Il supporto psicologico all’ammalato di cancro

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Transcript della presentazione:

Il supporto psicologico all’ammalato di cancro

“….Vorrei aiutarlo , tirarlo su di morale, ieri gli ho chiesto come si sente ....e mi ha quasi aggredito verbalmente dicendomi ...cosa credevo? come si può sentire una persona che ha un Cancro?” “….La sera, quando in ospedale calava il silenzio, parlavamo tanto...la paura di morire, la paura di lasciare i nostri cari, a volte qualcuno piangeva….” “….dal giorno in cui ho scoperto di avere il cancro la mia vita è cambiata: ricevere quella notizia è stato come essere condannata a morte….” “…Sono stravolta, distrutta e ...non ho altre parole…. Non mi chiedo neanche più "perchè a me, a noi.." “….Vado avanti a forza di appuntamenti e esami clinici programmati, non ho più la mia vita….

Il cancro è un qualcosa capace di paralizzare, di annientare, una minaccia alla propria identità ed integrità, al proprio equilibrio emotivo; è un fenomeno in grado di scatenare una catastrofe esistenziale, di stravolgere vite umane, non solo a livello fisico ma anche psicologico, non è possibile infatti separare il corpo dalla sfera psichica.

Il senso di confusione dopo una diagnosi di cancro, è stato paragonato “ai secondi successivi ad una scossa di terremoto”.

In seguito alla diagnosi di cancro la persona è costretta a mobilitare risorse per consentire due compiti principali: 1) adattarsi alla malattia stessa, facendo fronte ai trattamenti e ai problemi ad essa connessi (dolori, astenia). 2) adattarsi alle modificazioni, fisiche, psichiche, familiari e sociali che la malattia comporta .

Danno biologico: lesione della salute Danno esistenziale: non poter più fare quello che si faceva prima Danno morale: sofferenza per la lesione psichica

dalle caratteristiche di personalità del paziente Assolvere a questi compiti e quindi adattarsi alla propria condizione di malato, dipende: dalle caratteristiche di personalità del paziente Essendo la malattia un processo che richiede alla persona di adattarsi a cambiamenti fisici, relazionali ed esistenziali. individui con modalità flessibile di adattamento affrontano meglio la malattia a differenza dei pazienti con modalità comportamentali rigide di relazionarsi con la realtà che possono portare complicanze psicologiche. dalla natura, dal decorso e dalla prognosi della malattia È evidente che il grado di aggressività del processo neoplastico, l’ampiezza e la localizzazione delle eventuali mutilazioni chirurgiche, la presenza e l’entità del dolore, rivestono un’importanza nell’ impatto psicologico della malattia

dalle condizioni psicosociali in cui la persona è inserita. Un clima familiare accogliente e capace di contenimento, la fede in una religione, una situazione affettiva gratificante, il livello culturale, il periodo del ciclo vitale in cui si trova il paziente,sono tutti fattori che influenzano lo stato emotivo e la reazione all’ evento canceroso.

La popolazione oncologica è costretta ad affrontare situazioni a dir poco stressanti come: la diagnosi il passaggio “dall’ essere sani all’ essere malati”. la debilitazione, la mutilazione le terapie aggressive lo stato di dipendenza che si può generare l’allontanamento forzato dal proprio ambiente di vita e di lavoro il rischio di morte.

Questa situazione di elevato stress può provocare una alterazione psicopatologica tipica, una vera e propria sindrome definita “Sindrome psiconeoplastica”.

Sindrome psiconeoplastica Precipitoso senso di immanenza della morte Caduta della propria immagine Spiacevole alterazione del vissuto corporeo Angoscia di disgregazione Modificazioni imposte dello stile di vita Perdita del ruolo familiare Riduzione delle capacità lavorative Dubbi sulla capacità di mantenere un ruolo attivo nei legami affettivi e sessuali Senso di perdita del gruppo di appartenenza sociale Senso di frustrazione e depressione più o meno profonda per il senso di perdita Ostilità e aggressività verso l’ ambiente circostante Senso di colpa, di invidia, di ingiustizia Senso di ineluttabilità della malattia, senso di impotenza Uso massiccio dei meccanismi di difesa quali negazione e rimozione

La letteratura evidenzia che il 15%-40% dei pazienti soffre di disturbi psicologici legati all’ansia e alla depressione nel corso delle terapie oncologiche.

Le più frequenti espressioni dirette della crisi del malato oncologico sembrano essere: il rifiuto, come negazione della propria malattia ed ostacolo ai trattamenti terapeutici l’ansia, come paura della solitudine, della morte, della perdita di capacità fisiche e possibilità affettive la depressione come rassegnazione, perdita di motivazione, emozioni tali da portare ad un declino psicofisico devastante.

I BISOGNI DEL PAZIENTE ONCOLOGICO

L’autostima e il controllo All’ insorgere della malattia l’ autostima come altre caratteristiche personali del paziente subisce una forte pressione. È quindi importante il livello di autostima posseduto dal paziente perché possa ricostruire una propria identità personale che integri il danno derivato dalla malattia in una nuova immagine di Sé. Da un punto di vista psicologico allora diventa fondamentale anche avere la percezione di mantenere un certo controllo su se stessi e sul proprio ambiente . È evidente come una persona malata sia in una condizione in cui la propria percezione di controllo di sé e del mondo è principalmente negativa; essa si trova in balìa di una malattia che ruba la vita, la forza, ed appare inarrestabile.

Il corpo Le problematiche legate al corpo inteso nella sua accezione più ampia sono molto rilevanti per i pazienti neoplastici L’Io è prima di tutto e soprattutto un Io corporeo. Il paziente che subisce delle manipolazioni (come ad esempio un intervento chirurgico) del suo corpo deve essere aiutato ad elaborarne le modificazioni e i relativi fenomeni di «lutto». Quando una parte di noi muore si determinano modificazioni nelle relazioni, nei rapporti e nei campi emozionali.

Fantasia Il cancro è un avvenimento che viene vissuto anche nel mondo interno del paziente. Non è raro allora che i sogni dei pazienti neoplastici rappresentino tutte le angosce e le difese che queste fantasie esprimono. A prescindere dalla stessa possibilità di guarigione in ogni caso il malato di cancro deve elaborare la fantasia di morte che lo ha coinvolto. É questa fantasia che se vogliamo rende «terminale» un malato di cancro fin dall’ inizio della diagnosi.

Funzione sociale La diagnosi di cancro influenza anche la funzione sociale del paziente, problemi funzionali dovuti al dolore e alla stanchezza, così come le domande relative ai regimi di tratta mento, possono limitare la capacità di conservare contatti sociali; la paura di essere un peso per gli altri, i sentimenti di imbarazzo circa i sintomi o la paura di essere rifiutati possono condurre ad evitare relazioni sociali e ad esitare di chiedere un supporto .

Il sostegno Psicologico Un aiuto psicologico diviene così importante per: gestire gli eventi stressanti scaturiti dalla malattia per contenere i fattori emozionali e le reazioni psicologiche del paziente che potrebbero influenzare negativamente il decorso della malattia fisica stessa. creare le migliori condizioni possibili per garantire l’adesione del paziente ai trattamenti e la corretta applicazione di questi da parte dell’equipe medica in un clima di fiducia e collaborazione reciproca.

si aiutano le persone a sentirsi meno inette e sfiduciate, incoraggiandole ad acquisire maggiore responsabilità e rispondenza ai trattamenti medici.   aiutare il paziente e i suoi familiari a sviluppare un’attitudine mentale più positiva nei confronti della malattia e del suo trattamento.

Approcci terapeutici Sono quattro le principali tipologie di interventi Terapia cognitivo-comportamentale (includendo rilassamento, biofeedback e ipnosi); Terapia educazionale (fornisce informazioni così da aumentare il senso di controllo del paziente) Psicoterapia Gruppi di supporto (aiutano le persone ad esprimere le loro emozioni)

STILI DI REAZIONE ALLA MALATTIA

Spirito combattivo Caratterizzato da atteggiamenti fiduciosi, accettazione della malattia come evento di vita drammatico ma affrontabile, ricerca attiva di informazioni, desiderio di combattere e sconfiggere la malattia.

Negazione-Evitamento In cui è presente un’ indifferenza verso la malattia accompagnata da una tendenza a minimizzarla, con un desiderio di continuare a vivere come se nulla fosse accaduto.

Fatalismo Distinguibile per l’accettazione rassegnata e passiva della malattia, atteggiamento fatalistico ed indifferenza stoica. Nessun desiderio di combattere la malattia.

Preoccupazione ansiosa Caratterizzata da forte ansia, non accettazione della malattia, ed intenso e costante timore rispetto l’evoluzione della stessa.

Disperazione Discriminabile per la comparsa di un atteggiamento inutilità, una accettazione della malattia con sensazioni di inermità e sconfitta irrimediabile, depressione con idee profonde di morte accompagnata da sentimenti di sopraffazione.

L’ adozione da parte dei pazienti di meccanismi di tipo Negazione- evitamento oppure di tipo Spirito combattivo determina una migliore prognosi e dunque a una maggiore sopravvivenza rispetto ai restanti modelli di reazione emozionale individuati.

Ogni programma terapeutico in oncologia che voglia essere definito efficace ed umano deve essere affiancato dal trattamento psicoterapeutico del malato neoplastico.

“….Gli esseri umani sono dei gran lottatori, lottatori fin dalla nascita: scavano,scivolano, si fanno largo nel ventre della mamma per catapultarsi in una vita che sara' si piena di dolcezze inaspettate ma anche di grandi dolori….” Un malato di cancro

Grazie per l’attenzione