Savinio e Luciano di Samosata Nel 1944 Savinio cura l’introduzione e le note alle opere di Luciano di Samosata, tradotte da Luigi Settembrini e arricchisce l’edizioni di preziose illustrazioni. A. Savinio, Autoritratto, 1936
Savinio e Luciano di Samosata i Dialoghi Luciano, siriaco d’origine, greco quanto a cultura, è autore di varie opere di intento satirico Una storia vera Savinio nell’Introduzione a Una storia vera dichiara che quest’opera “vuol essere soprattutto la parodia dei favolosi racconti di Ulisse alla corte di Alcinoo e di altre simili narrazioni...”
Savinio e Luciano di Samosata Savinio scopre in Luciano uno scrittore di spirito “moderno”. “Moderno è ogni spirito non misticamente ispirato dai miti come Eschilo o Dante, ma cosciente della propria autonomia mentale e che liberamente e spassionatamente contempla intorno a sé il mondo sdivinizzato”.
Riferimenti alle vicende narrate nell’Odissea Savinio e Luciano di Samosata Una storia vera Riferimenti alle vicende narrate nell’Odissea Come Savinio si è accostato, nell’Introduzione e nelle Note da lui curate, a questa opera di Luciano.
Savinio e Luciano di Samosata Una storia vera “Messici alla balia del vento, fummo battuti da una tempesta per settantanove giorni: nell’ottantesimo comparso a un tratto il sole, vedemmo non lontano un’isola alta e selvosa, intorno alla quale non frangeva molto il mare, perché il forte della tempesta era passato. Approdammo dunque, e sbarcati, ci gettammo a terra stanchi di sì lungo travaglio, e così stemmo lungo tempo. Poi sorti in piedi, scegliemmo trenta compagni che rimasero a guardia della nave e venti vennero con me per scoprire com’era fatta l’isola”. Savinio così commenta questo episodio nella nota: “Imitazione evidente dell’arrivo di Ulisse e dei suoi compagni nell’isola Eea. Ma Omero narra un fatto avvenuto, Luciano un fatto inventato. Questa la differenza tra il realismo di Omero e l’ntellettualismo di Luciano. Per questo Luciano è “fine di civiltà” e dopo di lui la civiltà deve morire o trasformarsi”.
Savinio e Luciano di Samosata Una storia vera Una delle tappe del viaggio fantastico è l’approdo all’Isola dei Beati. Savinio commenta: “C’è in quell’isola un bon-ton da salotto letterario e una intelligenza che preannuncia Stendhal. Luciano aprrofitta di questo tono da ballata per concludere alcuni fatti storici e alcune biografie rimaste incerte, come la città natale di Omero e se costui si chiamava veramente Omero ed era cieco”.
Savinio e Luciano di Samosata Una storia vera Dopo più di sei mesi di permanenza sull’Isola dei Beati, Luciano deve ripartire. Fra le isole che egli intravede all’orizzonte c’è la terra di Calipso, la dea che aveva trattenuto presso di sé Ulisse per sette anni, secondo il racconto omerico. A Calipso l’eroe vuole inviare un messaggio. Savinio afferma di trovare particolarmente simpatico il fatto che l’Ulisse di Luciano, dopo il disinganno avuto a Itaca e il dimostrato “borghesismo” di Penelope, scriva a Calipso pensando di fuggire e tornare da lei. “Anche per noi la matura e morbida Calipso è la donna ideale, una maman Colibrì avanti lettera, amorosa ma assieme attenta alla salute del suo uomo e abbastanza savia da capire che l’altruismo in amore è il più profittevole degli egoismi”.
Savinio e Luciano di Samosata Qualità di Calipso in La verità sull’ultimo viaggio Qualità che Savinio individua nella Calipso di Una Storia Vera Savinio si manifesta come autore che predilige ripetere se stesso sotto la forma dell’autocitazione da un testo all’altro della propria opera.