Concetto e periodizzazioni dell’età contemporanea
Cosa è la storia Studio critico del passato Studio critico delle fonti del passato attraverso comparazioni diacroniche (mutamento di fatti osservati dal punto di vista della loro evoluzione nel tempo), sincroniche (mutamento di fatti nella loro contemporaneaità) e spaziali. Mettere in relazione fenomeni ed eventi significa trovare categorie sintetiche (semplificanti) di interpretazione della realtà. Individuare le categorie è compito dello storico Lo storico interpreta, non giudica.
Diacronia e Sincronia nella storia Il “tempo storico” molto spesso è diverso dal “tempo naturale”. Non ha sempre e dovunque la stessa velocità. Diviene quindi proprio dello studio della storia individuarne ritardi, accelerazioni, fratture e continuità Questo disallineamento del tempo storico è il punto applicativo delle categorie interpretative.
Diacronia e Sincronia nella storia Da dove nasce l’impostazione didattica di tipo lineare-diacronica o cronologica, così consueta nell’insegnamento ma anche se non soprattutto nello studio della storia? Sembra essere supportata da tre motivazioni di fondo, spesso di tipo più psicologico che ideologico: 1. suscita l’illusione di favorire meglio la comprensione dei nessi di causa-effetto; 2. evita di dover scegliere i momenti (anche piccoli) salienti dell’evoluzione storica; 3. induce a credere nell’esistenza di una immaginaria linea progressiva che vede nel tempo presente la risultante ottimale di vari percorsi iniziati nel passato.
Diacronia e Sincronia nella storia L’esclusiva applicazione diacronica non solo è sbagliata ma rende la storia un flusso continuo di avvenimenti che non si influenzano e corrono paralleli Allo stesso modo non spiega i cosiddetti “corsi e ricorsi storici” (reiterazione apparente di fatti accaduti) se non in modo generico e superficiale Privilegia il nesso causa-effetto e non considera la casualità, il contingente, il contesto sempre diverso, le connessioni di fatti, avvenimenti e scelte.
Quando inizia la storia contemporanea Rivoluzione francese (la rivoluzione politica) Congresso di Vienna (la restaurazione) Prima guerra mondiale (la morte di massa) Prima rivoluzione industriale (anni 80 del 700 in Inghilterra – la rivoluzione economica) Vedremo che tutti questi elementi si possono intrecciare mantenendo la loro valenza storica periodizzante
Quando inizia la storia contemporanea Il fascino periodizzante della doppia rivoluzione (economica industriale inglese = meno evidente; politica francese = più netta) ne segna l’avvio. Esistono comunque molte distinzioni tra le quali: Geoffrey Barracluogh lo identifica nel 1890 perla fisionomia mondiale che assume la storia con l’ingresso di USA e Giappone (rif.biblilografici: Guida alla storia contemporanea); Altri con una visione più “europea” colgono il suo inizio con il 1870: seconda riv. industriale, Italia e Germania, equilibri di potenza, imperialismo, inizio società di massa Fernand Braudel: concetto di lunga durata delle trasformazioni sociali ed economiche e “tempo breve” degli avvenimenti politici; elemento di base della sua opera maggiore, Civiltà e imperi del Mediterraneo, anche se in questo libro Braudel parla di una storia quasi immobile (per la durata lunghissima) e di una storia lentamente ritmata a causa dei cambiamenti che si realizzano nell'arco di un secolo o due. La lunga durata si contrappone alla breve durata.
Quando inizia la storia contemporanea Eric J.Hobsbwam è colui che ha definito con un tempo storico differente l’800 e il ‘900, svincolandoli dalla scansione cronologica: Secolo lungo, 1789-1914 (riferimenti bibliografici: Le rivoluzioni borghesi, 1789-1948; Il trionfo della borghesia,1848-1875; L’età degli imperi, 18751914) Secolo Breve, 1914-1989 Charles Mayer: non è il concetto di secolo a prevalere nell’età contemporanea, ma quello di “unità di epoca”, 1850-1860 / 1970-1980, Si concentra su quando inizia e quando termina il legame dei popoli con i propri stati nazionali, e tutto era concentrato sulla produzione standardizzata, sulla conquista del movimento e sul controllo del territorio; un’epoca che termina con l’inizio della globalizzazione (1980-2000) Riferimenti bibliografici: Secolo corto o epoca lunga? L’unità storica dell’età industriale e le trasformazioni della territorialità
Quando inizia la storia contemporanea Quindi: Non esiste un solo momento chiave che denota l’inizio o la fine di un’epoca Esistono momenti con una forte carica periodizzante (rivoluzione francese, caduta muro di Berlino, guerre mondiali, crisi del 1929) Abbiamo una compresenza di aspetti che nel loro diverso bilanciamento determinano l’avvento di epoche nuove La pigrizia del pensiero favorisce l’accettazione dell’idea che esistano cesure epocali
Quando inizia la storia contemporanea Ne deriva così una sorta di “lunga contemporaneità” con la quale si identificano tracciati più ampi di una possibile definizione temporale Per il 900 si possono quindi identificare categorie ottocentesche che si sommano alle caratteristiche del secolo breve come: mercato, liberalismo, parlamentarismo, democrazia
Periodizzare Suddividere un arco temporale Individuare i caratteri specifici di ogni frazione di tempo Determinare un punto di inizio e un punto di arrivo tali da evidenziare un’epoca (età moderna e età contemporanea) Determinare un contesto all’interno del quale evidenziare una fase o un periodo ad esempio: le diverse fasi del fascismo (fascismo movimento, fascismo al potere, la scansione decennale del ‘900 (gli anni 20 e 30 della crisi e dei totalitarismi; gli anni 40 della guerra e della ricostruzione; gli anni 50 della guerra fredda e della decolonizzazione; gli anni 60 del boom e dei movimenti; gli anni 70 della crisi, del terrorismo, e della radicalizzazione ideologica; gli anni 80 della fine delle ideologie e del ritorno al mercato; gli anni 90 della globalizzazione e della società postindustriale
Periodizzare Per concludere Ogni qual volta si fraziona il “tempo storico” si effettuano delle scelte Consolidato è l’inizio dell’età moderna (1492); meno stabile la sua fine (la rivoluzione francese dell’89) e quindi l’inizio dell’età contemporanea. L’inizio di un’epoca non è un momento preciso ma un momento che riveste nel tempo storico successivo un carattere fortemente simbolico Le cesure che tradizionalmente prendiamo in considerazione sono espressione della storia del mondo occidentale
Cosa è una “fonte storica” E’ la base del lavoro della ricerca storica. La fonte può essere volontaria o involontaria Sono fonti storiche:giornali, materiali audiovisivi, fotografie, indagini sociologiche, dati statistici, dibattiti parlamentari, materiali delle commissioni parlamentari, fonti provenienti da archivi dei partiti, dei sindacati e dei movimenti, fonti provenienti da archivi esteri, interviste a testimoni, carteggi privati, diari, memorie, fonti letterarie, canzoni sino alle fonti digitali disponibili sul web
Obiettività storica Non esiste per nessun individuo un senso assoluto di obiettività. Ciascuno di noi ha le sue passioni e le sue idiosincrasie. Così è anche per lo storico che deve essere consapevole delle sue passioni e dei suoi orientamenti il senso etico (il codice deontologico dello storico) sta nel: Evitare il finalismo storico Non forzare l’interpretazione dei documenti Dare spazio a tutti i soggetti e a tutte le interpretazioni = vedere il maggior numero di documenti e di testi