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Transcript della presentazione:

TRAILER http://www.youtube.com/watch?v=lO-z1hH8YaM&feature=related

Jamal è un giovane vissuto per le strade dei quartieri più poveri di Bombay. Cercherà una rivalsa sociale partecipando al famoso programma televisivo "Chi vuol esser milionario?". Una domanda e venti milioni di rupie separano Jamal Malik da Latika, amore infantile e mai dimenticato. Dopo averla incontrata, persa, ritrovata e perduta di nuovo Jamal, un diciottenne cresciuto negli slum di Mumbai, partecipa all'edizione indiana di “Chi vuol essere Milionario” per rivelarsi alla fanciulla e riscattarla (con la vincita) dalla “protezione” di un pericoloso criminale. L'acquisita popolarità mediatica, la scalata trionfale al milione e alle caste sociali infastidiscono il vanesio conduttore che cerca di boicottarne la vittoria, ingannandolo e facendolo arrestare. Sospettato di avere imbrogliato e torturato inutilmente, Jamal rivelerà al commissario di polizia soltanto la verità: conosceva le risposte perché ciascuna di quelle domande ha interrogato la sua straordinaria vita, devota a Latika e votata all'amore. TRAMA

Padroneggiando l'estetica e il “fondamentalismo” melodrammatico del cinema bollywoodiano, Boyle mette in scena un eroe virtuoso che (da tradizione) sconfigge il male e salva i deboli senza dimenticare di mostrare le fratture presenti nella società indiana, prodotte da un sistema nel quale sopravvivono forti disuguaglianze. Jamal è un ragazzo comune che decide di agire alla propria condizione di impotenza, mentre il fratello è un delinquente di buon cuore che ha scelto la strada del crimine per reagire ai soprusi della metropoli. Latika, tra loro, a unirli e a separarli, è da convenzione elemento femminile e decorativo la cui debolezza esalta la virilità maschile. Danny Boyle interpreta e utilizza con competenza la musica, un'altra componente essenziale del cinema popolare e della cultura indiana. Il regista usa le canzoni in funzione narrativa, lasciando che la musica si fonda con le immagini, sottolineando e guidando le emozioni. Autore versatile, che attraversa incolume generi ed estetiche, Danny Boyle gira un film che riposa nell'alternanza del suo fortissimo e del suo pianissimo, in quella brusca scansione tra dolly sconfinati e scontri di classe, assoli sentimentali e crudeltà brutali. Tra il volo di una stella in elicottero e il tuffo di un bambino nella latrina più sporca (e lirica) di tutta l'India. LA REGIA

TRAILER http://www.youtube.com/watch?v=4qj1pLNlrz8

I 2 SUCCESSI DI BOYLE A CONFRONTO La frase chiave di Trainspotting era «scegli la vita». In The Millionaire, invece, è «il destino è scritto». E la domanda che viene posta agli spettatori è «credi nel fato?» Dopo i tossici friends di Trainspotting e dopo le odissee solari, dopo le spiagge incontaminate e dopo le sterline piovute dal cielo, il regista scozzese entra nello studio televisivo di Mumbai per osservare la vita di Jamal Malik, fino a svelarla nelle domande, fino a comprenderla nelle risposte. Jamal è il protagonista di una favola mediatica in cui si avverano i desideri dell'uomo indiano comune (e non solo). TRAINSPOTTING 1996 THE MILLIONAIRE 2008

The Academy Awards ( Oscar ) 2009 OSCAR MIGLIOR FILM OSCAR MIGLIOR REGIA - Danny Boyle OSCAR MIGLIOR FOTOGRAFIA - Anthony Dod Mantle OSCAR MIGLIOR MONTAGGIO - Chris Dickens OSCAR MIGLIOR COLONNA SONORA - A.R. Rahman OSCAR MIGLIOR CANZONE ORIGINALE - "Jai Ho" di A.R. Rahman MIGLIOR MISSAGGIO DEL SUONO - Ian Tapp, Richard Pryke MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE - Simon Beaufoy

CRITICHE “Chi vuol essere milionario?”, domanda retorica e molto sciocca che ha dato il via al format più seguito del pianeta, anch'esso retorico e sciocco con la fatidica domanda: “ l' accendiamo? ”. E' inevitabile quindi che anche lo stesso film , ispirandosi al quiz, abbia queste caratteristiche. Pacchiano il finale con il ballo in stile Bollywood , girato nella Victoria Station , teatro della tragedia terroristica di Mumbay. Questo film commuove facilmente gli spettatori attraverso baci sospirati in continuazione e un paternalismo troppo evidente, che porta velatamente ad un razzismo nei confronti dell' India. Viene trasmessa l’idea che la vita è un quiz e che tutti possono vincere ma la realtà è un’altra

POLEMICHE Sotto accusa è la Lucky Red distribuzione; in particolare la scena “ incriminata “ è all' inizio del film, dove la madre del protagonista viene bastonata. Una voce fuori campo urla: “ Sono musulmani, scappiamo! “ , nella versione inglese, invece, che è quella originale si sente : “ They are muslims, get them!, ovvero “ Sono musulmani, prendeteli! “. Il presidente degli Intellettuali musulmani ha protestato, chiedendo alla Lucky Red un chiarimento e una lettera di scuse alla comunità islamica. Quello che preoccupa sono le conseguenze sociali di tale atteggiamento razzista e islamofobo, poiché lo straniero viene considerato “ musulmano “ e sembra una cosa normale offenderne la sensibilità. Pare che due dei bambini dal ruolo più importante, Rubina Ali e Azzharudin Ismail, siano stati pagati 500 e 1700 sterline e rischino di rimanere nelle baraccopoli di Mumbay. I genitori, infatti, hanno accusato i produttori di “ The Millionaire “ di aver sfruttato i loro figli per tutto l' anno di lavoro. Boyle ha risposto che per i giovani ha istituito un fondo per permettergli di studiare e inoltre, a fine mese , ricevono entrambi 20 sterline per cibo e libri. Secondo il popolo indiano “ The Millionaire “ riporta un' immagine che non trasmette veridicità del proprio paese, fatta di corruzione e immoralità. Per questo motivo il compositore della colonna sonora A.R. Rahman e l' attore Anil Kapoor sono stati denunciati da un gruppo di abitanti delle baraccopoli

Dalle stalle alle stelle o viceversa Azharuddin, il piccolo attore del film Slumdog Millionaire, è stato picchiato dal padre perchè non voleva essere intervistato dalla televisione al suo ritorno da Los Angeles. Il tutto, è stato ripreso dalla tv indiana Il padre dell'attore di dieci anni, gli ha dato uno schiaffo dinanzi alle telecamere, obbligandolo ad andare a parlare ai giornalisti, ai quali il piccolo attore ha detto di essere stato cattivo con il padre il quale lo ama e vuole solo il suo bene. Il padre di Rubina Ali, piccola Latika nel film , avrebbe deciso di arricchirsi vendendo la figlia di 9 anni per diversi milioni di rupie, il corrispondente di 200mila sterline (circa 220mila euro). «Devo pensare a cosa è meglio per me, per la mia famiglia e per il futuro di Rubina» avrebbe detto Rafiq Qureshi, che avrebbe tentato di vendere la figlia attraverso un accordo illegale di adozione. Rafiq Qureshi ha però smentito tutto. Ha precisato infatti che non ha offerto la figlia in adozione, ha solo chiesto un aiuto per farla crescere lontano dalla baraccopoli dove vive.

THE MILLIONAIRE : FENOMENO CULTURALE Uno Sguardo su un mondo che l’Occidente non conosceva , un mondo fatto di baraccopoli ma anche di palazzi di lusso , un mondo di alti e di bassi. Uno sguardo su una cultura nuova con le sue usanze ed i suoi consumi. In questo suo essere costantemente sospeso e fluttuante tra gli opposti, il titolo originale non è naturalmente casuale. “Slumdog”, da un lato, e “Millionaire”, dall’altro, sono il polo negativo e quello positivo di un gioco di forze, di rimandi di significati, preludio del fluire caotico delle emozioni che il film sa suscitare nello spettatore. Pretendendo di importare i propri modelli , questo film azzera la cultura  indiana, riducendo la storia millenaria e la mitologia di questo Paese ad una domanda da quiz televisivo. La stessa trama del film, il fratello buono e quello cattivo, poteva essere ambientata ovunque. Si sceglie l'India perché evoca  emozioni a buon mercato su uno esotico palpante e decadente, in stile coloniale. Danny Boyle dichiara : “spero di aver dimostrato che oggi si possono fare film ambientati in qualsiasi parte del mondo. Io ho scelto l’ India per fare un film, ma non ci sono andato come “un bianco” per raccontare una storia dal mio punto di vista, quello occidentale. I giornalisti indiani che hanno visto il film hanno recepito il messaggio e questo è molto importante. Siamo in un mondo sempre più internazionale, le frontiere scompaiono, le lingue si fondono e si espandono, il mondo si compenetra: è davvero un meltingpot culturale. Dobbiamo accettarlo, “salire a bordo” di questo concetto. E fare sempre più film che riflettano questa realtà».

Il sogno Americano diventa il sogno Indiano : Da Hollywood a Bollywood Il fascino esercitato da questa storia sugli americani è profondo. Vi hanno visto l’immagine di un’India convinta che tutto è possibile: anche il sogno di un bambino emerso da una baraccopoli fetida di Mumbai per conquistarsi una vita diversa, un miracolo degno dei film di Frank Capra all’epoca della Grande Depressione. E’ un’India lontanissima da pregiudizi e stereotipi che abbiamo nutrito a lungo su questo paese. Certo in “Slumdog Millionaire” non viene occultato il ruolo terribile del sistema delle caste, l’eredità di una cultura fortemente gerarchica, l’influenza retriva che possono avere i legami familiari, la religione, la burocrazia . Da una parte, il pubblico d’oltreoceano ha scoperto che l’American Dream è rinato in India. La speranza nel futuro, la fiducia di potersi costruire una vita migliore contando sulle proprie energie individuali (non sulle complicità di clan), questo è stato il credo dell’America nelle sue stagioni migliori. Un mito fondatore degli Stati Uniti è il self-made man venuto dal nulla che ha sfondato – nel business o nella politica – sconfiggendo tutte le avversità. Il messaggio volontaristico e positivo di “Slumdog Millionaire” è atterrato nelle sale cinematografiche americane proprio mentre Barack Obama si insediava alla Casa Bianca. In quel film molti vedono un volto dell’India che è l’America del XXI secolo, il paese dei giovani e dell’ottimismo. E scoprono in questo gigante asiatico alcune delle qualità che li hanno sedotti in Obama. Capiscono perché a resuscitare l’American Dream forse possa provarci proprio un uomo nato da padre kenyano, e vissuto da bambino in Indonesia.  

IL LIBRO Un caleidoscopico racconto in cui va delineandosi uno spaccato dell'India di oggi denso di orrori e di meraviglie. È l'India in cui le diverse religioni raramente convivono in un pacifico e fruttuoso equilibrio, un paese in cui la propria fede può fare la differenza fra la vita e la morte; in cui il profumo dell'incenso si mescola al lezzo delle fogne all'aperto e i colori dei sari contrastano col grigiore dei condomini popolari; in cui i fattorini dei pasti a domicilio, ignari dei torbidi retroscena del luccicante mondo di Bollywood, sognano di diventare grandi attori. L'India dove è ancora possibile morire di rabbia all'ombra della maestosa cupola del Taj Mahal, mentre in una villa poco distante tintinnano i calici di una festa.

Alessandro Fragiacomo Federica Ciorra Alessandro Fragiacomo Valentina Madeo