LE COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE

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Transcript della presentazione:

LE COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE Pierluigi Melga Genova, 15 ottobre 2003

COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE - coma chetoacidosico - coma iperosmolare - coma ipoglicemico

COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE - coma chetoacidosico - coma iperosmolare - coma ipoglicemico

- Coma chetoacidosico (diabete tipo 1) Insulino-deficienza  ormoni controinsulari (assoluta: diabete tipo 1 (infezioni, infarto, relativa: diabete tipo 2) ictus, interventi chirurgici)   IPERGLICEMIA  - Coma chetoacidosico (diabete tipo 1) - Coma iperosmolare (diabete tipo 2)

Chetoacidosi diabetica (DKA) o Coma chetoacidosico

Coma chetoacidosico Definizione - una acidosi metabolica acuta, possibilmente mortale, che complica il diabete di tipo 1 e talora il diabete di tipo2 - caratterizzata da un’aumentata concentrazione plasmatica di glucagone e da due coseguenze metaboliche: 1) gluconeogenesi massimale con ridotta utilizzazione periferica di glucosio; 2) attivazione della chetogenesi

Coma chetoacidosico epidemiologia - il 5-10 % dei ricoveri ospedalieri di pz. diabetici sono dovuti ad episodi di chetoacidosi; - il diabete di tipo1 all’insorgenza è complicato da chetoacidosi nel 3-8 % dei casi; - la mortalità per coma chetoacidosico è del 2,3% - 7% di tutti i i ricoveri per chetoacidosi.

Coma chetoacidosico etiopatogenesi - deficit di insulina (prima diagnosi di diabete mellito tipo 1, somministrazione inadeguata o assente di insulina) - aumento degli ormoni controregolatori (glucagone, GH, catecolamine, cortisolo)

Coma chetoacidosico etiopatogenesi  Gluconeogenesi - il glucagone riduce la concentrazione di F 2,6-bifosfonato (attivatore della glicolisi e inibitore della gluconeogenesi) Iperglicemia  diuresi osmotica  disidratazione

 chetogenesi - determinata dallo squilibrato rapporto insulina/ glucagone: 1) aumentata lipolisi con aumentata produzione di NEFA, dovuta alla perdita della azione inibitoria dll’insulina sulla lipasi ormon-sensibile 2) attivazione del sistema di trasporto nei mitocondri dei NEFA (altrimenti ri-esterificati a TG) da parte del glucagone  acetone, acetoacetato, betaOH

Coma chetoacidosico quadro clinico - Anoressia, nausea e vomito, polidipsia, poliuria, seguiti da stupore e/o coma; - Polipnea (respiro di Kussmaul) con alito “fruttato”; - Segni di disidratazione; - Normale o bassa temperatura (se febbre sospetta infezione); - Dolore e resistenza addominale (dd con addome acuto)

Coma chetoacidosico diagnosi - iperglicemia (> 250 mg/dl) e glicosuria; - chetosi (chetonemia e /o chetonuria): - acidosi (pH <7.3, HCO3 <5 mEq/L):

Coma chetoacidosico dati di laboratorio Valori di laboratorio alla presentazione di chetoacidosi in mM (metanalisi) - glicemia : 26 - 41 - Na : 132 - K : 4,8 - 6.0 - HCO3 : 6.0 - 10 - BUN : 9.0 - 15 - Osm : 310 - 331 - beta OH : 13.7

L’acidosi deriva da una aumentata produzione di valenze acide: acetoacetato, beta OH insieme a lattato, NEFA e PO4 La sodiemia è bassa per l’effetto diluizionale secondario al passaggio di liquidi dallo spazio intra a quello extracellulare Concentrazioni di Na < 110 mg/dl suggeriscono: - vomito e/o eccessivo introito idrico

Coma chetoacidosico calcoli utili di chimica clinica Gap anionico :[Na+ - (Cl- + HCO3)]; (v.n.: 7-9) Na corretto: aggiungere 1,6 mEq Na ogni 100 mg glucosio > 100 mg/dl Osmolarità plasmatica: 2 Na + glucosio + BUN 18 2,8 Eosm (osmolarità effettiva) : 2 [NA+ + K+] + Gluc 18

Diagnosi differenziale In soggetti con diabete sconosciuto occorre differenziare altre cause di acidosi con gap anionico aumentato: - acidosi lattica - uremia - chetoacidosi alcoolica (alcoolisti cronici, sempre a digiuno, glicemia < 150 mg/dl, reversibile con glucosio e.v., dolore addominale e pancreatite “vera”) - avvelenamenti

Coma chetoacidosico terapia (1) - infusione continua e.v. di liquidi (250-500 ml/h) - infusione continua e.v. di insulina regolare (5U.I./h) - infusione e.v. di potassio (in soluz. glucosata al 5%) - i bicarbonati possono essere utili se pH < 6,9; non necessari per pH > 7,0 - non è stata dimostrata nessuna utilità della somministra- zione di fosfati, che potrebbero essere utili solo se PO4 < 1,0 mg/dl in cardiopatici, anemici o con depres- sione respiratoria

Coma chetoacidosico terapia (2) Raccomandazioni - per prevenire l’edema cerebrale graduale correzione dell’iperglicemia e della iperosmolarità - il glucosio plasmatico scende più rapidamente dei chetoni: non sospendere l’infusione insulinica troppo presto - i chetoni non sono molto utili per monitorare la risposta alla terapia: meglio il pH e i bicarbonati: (gluc. < 200 mg/dl, HCO3 > 18 mEq/l, pH > 7,3)

Coma chetoacidosico complicanze - dilatazione acuta gastrica e gastrite emorragica - edema cerebrale - iper- e ipopotassiemia (arresto cardiaco, aritmie) - infezioni - ipoglicemia

Coma iperosmolare o Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Definizione Sindrome caratterizzata da una severa iperglicemia, da iperosmolarità plasmatica e da intensa disidratazione in assenza di una significativa chetoacidosi.

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Epidemiologia Insorge più frequentemente in soggetti anziani (57-69 anni) affetti da diabete di tipo 2, spesso non diagnosticato o di lieve intensità, e con una o più cause favorenti la disidratazione.

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica: patogenesi iperglicemia  diuresi osmotica aumento osmolarità perdita urinaria H2O ed eletttroliti diarrea vomito  disidratazione  insuff. renale diuretici  coma iperosmolare

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Fattori precipitanti - infezioni (polmoniti, infezioni vie urinarie, ascessi e gangrena arti inferiori) - ictus cerebri - infarto del miocardio - pancreatiti - uremia acuta

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Fattori iatrogeni - Aumentato carico osmotico nutrizione enterale o parenterale soluz.ipertoniche glucosate e.v - Perdita di acqua diuretici tiazidici o dell’ansa dialisi peritoneale - Fase post-operatoria in cardiochirurgia

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Fattori iatrogeni Farmaci che inibiscono la secrezione o l’azione dell’insulina - beta bloccanti - diazossido - fenintoina - corticosteroidi - cimetidina

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Caratteristiche ematochimiche - Glicemia >= 600 mg/dl - Eosm >= 320 mosm/l - ph arterioso >= 7,30 - Bicarbonatemia > 15mEq/l

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Eosm (osmolarità effettiva) = =2 [NA+ (mEq/l) + K+ (mEq/l)] + Glicemia (mg/dl) 18 (v.n. = 275-290 mOsm/l) > 320 mOsm/l = grave stato iperosmolare > 350 mOsm/l = severo stato iperosmolare

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Distribuzione liquidi corporei (60% peso corporeo) Extracellulare intracellulare (1/3) (2/3) intravascolare 3,5 litri 28 litri interstiziale 10,5 litri

Iperosmolarità plasmatica Cause - Perdita pura di acqua (diabete insipido; pz. diabetici anziani con ipodipsia) - Perdita di fluidi ipotonici (per diuresi osmotica indotta dall’iperglicemia con perdita di acqua in eccesso rispetto agli elettroliti, con aumento dell’osmolarità effettiva nei compartimenti sia extra- che intracellulari) - Incremento di soluti osmoticamente attivi (per incremento notevole della glicemia che aumenta l’osmolarità effettiva del comparto extracellulare)

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Quadro clinico - disidratazione intensa secchezza della cute e delle mucose assenza sudorazione ipotonia bulbi oculari - ipotensione - distensione gastrica nausea, vomito

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Quadro clinico - segni neurologici convulsioni afasia emianopsia omonima emiparesi deficit emilaterale della sensibilità nistagmo

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Dati di laboratorio - glicemia >= 600 mg/dl - Eosm >= 320 mosm/l - ph arterioso >= 7,30 - bicarbonatemia > 15mEq/l - incremento ematocrito. Leucocitosi neutrofila - iperazotemia - aumento enzimi epatici e muscolari

Diagnosi differenziale chetoacidosi s Diagnosi differenziale chetoacidosi s. iperosmolare diabetica non chetotica Glicemia mg/dl > 250 > 600 ph < 7.3 > 7.3 bicarbonati serici (mEq/l) < 15 > 20 chetonemia presente assente osmolarità serica variabile > 330 mOsm/l sodiemia (mEq/l) 130-140 145-155 potassiemia (mEq/l) 5-6 4-5 azotemia (mg/dl) 18-25 20-40 peptide-C plasmatico < 0.5 > 1

Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Terapia - reidratazione e.v. (soluz. fisiologica o ipotonica) - terapia insulinica e.v.+ K+ - trattamento patologia che ha indotto la sindrome iperosmolare

COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE: (c COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE: (c. chetoacidosico e iperosmolare) Prevenzione - prevenzione e terapia precoce delle infezioni (ulcere arti inferiori, infezioni vie urinarie, apparato respiratorio, cute e tessuti molli, ecc,) - idratazione congrua (sudorazione eccessiva, vomito e diarrea, febbre) - monitoraggio e correzione precoce dell’iperglicemia (in corso di intervento chir., ictus, infarto miocardico)

COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE coma ipoglicemico

Risposta ormonale all’ipoglicemia   secrezione insulina  secrezione glucagone  secrezione catecolamine  secrezione cortisolo  secrezione GH euglicemia

Ipoglicemia Classificazione eziologica delle ipoglicemie - ipoglicemie esogene - ipoglicemie endogene - ipoglicemie funzionali

Ipoglicemie esogene - insulina - ipoglicemizzanti orali - alcool - altri agenti esogeni salicilati ipoglicine pentamidina chinino betabloccanti - i. factizia

Ipoglicemie esogene In corso di diabete mellito tipo 1 e diabete mellito tipo 2 - insulino-trattato - in terapia con ipoglicemizzanti orali

Evoluzione dei sintomi in relazione ai livelli glicemici Ipoglicemie Evoluzione dei sintomi in relazione ai livelli glicemici sintomi neurovegetativi 50 mg/dl fame, scialorrea, nausea,  sudorazione, tachicardia, palpitazioni, tremori sintomi neuroglicopenici 40 mg/dl ansietà, eccitazione motoria, irritabilità, cefalea, sonnolenza,  perdita concentrazione, confusione mentale, deficit neurologici, 20 mg/dl convulsioni, coma

Cause di ipoglicemia in corso di trattamento insulinico e/o con farmaci I.O. secretagoghi - sovradosaggio errata prescrizione uso errato - ridotta introduzione di carboidrati errori dietetici nausea. vomito - attivtà fisica eccessiva - malattia concomitante deficit endocrino m. di Addison ipopituitarismo malattia sistemica

- accumulo del farmaco insuffic. renale Cause di ipoglicemia in corso di trattamento insulinico e/o con farmaci I.O. secretagoghi - guarigione da uno stato di stress infezione, infarto, intervento chir. - accumulo del farmaco insuffic. renale insuff. epatica alcoolismo età avanzata - concomitante assunzione di farmaci

- potenziamento farmacocinetico ( emivita): Farmaci potenzianti l’effetto ipoglicemizzante di sulfoniluree e insulina - potenziamento farmacocinetico ( emivita): sulfonamidi batteriostatiche cloramfenicolo allopurinolo anticoagulanti cumarinici fenilbutazone clofibrato

Farmaci potenzianti l’effetto ipoglicemizzante di sulfoniluree e insulina - potenziamento farmacodinamico: biguanidi etanolo (gluconeogenesi) salicilati (competizione siti legame) betabloccanti non selettivi

Ipoglicemie Le crisi ipoglicemiche possono simulare: - stato di etilismo acuto - epilessia (assenze, convulsioni) - malattie mentali (stati maniacali, eccitamento psicomotorio, aggressività) - malattie neurologiche (afasia, aprassia, ipotonia)

Ipoglicemie esogene Prevenzione primaria provvedimenti atti a ridurre il numero degli episodi ipoglicemici: - ottimizzazione t. ipoglicemizzante (I.O., insulina) - dieta - attività fisica - automonitoraggio glicemia

Ipoglicemie esogene Prevenzione secondaria provvedimenti atti ad evitare il coma: - riconoscimento dell’ipoglicemia (sintomi soggettivi, glicemia capillare e/o venosa) - somministrazione per os di carboidrati a rapido assorbimento

Terapia dell’ipoglicemia - zuccheri per os - controllo della glicemia dopo 15 minuti - glucagone i.m. o e.v. - soluzione glucosata e.v. 33% paziente cosciente: 10 g = 30 ml paziente incosciente: 20 g = 60 ml