A Carnevale ogni scherzo vale!

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Carnevale.
Transcript della presentazione:

A Carnevale ogni scherzo vale! A carnevale "si può". E' questo il significato di una delle feste più attese dell'anno. Quella tradizionalmente assegnata alla liceità: del cibo, del travestimento, della "trasgressione" (come si direbbe oggi). Dopo la quaresima, si poteva tornare a mangiare in abbondanza (rispetto alle proprie possibilità). Tornava con il cibo il sorriso, la voglia di vivere, di divertirsi. Lo "scherzo" di carnevale. In questi giorni "tutto è ammesso". La rigicità sociale si rilassa, nello stesso tempo si rafforza permettendo la valvola di sfogo necessaria. Religione e spiriti e tradizioni pre-cristiane riemergono. In Italia non c'è paese che non festeggi il suo carnevale. "Il più bello" è quello di Venezia e di Sciacca in Sicilia. Ogni comune ha la sua sfilata di carri, i balli in strada, l'aspersione di coriandoli e luminarie. Ci si maschera, soprattutto i bambini - ritornano le maschere a mantello nero che rievocano gli incappucciati della santa inquisizione -, un tempo erano gli Zorri, ora sono i Pokemon. L'importante è assaporare - a modiche dosi - l'eccezionalità ma senza esagerare, se non solo dietro una maschera.

A Carnevale ogni scherzo vale! Conosci le origini della parola "Carnevale“? Qual’è il significato della festa? Che cosa vuol dire "Martedì grasso"?

Carnevale origine e significato CARNEVALE deriva dal volgare, ”carnem levare” carne levare, in relazione al giorno precedente l'inizio della Quaresima, in cui cessava il consumo della carne durante la quaresima. Con la festa del "carnevale" s'indicano i festeggiamenti, che precedono l'inizio della Quaresima. Il carnevale è una festa di derivazione pagana che si contrapponeva a quella cattolica. Il popolo, prima di mortificarsi nel digiuno della quaresima, voleva concedere uno sfogo alle passioni più istintive dell'animo umano. Il primo giorno del Carnevale è fissato in base alle prescrizioni ecclesiastiche. L'inizio può essere il 1°gennaio, il 17 gennaio (S.Antonio) o il 2 febbraio (festa della Candelora), e si protrae fino al mercoledì delle Ceneri (nel rito ambrosiano, fino alla prima domenica di Quaresima). La sera del martedì grasso era poi la volta del sontuoso banchetto della famiglia, "la tavolata".

Carnevale origine e significato Gli Egiziani festeggiavano il Carnevale per una settimana. Anche nell‘antica Grecia il carnevale ha sempre rappresentato la fine dell‘inverno. La festa del Carnevale era dedicata al Dio del vino, Dionisio. Nell‘antica Roma le feste che annunciavano l‘arrivo della primavera erano i Saturnali e i Lupercali. Il massimo splendore del carnevale è stato raggiunto nel 1500 d.C. Il carnevale, dopo la fine della seconda guerra mondiale, è tornato ad essere la festa più pazza dell‘anno. Famosi sono il Carnevale di Rio de Janeiro e quello di Venezia. Ad Arezzo si festeggia un antico Carnevale, nato nel 1866. Ad Ivrea, invece, vi è un carnevale famoso. Qui si svolgono delle battaglie delle “arance“! A Viareggio come a Sciacca viene festeggiato il Carnevale più grande d‘Italia, perché le manifestazioni sono tante: tornei di calcio, feste rionali, fuochi d‘artificio, balli in maschera ...

Origine e significato della maschera La maschera è l'elemento che ha caratterizzato il carnevale ed essa aveva un preciso significato simbolico. Il termine maschera, deriva dal longobardo "mascka” che significava larva, strega, demonio e rappresentava le anime dei trapassati che, evocati attraverso riti propiziatori, salivano sulla terra per auspicare un abbondante raccolto. Gli antichi usavano la maschera anche nei trionfi, nelle pompe pubbliche, nei banchetti ed i pagani celebravano il fiorire della primavera, mascherati, con la libertà di rappresentare chiunque avessero voluto. Più tardi l'uso di mascherarsi divenne molto in voga presso i cristiani. Nel Medioevo le maschere comparvero per lo più come raffigurazione del buffonesco, impersonando lo spirito popolare e certi aspetti sociali tipici delle diverse regioni italiane.     Le maschere del periodo rinascimentale assunsero solo carattere artistico e soltanto nei secoli successivi divennero facile mezzo per coprire scandali ed intrighi. L' uomo mascherato divenne l'essere che lui stesso voleva rappresentare e tale lui appariva agli spettatori. Con la commedia d'arte, che dalla metà del Cinquecento fino al Settecento rappresentò il più singolare fenomeno della storia teatrale, nacquero le famose maschere del teatro italiano, introducendo in scena ciò che poteva divertire il pubblico. Il carnevale conobbe il periodo di maggior splendore, in tutta l’italia. Verso la fine dell'Ottocento: I nobili facevano sfilate di carri adornati, simbolo di ricchezza ed abbondanza.

Il carnevale antico

Il Carnevale di oggi       

Il Carnevale attraverso alcuni proverbi

Venezia rimane il carnevale più bello d'Italia, per quanto riguarda la tradizione delle maschere. Ecco alcune foto con le maschere più belle trovate sul web, sulla città lagunare.

Le maschere italiane Con la commedia d'arte, che dalla metà del Cinquecento fino al Settecento rappresentò il più singolare fenomeno della storia teatrale, nacquero le famose maschere del teatro italiano, introducendo in scena ciò che poteva divertire il pubblico. Il carnevale conobbe il periodo di maggior splendore, in tutta l’italia.

Le maschere italiane

Gianduia Le maschere della commedia dell'arte GIANDUIA Rappresenta lo stereotipo del contadino finto tonto, gran mangiatore e bevitore. Il suo appellativo, Gianduia, deriva dall'espressione piemontese "Gioan d'la douja", che vuol dire Giovanni del boccale. Veste con una giacca marrone, un panciotto giallo, parrucca e calze rosse. Gianduia è un personaggio popolare piemontese e la sua origine è attribuita al burattinaio G.B. Dsale, 1808

ARLECCHINO (dal francese antico, Hellequin, nome di un diavolo buffone, nelle leggende medioevali francesi) E' un servitore poverissimo, che non ha i soldi neppure per rattoppare il proprio vestito, con stoffe dello stesso colore! Affamato e infreddolito, Arlecchino, con la sua furbizia, cerca di sbarcare il lunario e di sfuggire alle prepotenze dei ricchi e dei più forti. Spesso, nelle commedie è impegnato a truffare il vecchio padrone, ad aiutare i giovani amanti, a mettere in ridicolo i soldati. La maschera di Arlecchino è caratterizzata da pezzi di stoffa multicolore, cuciti insieme.

PULCINELLA E' una maschera originaria della Campania, inventata probabilmente intorno al XVI° secolo dall'attore Silvio Fiorillo da Capua. Il nome Pulcinella deriva forse dal latino tardo, "pullicenus", pulcino. Questa maschera si diffuse in tutta Europa, assumendo diversi nomi, Polichinelle in Francia, Punch in Inghilterra. Pulcinella è un contadino poverissimo, che non ha voglia di lavorare. Furbo e ingegnoso, impiega tempo ed energie, per trovare il modo di mangiare. Pulcinella indossa una bianca casacca e larghi pantaloni, anch'essi bianchi. Egli si copre il viso con una maschera nera, dal lungo naso adunco. Ha due gobbe, una sulla schiena ed una sul petto. Con il tempo, la maschera di Pulcinella è divenuta il simbolo del popolo napoletano.

PANTALONE Pantalone è la caricatura del mercante, tirchio, sospettoso e avaro. Quando la classe borghese consolidò le proprie posizioni, si modificò anche questa maschera. Nel secolo scorso, Pantalone incarnò l'immagine del buon padre di famiglia. All'inizio, chiamato il Magnifico, prese poi il nome di Pantalone de' Bisognosi. Ha un vestito rosso e un mantello nero, come quello dei mercanti dalmati del XV° e del XVI° secolo.

COLOMBINA E' la servetta impicciona e pettegola, spesso rappresentata in coppia con Arlecchino. Furba e vanitosa, è stata protagonista di molte commedie, in Italia e in Francia, sin dal XVI° secolo.

BRIGHELLA Anche lui, come Arlecchino, fa parte della famiglia dei servitori. Inizialmente, era rappresentato come un individuo superficiale, ma astuto e intrigante. Successivamente, Brighella divenne un servo saggio e fedele, che ammonisce i padroni contro i guai e la leggerezza della giovinezza, mettendo, magari, una buona parola tra genitori e figli. Di origine bergamasca, Brighella indossava dei pantaloni ed un camicione di tela. Col tempo, venne rappresentato in livrea da servitore.

BALANZONE Conosciuto anche come Dottor Balanzone, è una caricatura del sapientone, in riferimento ai dottori della Scuola di Bologna, una delle università italiane più prestigiose del XVI° e XVII° secolo. Parla con molte citazioni latine, non sempre esatte. Anzi i suoi discorsi rivelano una profonda ignoranza, ammantata di paroloni e presunzione. Balanzone veste con un abito dottorale nero, un ampio cappello ed il collare bianco, spesso di grandi dimensioni, con un notevole effetto comico. E' la maschera dei bolognesi.

FACANAPA Maschera veneziana, apparsa per la prima volta al Teatrino della Minerva, nel 1836. Parla velocemente, storpiando le parole, generando grande ilarità. Si muove continuamente, spostandosi con delle buffe piroette. Facanapa veste con una marsina, panciotto e pantaloni stretti sotto il ginocchio.

Costumi carnevaleschi Arlecchino e Pulcinella

Costumi carnevaleschi Arlecchino Pulcinella e Balanzone

Grazie per la vostra attenzione! Grazie al sitio Italia Donna e Maschere italiane per le informazioni usate. Signora A.