Insufficienza cardiaca Stato fisiopatologico in cui il cuore non riesce a pompare sangue in quantità adeguata alle richieste metaboliche dell’organismo,

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Transcript della presentazione:

Insufficienza cardiaca Stato fisiopatologico in cui il cuore non riesce a pompare sangue in quantità adeguata alle richieste metaboliche dell’organismo, oppure può farlo solo con un aumento della pressione di riempimento. Ciò si può verificare: Per una riduzione della contrattilità insufficienza miocardica Per un aumento improvviso del carico di lavoro insufficienza circolatoria Quando l’insufficienza si rende manifesta si parla di SCOMPENSO CARDIACO

SCOMPENSO CARDIACO Epidemiologia INCIDENZA/PREVALENZA: aumenta sensibilmente con l’età, passando dal 10-15/1000 al 10/100 dopo gli 80 anni PROGNOSI: una volta comparsi i sintomi, rimane infausta nonostante i progressi della terapia medica, con mortalità del 50% a 2 anni nei pazienti con scompenso cardiaco avanzato MORTALITÀ: la morte improvvisa costituisce la più importante causa di morte (30-50% a seconda delle diverse casistiche e definizioni) RICOVERI OSPEDALIERI E COSTI: l’aumento della prevalenza di scompenso cardiaco si è tradotta in un cospicuo incremento dei ricoveri ospedalieri e della spesa complessiva per i pazienti con scompenso cardiaco (USA 10% della intera spesa sanitaria)

Epidemilogia dello scompenso cardiaco

Qualità della Vita 10 Miliardi di $/anno SCOMPENSO CARDIACO Impatto sociale Paragonata ad altre malattie sociali come il Diabete, l’Artrite e l’Ipertensione lo SC ha il peggior impatto sulla Qualità della Vita Farmacoeconomia I costi diretti e indiretti per la diagnosi e la cura dello SC negli USA ammontano a 10 Miliardi di $/anno

Disfunzione sistolica SCOMPENSO CARDIACO Disfunzione sistolica incapacità del cuore a contrarsi efficacemente (F.E. < 40-45%; nelle forme molto gravi <15-20%) Disfunzione diastolica difficoltà dei ventricoli a riempirsi adeguatamente (aumento della pressione venosa polmonare e sistemica)

SCOMPENSO CARDIACO EZIOPATOGENESI Il quadro clinico dello scompenso può derivare da: malattie primitive del miocardio (insufficienza miocardica), nelle quali il meccanismo fisiopatologico essenziale è costituito da un’alterazione funzionale sistolica (ridotta espulsione di sangue dai ventricoli per ridotta velocità e ridotta forza di contrazione) e/o diastolica (ridotto riempimento dei ventricoli per effetto di ridotta distensibilità e di un rallentato o parziale rilassamento) cause “non miocardiche” (insufficienza cardiaca), ovvero condizioni anatomiche o funzionali che non interessano prevalentemente la funzione delle fibrocellule muscolari, almeno inizialmente, ma limitano la performance cardiaca

Insufficienza cardiaca Cause Perdita di tessuto contrattile cardiopatia ischemica Depressione diffusa della contrattilità Cardiomiopatie Miocardite Sovraccarico cronico di pressione Ipertensione cardiopatie valvolari cardiopatie congenite Sovraccarico cronico di volume

Eziologia e conseguenze emodinamiche

SCOMPENSO CARDIACO Patogenesi Solitamente lo SC viene preceduto da un periodo più o meno lungo di sofferenza miocardica indicata come: DISFUNZIONE VENTRICOLARE SINISTRA Caratterizzata dall’intervento di MECCANISMI COMPENSATORI

Alcuni Paramentri Emodinamici Gittata Sistolica (GS) volume di sangue espulso ad ogni sistole Frequenza Cardiaca (FC) n° battiti / minuto Gittata Cardiaca (GC) GS x FC (ml/min) Indice Cardiaco (IC) GC/Superfice corporea (l/min/m2) Frazione di Eiezione Diam.diast. - Diam. sist./Diam diast. x 100

Regolazione della Contrazione Cardiaca GITTATA SISTOLICA: quantità di sangue espulsa ad ogni sistole GITTATA CARDIACA: gettata sistolica x frequenza cardiaca FRAZIONE D’EIEZIONE: percentuale di sangue espulso durante la sistole sul totale di sangue contenuto in ventricolo al termine della diastole (60-70%) PRE-CARICO (preload): volume di riempimento ventricolare in telediastole POST-CARICO (afterload): insieme delle resistenze che il ventricolo deve superare per espellere il sangue; equivale allo stress di parete o sforzo di parete (forza per unità di superficie trasversa della parete)

Gittata Cardiaca Regolazione della Gittata Cardiaca FREQUENZA CARDIACA POSTCARICO Gittata Cardiaca CONTRATTILITA’ MIOCARDICA PRECARICO

Meccanismi di compenso Ipertrofia e dilatazione ventricolare aumento del volume e della massa muscolare cardiaca Legge di Starling allungamento delle fibre miocardiche con aumento della forza contrattile del cuore Sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone vasocostrizione e ritensione idrosalina Sistema Nervoso Simpatico azione ino- dromo- crono- batmotropa positiva vasocostrizione periferica artero-venosa

Sovraccarichi Emodinamici Un aumento persistente del carico di lavoro emodinamico può portare ad un quadro di insufficienza cardiaca. Nei sovraccarichi di volume l’aumento del lavoro cardiaco è dovuto ad un incremento del precarico (insufficienza mitralica), mentre nei sovraccarichi di pressione il lavoro cardiaco aumenta per l’aumento della pressione ventricolare (stenosi aortica)

Il rimodellamento come meccanismo di compenso Il sovraccarico di pressione ed il sovraccarico di volume determinano un rimodellamento ventricolare Il sovraccarico di pressione determina ipertrofia concentrica, con replicazione dei sarcomeri in parallelo Il sovraccarico di volume determina dilatazione/ipertrofia, con replicazione dei sarcomeri in serie e prevalente dilatazione

Il rimodellamento come meccanismo di compenso

Cause di ischemia miocardica in corso di ipertrofia Aumento delle richieste di O2 Alterato rapporto capillari/miociti Ridotta produzione di nitrossido endoteliale Possibile riduzione della pressione aortica media (stenosi aortica) con riduzione della pressione di perfusione coronarica Aumento della pressione telediastolica ventricolare e successivamente della pressione sistolica (schiacciamento degli strati subendocardici)

Evoluzione dell’ipetrofia nel tempo Maggiore consumo di O2 Fibrosi Ridotta compliance Progressiva dilatazione cavità Assottigliamento parete

Effetto del Precarico e Legge di Starling “L’intensità della contrazione miocardica è direttamente proporzionale alla lunghezza iniziale delle fibre muscolari”, fino ad un valore limite, oltre il quale aumentando la lunghezza non aumenta più la forza di contrazione La lunghezza iniziale delle fibre, o più praticamente il volume telediastolico, rappresenta il PRECARICO Il meccanismo di Starling avvicina il funzionamento meccanico del cuore a quello di una pompa idraulica che regola la sua portata in funzione del volume di alimentazione

La legge di Frank-Starling applicata al cuore Aumentando la lunghezza del sarcomero aumenta la forza contrattile In condizioni normali il ventricolo opera nella fase di ascesa rapida della curva, con una PTDVS <12 mmHg: piccole variazioni del riempimento determinano ampie variazioni della GS Nella fase di compenso l’aumento del volume telediastolico e della distensione delle fibre consente una GS normale Nella fase di scompenso il meccanismo di F-S è inefficace e l’aumento della PTDVS determina stasi polmonare ed aumento dello stress parietale (legge di Laplace)

Aumento del riempimento ventricolare Efficacia della contrazione RISERVA DI PRECARICO Riduzione della contrattilità Aumento del postcarico Aumento del riempimento ventricolare Efficacia della contrazione Esiste tuttavia un limite, oltre il quale l’aumento di riempimento ventricolare è controproducente, perché lo stiramento delle fibre miocardiche è eccessivo e l’aumento del diametro ventricolare fa aumentare troppo il postcarico. Quest’ambito è detto riserva di precarico

POSTCARICO Tensione che il ventricolo sinistro sviluppa per aprire la valvola aortica e consentire lo svuotamento del contenuto ventricolare in aorta, e per vincere le resistenze periferiche La tensione (stress) delle pareti ventricolari durante la contrazione è un determinante importante nel postcarico. Lo stress di parete riflette infatti la integrazione dei due principali carichi, quello vascolare e quello imposto dal ventricolo stesso Per la legge di Laplace a valori identici di pressione aortica il postcarico è più elevato in un ventricolo dilatato rispetto ad un ventricolo di dimensioni normali L’aumento del postcarico provoca una riduzione della velocità di accorciamento delle fibre miocardiche e una progressiva riduzione della tensione sviluppata

T= P x r/2h Legge di Laplace T = tensione parietale P = pressione intraventricolare r = raggio h = spessore di parete del ventricolo

T= P x r/2h Legge di Laplace Il ventricolo sopporta un aumento di postcarico (tensione parietale o stress) sia per l’aumento di pressione P (sovraccarico di pressione), sia per aumento del raggio (r). L’aumento di spessore della parete (h) riduce il postcarico.

Attivazione del Sistema RENINA-ANGIOTENSINA-ALDOSTERONE

Conseguenze attivazione del Sistema RAA

Definizione di scompenso cardiaco P.A. Poole-Wilson 1985 “Una sindrome clinica causata da una cardiopatia e caratterizzata da un tipico quadro emodinamico, renale e neuroormonale”

SCOMPENSO CARDIACO CONGESTIZIO “Lo scompenso cardiaco congestizio costituisce una sindrome clinica complessa caratterizzata da anomalie della funzione ventricolare sinistra e della regolazione neuro-umorale, che sono accompagnate da intolleranza allo sforzo, ritenzione idrica e ridotta sopravvivenza”. Recente definizione di Parcker incentrata sul ruolo giuocato dalle modificazioni dei sistemi di regolazione neuro-ormonale e sugli aspetti prognostici della malattia.

STATO INOTROPO Lo stato inotropo viene definito come “condizione propria della fibrocellula che condiziona la velocità di produzione di forza da parte della fibrocellula stessa” La contrattilità definisce pertanto la capacità che ha il cuore di modificare le proprie prestazioni, indipendentemente dalle condizioni di carico emodinamico

Determinanti lo stato inotropo

FREQUENZA CARDIACA Tachicardia: FC > 100 b/min, Bradicardia: FC< 60 b/min, Dipende dalla velocità di scarica del nodo del seno Simpatico: aumenta la frequenza cardiaca Parasimpatico: riduce la frequenza cardiaca Aumento della forza di contrazione Effetto inotropo positivo Se la FC > 160 b/min, la diastole diventa troppo breve per consentire un buon riempimento del cuore. Di conseguenza la GS diminuisce, impedendo altri aumenti della GC. Questo è il LIMITE DELLA RISERVA DI FREQUENZA

Attivazione del Sistema Nervoso Simpatico Ridistribuzione della Gittata Cardiaca Stimolazione adrenergica della contrattilità  della frequenza cardiaca Vasocostrizione arteriolare in alcuni distretti (cute, visceri addominali) Preservata una normale perfusione degli organi nobili (cuore, cervello) Il rene non viene protetto dall’ipoperfusione, per cui si avrà una riduzione della pressione nelle arteriole renali che arrivano ai glomeruli

Effetti potenzialmente dannosi della aumentata attività simpatica nello scompenso cardiaco CARDIACI  responsività ß- recettoriale Ipetrofia dei miociti Necrosi cellulare e fibrosi Deplezione delle riserve di noradrenalina Distruzione della innervazione simpatica Aritmie RENALI  riassorbimento tubulare Na Attivazione sistema RRA  resistenze vascolari renali Attenuazione della risposta all’ANF VASCOLARI Vasocostrizione periferica Ipetrofia vascolare

Ormoni natriuretici L’aumentato volume intracardiaco attiva i baroriflessi cardiopolmonari, stimolando la secrezione degli ormoni natriuretici ANP/BNP sono sintetizzati dai miociti cardiaci. Sono ormoni ad azione natriuretica e vasodilatoria, ed inibiscono la renina e i fattori di crescita ANP è secreto principalmente dagli atri, BNP è secreto principalmente dai ventricoli Entrambi aumentano precocemente in corso di disfunzione cardiaca (prima del manifestarsi dei sintomi)

Nell’I.C. in fase di compenso con riduzione lieve-moderata della perfusione renale, i peptidi natriuretici (ANP, BNP), rilasciati dagli atri e/o ventricoli distesi, stimolano l’escrezione urinaria di sodio (ridotto riassorbimento tubulare, che si traduce in un rapporto Na/K nelle urine > 1,0) In fase di scompenso, la riduzione moderata-severa della perfusione renale attiva il sistema RAA e il sistema simpatico, che contrastano l’azione dei peptidi natriuretici stimolando il riassorbimento massimale di sodio, che si riflette in un rapporto Na/K nelle urine < 1,0.

Azione del Peptide Natriuretico Atriale Natriuresi (azione prevalente sui tubuli distali e sui dotti collettori della midollare interna ed esterna) Inibizione del Sistema Renina-Angiotensina Modulazione del Sistema Simpatico Aumento della permeabilità capillare Vasodilatazione arteriosa (sia per azione diretta che mediante modulazione dell’attività simpatica) Inibizione della proliferazione delle cellule muscolari liscie L’aumento delle concentrazioni di ANP si accompagna ad una graduale riduzione della responsività renale e periferica. Quando la responsività all’ANP diminuisce, aumenta il BNP di origine ventricolare (fasi avanzate dello scompenso, classe NHYA III-IV)

SCOMPENSO CARDIACO Meccanismi di compenso

e meccanismi di compenso Scompenso cardiaco e meccanismi di compenso Lo scompenso cardiaco si verifica quando il cuore non è in grado di pompare sangue in quantità sufficiente per soddisfare i bisogni metabolici dell’organismo o può farlo solo a spese di un aumento della pressione di riempimento. La incapacità del cuore a soddisfare i fabbisogni può essere dovuta a riempimento inefficace e inefficiente e/o ad una anomala contrazione e successivo svuotamento. Meccanismi compensatori provocano un aumento della volemia e aumentano le pressioni di riempimento delle camere cardiache, la frequenza cardiaca e la massa del cuore, in modo da mantenere la funzione di pompa del cuore e di favorire una ridistribuzione del sangue. Tuttavia, nonostante questi meccanismi compensatori, la capacità del cuore di contrarsi e di rilasciarsi può ridursi progressivamente con ulteriore aggravamento dello scompenso cardiaco Braunwald (1997) National Heart, Lung and Blood Istitute

MANIFESTAZIONE CLINICA DI SCOMPENSO CARDIACO I SINTOMI DIPENDONO DA: Congestione polmonare Dispnea (posizione ortopnoica obbligata) Affaticamento Edema polmonare Congestione venosa sistemica Epato-splenomegalia Turgore delle giugulari Edemi agli arti inferiori

SCOMPENSO CARDIACO Variazioni metaboliche Iponatriemia, ipokaliemia, ipomagnesiemia, ipocalcemia Acidosi/alcalosi Ipossia/desaturazione di O2 Riduzione MV O2 Iperuricemia Iperazotemia

DISPNEA CLASSIFICAZIONE NYHA CLASSE I: nessuna limitazione dell’attività fisica. Le comuni attività fisiche non causano affaticamento, dispnea, palpitazioni o angina CLASSE II: lieve limitazione dell’attività fisica. I pazienti non avvertono sintomi a riposo, mentre le comuni attività fisiche causano affaticamento, dispnea, palpitazioni o angina CLASSE III: Marcata limitazione dell’attività fisica. I pazienti avvertono sintomi per attività inferiori alle comuni attività fisiche CLASSE IV: Impossibilità di effettuare qualsiasi attività fisica senza sintomi. I pazienti avvertono sintomi anche a riposo. Ogni attività fisica causa un aggravamento dei sintomi

Manifestazioni cliniche SCOMPENSO CARDIACO Manifestazioni cliniche TOSSE: in genere di tipo non produttivo, solo in certi casi associata ad emottisi (rottura di capillari bronchiali distesi e congesti, facilitata a volte da terapia anticoagulante). Scatenata da sforzo fisico, decubito supino o riposo notturno. La sua genesi risiede nella congestione della mucosa bronchiale con eccessiva produzione di muco. ASTENIA, FACILE AFFATICABILITÀ, SPOSSATEZZA: per un complesso di alterazioni patologiche nei distretti muscolari scheletri, con riduzione del flusso ematico regionale, ridotta capacità di vasodilatazione e alterato metabolismo. Non sono sintomi specifici e possono essere provocati da altre patologie (anemia, distiroidismo o malattie neuro-muscolari)

Manifestazioni cliniche SCOMPENSO CARDIACO Manifestazioni cliniche OLIGURIA: caratteristica delle fasi avanzate, con ridotta formazione di urina (500-600 mL nelle 24/h) con aumento di azotemia e creatininemia, per marcata riduzione della portata cardiaca. Quando la gittata cardiaca è gravemente compromessa, come in caso di shock cardiogeno, si verifica l’anuria completa NICTURIA: nelle fasi avanzate dello scompenso, perché con il riposo notturno vi è una diminuzione della vasocostrizione con miglioramento della diuresi, con parziale smaltimento del liquido accumulato durante le ore diurne

Manifestazioni cliniche SCOMPENSO CARDIACO Manifestazioni cliniche SINTOMI CEREBRALI E PSICHIATRICI: dovuti ad una diminuzione della portata cardiaca e quindi del flusso vascolare cerebrale, a volte aggravati da insufficienza epatica e renale. Possibili sono disturbi dell’attenzione, perdita di memoria, insonnia, ansietà, agitazione e/o sonnolenza. SINTOMI GASTROENTERICI: per ipoafflusso al distretto splancnico e per lo stato di congestione edematosa dei distretti addominali: gonfiore, tensione addominale, nausea, anoressia, costipazione, dolori all’ipocondrio destro per epatomegalia con distensione della glissoniana.

Manifestazioni cliniche SCOMPENSO CARDIACO Manifestazioni cliniche DOLORE TORACICO: in relazione a cardiopatia ischemica, secondaria ad aumentato stress di parete con incremento del consumo miocardico di O2 EDEMA PERIFERICO: il sintomo più frequente, correlato non tanto alle pressioni cardiache destre, quanto invece alla riduzione dell’attività fisica e alla permeabilità capillare ai fluidi e alle proteine.

SCOMPENSO CARDIACO Manifestazioni cliniche Aritmie, determinate da Anormalità elettrolitiche Elevati livelli di catecolamine ischemia

Classe NYHA e modalità di morte La Morte Improvvisa rappresenta il 50% circa delle cause di mortalità nello Scompenso Cardiaco, con una maggiore incidenza nelle classi NYHA meno avanzate NYHA II NYHA III NYHA IV Other 11% CHF 12% Other 24% Other 15% CHF 26% CHF 56% Sudden death 33% Sudden death 64% Sudden death 59% N=103 N=232 N=27 Classe NYHA e modalità di morte MERIT-HF Study

EDEMA PERIFERICO Una delle manifestazioni cliniche principali, di minore frequenza dopo l’introduzione della terapia diuretica In genere a carico delle parti declivi (piedi e caviglie) Bilaterale Comparsa lenta e progressiva nell’arco della giornata Regredisce con il riposo notturno Nei pazienti allettati compare nella zona sacrale Nelle fasi di scompenso avanzato può diventare generalizzato, sino a configurare uno stato anasarcatico

EDEMA PERIFERICO Se di lunga durata provoca fenomeni locali di indurimento e di iperpigmentazione Modesta la correlazione tra edema periferico e grado di pressione venosa sistemica Prima che si verifichi è necessario un accumulo di almeno 5 litri in eccesso del volume extracellulare Per evidenziarlo è necessario comprime l’area edematosa con un dito per rilevare il segno della “fovea”, cioè l’impronta del dito che scompare lentamente

SCOMPENSO CARDIACO: Esame obiettivo ESAME GENERALE: normale nelle fasi iniziali, può essere marcatamente alterato nelle fasi finali dello scompenso (NYHA III-IV), con cute fredda, pallida, cianosi generale, ittero di varia intensità, stato d’ansia e agitazione (segni di iperattivazione adrenergica), anoressia, cachessia (segni di congestione epatica e addominale, di alterato assorbimento intestinale, elevati livelli di Tumor Necrosis Factor –TNF-) PRESSIONE ARTERIOSA: diminuita spesso la “differenziale”; se vi è una riduzione del rapporto fra P differenziale e PS > 25% questo è un indicatore attendibile di riduzione dell’indice cardiaco al di sotto di 2,2 l/min/m2

SCOMPENSO CARDIACO: Esame obiettivo FREQUENZA: tachicardia a riposo (compensativa e da ipertattività adrenergica) TEMPERATURA: <38°C per vasocostrizione perifeirca nei distretti cutanei. Se > 38°C possibili processi infiammatori o infettivi POLSO: anisosfigmico (sospetto di aritmia); alternante è espressione di compromissione avanzata della funzione ventricolare sinistra ed è dovuto ad un’alternanza nel volume di eiezione ventricolare, secondario alla perdita funzionale di un certo numero di cellule contrattili, che non hanno completato la fase di recupero dalla sistole precedente

SCOMPENSO CARDIACO: Esame obiettivo Itto spostato a sinistra: indice di cardiomegalia I tono attutito II tono accentuato: indice di ipertensione polmonare III tono (protodiatolico a bassa frequenza e sordo): prodotto dalla decelerazione brusca del riempimento ventricolare; segno di scompenso cardiaco grave, probabilmente secondario ad un’elevata pressione atriale, che condiziona un elevato gradiente atrio-ventricolare ed un’elevata velocità protodiastolica di riempimento ventricolare, con brusca decelerazione dell’afflusso di sangue immediatamente dopo la fase di riempimento rapido Soffi sistolici da rigurgito delle valvole atrio-ventricolari compaiono nelle fasi avanzate e sono in rapporto alla dilatazione delle camere ventricolari

Segni clinici e di laboratorio di insufficienza epatica ESAME ADDOME Pressione venosa sistemica aumentata Congestione vene epatiche Epatomegalia Compressione sugli epatociti Atrofia centrolobulare Segni clinici e di laboratorio di insufficienza epatica Ascite: provocata dal prolungato aumento della pressione nelle vene epatiche e nei capillari peritoneali. E’ più frequente nello scompenso destro da ostruzione al riempimento ventricolare (stenosi tricuspide, pericardite)

Se la congestione epatica si prolunga: ESAME ADDOME Epatomegalia: l’aumento della pressione venosa sistemica, provoca congestione delle vene epatiche e quindi aumento delle dimensioni del fegato Se la congestione epatica si prolunga: compressione da parte delle venule sugli epatociti con successiva atrofia centrolobulare segni di insufficienza epatica (ittero, iperbilirubinemia ecc.) splenomegalia ascite: provocata dal prolungato aumento della pressione nelle vene epatiche e nei capillari peritoneali. Più frequente nello scompenso destro da ostruzione al riempimento cardiaco (stenosi tricuspide o pericardite)

OBIETTIVITÀ POLMONARE RANTOLI FINI E CREPITANTI: localizzati alle basi, in genere bilaterali, sono reperti di stasi polmonare, secondari all’aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari con conseguente trasudazione di liquido negli alveoli. A differenza dei rantoli di origine bronchiale, non si modificano dopo i colpi di tosse. RONCHI E SIBILI: si ascoltano prevalentemente quando le vie aeree terminali sono compresse, in fase di scompenso avanzato, dall’edema interstiziale e dalla conseguente congestione della mucosa. RUMORI UMIDI PIÙ GROSSOLANI si estendono ai campi polmonari medi e superiori sino a configurare il quadro di edema polmonare (marea montante) nelle forme più gravi

OBIETTIVITÀ POLMONARE RUMORI SECCHI possono essere presenti in assenza di rantoli, con espirazione prolungata, secondari ad una congestione delle pareti bronchiali, talora accompagnati da espettorazione di tipo schiumoso e rosato VERSAMENTI PLEURICI in genere bilaterali, anche se prevalenti a destra, possono comparire nello scompenso cardiaco congestizio L’assenza di reperti fisici indicativi di stasi polmonari, non esclude la presenza di ipertensione polmonare anche severa

SCOMPENSO CARDIACO Processo diagnostico

Alterazioni emodinamiche nell’insufficienza cardiaca

SCOMPENSO CARDIACO Indagini strumentali Elettrocardiogramma Ecocardiogramma Radiografia del torace Tecniche radioisotopiche Test ergometrico Holter (ECG 24 ore) Biopsia endomiocardica Coronaroventricolografia

Elettrocardiogramma I segni di pregresso IMA, di BBSn, di F.A. o di sovraccarico ventricolare sinistro indicano la possibilità di disfunzione del ventricolo sinistro La presenza di ipertrofia ventricolare può indicare un aumento prolungato del postcarico, come accade nell’ostruzione del tratto di efflusso del ventricolo sinistro (es. stenosi aortica) o nell’ipertensione. Negli ipertesi l’ipertrofia ventricolare sinistra è un importante fattore di rischio per l’insorgenza dello scompenso cardiaco.

Elettrocardiogramma Il blocco di branca sinistra può essere indice di valvulopatia o miocardiopatia significativa. La fibrillazione atriale causa un’ulteriore alterazione emodinamica secondaria ad un deficit dell’apporto atriale. Pregresso Infarto anteriore esteso, che può causare la comparsa dello scompenso. Visibile il sopraslivellamento del tratto ST.

Ecocardiografia bidimensionale Metodica che permette di visualizzare e valutare dilatazione, ispessimento, assottigliamento delle pareti e delle camere cardiache, anomalie strutturali delle valvole. Diagnosticabili eventuali trombi intracavitari, aneurismi, versamento pericardico.

Ecocardiografia Doppler Esamina eventuali DIV, DIA, cardiopatie congenite, misura un gradiente valvolare (mitralico, aortico) e la pressione in polmonare.

Rx torace Cardiomegalia ed ipertensione polmonare sono segni di una patologia cardiaca significativa. La cardiomegalia, peraltro, è più indice di dilatazione ventricolare destra che sinistra e non discrimina in modo ottimale. Oltre il 50% dei pazienti con scompenso cardiaco ha un rapporto cardiotoracico < 0.5. Paziente con pregresso infarto anteriore. La protuberanza visibile sul margine sinistro del profilo cardiaco (freccia) è caratteristica dell’aneurisma ventricolare sinistro.

SCOMPENSO CARDIACO Indagini strumentali INDAGINI RADIOISOTOPICHE: ventricolografia con tecnenzio 99m, può fornire una misura obbiettiva della funzione ventricolare sinistra TEST ERGOMETRICO: consente una misura più fisiologica dell’entità dello scompenso, in particolare della riserva cardorespiratoria (ergospirometria), della risposta alla terapia e della prognosi MONITORAGGIO ECG ambulatoriale: identifica aritmie parossistiche sopra e/o ventricolari BIOPSIA ENDOMIOCARDICA: conferma la presenza di specifiche malattie del muscolo cardiaco (miocardite, amiloidosi, ecc) STUDIO EMODINAMICO: permette di misurare le pressioni in entrambe le sezioni cardiache e valutare lo stato delle arterie coronariche, sia nei pazienti valvolari che in pazienti coronaropatici

SCOMPENSO CARDIACO Altre indagini ANP e BNP aumentano precocemente in corso di disfunzione cardiaca (prima del manifestarsi dei sintomi)  BNP potere predittivo negativo. Concentrazione > a 18 pg per ml indica disfunzione miocardica sinistra Disfunzione del SN autonomo: potrebbe essere valutata mediante l’analisi della sensibilità arteriosa baroriflessa (BRS) e la variabilità della frequenza cardiaca (HRV) BRS: capacità del S regolatorio cardiovascolare di aumentare l’attività vagale stimolata da un riflesso HRV: marker di attività del tono vagale Valutazione della funzione polmonare: escludere cause respiratorie della dispnea. Ridotti il picco di flusso espiratorio (PEFR), volume espiratorio massimo al primo secondo (FEV1)