LO STATO NEL SEICENTO
Nel Seicento si affermano due modelli di Stato: monarchia assoluta monarchia costituzionale
La monarchia assoluta è realizzata in Francia da Luigi XIV (il re Sole), che afferma: “Lo stato sono io”; è caratterizzata dal potere illimitato del re al re spettano tutti i poteri, cioè quello di fare le leggi (potere legislativo), amministrare lo Stato (potere esecutivo), esercitare la giustizia (potere giudiziario); l’autorità del re non è sottoposta a leggi e a controlli che valgono solo per i sudditi si dice perciò assoluta, cioè “libera dalle leggi”
La Monarchia assoluta consiste in: Accentramento del potere sul sovrano Apparato burocratico Presenza e mantenimento di un esercito Presenza di un apparato fiscale
Nello Stato assoluto Il sovrano è colui che può esercitare liberamente il proprio potere in quanto libero da controlli da parte di istanze politiche e rappresentative superiori o inferiori
Il Diritto divino Questa concezione trova sostegno nella teoria del Diritto Divino del Re L’autorità di un re deriva direttamente da Dio e il monarca è il suo rappresentante sulla Terra
La burocrazia Un forte accentramento di poteri necessita di un insieme di funzionari (burocrati): Giudici, esattori delle tasse Controllori, vigilanza,… Amministratori locali
La monarchia costituzionale Si afferma in Inghilterra con la “gloriosa rivoluzione” e la “Dichiarazione dei diritti”; è caratterizzata dal potere del re limitato dalle leggi:il re non può governare a proprio arbitrio e la Costituzione contiene i principi fondamentali che stabiliscono i diritti e i doveri di tutti, compreso il sovrano; i poteri vengono esercitati dal popolo attraverso i suoi rappresentanti.
Esercito nazionale permanente Gli eserciti Nel feudalesimo il compito era riservato alle classi superiori Con l’età moderna cambiano le armi e le tecniche e servono eserciti di professionisti L’esercito diviene elemento essenziale della forza dello Stato 2 soluzioni Esercito mercenario Esercito nazionale permanente