si è dimenticato/a i suoi genitori glielo hanno proibito ha ritenuto sconveniente il luogo dell'invito apparteniamo a classi sociali diverse aveva cose più importanti da fare non gli/le interesso, ha ben altre opportunità gli/le interesso, ma vuol fingere di no Opportunità Desideri Alcune spiegazioni fanno prevalere i vincoli/opportunità, altre i desideri. Ma se la spiegazione è interamente in termini di vincoli, neghiamo lo statuto intenzionale (libero) del soggetto e adottiamo un modello di spiegazione causale o determinista. Una spiegazione in termini di puri desideri non ha praticamente senso. Agiamo sempre in condizioni di vincolo, di risorse scarse, di condizionamenti sociali, ecc. Quello che importa è il rapporto tra opportunità e desideri. I vari modelli (che prenderemo in considerazione: intenzionali o dell'azione) si caratterizzano per un diverso rapporto tra vincoli/opportunità e desideri.
Priorità delle opportunità 1. L'insieme delle opportunità è ridotto ad una sola azione (non v'è alternativa di scelta). 2. Anche se preferenze e desideri possono contare, è più facile agire sul comportamento delle persone agendo sulle circo-stanze e le opportunità che sui loro desideri e modi di pensare. 3. Preferenze e desideri sono per tutti sostanzialmente gli stessi, solo le opportunità cambiano. Esempi appropriati: 1. Tanto i ricchi quanto i poveri hanno l'opportunità di dormire sotto i ponti. Ma i poveri non hanno alternative. La loro non è una scelta è un comportamento obbligato (comportamento è determinato, l'azione è al più condizionata ma deve possedere gradi di libertà). Si noti che nel tentativo di scoprire le ragioni del mancato appuntamento abbiamo sentito l'esigenza di escludere contrattempi che avessero azzerato le opportunità del nostro lui o della nostra lei e che la stessa proibizione dei genitori sia stata intesa come un vincolo non insormontabile ("avrebbe sempre potuto disubbidire, se ci avesse tenuto davvero"!). Empiricamente vi possono essere situazioni di forza maggiore che vincolino in modo assoluto (determinato) l'azione di un attore. Ma deve trattarsi di un fatto contingente. 2. E' un argomento corretto se applicato alla valutazione empirica dell'efficacia di diverse politiche o azioni volte a determinare le azioni altrui, non una ipotesi teorica circa la capacità esplicativa di opportunità e desideri. Se il nostro lui o la nostra lei trova non conveniente farsi vedere con noi, possiamo forse incontrarlo/la se gli/le diamo appuntamento in un luogo poco frequentato. Un governo può ritenere l'avversione al rischio degli imprenditori la causa principale di uno scarso sviluppo economico, ma è costretto ad agire sulla forza delle organizzazioni sindacali perchè l'atteggiamento degli imprenditori sfugge al suo controllo, quello delle organizzazioni sindacali no. 3. Alcuni economisti affermano questo: ma portato alle sue estreme conseguenze questa posizione annulla di fatto la possibilità della scelta razionale: le variazioni di comportamento sono spiegate dalle variazioni delle opportunità o dei vincoli. Posizione simile a quella di molte posizioni sociologiche deterministe che riducono la spiegazione del comportamento umano a cause che agiscono alle spalle degli uomini. Rischio di adottare un modello determinista che nega l'autonomia dell'azione umana individuale.
Opportunità e desideri nella teoria economica ortodossa Entro nell'unico grande magazzino della città con 50 euro in tasca è la ferma intenzione di spenderli. Ciò che alla fine comprerò dipenderà dai beni effettivamente disponibili e dai miei desideri o preferenze. Analisi del grafico: I1, I2, I3 curve di indifferenza; AB curva di a spesa costante; C combinazione ideale
Opportunità e desideri nella teoria economica ortodossa La teoria economica ortodossa considera sia le opportunità che i desideri, ma ha una concezione molto semplificata delle loro relazioni: l'agente economico compie le sue scelte a partire da deter-minati vincoli che definiscono l'insieme delle opportunità disponibili; se l'agente è razionale, sceglierà quegli elementi, tra quelli disponibili nell'insieme delle sue opportunità, che soddi-sfano al meglio i suoi desideri, cioè quegli elementi che stanno ai primi posti del suo ordine di preferenze opportunità e desideri congiuntamente determinano la scelta dell'agente razionale, ma sono assunti come recipro-camente indipendenti. Un primo limite dell'approccio neo-classico è quello messo in luce da Sen: le preferenze sono rivelate a partire dalle scelte effettivamente fatte. Ma senza una introspezione o analisi comunicativa il rischio è quello di cadere in una mera tautologia: per definizione l'attore sceglierà a partire dalla sue preferenze, visto che le preferenze non sono altro che la giustificazione interna (e non verificabile indipendentemente) delle scelte stesse. Inoltre un'altro grosso problema è relativo alla presunta stabilità delle preferenze. Se le preferenze cambiano è impossibile condurre delle previsioni. Ma le preferenze necessariamente cambiano perchè le ricerche di psicologia economica hanno ormai incontrovertibilmente mostrato che le scelte producono sempre degli effetti che modificano la stessa struttura delle preferenze. Questo produce conseguenze importanti come vedremo (March-Olsen 1992: pp. 28 e 109)
Relazioni tra desideri e opportunità Causa comune Azione (A) Opportunità Desideri Azione (B) Opportunità Riprendiamo l'ultima spiegazione data alla storia dell'appuntamento. Una breve riflessione può far capire che qui vi è una interazione tra desiderio e opportunità. Il rapporto è in realtà molto complesso e può introdurre alcuni meccanismi esplicativi di interesse anche storico-sociologico. Sono gli schemi utilizzati soprattutto da Tocqueville che Elster riprende nel capitolo secondo. Desideri Azione (C) Opportunità
La guerra e la mobilità dei militari Desideri + Guerra Azione + Opportunità La guerra accresce le ambizioni (i desideri) dei militari di fare carriera e insieme crea le opportunità per soddisfare tali ambizioni attraverso l'ampliamento dei quadri e la morte di molti.
La democrazia e la selezione dei leader - Desideri Democrazia Azione - Opportunità Gli elettori americani non eleggono mai a cariche pubbliche persone ragguardevoli, in parte perchè non ne hanno l'opportu-nità (i ragguardevoli non fanno politica), in parte perchè il tipico sentimento democratico dell'invidia li distoglie dal desiderio di eleggere i migliori anche se questi si dovessero presentare. Ricordare come queste considerazioni contribuiscono a creare il modello tocquevilliano di democrazia (intesa come "società con eguali accessi al potere politico, l'assenza di privilegi legali, e un alto tasso di mobilità") tuttora utile per impostare analisi storico-comparate sulle varie forme di società, i loro vantaggi e problemi (cfr. ad esempio i due tipi di società: una che deriva dal modello "americano" e l'altra dal modello “renano” (significativamente diverso)). Sul tipico sentimento democratico dell'invidia, si veda avanti.
La mancanza di giuste ambizioni - Desideri Burocrazia Azione + Opportunità La "trafila" che tutti debbono fare in una organizzazione (e che è alla base della produttività sociale e delle sue conseguenze positive sulle opportunità) soffoca l'autonomia e l'immagina-zione giovanile. Così quando uno raggiunge una posizione in cui potrebbe fare (e sarebbe bene facesse) qualche cosa fuori dell'ordinario, non ne ha più la voglia. In questo caso può essere interessante notare come un meccanismo non dissimile sia presente nella mancanza di capacità imprenditoriali nei figli dei fondatori di imprese. In questo caso una vita giovanile "facile" non stimola a sufficienza i desideri di fare e quando si hanno le opportunità al riguardo, viene a mancare la necessaria motivazione. Anche questa osservazione, oltre che essere un'esempio, ha un qualche rilievo empirico in una situazione imprenditoriale - come quella bresciana - in crisi di transizione.
Posizione economica e istruzione + - Desideri Posizione economica Azione - + Opportunità Si trtta di una combinazione dei due modelli successivi: da giovane la posizione economica precaria incentiva il desiderio di studiare ma riduce le opportunità per farlo; da "arrivato" le opportunità crescono ma il desiderio si affievolisce. Nota come questo meccanismo agisca forse anche sui giovani bresciani e costituisca una delle ragioni della scarsa domanda di istruzione superiore in provincia (quando il mercato del lavoro tira, ci sono le opportunità per studiare ma esistono alternative più allettanti come un buon lavoro subito; quando vi è crisi, vi sarebbe il desiderio incentivato dal possibile aumento delle opportunità future, ma mancano le opportunità presenti. In America la maggior parte degli uomini ricchi inizia dalla gavetta, perciò all'età in cui uno potrebbe avere il gusto degli studi non ne ha il tempo e quando ne ha il tempo non ne ha più la voglia.
L'invidia della democrazia Desideri + Democrazia Azione - Opportunità Anche questa è una osservazione molto interessante per cogliere le tensioni e gli squilibri che, come vedremo, stanno all'origine dei processi di cambiamento sociale (cfr. l'ultime lezioni). Interessante è notare come il modello tocquevilliano spieghi la dinamica sociale attraverso l'interazione tra individui e società (micro-macro) e gli effetti sul gioco complesso di opportunità e desideri. Tocqueville assegna grande rilievo a questo problema per la stabilità delle democrazie perchè ritiene che un sistema è stabile solo quando vi sia un equilibrio tra desideri e aspettative suscitate e opportunità offerte (per inciso questa è una delle spiegazioni dell'anomia di Merton: non corrispondenza tra mete affermate culturalmente e mezzi istituzionali per raggiungerli). Tra l'altro egli nota che è assai meglio contenere i desideri che vincolare gli uomini nei loro comportamenti. Nell'antichità gli schiavi erano liberi nello spirito anche se incatenati nei corpi. Uno dei problemi del passaggio dalla schiavitù alla democrazia negli Stati del Sud fu appunto quello di liberare gli schiavi lasciandoli in condizioni economiche e sociali disastrose, preparando così le condizioni per la rivolta. Una interessante applicazione e approfondimento di questo modello ai problemi delle democrazie di mercato moderne è contenuto nel volume di F. Hirsch, I limiti sociali dello sviluppo. Hirsch introduce il concetto di bene posizionale (vale a dire un bene la cui utilità per il consumatore dipende dall'uso e dal consumo che di quel bene fanno gli altri). Esempi di beni posizionali sono: la vacanza, il trasporto privato, ecc. La presenza di un numero sempre maggiore di beni siffatti è legata all'estendersi delle società aperte di mercato e genera un processo di disequilibrio crescente che è alla base della crisi di legittimità delle società moderne. Metafora esplicativa: tutti in piedi allo stadio. Applicazione del modello alle vicende italiane recenti. con l'attenzione di sospendere il giudizio per evitare che saltino a dellle conclusiioni errate circa l'imposizione di meccanismi che controllino la dinamica dei desideri. Il contrasto permanente tra i desideri alimentati dalla libertà e dall'eguaglianza e i mezzi reali offerti per sod-disfare tali desideri, accresce l'ansia e l'invidia perso-nali e il grado di anomia sociale.
Le preferenze adattive Desideri + Azione Opportunità I desideri si adattano alle opportunità: è uno dei risultati più interessanti della riflessione di Elster, detto anche meccanismo "dell'Uva acerba", dalla favola della volpe e l'uva nella quale come è noto, la volpe non riuscendo a cogliere l'uva, se ne va dicendo che tanto è acerba e, dunque, operando una riduzione psicologica (conosciuta nella teoria come "riduzione della dissonanza cognitiva" e dovuta a Fastinger) dei propri desideri originali. Un meccanismo analogo era supposto agire in una delle varianti dell'ultima spiegazione del mancato appuntamento (gli/le interesso, ma lui/lei lo nega a se stesso/a perchè sa che non sono alla sua portata). E' un meccanismo di grande rilievo perchè introduce elementi motivazionali e cognitivi che rendono problematica qualsiasi teoria semplice della scelta razionale (che presuppone come abbiamo visto) l'indipendenza tra opportunità e desideri. Se operasse sempre e infallibilmente non renderebbe comunque meno necessario costruire dei modelli che tengano conto anche dei desideri, infatti il meccanismo esclude le opzioni che cadono fuori dal set di opportunità possibili, ma postula comunque sempre la necessità dei desideri per prevedere quale azione (tra le possibili) verrà effettivamente scelta. Si deve inoltre notare che per Elster si tratta di un meccanismo (cfr. il primo capitolo del libro), cioè di una invariante del comportamento cognitivo o motivazionale umano, che è per altro presente assieme ad altri meccanismi spesso diversi se non contrari (vedi il successivo) e che nessuna teoria è in grado di prevedere quando ne scatti l'uno o l'altro. Nel caso di Tocqueville in particolare ci si può chiedere come si concili questo meccanismo con quello dell'invidia della democrazia prima visto. Egli ritiene che il primo prevalga nelle fasi di passaggio, mentre il secondo in quelle di democrazia consolidata. In verità questo è un punto ancora aperto alla discussione e all'approfondimento storico-sociologico (su di esse si basa tra l'altro la riflessione ad es. di coloro che sostengono la superiorità del capitalismo "renano” o di welfare) La volpe della favola, non potendo cogliere l’uva desiderata, si (auto)convince che è acerba (e pertanto non desiderabile).
Le preferenze contro-adattive Desideri - Azione Opportunità Non c'è in Tocqueville, ma è preso in considerazione da Elster. E' il meccanismo opposto a quello dell'Uva acerba e la ricerca storico-empirica o socio-psicologica non ha ancora messo in chiaro quando possa prevalere l'uno o l'altro (per Elster non lo potrà mai in via teoretica, solo in via empirica). Lo abbiamo visto in azione concretamente in una delle varianti della spiegazione del mancato appuntamento (nel momento in cui l'ho invitato ho perso interesse ai suoi occhi). Un meccanismo siffatto - anche se non è l'unico implicato come vedremo - può essere attivo anche nei processi di shifting involvements analizzato da Hirschman - quel meccanismo che porta ad una sorta di pendolarismo tra soluzioni privatistiche di risposta alle esigenze umane (felicità privata attraverso i consumi di mercato) e soluzioni pubbliche (felicità pubblica conseguente all'impegno politico, il solidarismo e le risposte di welfare). "L'erba del vicino è sempre più verde" "Il frutto proibito è il più dolce"
Wishful thinking (pensiero desiderante) Desideri + Azione Opportunità "Saggio è colui che adatta i suoi desideri al mondo; pazzo colui che cerca di adattare il mondo ai suoi desideri. Perciò i grandi cambiamenti sono opera dei "pazzi"!". (Bernard Shaw) Meccanismo rilevante per il cosidetto wishful thinking (credere vero ciò che si desidera). In sè è uno dei meccanismi "caldi" o motivazionali alla base della formazione di credenze irrazionali. Eppure ha alcuni aspetti positivi che solo un approccio sterilmente razionalista può trascurare. Soprattutto - come vedremo avanti - quando l'uomo agisce strategicamente l'essere determinati (ovvero affermare i propri desideri anche contro le difficoltà incontrate a fronte di un set di opportunità deludenti) può essere condizione necessaria (ancorché non sufficiente) di successo. E' quel meccanismo tipico dell'interazione sociale (e trascurato dagli approcci deterministi o razionalisti) che si chiama "profezia che si auto-adempie": se ritengo che in futuro il ciclo economico andrà male sarò restio a fare investimenti o a espandere i miei consumi, ma questo è proprio ciò che determinerà l'andamento negativo della congiuntura (vedi avanti le conseguenze non intenzionali). Viceversa, se sono convinto che la mia impresa ha buone chance di successo (desiderio che determina una convinzione), sarò ben motivato, determinato e propenso a fare quegli investimenti che renderanno reale la mia convinzione. Importanza delle credenze come vedremo nella prossima lezione.
Debolezza della volontà Desideri - Azione Opportunità Posso chiedere al dentista di pagare in anticipo l'intera parcella in modo da essere vincolato ad andare da lui anche quando - all'approssimarsi dell'appuntamento - cercherò di spostarlo. Ridurre le opzioni a propria disposizione per controllare le proprie azioni è meno soncertante di quanto si possa pensare a prima vista ed anzi costituisce - come vedremo - uno dei meccanismi più potenti a disposizione dell'uomo. Questo meccanismo che Elster introduce in un altro suo importante lavoro ispirato a Ulisse e le sirene (Ulisse sapendo di non poter resistere al richiamo delle sirene, si fa legare all'albero della nave per evitare di comportarsi in modo irrazionale) è molto importante per capire le dinamiche dell'azione umana e sociale. Intanto, si noti che può essere invocato per spiegare il mancato appuntamento. Il nostro lui/lei non è venuto in quanto temeva di comportarsi in modo sconveniente. Alzare la posta in gioco è un altro modo per vincolarsi e controllare la propria debolezza della volontà (il fumatore che comunica a tutti la sua intenzione di smettere perchè così perde la faccia se non lo fa; il far scattare una sorta di "effetto domino" per cui cadere una volta in tentazione significa aprire un baratro che annulla tutta la nostra strategia; ecc.) Inoltre il vincolarsi strategicamente per evitare le conseguenze irrazionali della debolezza della volontà può applicarsi in modo assai interessante non solo agli individui ma anche agli attori collettivi (vedremo meglio questo andando avanti). Per un esempio tipico si veda la decisione con l’istituzione dell’euro di affidare ad un organismo europeo al riparo delle pressione politiche dei governi nazionali il controllo delle politiche monetarie.
"Tagliarsi i ponti alle spalle" Desideri - Azione Opportunità Per un esercito tagliarsi la via della ritirata prima di una battaglia può voler dire costringere l'avversario a trattare per non dover combattere sino all'ultimo uomo.
Perchè vincolarsi in una interazione strategica a = negoziare b = combattere c = ritirarsi NOI a b 2,2 LORO c b Valutare se è il caso di inserire qui l'analisi formale, seppure preliminare di un gioco strategico o se rinviarla più avanti. Altrimenti usare l'esempio di Elster. Si dovrà tornare più avanti sulla natura e sui meccanismi di fondo delle interazioni strategiche (situazioni militari, diplomatiche, politiche, negoziali). Uno di questi meccanismi è appunto quello di vincolarsi ad un certo corso di azione (riducendo con una mossa le opzioni a disposizioni) così da rendere obbligata la mossa avversaria. Nell'esempio schematizzato nel lucido, si supponga che NOI si abbia diritto alla prima mossa e si possa scegliere tra negoziare o attaccare. Se scegliamo di negoziare il gioco finisce con una situazione "patta". Se NOI decidiamo di attaccare, LORO possono accettare la battaglia oppure ritirarsi. Si supponga che se accettano la battaglia vi siano alte probabilità di un esito a NOI favorevole ma con perdite notevoli. Se viceversa si ritirano la vittoria sarà nostra senza perdite. Per NOI dunque l'ordine di preferenza degli esiti è: 1 ritiro di LORO; 2 negoziato; 3 battaglia; 4 ritiro nostro. Per LORO l'ordine di preferenza è 1 ritiro nostro; 2 negoziato; 3 ritiro LORO; 4 battaglia (con probabile sconfitta) Se a NOI spetta la prima mossa e LORO sono razionali, potremmo aspettarci che a fronte di un nostro rifiuto di negoziare (scelta a) a LORO non resti che scegliere la strategia c,cioè il ritirarsi visto che per LORO è preferibile ritirarsi piuttosto che ingaggiare una battaglia degli esiti per loro assai probabilmente infausti. Per quanto ci riguarda ciò ci darebbe la certezza di ottenere un esito favorevole senza pagare costi (ordine 1). Ma se LORO, prima della nostra mossa di rifiuto di qualsiasi trattativa, si "bruciano i ponti alle spalle", eliminano cioè in modo credibile qualsiasi possibilità di ritirata, la nostra scelta dovrà essere rivista: di fronte all'inevitabilità della battaglia (per noi comunque più costosa del negoziato: preferenza 3 contro 2) se siamo razionali tratteremo! NOI LORO 1. ritiro LORO 2. negoziato 3. battaglia 4. ritiro NOI 1. ritiro NOI 2. negoziato 3. ritiro LORO 4. battaglia 1,3 3,4