da Hans Blumenberg, Elaborazione del mito I miti sono storie con un alto grado di stabilità nel loro nucleo narrativo, e con una variabilità marginale altrettanto marcata. Queste due caratteristiche ne facilitano la tradizione: la loro stabilità stimola a riconoscerli anche in rappresentazioni artistiche o rituali, la loro modificabilità solletica a sperimentare mezzi nuovi e personali di presentazione. È il rapporto di “tema con variazioni”, la cui attrattività per compositori e ascoltatori ci è nota dalla musica. I miti non sono dunque come dei “testi sacri”, nei quali non si può cambiare nemmeno uno iota.
Anfora della Magna Grecia rappresentante: L’incontro di Ulisse e Nausicaa
Pittura vascolare raffigurante Ulisse e le sirene
Testa di Ulisse dal Museo Archeologico di Sperlonga Reperto della Villa di Tiberio
W. Turner, Ulisse che deride Polifemo, 1829
G. De Chirico, Autoritratto in veste di Odisseo, 1921-22
Il polytropos Ulisse “L’uomo ricco d’astuzie raccontami, o Musa, che a lungo errò dopo ch’ebbe distrutto la rocca sacra di Troia; di molti uomini le città vide e conobbe la mente, molti dolori patì in cuore sul mare, lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi.” (Odissea, vv. 1-5)
P. Van Thiegem, La littérature comparèe, 1931 “La letteratura comparata comprende le relazioni tra la letteratura greca e quella latina, il debito che a partire dal Medioevo le letterature moderne hanno contratto nei confronti della letteratura classica ed infine i legami che connettono le diverse letterature moderne. Quest’ultimo campo di ricerca, che è anche il più complesso, è l’unico che la letteratura comparata, nel senso in cui essa è generalmente intesa, assume come proprio.”
René Wellek e la letteratura comparata “la letteratura comparata può meglio essere difesa e definita dalla sua prospettiva e dal suo spirito che da qualsiasi partizione circoscritta entro la letteratura.”…
Wellek e la letteratura comparata (continua) … “studierà tutta la letteratura in una prospettiva internazionale, consapevole dell’unità di tutte le creazioni ed esperienze letterarie. In questa accezione la letteratura comparata si identifica con lo studio della letteratura al di fuori dei limiti linguistici,etnici e politici.”…
Wellek e la letteratura comparata (continua) … “non può essere limitata a un solo metodo: descrizione, caratterizzazione, interpretazione, narrazione, spiegazione, valutazione sono usate nel suo discorso tanto quanto la comparazione.”
Yves Chevrel definizione della disciplina “La letteratura comparata non è un insieme di testi, ma è una prospettiva di studio della letteratura. […] non è riducibile alla comparazione letteraria, né tanto meno alla pratica dei paralleli […]. Si tratta, fondamentalmente, di un approccio intellettuale mirante a studiare qualsiasi oggetto definito o definibile come letterario, mettendolo in relazione con gli altri elementi costitutivi di una cultura.”
Remo Ceserani Identità di una disciplina Definizione: “Lo studio delle letterature su base non strettamente nazionale (o nazionalistica) viene normalmente definito con i termini di comparatistica letteraria o con altri simili: letteratura comparata, letterature comparate, letteratura generale”.
Remo Ceserani Identità di una disciplina Di cosa si occupa: “la disciplina si occupa, oltre che dello studio dei rapporti e confronti tra le diverse tradizioni letterarie, degli aspetti generali della produzione, comunicazione e ricezione della letteratura – teoria della letteratura, teoria e storia dei generi letterari, retorica e stilistica, sociologia letteraria;”…
… “dei rapporti fra i diversi codici della comunicazione culturale – letteratura e arti figurative, letteratura e teatro, letteratura e cinema, letteratura e musica;”…
… “dei rapporti tra la letteratura e il contesto culturale e della funzione della letteratura nei più ampi sistemi della comunicazione culturale – letteratura e ideologie, tradizioni nazionale e tradizioni locali, tradizioni sovranazionali, storia letteraria, multiculturalismo.”
R. Ceserani e il modello americano “Uno dei motivi fondamentali che ispirano gli interventi dei comparatisti più illuminati è quello che insiste sul dialogo, il confronto e la controversia come elementi caratterizzanti e auspicabili di ogni vera comparazione”.
da Claudio Guillén, L’uno e il molteplice “Avviciniamoci alla nostra disciplina senza perdere di vista questo carattere iniziale: la letteratura comparata come tensione, desiderio, attività di fronte ad altre attività. Desiderio, diciamo subito, di superamento del nazionalismo culturale: della utilizzazione della letteratura per fini nazionalistici, istinti narcisisti, propositi ideologici. Sogno, fin dai tempi di Goethe, di una letteratura del mondo.”
Il locale e l’universale “La disposizione d’animo del comparatista, ciò che gli permette di affrontare una tale impresa è la coscienza di certe tensioni fra il locale e l’universale; o, se si preferisce, fra il particolare e il generale” (Guillen)
L’esperienza del molteplice “L’esperienza della molteplicità è corrente e di facile accesso all’osservazione, mentre il concetto di universo, nel suo senso organico e unificatore, ci appare troppo ambizioso nel momento in cui non ci limitiamo alle leggi delle scienze naturali e prendiamo in considerazione i fatti storici, le istituzioni sociali e politiche, le creazioni culturali. E fra queste la letteratura” (Guillen)
Dialogo tra l’uno e il molteplice “Due coordinate elementari, l’una spaziale e l’altra temporale, contribuiscono a precisare e definire questo dialogo. Esempio estremo della prima è la longitudine Est/Ovest, che separa civiltà remote, indipendenti.” “Parimenti, quasi simultaneamente, ricorriamo alla coordinata temporale. […] Un nuovo dialogo si stabilisce, non già fra località e mondo, ma fra divenire e continuità.” (Guillén)
Chevrel: distinzione tra motivo e mito motivo: una situazione (un uomo tra due donne), una relazione (fratelli nemici), un tipo (il vecchio innamorato), una rappresentazione (il labirinto), ecc.; mito: (o ciò che P. Van Tieghem definisce leggenda, R. Trousson tema e E. Frenzel Stoff): una coerente elaborazione narrativa di uno o più motivi, legata a un nome – che si può allora definire come il nome di una “figura mitica” (Edipo, Don Giovanni, Prometeo, Werther, ecc.)
Chevrel: definizione sintetica del mito in letteratura Un mito, in letteratura, è un insieme di elementi connessi, caratteristici di un’esperienza umana; in modo ancor più lapidario: un mito è una configurazione simbolica.
Chevrel: perché si studiano i miti Studiare i miti significa interrogarsi sulla rappresentazione che gli uomini hanno di se stessi e del rapporto col mondo nel quale vivono
Henry H.H. Remak, Definizione e funzioni della letteratura comparata
da C. Baudelaire, Les fleurs du mal
H. Bloom, Canone occidentale “Shakespeare e Dante costituiscono il centro del Canone perché superano tutti gli altri scrittori occidentali in fatto di acutezza cognitiva, energia linguistica e forza d’invenzione” “Shakespeare è per la letteratura mondiale, ciò che Amleto è per la sfera immaginaria del personaggio letterario: uno spirito che penetra ovunque, che è impossibile confinare”
J.H. Füssli, Gertrude, Amleto e il fantasma del padre di Amleto,1793(attoIII,scena4)
T. Lawrence, John Philip Kemble come Amleto, 1801
E. Delacroix, Amleto scorge lo spettro del padre, 1825 (atto I, scena V)
E. Delacroix, La morte di Ofelia, 1853 (atto IV, scena 7)
J. E. Millais, Ofelia, 1851-52 (atto IV, scena 7)
da G. Bachelard, Il complesso di Ofelia, in L’eau et les rêves L’acqua è la patria sia delle ninfe viventi che delle ninfe morte. L’acqua è il vero elemento della morte femminile. Nella prima scena tra Amleto e Ofelia, Amleto – seguendo in ciò la regola della preparazione letteraria del suicidio – come se egli fosse un indovino che predice il destino, esce dalla sua profonda fantasticheria mormorando: “Ecco la bella Ofelia! Ninfa, nelle tue preghiere, ricordati di tutti i miei peccati” (Amleto, atto III, sc. 1). Da allora, Ofelia è destinata a morire per i peccati altrui, ella deve morire nel fiume, dolcemente, senza clamore. La sua breve vita è già la vita di una morta. Questa vita priva di gioia è forse altra cosa di una vana attesa, di una povera eco del monologo di Amleto?
da G. Bachelard, Il complesso di Ofelia, in L’eau et les rêves Ofelia potrà essere dunque per noi il simbolo del suicidio femminile. Ella è veramente una creatura nata per morire nell’acqua, ella vi ritrova, come dice Shakespeare, “il suo proprio elemento”. L’acqua è l’elemento della morte giovane e bella, della morte fiorita e, nei drammi della vita e della letteratura, ella è l’elemento della morte senza orgoglio e senza e senza vendetta, del suicidio masochista. L’acqua è il simbolo profondo, organico della donna che non sa che piangere le sue pene e i cui occhi sono così facilmente “annegati dalle lagrime”.
da G. Bachelard, Il complesso di Ofelia, in L’eau et les rêves L’uomo, di fronte a un suicidio femminile, comprende questo affanno funebre tramite la parte femminile che è in lui, come Laerte. Egli torna uomo – ridiventando “secco” – quando le lagrime hanno cessato di scorrere.
da G. Bachelard, Il complesso di Ofelia, in L’eau et les rêves Invano, si cercherà di riportare sulla terra i resti di Ofelia. Ella è veramente, come dice Mallarmé, “una Ofelia mai annegata … gioiello intatto nel disastro”. Nei secoli, ella apparirà ai sognatori e ai poeti, galleggiante sul suo ruscello, con i suoi fiori e la sua capigliatura sparsa sull’onda. Ella sarà l’occasione di una delle sineddochi poetiche tra le più luminose. Ella sarà una capigliatura galleggiante, una capigliatura sparsa per i flutti.
G. Delacroix, Amleto e Orazio al cimitero, 1835 (atto V, scena I)
E. Delacroix, Amleto e Orazio al cimitero, 1859 (atto V, scena 1)
G. Moreau, Amleto e Laerte nella fossa di Ofelia, 1850 (atto V, scena I)
To be or not to be “Amleto ha una mente speculativa che gli consente d’avere una concezione profonda e vasta del macrocosmo (si consideri il famoso monologo To be or not to be) ma che si smarrisce quando deve prendere decisioni pronte ed efficaci nei riguardi degli uomini in carne ed ossa, del microcosmo che forma la materia della sua personale esperienza; egli è un metafisico, non uno psicologo, come dimostra il suo rivoltante modo di trattare Ofelia, che per lui cessa di essere la donna amata per divenire un esempio della ‘fragilità il cui nome è donna’, un’astrazione” (M. Praz)
AMLETO e la tabella di Sellier CODICE SOCIO FAMILIARE CODICE TEMPORALE CODICE DEGLI ELEMENTI CODICE GESTUALE AMLETO FIGLIO E PROMESSO SPOSO DURATA TEMPO INTERIORE AZIONE DIFFERITA POLVERE OSSA INETTITUDINE IRONIA/MELANCONIA FALSA FOLLIA LAERTE FRATELLO ISTANTE DELL’ATTO COMPIUTO FUOCO VOLONTA’ FERMA IRRUENZA SERIETA’ OFELIA FIGLIA E PROMESSA SPOSA L’ETERNITA’ DELLA MORTE PER ACQUA ACQUA ABBANDONO QUIETA FOLLIA