PAOLO, ISPIRATO SCRITTORE DELLA CARITÀ Rembrandt rappresenta san Paolo in una stanza, seduto su una sedia nei pressi di un tavolo, sul quale sono posati dei grossi libri, uno dei quali è aperto. Il luogo è illuminato da due fonti di luce: la prima viene da sinistra in alto ed è una fonte di luce naturale; l’altra è posta dietro il libro aperto, anzi potremmo dire che è libro stesso a far scaturire la luce. Rembrandt, Paolo allo scrittoio, 1629-39 c.
Paolo viene rappresentato in uno stato d’animo particolare: viene sorpreso in un momento di riflessione, durante la scrittura di una delle sue lettere. Sembra carico di mestizia e il suo sguardo appare perso nei pensieri del suo cuore.
La mano sinistra, poggiata sul tavolo e mantiene il segno di quello spazio sospeso sul foglio, appena vergato dalla penna con caratteri d’inchiostro.
Il volto di Paolo è sospeso tra le due luci che illuminano il dipinto: è investito dalla luce naturale che illumina il capo dai capelli radi e la fronte ampia, e dalla luce emanata dai testi sacri aperti davanti a lui.
Rembrandt rappresenta Paolo come totalmente compreso nella dimensione spirituale.
Paolo sembra preso tra due fuochi: nella sua anzianità, è colto nella riflessione su tutta la propria vita e sul bilancio di una esistenza passata incessantemente a predicare in mille case, piazze, sinagoghe e perfino in carcere.
Egli appare solo, triste ma non abbattuto; la speranza germoglia dal suo cuore rigonfio d’amore per Cristo, e, nella potenza della pittura, ci sembra quasi di vedere i suoi pensieri, quelli che tra un attimo riprenderà a scrivere, forse all’amato Timoteo.
«Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina…. Vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero» (2Tm 4,1-5).
«Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione» (2Tm 4,6-8).