La qualità della democrazia. Una critica

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La qualità della democrazia. Una critica Pietro Grilli di Cortona

Crisi delle democrazie? I fattori esterni Globalizzazione e sfide alla sovranità degli Stati Crisi degli Stati e failed states La democrazia “a sovranità limitata”? (2011): la lettera della Banca europea all’Italia (Trichet e Draghi) e la vicenda del referendum greco 18/04/2017

Crisi delle democrazie? Le manifestazioni interne 1 Il “paradosso di Giddens”: mentre i cittadini sono sempre più delusi dalla democrazia, questa continua ad avere successo fuori (tensione tra approfondimento e allargamento) Negli anni ‘70 si è parlato della crisi di partecipazione (Crozier, Huntington, Watanuki 1975) Crisi della o crisi nella democrazia? 18/04/2017

Crisi delle democrazie? Le manifestazioni interne 2 Apatia e non voto Indifferenza e sfiducia nei confronti del sistema politico-istituzionale Il localismo Fine della militanza nei partiti e nelle altre strutture intermedie La democrazia non suscita emozioni in chi ce l’ha già Emergere di movimenti anti-politici e anti-istituzionali Il disincanto nelle nuove democrazie 18/04/2017

Quali risposte alle crisi democratiche? Migliorare la qualità della democrazia La democrazia cosmopolitica La democrazia deliberativa Democratizzare i partiti? Presidenzializzazione, primarie La democrazia del web? 18/04/2017

La qualità: una ricerca affascinante Si tratta di un cammino di ricerca affascinante, che ha caratterizzato gran parte della riflessione politica dall'antichità a oggi sulla ricerca della miglior forma di governo, e che non poteva che essere il passo successivo alla definizione minima della democrazia e ai successi delle democratizzazioni della terza ondata. Si sviluppa una base empirica multidimensionale molto ben definita e ben ancorata alla realtà. In questo senso, lo sforzo di far uscire la nozione di qualità democratica dal regno dell’utopia è coronato da successo.

La qualità: questione normativa D’altra parte, in un tale argomento sussiste sempre un forte rischio di deriva normativa. Infatti, mentre siamo tutti (sostanzialmente) d’accordo su cosa è democrazia, cioè sulla definizione minima, diventa difficile trovare elementi di consenso nel definire una democrazia di “qualità”. Il punto, per dirla con Sartori, è il seguente: cosa ci aspettiamo dalla democrazia? Se si segue questo filo, dobbiamo constatare come dalla democrazia ci aspettiamo sempre di più e che la tendenza è quella di superare la definizione minima e di sovraccaricare il significato di democrazia. Il rischio è uccidere la democrazia inseguendo una iperdemocrazia: la democrazia diventa qualcosa di più, comunque alla fine qualcosa di diverso.

Bobbio e Sartori Niente rischia di uccidere la democrazia più che l’eccesso di democrazia (N. Bobbio) Da quando la democrazia è stata elevata al rango della miglior forma di governo possibile (o di quella meno cattiva), il punto di vista da cui i regimi democratici sono giudicati è quello delle promesse non mantenute (N. Bobbio) L’unico modo per abbattere la democrazia è quello di rincarare la dose rivendicando una iperdemocrazia, una democrazia ancora più democratica (Sartori)

Costruire una democrazia di qualità (Morlino 2003; Diamond e Morlino 2005) E’ una “buona democrazia”. Ma cosa è una “buona democrazia”? E’ una democrazia con un assetto istituzionale stabile che, attraverso istituzioni e meccanismi correttamente funzionanti, realizza la libertà e l’uguaglianza dei cittadini Morlino è ben consapevole della dimensione rappresentativa della democrazia, senza con questo nulla togliere al valore di certi istituti di democrazia diretta 18/04/2017

Le dimensioni secondo Morlino Spiegazione Dimensioni procedurali Rule of law Accountability o responsabilità elettorale Accountability o responsabilità inter-istituzionale Partecipazione Competizione Sicurezza personale, applicazione erga omnes della legge, assenza di territori controllati dalla criminalità, burocrazia efficiente e responsabile, polizia efficiente e rispettosa dei diritti costituzionali, uguale accesso alla giustizia, giustizia efficiente e non troppo lunga, indipendenza dei giudici. Informazione (i rappresentanti devono informare), giustificazione (devono spiegare le loro scelte), sanzione o ricompensa. Più solido in presenza di un sano bipolarismo. Responsabilità da parte di altre istituzioni (opposizione, magistratura, corti costituzionali, corti dei conti, banca centrale) verso i governanti. Forma e rafforza l'identificazione di gruppo, influenza reclutamento e decisioni della politica, forma i cittadini. La partecipazione legale e convenzionale è quella più funzionale alla qualità. Molte facce: fra partiti, dentro i partiti, fra gruppi, ecc. Importante la stabilità dell'ordine costituzionale e legale per assicurare una sana competizione Dimensioni sostantive Libertà Eguaglianza Diritti politici: voto, competizione, elettorato passivo, ecc. Diritti civili (attinenti alla persona): libertà personale, sicurezza, difesa, riservatezza, di movimento, di manifestare, di espressione, d'insegnamento, d'informazione, di stampa, ecc. Diritti sociali: alla salute, all'integrità psico-fisica, al lavoro, allo sciopero, a livelli dignitosi di vita, alla casa, allo studio, all'ambiente salubre Attenzione al risultato Responsiveness Rispondenza, capacità di risposta dei governanti alle domande e ai bisogni dei governati. La soddisfazione dei cittadini può essere misurata in vari modi, a cominciare dai dati di sondaggio. Una soddisfazione completa è impensabile e irraggiungibile.

Cosa ci aspettiamo dalla democrazia? Risposte unanimi Lotta alla corruzione, Necessità di sottrarre territori al controllo delle organizzazioni criminali, Efficienza della PA, Promozione dell'accountability elettorale e quella interistituzionale, Migliorare la responsiveness

Cosa ci aspettiamo dalla democrazia? Dove ci si può dividere Ciascuno ha un suo modo per migliorare la qualità e gli aspetti normativi non possono essere eliminati. Non sempre la strada è quella della massimizzazione di principi giusti: Libertà Uguaglianza Sicurezza Partecipazione Dialogo e ricerca del consenso

Alcuni problemi Alcune dimensioni rappresentano altrettanti nervi scoperti del dibattito politico globale: la redistribuzione del reddito: l'uso della leva fiscale può configurarsi, oltre certi livelli, come un vulnus al diritto di proprietà; la sicurezza: fin dall'antichità si è sempre cercato di raggiungere un equilibrio capace di conciliare un ordine che non sia oppressione con una libertà che non sia licenza; si deve comunque sapere che la richiesta di protezione esalta sempre il potere e le sue prerogative

Accentuare, insieme, libertà ed eguaglianza? 1 Libertà “da” e libertà “di”: le libertà positive non sopravvivono senza la libertà negativa (De Ruggiero, Berlin, Sartori) Oltre certi livelli, libertà ed eguaglianza confliggono perché la seconda può essere promossa solo con interventi che limitano la prima Varie eguaglianze si sono affermate nella storia, in sequenza: giuridico-politica, sociale, di opportunità, economica 18/04/2017 14

Accentuare, insieme, libertà ed eguaglianza? 2 Oggi si dice: dare a ciascuno secondo i suoi bisogni. Ma ciò genera una rincorsa di eguaglianze: se i bisogni si estendono oltre quelli primari, non c’è limite all’arbitrio Il problema della redistribuzione del reddito come politica egualitaria si può fare solo dopo una fase non egualitaria di accumulazione del reddito. Sennò cosa si distribuisce? Le eguaglianze si elidono a vicenda: eguali trattamenti non portano a eguali esiti ed eguali esiti richiedono diseguali trattamenti (Sartori); l’eguaglianza davanti alla legge e quella materiale non possono essere mai raggiunte insieme (von Hayek) 18/04/2017 15

E i diritti sociali? Se ne parla molto oggi e troppo spesso si tende ad esaurire in essi lo stesso significato di democrazia Non nascono con Habermas, ma alcuni sono già proclamati dai giacobini durante la Rivoluzione francese

I diritti sociali non sono esclusivi delle democrazie Infatti la loro tutela e l'attuazione di politiche di welfare hanno caratterizzato anche i totalitarismi. Ciò significa che: a) una democrazia senza diritti politici e civili non è una democrazia, b) un regime che riconosce i diritti sociali non è affatto detto che sia democratico, c) una democrazia che riconosce e attua poco i diritti sociali è sempre una democrazia, sia pure caratterizzata da (deboli o forti) diseguaglianze.

Il rischio di deriva normativa I diritti sociali sono quelli più suscettibili di assecondare la deriva normativa e idealistica della qualità democratica (nessuna democrazia riuscirà mai ad assicurare il diritto all'ambiente salubre); ad accentuarne il carattere normativo concorre la loro progressiva dilatazione e proliferazione, al punto che oggi qualcuno parla del diritto alla verità che mi pare una brillante scorciatoia (eterogenesi dei fini) per arrivare (o ritornare) al totalitarismo; Rappresentano il punto debole di tutto l'impianto, da maneggiare con molta accortezza e moderazione

Allora? In generale, la discussione è tra chi vede un miglioramento della qualità democratica attraverso un incremento dell’intervento regolativo dello Stato e chi, invece, preferirebbe imboccare la strada opposta di un ridimensionamento delle occasioni d’intrusione dell’attività pubblica nella vita degli individui; Ci sono buone ragioni a favore di una migliore democrazia su ambedue i versanti: probabilmente le modalità del miglioramento della qualità vanno modulate con riferimento alla situazione specifica di un paese, ai problemi esistenti, alle eredità con cui si ha a che fare, alle spinte prevalenti, al momento storico sia dal punto di vista interno che da quello internazionale.

Possibile incrementare la qualità? E come? Al di là degli aspetti minimi di democrazia, dunque, la qualità può anche esser frutto di opinioni che scaturiscono dalle diverse esigenze, dalle diverse sensibilità e anche, addirittura, dalle diverse culture E’ facile intravedere, cioè, nell'applicazione delle dimensioni della qualità ai singoli casi empirici, una certa difficoltà a immaginare un percorso generale e condiviso per giungere all'incremento della qualità della democrazia

Un approccio non dogmatico? Forse dovremmo muovere dal punto di vista che non esiste la Buona Democrazia, ma che semmai esistono molti modi e molte opinioni per migliorare la democrazia (e quindi di arrivare a una democrazia migliore) in relazione ad una certa esperienza; se ne ricava che ciò che può contribuire a migliorare una singola democrazia non necessariamente funziona per un’altra.

Tipi di democrazia senza qualità (Morlino 2013) Democrazia inefficiente: corruzione, amministrazione e giudiziario poco funzionanti, criminalità Democrazia irresponsabile: assenza di alternanza e di accountability Democrazia passiva: livelli bassi di partecipazione Democrazia bloccata: bassa competizione Democrazia carente di legittimità: larga insoddisfazione Democrazia limitata: scarsi diritti sociali, monopolio dell’informazione Democrazia ineguale: scarsa solidarietà e giustizia sociale Democrazia minima: attinente alla sola definizione minima.

Democrazia illiberale? Perché fra le democrazie senza qualità non aggiungere la democrazia illiberale? Ne ha già parlato Zakaria (1997), ma con un'accezione un po' diversa: in questo caso non è il frutto di una democratizzazione incompiuta o interrotta o venuta male, ma di una degenerazione della democrazia di massa.

Democrazia e liberalismo 1 Democrazia e liberalismo s'incontrano una volta che il secondo abbandona e ripudia il concetto di libertà come privilegio o monopolio di pochi per assumere quello di una libertà come diritto comune aperto a tutti. Nella democrazia vi è una forte accentuazione dell'elemento collettivo e sociale della vita politica, a spese di quello individuale, a causa delle influenze dell'organicismo e dell'affermarsi della politica di massa e della società industriale.

Democrazia e liberalismo 2 Sviluppatasi dal liberalismo politico, la democrazia ha cominciato, nel corso del Novecento, ad allontanarsene in modo sempre più sensibile, approssimandosi invece a una sorta di vero e proprio assolutismo democratico, interventista e pervadente in tutti i gangli della vita individuale e sociale.

Democrazie: regimi per l’ordinaria amministrazione (Mosse 1977)? L'analisi comparata ridimensiona questa affermazione: le fasi di emergenza non mettono in crisi solo le democrazie, ma colpiscono tutti i regimi politici; Lo stato d'eccezione di Carl Schmitt altro non è che la sospensione del diritto e di ogni garanzia costituzionale, in virtù di un superiore diritto all'autoconservazione dello Stato Tuttavia, le democrazie odierne vivono momenti frequenti di piccola o grande emergenza (finanziaria, economica, fiscale, giudiziaria, perfino conseguente a calamità naturali), che invocano l'adozione di micro-stati di eccezione, da cui scaturiscono altrettanto frequenti limitazioni alle libertà.

Alcune gravi conseguenze Un potere che si assume sempre maggiori compiti e che pretende di occuparsi di tutto e di “proteggere” tutti finisce col farlo male e a carissimo prezzo: predomina l’illusione che ogni più piccolo problema possa essere affrontato e risolto con nuove leggi, dando così vita a quel processo di proliferazione normativa che oggi ben conosciamo. Da non dimenticare poi che un potere protettivo, per quanto accattivante e seducente, presenta il rischio – è una lezione tratta dal De Cive di Hobbes – che “chi ha abbastanza potere per proteggere tutti, ne ha anche per opprimere tutti”.