Piano nazionale della prevenzione
Come è nato il Piano nazionale della prevenzione ? (1) 2004: il Ministero della Salute e gli Assessori regionali concordano l’adozione di un Piano nazionale di prevenzione attiva, coordinato dal CCM 2005: intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome. Si decide di adottare piani regionali (provinciali) per la realizzazione degli interventi previsti dal Piano nazionale della prevenzione CCM= organismo di coordinamento tra il Ministero della salute e le Regioni per le attività di sorveglianza e prevenzione. Si tratta di un processo innovativo per la sanità pubblica italiana, che ha previsto la definizione e l’attuazione di una metodologia di lavoro per progetti, univoca per tutte le Regioni, ma nel contempo flessibile, con l'obiettivo di raggiungere obiettivi di salute uniformi su tutto il territorio nazionale.
Come è nato il Piano nazionale della prevenzione ? (2) Nascono i piani regionali di prevenzione 2005-2007 2006: con l’approvazione del Piano sanitario nazionale 2006/2008 il Piano nazionale della prevenzione 2005/2007 viene confermato al 2008 Benchè la PAT non sia tenuta formalmente all’adozione di un Piano provinciale di prevenzione attiva, pare tuttavia opportuno operare un riallineamento a tale strumento e alla sua metodologia operativa
Gli ambiti di intervento
I 4 capitoli del Piano nazionale della prevenzione Prevenzione delle patologie cardio-vascolari Prevenzione della patologia tumorale Prevenzione degli incidenti Vaccinazioni
Il nuovo Piano nazionale della prevenzione
Obiettivi del nuovo PNP Porre al centro del progetto salute la persona e la comunità di cui la persona è parte, valorizzando gli esiti più che i processi Considerare la prevenzione rivolta ai problemi e, conseguentemente, agli obiettivi
Obiettivi del nuovo PNP Prevenzione come promozione della salute: interventi che potenziano i determinanti positivi e che controllano i determinanti negativi, sia individuali che ambientali Prevenzione come individuazione del rischio: screening di popolazione e medicina predittiva Prevenzione come gestione della malattia e delle sue complicanze: adozione di protocolli diagnostico-terapeutico-riabilitativi fondati sull’evidenza di efficacia, con standard di qualità, con verifiche e monitoraggio
Le 4 macro-aree del piano La medicina predittiva La prevenzione universale La prevenzione nella popolazione a rischio La prevenzione della complicanze e recidive di malattia
La medicina predittiva Prevenire mortalità e morbosità mediante la valutazione del rischio individuale Esempio: estendere l’utilizzo della carta del rischio cardiovascolare
La prevenzione universale (1) Area della sicurezza: finalizzata alla prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale, lavorativo e domestico La prevenzione di abitudini, comportamenti, stili di vita non salutari La prevenzione oncologica anche attraverso gli screening (vedi capitolo 4)
La prevenzione universale (2) La prevenzione delle esposizioni ad agenti chimici, fisici e biologici, che comprende: le malattie suscettibili di vaccinazione e le infezioni correlate all’assistenza sanitaria; le malattie causate da alimenti e bevande; le malattie professionali ed in ambito lavorativo; le malattie correlate all’inquinamento.
La prevenzione nella popolazione a rischio (1) Tumori: screening oncologici Patologia cardiovascolare: valutazione precoce del rischio e percorsi diagnostico-terapeutici Diabete: individuazione precoce e gestione integrata della malattia Malattie respiratorie croniche: riduzione del rischio ambientale e professionale, informazione, educazione
La prevenzione nella popolazione a rischio (2) Malattie osteo-articolari: individuare la diffusione di tali patologie, predisporre percorsi diagnostici, potenziare la diffusione di programmi di supporto Patologie orali: prevenzione delle patologie odontoiatriche, spt in età evolutiva, gestione integrata di tali patologie, attivazione di programmi di prevenzione Disturbi psichiatrici: lotta alla depressione e contrasto ai DCA
La prevenzione nella popolazione a rischio (3) Le malattie neurologiche: rivedere i percorsi assistenziali e la procedura di concessione dell’invalidità civile. Cecità e ipovisione: impatto psicosociale molto rilevante. Individuazione precoce e idonei percorsi diagnostico-terapeutico-riabilitativi. Ipoacusia e sordità: individuazione precoce ed idonei percorsi diagnostico-terapeutico-riabilitativi.
La prevenzione della complicanze e recidive di malattia Protezione e promozione della salute nell’anziano Prevenzione di fattori comportamentali di rischio Introdurre modelli assistenziali rispondenti ai bisogni delle famiglie Favorire l’integrazione dell’anziano e del disabile nella pianificazione urbanistica ed edilizia (strutture abitative, ma anche residenziali collettive)
Le difficoltà e le opportunità offerte dal PNP
Cosa è necessario una definizione accurata degli obiettivi un’analisi realistica e documentata del contesto provinciale o locale il coinvolgimento attivo dei vari gruppi di interesse la costruzione di alleanze e reti, spesso intersettoriali l’attivazione di sinergie tra i livelli istituzionali e quanti concretamente agiscono sul territorio
Difficoltà Interventi che richiedono interdisciplinarietà, interprofessionalità, intersettorialità Meccanismo della pianificazione con rischi di forte inerzia iniziale Staff regionali, a volte minuscoli, messi alla prova dalla esigenza di pianificare in ben 13 diverse aree Rischio di costruire un “castello di carte”
Opportunità Misurarsi con problemi attuali per rinnovarsi Sperimentare una modalità di lavoro coordinata: un piano nazionale rispettoso delle esigenze locali Utilizzare la valutazione per sviluppare l’azione Ricercare sinergie e coerenze tra piano, progetti CCM, altre iniziative istituzionali
Ministero della Salute
Prevenire le malattie croniche è possibile Dal Welfare State: orientato all’assistenza dei soggetti in difficoltà (salute “bene” “distribuito” dallo Stato) alla Welfare Community: in cui tutti contribuiscono alla conquista e al mantenimento del “bene” salute Benessere
Una nuova strategia per la salute Mettere le persone al centro dell’agire informare educare assistere stimolare la responsabilità individuale I cittadini diventano partner attivi della promozione della salute Sviluppare sinergie per i cittadini Amministrazioni centrali Amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni) Servizio Sanitario Nazionale Professionisti della salute Scuola Mondo del lavoro e dell’industria Associazionismo, Volontariato e Privato sociale Azioni e politiche concrete per facilitare le scelte salutari 23
La prevenzione delle Malattie Croniche Politiche Agricole Mondo della Scuola Politiche Trasporti Urbanistiche Economiche Giovani e tempo libero Sistema Sanitario la salute in tutte le politiche
Guadagnare Salute La Piattaforma Ministero Salute Dipartimento Politiche Famiglia Dipartimento Pari Opportunità Dipartimento Politiche giovanili Ministero Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Ministero Pubblica Istruzione Ministero Sviluppo Economico Ministero Economia e Finanze Ministero Trasporti Ministero Ambiente Conferenza Stato-Regioni Associazione Nazionale Comuni Italia Istituto Superiore Sanità Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza Lavoro Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione
Guadagnare Salute Gli 8 protocolli d’intesa Ministero Pubblica Istruzione (Comitato Paritetico) Dipartimento Politiche giovanili Altroconsumo Sindacati Filiera Alimentare Slow Food UNIPRO Consumatori
Le Associazioni firmatarie dei protocolli d’intesa Guadagnare Salute Le Associazioni firmatarie dei protocolli d’intesa ALTROCONSUMO ACU ADICONSUM ADOC CODACONS CONFCONSUMATORI CGIL CISL UIL SLOW FOOD ITALIA UNIPRO COLDIRETTI CONFAGRICOLTURA CONFCOOPERATIVE CIA CONFESERCENTI COPAGRI LEGACOOP FEDERALIMENTARE CONFCOMMERCIO FEDERCONSUMATORI LEGA DEI CONSUMATORI
Le stanze della prevenzione nella casa della salute Sono nel distretto sanitario Nello studio del pediatra e del medico di famiglia Nella farmacia Nell’ambulatorio
Chi sono i protagonisti? i cittadini gli operatori distrettuali della prevenzione il pediatra ed il medico di famiglia il farmacista ma anche : la scuola il comune
Per fare cosa? Misurare il cardiorischio Governare il diabete Prevenire l’obesità Disincentivare l’abitudine al fumo e il consumo di alcol Promuovere l’attività fisica Promuovere una sana alimentazione Vaccinare …
Messaggi chiave
Messaggi chiave (1) Le malattie non trasmissibili sono responsabili della maggior parte delle morti, delle sofferenze e dei costi sanitari I costi sanitari e sociali delle malattie non trasmissibili non saranno più sostenibili per i sistemi sanitari I principali fattori di rischio sono noti e modificabili, in quanto correlati a stili di vita non salutari o condizioni modificabili
Messaggi chiave (2) La prevenzione delle malattie croniche è un investimento Gli interventi devono essere efficaci Bisogna creare ambienti che favoriscano la scelta di comportamenti salutari I governi, le politiche devono utilizzare ogni opportunità per promuovere la salute
Il consumo di alcol in Provincia di Trento I risultati del sistema di monitoraggio PASSI 2011
Alcol e salute L’alcol è associato a numerose malattie (oltre 60): Malattie cardiovascolari Tumori Cirrosi del fegato Diabete mellito Malattie neuropsichiatriche Problemi di salute materno-infantile Malattie sessualmente trasmesse Dipendenze L’alcol è un importante causa di traumi: Violenza Incidenti stradali Infortuni sul lavoro Suicidio Il danno causato dall'alcol si estende alle famiglie e alla collettività
Quantità di alcol e rischi per la salute La quantità giornaliera massima di alcol per un consumo considerato moderato si è abbassata notevolmente a seguito dell’avanzare delle ricerche sull’argomento: p.es. nel caso del tumore alla mammella il rischio risulta aumentato anche per quantità modeste di alcol
Obiettivo di sanità pubblica Riduzione delle quantità di alcol consumate: meno è meglio! non più di 2 bicchieri per gli uomini; non più di 1 bicchiere per le donne e solo ai pasti in nessun caso il consumo di alcol deve essere raccomandato per motivi di salute Eliminazione del consumo in determinate situazioni o condizioni guida, lavoro, gravidanza, allattamento, preadolescenza e adolescenza, obesità, presenza di patologie, uso di farmaci, presenza di problemi alcol-correlati
Consumatore a maggior rischio consumo abituale elevato o binge drinking o consumo prevalentemente fuoripasto
Popolazione adulta 18-69 anni Sistema PASSI 2011
Consumo a maggior rischio N.B.: I consumatori a rischio possono essere presenti in più di una delle tre categorie di rischio (fuoripasto/binge/bevitore non moderato), quindi la somma delle singole categorie fa più di 26
Consumo a maggior rischio
Consumo a maggior rischio per distretto sanitario La prevalenza di consumatori di alcol a maggior rischio è pressoché identica nei quattro distretti sanitari
Consumo a maggior rischio andamento nel tempo Nessuna significativa variazione nel tempo della prevalenza di consumo di alcol a maggior rischio In particolare, per tutto il quadriennio 2008- 2011, il consumo abituale elevato risulta stabile attorno al 5-6%, il consumo fuori pasto risulta stabile attorno al 17%
In numeri assoluti… Si stima quindi che circa 93.000 persone residenti in Trentino siano consumatori a maggior rischio Il consumo a maggior rischio è più frequente tra i giovani dai 18 ai 34 anni (in modo particolare tra i 18-24enni) tra gli uomini nessuna associazione con istruzione e reddito
Attenzione e consigli da parte dei sanitari Solo una persona su cinque (21%) di quelle intervistate in Trentino riferisce che il proprio medico si è interessato del loro consumo di alcol Solo il 7% dei consumatori a rischio riceve il consiglio di bere meno
Riassumendo La maggior parte degli intervistati in provincia di Trento non beve alcol o ne beve moderatamente Circa un terzo riferisce dei consumi a rischio a particolare rischio: giovani e uomini I consigli dei sanitari sono efficaci nella promozione di sani stili di vita, ma numerosi professionisti fanno ancora fatica a inquadrare correttamente il livello di rischio legato all’alcol Una minoranza (8%) della popolazione continua a mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri guidando sotto l’effetto dell’alcol
Interventi di provata efficacia Interventi di counselling (anche brevi) da parte dei medici di famiglia Politiche e normative che intervengono sulla commercializzazione dell’alcol far diventare l’alcol più caro, meno facilmente reperibile ed eliminare la pubblicità di bevande alcoliche Aumento dei controlli alla guida Interventi di informazione ed educazione: utili per aumentare l’attenzione sull’argomento e per favorire l’accettazione pubblica di politiche e misure rivolte alla riduzione del consumo Fonte: Evidence for the effectiveness and cost–effectiveness of interventions to reduce alcohol-related harm, World Health Organisation, 2009
Un esempio: Legge della Provincia Autonoma di Trento 19/2010* Estende il divieto di somministrazione e vendita di alcol ai minori di 18 anni (invece dei 16 anni) Incentiva la somministrazione di bevande analcoliche Risponde quindi ai criteri OMS per interventi efficaci e costo-efficaci per ridurre la mortalità, la morbosità e i traumatismi legati all’alcol è una legge che promuove la salute! Occorre farla conoscere e rispettare * La legge è scaricabile presso: http://www.consiglio.provincia.tn.it/documenti_pdf/clex_21842.pdf 50
Possibili interventi delle amministrazioni dei Comuni Delibere su feste autorizzate dai Comuni: Divieto di intitolare la manifestazione ricorrendo a termini ascrivibili a prodotti alcolici Divieto di somministrazione di superalcolici Sospensione della mescita dopo le ore 2 Obbligo di esibire materiale informativo sul consumo nocivo Prezzo degli alcolici non inferiore a quello normale Almeno una serata senza alcol 51
Altri possibili interventi Contrastare gli happy hour Limiti alla sponsorizzazione Incrementare i controlli con etilotest anche in orari diurni Alle feste e sagre più bevande analcoliche di buona qualità e a minor prezzo Corsi per baristi
Alimentazione e stato nutrizionale I risultati del sistema monitoraggio PASSI, 2008-2011
Contesto Una sana alimentazione (elevato consumo di frutta e verdura) ha un ruolo protettivo nei confronti di: malattie cardiovascolari e neoplasie (cavità orale, faringe, laringe, esofago, polmone, stomaco, colon-retto) OMS: se ogni cittadino dell’Unione europea consumasse 600 grammi di frutta e verdura al giorno, si eviterebbero più di 135 mila morti all’anno per malattie cardiovascolari 400 grammi al giorno, corrispondente a circa 5 porzioni (five a day), è la quantità minima consigliata Una sana alimentazione è anche più rispettosa dell’ambiente (doppia piramide) Una cattiva alimentazione (+ sedentarietà) => eccesso di peso
Sovrappeso e obesità Rischio aumentato per: diabete mellito tipo II ipertensione, malattie cardiovascolari disturbi delle articolazioni tumori (seno, colon-retto, pancreas, cistifellea, esofago, utero, rene) Per ogni aumento di 4 kg/m2 dell’IMC il rischio di infarto aumenta del 26% (1) Terapia è molto difficile: prevenzione e promozione della salute enorme importanza Comunque: nelle persone già in sovrappeso o obese l’attività fisica riduce il rischio di malattie cardiovascolari indipendentemente dall’eventuale riduzione di peso (1) Fonte: Nordestgaard BG, Palmer TM, Benn M, Zacho J, Tybjærg-Hansen A, et al. (2012) The Effect of Elevated Body Mass Index on Ischemic Heart Disease Risk: Causal Estimates from a Mendelian Randomisation Approach. PLoS Med 9(5)
Qual è lo stato nutrizionale della popolazione adulta Qual è lo stato nutrizionale della popolazione adulta? Trentino - PASSI, 2008-2011 Il 60% dei trentini risulta normopeso, il 4% sottopeso, il 28% sovrappeso e l’8% obeso Complessivamente il 36% della popolazione trentina presenta un eccesso ponderale Questo corrisponde a 28.000 adulti obesi e circa 100.000 adulti in sovrappeso in Trentino Risulta associato in maniera significativa all’eccesso ponderale: per gli uomini, l’età per le donne: l’età, la bassa istruzione e la cittadinanza straniera
Confronto geografico Il Trentino ha la prevalenza di persone in eccesso ponderale tra le più basse in Italia Mediamente in Italia tale prevalenza è del 42% (32% persone in sovrappeso, 10% obese). Si osserva un chiaro gradiente nord-sud La prevalenza di eccesso ponderale appare più elevata lungo l’asse est-ovest della provincia, con il distretto Est che presenta una prevalenza significativamente più elevata rispetto ai distretti Centro Nord e Centro Sud
Confronto nel tempo La prevalenza di persone in eccesso ponderale in Trentino pare stabile per il periodo 2008-2011, analogamente a quanto si registra anche a livello nazionale
Qual è lo stato nutrizionale dei bambini? Trentino – OKkio 2010 (n=931) L’eccesso ponderale dei bambini è più frequente tra i bambini di madri sovrappeso/obese o con un basso livello di istruzione
Come considerano il proprio peso le persone intervistate Come considerano il proprio peso le persone intervistate? Trentino - PASSI, 2008-2011 Quasi metà (43%) delle persone in sovrappeso è convinto di pesare “più o meno giusto” Emerge una diversa percezione del proprio peso per genere: tra le donne in sovrappeso il 28% considera il proprio peso più o meno giusto rispetto al 52% degli uomini
Come considerano le madri il peso del proprio bambino? Percezione da parte delle madri dello stato ponderale del proprio figlio Trentino – OKkio 2010 (n=931) Il 38% delle madri di bambini in sovrappeso e l’11% della madri di bambini obesi pensa che il loro figlio sia sotto o normopeso La percezione risulta tanto più precisa quanto maggiore è la scolarità della madre
Quante persone sovrappeso/obese ricevono consigli di perdere peso Quante persone sovrappeso/obese ricevono consigli di perdere peso? Trentino - PASSI, 2008-2011 In Trentino il 55% delle persone in eccesso ponderale ha ricevuto il consiglio di perdere peso da parte di un medico o altro operatore sanitario il 47% delle persone in sovrappeso l’80% delle persone obese Non ci sono variazioni significative negli anni o tra distretti Ma che impatto hanno percezione e consigli…?
Efficacia dei consigli e la percezione Trentino - PASSI, 2008-2011 La proporzione di persone in eccesso ponderale che seguono una dieta è significativamente più alta: tra chi percepisce il proprio peso come “troppo alto” (30% vs il 13% di coloro che ritengono il proprio peso “giusto”) tra coloro che hanno ricevuto il consiglio da parte di un operatore sanitario (39% vs 15%).
Consumo di frutta e verdura Trentino - PASSI, 2008-2011 L’abitudine di mangiare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno (“5 a day”) è più diffusa nelle donne (22% vs 11% degli uomini) negli uomini il consumo di frutta e verdura risulta associato all’età >50 nelle donne sia all’età che alla cittadinanza italiana Non si osservano differenze in base al reddito/istruzione
Consumo di frutta e verdura Trentino - PASSI, 2008-2011 Le abitudini dei trentini nel consumo di 5 porzioni di frutta e verdura è identico nei diversi distretti e non si modifica significativamente nel corso degli anni da vedere il dato del 2012 per verificare possibile trend in diminuzione
Abitudini alimentari giornaliere dei bambini Trentino – OKkio 2010 (n=931) Solo il 12% dei bambini consuma le dosi raccomandate di frutta e verdura Il 60% dei bambini beve meno di una volta la giorno bibite zuccherate (di cui il 6% mai); il 15,5% ne beve più di una al giorno
Riassunto 1/3 In Trentino lo stato nutrizionale della maggioranza della popolazione risulta nella norma ed è stabile nel tempo L’eccesso ponderale è comunque abbastanza diffuso e costituisce un problema di salute pubblica rilevante, anche se meno pronunciato rispetto ad altre realtà italiane
Riassunto 2/3 Le persone con basso livello di istruzione e cittadinanza non italiana (soprattutto le donne e i loro figli) sono più a rischio di eccesso ponderale e di alimentarsi in maniera non ottimale Problema di equità sociale Interventi ne devono tenere conto
Riassunto 3/3 Corretta autopercezione e consigli dei medici/operatori sanitari sono efficaci nella modifica dei comportamenti Consigli: potrebbero essere più diffusi e più tempestivi (occorre diventare obesi per attirare l’attenzione del medico…)
Importanza del contesto OMS: “l'obesità risulta dalla reazione normale delle persone agli stimoli derivanti dall'ambiente obesogenico nel quale si trovano a vivere” fornitura e marketing progressivamente crescenti di alimenti gustosi, ipercalorici e a basso costo occorre considerare le strategie di marketing dell’industria alimentare come una parte dei determinanti sociali della salute da affrontare con interventi specifici Tasse, etichettature, pubblicità, bando dei cibi spazzatura da determinati ambienti (scuole, ospedali, uffici pubblici) anche attraverso strumenti normativi (presentazione di Casonato et al. oggi pomeriggio)
Il coraggio di semplificare l’informazione…
L’abitudine al fumo in Provincia di Trento I risultati del sistema monitoraggio PASSI, 2008-2011
Impatto sulla salute Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare Il fumo di tabacco è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura Si stima che fra i 70 e gli 80 mila decessi all’anno, in Italia, siano attribuibili all’abitudine al fumo con oltre un milione di anni di vita potenzialmente persi
Le otto cause maggiori di morte e le morti attribuibili al fumo di tabacco Fonte: WHO, World Health Statistics, 2008, http://www.who.int/whosis/whostat/EN_WHS08_Full.pdf * le altre malattie dovute al fumo di tabacco includono: cancro della bocca e dell’orofaringe, cancro dell’esofago, dello stomaco, del fegato e altre forme di tumore, malattie cardiovascolari diverse da Infarto ed ictus, diabete e malattie del tratto digerente
Alcune definizioni Fumatore Chi ha fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche giorno Ex-fumatore Chi ha fumato più di 100 sigarette nella sua vita e non fuma da oltre 6 mesi Fumatore in astensione Chi ha fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non fuma da meno di 6 mesi (vengono contati come fumatori) Non fumatore Chi ha fumato meno di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non fuma
I fumatori In Trentino, i fumatori rappresentano il 25% degli intervistati, gli ex fumatori il 24% e i non fumatori il 51% A livello nazionale la percentuale di fumatori è del 29%
Fumatori in provincia di Trento: prevalenze per caratteristiche sociodemografiche PASSI, 2008-2011 Associato in maniera significativa alla fumo di sigaretta risulta per entrambi i sessi: la giovane età e l’avere molte difficoltà economiche
Confronto geografico Fumatori PASSI, 2008-2011 Mediamente in Italia la prevalenza di fumatori è del 29% Il confronto regionale presenta un range di variazione dal 25% di fumatori del Trentino e del Veneto al 32% dell'Abruzzo, del Lazio e dell'Umbria L’analisi territoriale trentina non fa emergere differenze tra i distretti
Confronto nel tempo Fumatori Trentino - PASSI, 2008-2011 In Trentino non si osserva una modifica nel tempo della prevalenza di fumatori (stabile attorno al 25% per tutto il quadriennio 2008-2011)
Il consiglio di smettere da parte di un sanitario Trentino - PASSI, 2008-2011 Il consiglio di smettere di fumare è dato al 52% dei fumatori trentini, percentuale più bassa di quella media nazionale (57%) Il range a livello italiano varia dal 41% della Provincia Autonoma di Bolzano al 67% della Sardegna La percentuale di fumatori consigliati di smettere non subisce variazioni significative nel tempo (ma certamente non aumenta…)
Smettere di fumare Trentino - PASSI, 2008-2011 In Trentino il 44% dei fumatori ha tentato di smettere nei 12 mesi precedenti l’intervista (circa 40.000 persone ogni anno), nel 10% con successo Tra chi ha cercato di smettere di fumare nell’ultimo anno, quasi tutti l’hanno fatto da soli (95%)
Il rispetto del divieto di fumare Trentino - PASSI, 2008-2011
Interventi di contrasto Ostacolare iniziazione Interventi “ambientali” (disponibilità, prezzo, norme sociali) Interventi scolastici Interventi famigliari Interventi comunitari Interventi multicomponente Facilitare cessazione Interventi “ambientali” Consigli medici Centri anti-fumo (presentazione oggi pomeriggio) Modificato da: Fabrizio Faggiano, Workshop PASSI, Roma 7-8 aprile 2011 http://www.epicentro.iss.it/passi/pdf2011/ws7-8aprile2011/FAGGIANO.pdf
Ruolo dell’influenza sociale (normative belief) Quello che viene percepito normale negli altri (pari o adulti) risulta essere un determinante del proprio comportamento (social cognitive theory, Bandura, 1986) Da: Fabrizio Faggiano, Workshop PASSI, Roma 7-8 aprile 2011 http://www.epicentro.iss.it/passi/pdf2011/ws7-8aprile2011/FAGGIANO.pdf
Da: Fabrizio Faggiano, Workshop PASSI, Roma 7-8 aprile 2011 http://www.epicentro.iss.it/passi/pdf2011/ws7-8aprile2011/FAGGIANO.pdf
Interventi ambientali per modificare l’influenza sociale Riduzione della disponibilità Limiti di vendita per età, orario, luoghi (ad esempio autogrill) etc Divieti di fumare in luoghi pubblici e sul lavoro Aumenti del costo (tassazione) Divieti di pubblicità Regolamentazione dei media Divieto di pubblicità indiretta nei film – WHO codici di autoregolamentazione media Policy scolastiche (RR=0.32 – Moore 2001) progetto “La scuola che promuove la salute” inserito nel Piano provinciale della prevenzione PAT Modificato da: Fabrizio Faggiano, Workshop PASSI, Roma 7-8 aprile 2011 http://www.epicentro.iss.it/passi/pdf2011/ws7-8aprile2011/FAGGIANO.pdf
Riassumendo (1/2) La maggioranza delle persone residenti in Trentino non fuma e tra i fumatori quasi la metà è volenterosa di smettere (ma tentano ancora quasi tutti da soli) In Trentino l’abitudine al fumo è meno diffusa rispetto a tutte le altre regioni italiane ed è stabile nel tempo Anche tra i giovani adulti la maggioranza delle persone non fuma, ma è comunque preoccupante l’elevata prevalenza di fumatori: nella classe d’età dei 18-34enni, dove circa un terzo delle persone riferisce di essere fumatori HBSC: tra i 15enni (1 su 4 fuma almeno qualche volta al mese) Anche in Trentino l’abitudine al fumo segue un gradiente socio-economico penalizzante le fasce sociali più deboli
Riassumendo (2/2) Il rispetto della legge del divieto di fumo nei luoghi pubblici e sul lavoro rimane elevata anche a oltre 6 anni dalla sua introduzione L’attenzione degli operatori sanitari al tema del fumo potrebbe essere ancora maggiore: solo un fumatore su 2 riceve il consiglio di smettere Al fine di dare maggiore sostegno ai fumatori che vogliono smettere sono attivi due Centri anti-fumo