“Governance, Monitoraggio e Valutazione, Riprogrammazione: Laboratori locali di formazione per gli Uffici di Piano” “Il modello di governance provinciale.

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“Governance, Monitoraggio e Valutazione, Riprogrammazione: Laboratori locali di formazione per gli Uffici di Piano” “Il modello di governance provinciale per la programmazione territoriale integrata” Torino, 10 febbraio 2010 a cura della d.ssa Barbara Arcari 1

2 Un punto di partenza Riflettere sul “governo della governance” significa innanzitutto rafforzare la consapevolezza degli attori di agire su (e all'interno di) un sistema complesso. Governare tale sistema significa dunque non solo governare le relazioni fra gli attori, che pure è uno dei processi fondamentali, ma insieme a questo, tenere sotto controllo lo sviluppo del capitale umano (competenze, valori), del capitale organizzativo e di sistema (cultura, empowerment), la gestione economico-finanziaria,.... Due le condizioni prioritarie per la tenuta del sistema: - La condivisione dei valori e della missione (ovvero del fine) del sistema. - La presenza di un sistema informativo a vantaggio della gestione integrata del sistema dei servizi e della valutazione.

3 Alcuni nodi potenzialmente critici Dall'analisi del processo di predisposizione del Piano di Zona (fase pianificatoria), emergono alcuni punti che meritano una particolare attenzione: 1. L'individuazione delle priorità e degli obiettivi da parte del Tavolo Politico Istituzionale. Alcune piste di riflessione Raccordo con le linee di indirizzo regionale e necessità di declinare tali orientamenti in obiettivi locali operativi; Centratura sulla verifica dello stato di raggiungimento degli obiettivi e degli indirizzi (“mantenere la rotta”); Tensione alla coerenza interna fra i diversi contenuti della programmazione, connettendo l'analisi dei bisogni, alla definizione degli obiettivi, alla progettazione/implementazione delle azioni.

4 2. La quantificazione delle risorse da parte dell'Ufficio di Piano in riferimento ai “soggetti interessati” Alcune piste di riflessione Programmare a partire da una chiarificazione in merito alle risorse realmente disponibili (quali risorse?), ai soggetti coinvolti/coinvolgibili (di chi sono le risorse?), agli scopi per i quali utilizzare o richiedere le risorse (per quali fini?). Programmare gli interventi distinguendo le “risorse certe” dalle “risorse da acquisire”. 3. La lettura del quadro sociale da parte del Tavolo Politico Istituzionale Alcune piste di riflessione Interconnessione tecnica e politica nella lettura del quadro d'insieme; Recupero del patrimonio informativo esistente (PDZ, Sistemi Informativi) e integrazione con gli strumenti di programmazioni altri (PePS etc)

5 4. La definizione delle forme di coinvolgimento degli attori da parte dell'Ufficio di Piano Alcune piste di riflessione Dalla costruzione al rafforzamento delle reti. Dalla partecipazione allargata a una partecipazione sempre più “qualificata” (la partecipazione non è un “bene di per sé”). 5. La progettazione delle azioni da parte dei Tavoli tematici Alcune piste di riflessione Dalla progettazione “come se” le risorse fossero illimitate alla progettazione ancorata alle risorse disponibili; Definizione di strategie finalizzata a intercettare “risorse altre”.

6 Alcune raccomandazioni di sintesi Necessità di mettere a punto e di condividere una strategia per il governo della partecipazione insieme alla definizione di criteri che, salvaguardando la rappresentatività, garantiscano una “rappresentanza reale” e un a forte utilità per la redazione/gestione del Piano Nella fase di analisi del contesto e di lettura del quadro sociale di riferimento, necessità di partire dall'esistente, di rileggere in chiave critica i contenuti della predente programmazione, di integrare la programmazione sociale con i contenuti espressi nel Profilo di Salute etc.

7 Pur nella necessità di garantire l'offerta esistente di servizi, mantenere una tensione verso l'innovazione (nuovi servizi versus “nuovi” processi); Costante attenzione alla gestione dei tempi della programmazione: tempestività delle procedure interne, solerzia dal punto di vista della risposta al bisogno. Migliorare la capacità del PDZ di ampliare lo spettro delle risorse disponibili e di essere “luogo” sempre più in grado di intercettare “risorse altre”. Supporto e interconnessione con l'Ufficio di Piano Provinciale in quanto garante dei soggetti partecipanti, rappresentanze e deleghe e promotore del ruolo dei Comuni e del Terzo Settore.