Riproduzione asessuata: La clonazione umana

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CLONAZIONE Clonaggio molecolare Clonazione umana.
Transcript della presentazione:

Riproduzione asessuata: La clonazione umana Dr. I. Cerino •Laboratotio Analisi P.O. Umberto I •Centro di Cultura Bioetica Nocera Inf. – Pagani (Sa)

Cos'é la clonazione ? La parola "clone" deriva dal greco , che significa germoglio o ramoscello In biologia indica la possibilità di duplicare il patrimonio biologico (genetico) di qualsiasi essere vitale con produzione di individui biologicamente uguali si tratta di una forma di riproduzione a-sessuata e a-gamica Così, ad es. si possono duplicare, virus, batteri, molecole, organismi e anche intere piante o interi animali. Buona parte della verdura che consumiamo nelle nostre mense è clonata, nel senso che i coltivatori comprano delle piantine che sono state prodotte per clonazione; ottenuta una piantina la cui forma, colore e gusto è soddisfacente si duplica tante volte quanto si vuole, mettendo in commercio i prodotti richiesti. Allo stesso e sempre per scopi alimentari possono essere clonati gli animali. Nella clonazione non si richiede alcun procedimento sessuale, poichè i cromosomi dell'ovulo sono stati enucleati, cosicché non c'è stata alcuna madre; né c'è stato alcun padre, dal momento che non si richiedeva alcuno sperma per la genesi dell'embrione clonato.

Le tappe della clonazione 1951: prima clonazione di animali (rane) ottenuta con successo 1972: clonazione di un frammento di DNA (molto importante per il proseguimento della ricerca) 1979: clonazione di mammiferi: si è trattato della formazione multipla di embrioni da uno solo (separazione dei blastomeri di un embrione). 1993: duplicazione di embrioni umani. Il 13 ottobre 1993, Jerry Hall e Robert Stillman, due ricercatori del dipartimento di ostetricia e ginecologia della George Washington University (Washington C, USA), annunciano di aver clonato 17 embrioni umani, ottenuti con la fecondazione in vitro, producendo 48 embrioni geneticamente identici. 1997: prima clonazione di mammifero. Nasce la pecora Dolly dopo 297 tentativi falliti (ad opera di Wilmut e Campbell, Glasgow – Scozia, Nature 27/2/1997). Dolly morirà nel 2003. 2000: Corea: viene interrotto lo sviluppo di cloni umani ai primi stadi di crescita 2003: Corea: viene iniziato lo sviluppo di cloni a fini terapeutici La prima clonazione di animali ottenuta con successo è stata quella delle rane (1951), per la relativa facilità di monitoraggio di tutto il processo riproduttivo. Infatti, la rana in una singola ovulazione produce una abbondante quantità di ovuli (2000 rispetto ai 20 del topo), che fecondati daranno origine a embrioni che potranno essere facilmente coltivati in vitro, visto che le rane sviluppano i loro embrioni fuori dal loro corpo, più precisamente in stagni e pozzanghere. Ciò ha permesso allo sperimentatore di osservare con più facilità le tappe evolutive dell'embrione della rana, che oltretutto matura in forme non troppo dissimili da quelle umane, e cioè con cervello, occhi, fegato ed altri organi. Un brivido, non solo metaforico, ha percorso la schiena di milioni di persone in quanto, dall'articolo apparso su Nature, non si evidenziavano limiti tecnici insormontabili per l’utilizzo del procedimento della clonazione anche sull'uomo. Dolliy morirà nel 2003. Tali brividi si sono concretizzati nella risoluzione del Presidente americano Clinton di bloccare immediatamente i finanziamenti pubblici e di richiedere una autolimitazione in quelli privati per gli esperimenti di clonazione umana. Il Presidente americano, inoltre, ha dato ordine alla National Bioethics Advisory Commission di presentare, nel giro di 90 giorni, raccomandazioni sul da farsi. Successivamente presenteremo il rapporto della Commissione "cloning human beings". In Europa: Germania, Gran Bretagna ed Olanda hanno bandito la clonazione umana. L’11 marzo il Parlamento Europeo si pronuncia all'unanimità per la messa al bando su scala mondiale della clonazione umana.

Le tappe della clonazione (2) 21/01/2004: La Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologica (ESHRE) condanna con forza l’esperimento di clonazione umana annunciato il 17/01/04 dall’andrologo Zavos dell’Università del Kentucky. Il presidente Arne Sunde ha dichiarato: E’ completamente irresponsabile e non etico ogni tentativo di clonazione umana riproduttiva…ci sono anche seri problemi di carattere pratico, non ultimo l’alto rischio delle nascita di bambini con anomalie anche non apparenti” 12/02/2004: Scienziati americani e sud-coreani hanno annunciato negli Usa di aver clonato per la prima volta un embrione umano ed essere riusciti a selezionare le cosiddette cellule staminali embrionali per una clonazione terapeutica Clonazione terapeutica: finalizzata solo alla produzione di cellule staminali.

Le tecniche utilizzate Due sono le tecniche utilizzate per la clonazione: embryo-splitting (scissione gemellare) nuclear transfer (trasferimento di nucleo)

E’ il tipico processo di formazione dei gemelli monozigoti ! ‘Embryo - splitting’ E’ il tipico processo di formazione dei gemelli monozigoti ! Splitting: Si è trattato della formazione multipla di embrioni da uno solo, e ciò è stato possibile attraverso la separazione dei blastomeri di un embrione. Cioè, quando ovulo e spermatozoo si incontrano, si forma l'embrione. Tale embrione all'inizio è monocellulare, cioè presenta una sola cellula, ma che subito si moltiplica in due cellule, poi quattro, otto, sedici, trentadue, ecc. Queste cellule, che sono chiamate blastomeri, sono tutte geneticamente identiche, e quindi hanno le medesime caratteristiche (sono cloni). Se uno di questi blastomeri per qualche ragione si stacca dagli altri, essendo dotato di "totipotenzialità" (ossia avendo in sé tutte le potenzialità per proseguire da solo) darà origine a un embrione che sarà identico a quello da cui si è staccato. Questo è ciò che avviene in natura con i gemelli identici (omozigoti).

‘Nuclear transfer’ E’ la tecnica utilizzata per Dolly ! Trasferimento nucleare: 1. Stimolazione con GnRH della ovulazione e prelievo di ovocita 2. Si toglie il nucleo dall'ovocita e lo si sostituisce tramite fusione (trasferimento) con il nucleo di una cellula somatica dell'individuo che si vuole clonare 3. Si fa penetrare il nucleo della cellula somatica con una scarica elettrica 4. L'embrione così formato a livello di morula o di blastocisti deve essere trasferito in utero 5. Si controlla la gestazione per via ecografica Il Dott. Wilmut ha dichiarato che la fusione riuscita è avvenuta dopo una serie di 269 tentativi falliti. Infatti, si deve considerare che gli ovuli nei quali è stato inserito un nucleo di cellula adulta sono stati 277. Ma la questione fondamentale è la seguente: fino alla nascita di Dolly si pensava che una cellula somatica già differenziata di un mammifero non fosse in grado di ritornare totipotente, cioè di essere in grado di sviluppare il proprio DNA come una cellula embrione. L'eccezionalità di questo esperimento sta tutta qui: esso avrebbe dimostrato che una cellula adulta può conservare tutte le informazioni di base necessarie per fare un organismo, cosa che non si pensava possibile per i mammiferi. Presumibilmente, tale possibilità è dovuta al fatto che le cellule sono state coltivate in vitro e private della loro fittissima rete di informazioni: in assenza delle proteine che ne eseguono il programma, i geni si inattivano riportando il nucleo allo stato di non differenziazione, caratteristico della fase iniziale dello sviluppo embrionario. Appare anche molto semplice la tecnica necessaria per despecializzare le cellule somatiche: è stato sufficiente "affamarle", privare cioè di qualunque sostanza nutriente il materiale cellulare per riuscire a sdifferenziarlo. E’ la tecnica utilizzata per Dolly !

Procedura tecnica della clonazione

Questioni aperte Di ordine tecnico: La bassa efficienza (vedi Dolly: 1 nascita su 29 embrioni trasferiti in utero su 277 fusioni) Il ruolo del DNA mitocondriale La possibile presenza di cellule staminali (cioè dal genoma non totalmente differenziato) nel “pool” di cellule donatrici Di ordine etico: in riferimento all’uomo e ad altre specie viventi Permangono molti dubbi e perplessità su tanti aspetti della sperimentazione: ad esempio, la possibilità che tra le 277 cellule donatrici usate ce ne fossero alcune « staminali », dotate cioè di un genoma non totalmente differenziato; il ruolo che può aver avuto il DNA mitocondriale eventualmente residuo nell'ovulo materno; e tanti altri ancora

Finalità della clonazione Terapeutica: volta a duplicare un organismo dal quale ricavare cellule, tessuti ed organi per scopi clinici Riproduttiva: cioè volta a duplicare su richiesta o necessità un individuo

La clonazione umana potrebbe servire a: 1. Replicare individui geniali o di gran bellezza 2. Produzione solo di individui sani 3. Determinazione del sesso e di altri caratteri desiderati 4. Figlio per coppia sterile, vedovanza, ecc 5. Avere soggetti geneticamente identici a fine di studio comparativo 6. Riserve per trapianti (H. Jonas, Tecnica, medicina ed etica, 1971)

Problemi etici della clonazione (1): offesa della dignità della persona clonata La programmazione dell’identità biologica può avallare l’idea di un dominio sull’uomo e il convincimento che il valore dell’essere umano risieda nelle sue qualità biologiche (selezionabili) La persona clonata è generata per essere ‘copia’ o fonte di organi per un “terzo”: è voluta non per sé stessa, ma come mezzo per il raggiungimento di un altro fine L’identità psichica rischia di essere compromessa dalla presenza reale o anche solo virtuale del suo « altro » (unicità – aspettative – ansie) Dalla replicazione della struttura corporea non ne deriverebbe necessariamente una perfetta identità della persona, intesa nella sua realtà sia ontologica che psicologica L'anima spirituale, costitutivo essenziale di ogni soggetto appartenente alla specie umana, che è creata direttamente da Dio, non può né essere generata dai genitori, né essere prodotta dalla fecondazione artificiale né clonata. Inoltre, lo sviluppo psicologico, la cultura e l'ambiente portano sempre a personalità diverse; fatto ben noto anche tra i gemelli omozigoti la cui rassomiglianza non significa identità. L'immaginario popolare o l'alone di onnipotenza che accompagna la clonazione sono almeno da ridimensionare. In questo modo si attuano tutte le tecniche che si sono sperimentate in zootecnia, riducendo il significato specifico della riproduzione umana. In questa prospettiva si inserisce la logica della produzione industriale: si dovrà esplorare e favorire la ricerca di mercato, affinare la sperimentazione, produrre sempre modelli nuovi. poiché il « clonato » è stato generato in quanto assomiglia a qualcuno che « valeva la pena » di clonare, su di lui si appunteranno non meno nefaste aspettative e attenzioni, che costituiranno un vero e proprio attentato alla sua soggettività personale. Fermare il progetto della clonazione umana è un impegno morale che deve anche essere tradotto in termini culturali, sociali, legislativi. Il progresso della ricerca scientifica è infatti altra cosa dall'emergere del dispotismo scientistico, che oggi sembra prendere il posto delle antiche ideologie. In un regime democratico e pluralistico, la prima garanzia nei confronti della libertà di ognuno si attua nel rispetto incondizionato della dignità dell'uomo, in tutte le fasi della sua vita e al di là delle doti intellettuali o fisiche di cui gode o di cui è privato. Nella clonazione umana viene a cadere la condizione necessaria per qualsiasi convivenza: quella di trattare l'uomo sempre e comunque come fine, come valore e mai soltanto come un puro mezzo o semplice oggetto. L'individualità biologica non è l'individualità personale, perché la persona è più della sua realtà biologica. L'uomo è il suo corpo biologico, ma non è solo il suo corpo. Per quanto una persona venga prodotta con la duplicazione embrionale, se mancherà della sua unicità genetica non mancherà però della sua unicità individuale, proprio come nel caso dei gemelli identici. In questo senso, non è il fatto della duplicazione biologica (gemelli identici) che fa problema, ma eventuali interferenze sulla personalità di coscienza di un essere umano, vale a dire sulla autocoscienza della propria dignità e sulla coscienza sociale attribuita dagli altri. Inoltre, è sempre possibile che gemelli clonati nascano in tempi diversi, perché vengono trasferiti nell'utero della madre anche a distanza di anni. Ciò pone un problema molto serio circa l'dentità della persona: quello di chi, sapendo la storia biologica del proprio fratello identico, ma più grande ad es. di 5 0 10 anni, perché impiantato prima, non gradisca sapere come sarà fra 5 o 10 anni. Non è piacevole pensare che un fratello più grande è morto di una malattia genetica, o di altra malattia, che quindi potrà colpire con molta probabilità anche me. Ciò crea tutta una serie di ansie e apprensioni sufficientemente giustificate che compromettono la qualità della vita del gemello più giovane. Diverso è il caso dei gemelli identici naturali, cioè senza deliberata programmazione: in questo caso è avvenuto naturalmente e in una misura estremamente limitata.

Problemi etici della clonazione (2): perversione della sfera sessuale e relazionale Tende a rendere la bisessualità un puro residuo con disumanizzazione estrema della procreazione umana. L’ utero artificiale potrebbe essere l’ultimo passo per la costruzione « in laboratorio » dell'essere umano Avviene una strumentalizzazione radicale della donna (prestatrice di ovuli e di utero) Perversione delle relazioni fondamentali della persona umana (filiazione, consanguineità, parentela, genitorialità) Perversione delle relaz. Fondamentali della persona: Ad es. una donna potrebbe essere contemporaneamente gemella di sua madre, non avere il padre biologico ed essere figlia di suo nonno !

Problemi etici della clonazione (3): logica della “produzione” ed eugenetica Mentalità selettiva e discriminatoria: inevitabile arbitrarietà dei criteri di selezione Causa un’arbitraria fissazione dell’ereditarietà in contrasto con la strategia dominante nella natura Possibile aumento di malformazioni. Possibili errori da laboratorio con danni irreversibili alla natura umana La clonazione limitata all'embrione-feto, implicherebbe la sperimentazione su embrioni e feti, ridotti a “cose” (logica della produzione) ed esigerebbe la loro soppressione prima della nascita La clonazione apre la strada alla selezione eugenetica e razzista, con grave violazione dei diritti umani Poiché non c’è nascita naturale, ci saranno inevitabilmente dei criteri di selezione: ogni criterio di selezione applicato all’uomo significa strumentalizzazione dell’uomo. L’accoppiamento è causa di “rimaneggiamento” del materiale genetico. I figli non sono mai identici ai genitori (crossing over). Esempio degli OGM.

Pronunciamenti del Magistero CDF 1987 - Donum Vitae n. 6 “anche i tentativi o le ipotesi volte ad ottenere un essere umano senza alcuna connessione con la sessualità mediante “fissione gemellare”, clonazione, partenogenesi, sono da considerarsi contrarie alla morale…” PAV 1997 - Riflessioni sulla clonazione GP II 2000 - Discorso al Congresso Internazionale sui trapianti: “Occorrerà comunque evitare sempre quei sentieri che non rispettano la dignità ed il valore della persona; penso in particolare ad eventuali progetti o tentativi di clonazione umana, allo scopo di ottenere organi da trapiantare: tali procedure, in quanto implicano la manipolazione e la distruzione di embrioni umani, non sono moralmente accettabili, neanche se finalizzate ad uno scopo in sé buono”

Altri Organismi Parlamento europeo: Risoluzione del 12/3/1997 violazione dei principi di parità e di non discriminazione Risoluzione del 7/9/2000 no alla “clonazione terapeutica” no ad ogni forma di clonazione umana impulso alla ricerca sulle cell. staminali adulte no alla produzione di embrioni sovrannumerari nella FIVET Legge 40 del 19/02/2004: Sono vietati interventi di clonazione mediante trasferimento di nucleo o di scissione precoce dell'embrione o di ectogenesi sia a fini procreativi sia di ricerca

Quindi, sotto il profilo etico… La clonazione riproduttiva è considerata generalmente inaccettabile La cl. terapeutica: dibattito fra chi dissente e chi la considera accettabile sub condicione

Finalità della clonazione Riproduttiva: cioè volta a duplicare su richiesta o necessità un individuo Terapeutica: volta a duplicare un organismo dal quale ricavare cellule, tessuti ed organi per scopi clinici Anche nella clonazione terapeutica c’è clonazione dell’embrione, quindi di un essere umano, anche se non fatto sviluppare fino all’età adulta, quindi siamo sempre nel tema della clonazione “umana”.

Cellula staminale: definizione Cellula staminale: Cellula non specializzata capace di dividersi indefinitamente; a ogni suddivisione produce due cellule figlie, delle quali una è staminale e l'altra è capostipite di una popolazione di cellule che, a loro volta, danno luogo a cellule mature e differenziate, ovvero a tessuti distinti Le cellule staminali assicurano la formazione e il rinnovamento dei tessuti, ovvero la sostituzione delle cellule che hanno terminato il proprio ciclo vitale e di quelle lesionate. Si definiscono totipotenti le cellule staminali che possono dar luogo a tutti i tessuti, multi (o pluri) potenti quelle che possono dar luogo ad alcuni tipi cellulari o tessuti ed unipotenti, quelle che possono dar luogo soltanto ad un tipo cellulare. Nell'adulto, la quantità e la capacità proliferativa delle cellule indifferenziate è diversa nei tessuti che, per tale motivo, presentano differente capacità di rinnovamento e, nell'istologia classica, vengono distinti in labili, stabili e perenni. In realtà, molte proprietà delle cellule staminali e i meccanismi che ne guidano il differenziamento sono ancora allo studio; numerose ricerche, a partire dagli anni Novanta, hanno rivelato caratteristiche prima inaspettate, come la capacità di alcune cellule staminali adulte di trasformarsi in cellule di tessuti diversi da quello cui appartengono (transdifferenziamento); inoltre, cellule di tipo staminale sono state trovate anche in tessuti tradizionalmente considerati incapaci di rinnovarsi (perenni), come il nervoso e il pancreatico.

Tipi di cellule staminali Embrionali eterologhe Fetali Da cordone ombelicale Adulte Embrionali autologhe

Dalla blastocisti (Massa Cell. Interna) Le cellule staminali embrionali eterologhe (ES) derivano dalla regione interna dell'embrione (embrioblasto o inner cell mass della blastocisti) prima del suo impianto nella parete dell'utero Dotate di elevata capacità proliferativa, sono in grado di dare origine a tutti i tipi cellulari presenti nell’organismo e per questo potenzialmente utili per la terapia delle patologie umane Possono essere isolate da blastocisti e cresciute in vitro con particolari e costose metodiche che ne mantengono inalterate le proprietà di plasticità e totipotenza per periodi di alcuni anni Ciò consente, a partire da poche decine di cellule, di ottenerne centinaia di milioni con le stesse caratteristiche e potenzialità iniziali. Va sottolineato che le colture di cellule ES umane finora prodotte sono state ottenute a partire da cellule isolate mediante immunomicrochirurgia dalla massa cellulare interna della blastocisti umana (rappresentante lo stadio dell’embrione umano corrispondente a circa il 5° giorno di sviluppo): tale tecnica di prelievo ha finora comportato la distruzione della blastocisti. Le cellule ES, nel loro stato indifferenziato, se iniettate per sé o come contaminante di cellule preventivamente sottoposte a procedure di differenziamento, possono dare origine a teratocarcinomi in vivo. Problemi di rigetto.

Dai tessuti fetali (vari stadi di sviluppo) Le cellule staminali fetali sono derivate da aborti. Si tratta pertanto di materiale cadaverico ed il suo utilizzo equivale all’utilizzo di organi da cadaveri. Possiedono caratteristiche intermedie tra quelle embrionali e quelle adulte. Sono generalmente pluripotenti e deputate all’accrescimento peri-natale dei tessuti. I pochi studi finora disponibili non permettono di trarre conclusioni definitive sulle loro capacità di crescita, differenziamento ed integrazione funzionale nei vari tessuti. Problemi di rigetto

Dal cordone ombelicale Fino ad oggi le cellule staminali ombelicali sono state considerate capaci di dare origine soltanto a cellule del sangue. Questo ne fa un importante elemento di trattamento di patologie ematologiche nel contesto del trapianto allogenico La loro potenziale capacità di dare origine ad altri tessuti è fino ad oggi, in gran parte, inesplorata possibilità di creare una banca di cellule autologhe per ogni neonato all’atto della nascita con loro utilizzo, anche dopo decenni, per curare patologie insorte nella vita adulta

Dal soggetto adulto (diversi distretti tissutali) midollo osseo, tessuti epiteliali, cervello (SNC), fegato, pancreas. Le cellule staminali adulte Provvedono al mantenimento dei tessuti in condizioni fisiologiche ed alla loro riparazione in seguito a un danno Questa capacità riparativa non è illimitata a giudicare dalle patologie che compromettono la funzione degli organi, nonostante il tentativo di rigenerazione Fino a pochi anni fa considerate tessuto-specifiche, in studi recenti hanno mostrato un’inattesa plasticità (transdifferenziamento) Attualmente e’ estremamente difficile espanderle “in vitro” e ciò, in concomitanza con possibili fenomeni di senescenza di queste cellule, potrebbe rappresentare un limite al loro utilizzo

Cellule staminali embrionali autologhe Mediante la tecnica di Trasferimento Nucleare (TNSA) le cellule ES sono isolate da cellule dell’embrioblasto derivato dal trasferimento del nucleo di una cellula somatica adulta del paziente in una cellula uovo enucleata Questo procedimento, denominato clonazione terapeutica, avrebbe l’enorme vantaggio di stabilire cellule ES immunologicamente compatibili per autotrapianto Nel caso di malattie genetiche, queste cellule potrebbero essere geneticamente ‘curate’ in vitro prima del trapianto.

Clonazione terapeutica

Clonazione terapeutica: opinioni divergenti Un oocita ricostituito con il nucleo di una cellula somatica adulta non è uno zigote, in quanto non deriva dall’unione di due gameti Non dà spontaneamente luogo allo sviluppo embrionale, poiché ciò può avvenire solo grazie a stimolazioni artificiali che lo forzano a svilupparsi in blastocisti Solo poche tra queste blastocisti hanno l’effettiva capacità di formare un embrione L’oocita ricostituito può, invece, essere indotto a proliferare ed incanalarsi verso la formazione delle sfere embrioidi la cui differenziazione può essere indirizzata verso specifici stipiti cellulari. Il processo è simile alla proliferazione “in vitro” di cellule quiescenti stimolate con ‘fattori di crescita’. (es. produzione di ‘cute artificiale’, tecnica preziosa nella terapia dei grandi ustionati) E’ perciò prevedibile ed auspicabile l’impiego di estratti citoplasmatici di altre specie animali, o citoplasti prodotti artificialmente, Il DNA delle cellule somatiche contiene già il patrimonio genetico di 2 progenitori Senza stimolo elettrico non c’è integrazione del nucleo somatico con l’oocita L’inclusione di un nucleo cellulare comporta comunque la formazione di un embrione a tutti gli effetti Non è un problema di quante blastocisti si formino, ma di principio E’ negata la differenza tra sfere embrioidi ed embrione

Risoluzione maggioritaria della Commissione Dulbecco Diciotto membri della Commissione hanno fissato l’attenzione sul fatto che anche in Italia esiste un elevato numero di embrioni soprannumerari La scelta di destinare una parte di questi embrioni a ricerche dalle quali possono derivare notevoli benefici per l'umanità non comporta una concezione strumentale dell’embrione, né costituisce un atto di mancanza di rispetto nei confronti della vita umana A fronte dell'inevitabile destino riservato a una parte degli embrioni crioconservati e non più impiantabili, la Commissione ritiene che la bilancia penda a favore della destinazione di tali embrioni agli scopi di una ricerca suscettibile di salvare la vita di milioni di esseri umani Sul piano dei principi, tale soluzione trova sostegno nel principio di beneficialità. In forza di ciò, tale soluzione dà corpo alla nostra responsabilità verso le prossime generazioni, alle quali indubbiamente ridonderanno i benefici degli sforzi che oggi facciamo nella lotta contro le malattie e la sofferenza.

Risoluzione minoritaria della Commissione (Card Risoluzione minoritaria della Commissione (Card. Ersilio Tonini, Adriano Bompiani, Bruno Dallapiccola, Domenico Di Virgilio, Enrico Garaci, Luigi Lorenzetti, Girolamo Sirchia) L'embrione è un essere umano con potenzialità di sviluppo (e non un essere umano potenziale) l'embrione, come ogni essere umano, ha diritto alla vita L'embrione va rispettato come persona Le argomentazioni che proibiscono moralmente di creare embrioni per la sperimentazione, valgono anche per la proibizione dell'utilizzo di quelli già esistenti. Nell'un caso come nell'altro, infatti, compare il mancato riconoscimento dell'embrione come soggetto umano e, quindi, la sua possibile strumentalizzazione, almeno nella prima fase della sua esistenza. La Legge 40 ha accolto questa tesi.

Terapia attuale con cellule staminali Trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche dopo chemioterapia e radioterapia (neoplasie ematologiche, tumori solidi, malattie autoimmuni severe) Trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche dopo chemioterapia e radioterapia Sangue da cordone ombelicale prelevato alla nascita utilizzato quale sorgente allogenica di cellule staminali ematopoietiche Trapianto di cellule staminali cutanee (trapianto di epidermide) Carcinoma mammario, neuroblastoma. LES, sclerosi multipla, artrite reumatoide, vasculiti sistemiche. Numerose osservazioni cliniche e sperimentali hanno consentito di attribuire il potenziale curativo del trapianto di cellule staminali allogeniche proprio all’azione antitumorale del sistema immune del donatore trapiantato nel paziente. Le cellule da cordone ombelicale offrono alcuni vantaggi teorici rispetto alle cellule da sangue midollare e periferico di adulto, in ragione della loro immaturità immunologica e dell’elevato potenziale di ripopolamento midollare e immunologico. Principale limitazione è la quantità limitata di cellule staminali presenti in un’unità di cordone, che condiziona l’estensione ad una popolazione adulta di alto peso corporeo. Il trapianto allogenico di cellule da cordone ombelicale ha conosciuto notevole espansione nel corso degli ultimi anni, raggiungendo una quota complessiva di circa 2.000 trapianti nel mondo. Le indicazioni cliniche sono sovrapponibili a quelle previste per il trapianto di cellule staminali da altre sorgenti. Cellule staminali di epitelio autologo possono essere coltivate ed espanse “in vitro” ed utilizzate per coprire permanentemente lesioni estese della cute e della mucosa. Sebbene tale approccio venga oggi applicato a lesioni da bruciatura, da fistole diabetiche, o da epidermolisi bollosa, l’utilizzo di questa tecnica è prevedibile in altri tipi di patologie cutanee quali terapia genica nelle neoplasie ed infezioni cutanee.

Prospettive future: terapia cellulare Ricostruzione del midollo spinale danneggiato da traumi fisici Malattie degenerative del sistema nervoso (Alzheimer, morbo di Parkinson, malattia di Huntington, sclerosi laterale amiotrofica, malattie ecotossicologiche, post-traumatiche, da abuso farmacologico, da danno ischemico, ecc.) Malattie muscolo-scheletriche (displasia ossea, malattie progressive delle giunzioni ossee, osteogenesis imperfecta, miopatie primitive) Malattie infiammatorie di natura sistemica (sindrome di Sjögren), attraverso la sostituzione delle cellule delle ghiandole salivari atrofiche dei malati; Malattie degenerative della retina, della cornea e dell’apparato uditivo, i cui tessuti sono stati danneggiati per cause genetiche o traumatiche Ricostituzione del tessuto cardiaco dopo un infarto acuto del miocardio e riparazione dei vasi sanguigni da processi patologici progressivi come l’arteriosclerosi e l’ipertensione Malattie metaboliche tipo lisosomiali, causate dal blocco di specifici sistemi catabolici e dal conseguente accumulo nei lisosomi delle sostanze non degradate.

Prospettive future: terapia genica Le cellule staminali sono in grado di accettare e tollerare, molto meglio di cellule mature, geni introdotti dall’esterno con tecniche d'ingegneria genetica, mirate a correggere l’effetto patologico di geni difettosi o mutati Un singolo trasferimento di gene in una cellula staminale renderebbe infatti disponibili cellule del sangue, della pelle, del fegato, e perfino del cervello “corrette”

E la clonazione animale e vegetale? La ricerca, anche in tema di clonazione, trova uno spazio accessibile nel regno vegetale ed animale laddove rappresentasse una necessità o seria utilità per l'uomo o per gli altri esseri viventi, fatto salvo l'obbligo di rispettare la biodiversità specifica. Senza voler approfondire il tema che merita una trattazione a parte, un convegno dedicato (cfr. OGM). Ne facciamo citazione solo per un discorso di completezza sulla clonazione. fatte salve le regole di tutela dell'animale stesso

Criteri di eticità della clonazione animale Finalizzazione al benessere dell’uomo e dell’ambiente No a sofferenze ingiustificate e non proporzionate al bene da realizzare Valutazione delle procedure da parte di Comitati di etica ad hoc Evitare squilibri nell’ecosistema