Storia delle religioni lezione n.17 AA. 2003-2004 Prof. Marco Bartoli
ebraismo Le fonti: La Torah [“legge”, “insegnamento”, “direttiva”] La Legge I Profeti Gli Scritti (agiografi) Il Talmud [studio] La Mishnah [interpretazione] II sec. E.V. Ghemara [completamento] palestinese babilonese
storia della critica biblica Pentateuco: i 5 libri di Mosé [ma i libri parlano di lui in terza persona e alcuni passi si riferiscono a Canaan] Fine del XIX sec.: nasce la critica biblica. J. Welhausen: redazione Jahvista, Elohista, Sacerdotale (=P) e del Deuteronomio. Nessun testo dell’AT è precedente all’insediamento in Canaan (anche se ci sono tradizioni orali precedenti)
Il Pentateuco, tra mito e storia Il Pentateuco descrive la storia dalla creazione del mondo fino all’ingresso degli Ebrei in Canaan Molti miti cosmogonici, antropogonici, istituzionali… relativi agli antenati mitici del popolo: Racconto della creazione del mondo e della prima coppia umana Il peccato ‘originario’ Diluvio Un unico ordine cronologico, scandito dalle generazioni (anche se solo 4000 anni) Un unico scopo: ‘fondare’ l’ingresso delle tribù di Israele nella ‘terra promessa’: cioè le origini storiche del popolo ebraico
una lettura teologica della storia Nel racconto della Genesi, Giuseppe, uno dei 12 figli di Giacobbe, venduto dai fratelli, arriva in Egitto e lì prepara un posto per loro. Il cuore del racconto è l’ESODO cioè il ritorno del popolo schiavo dall’Egitto, sotto la guida di Mosé. E’ durante l’Esodo, sul monte Sinai, che si sancisce un’alleanza con Dio, che dà la legge al popolo. In realtà: Nessun popolo formato da 12 tribù discende da 12 fratelli Sia l’analisi dei testi (che dei reperti archeologici), sia le analogie con altre situazioni storiche, portano a pensare che i fatti si siano svolti diversamente…
Intorno alle civiltà agrarie del Vicino Oriente gravitavano gruppi di nomadi allevatori di bestiame di piccolo taglio (come gli attuali beduini) Qualche gruppo probabilmente si era stanziato in Egitto e successivamente lo aveva lasciato, riportando memoria di quest’esodo. Il ricordo dell’alleanza del Sinai forse apparteneva ad altri gruppi. Le dodici tribù furono unificate soltanto nel 10° secolo a.E.V. al momento del Regno. E’ a questo punto che si è affermata anche l’unità religiosa.
Come è nata e si è affermata la religione ebraica? Un religione monoteistica in forte polemica con il politeismo (idolatria) dei popoli circostanti I popoli primitivi pastori nomadi sono spesso caratterizzati nella fede in un Essere supremo celeste. Il dio di Israele è onniveggente, dimora nel cielo, si manifesta attraverso fenomeni meteorologici (fulmini) A differenza dell’Essere supremo non è fonte indistinta del bene e del male, ma giudica i meriti e i peccati del popolo (anche se talvolta è al di là del bene e del male: cfr. Is. 45, 6-ss.: « perché sappiano dall'oriente fino all'occidente che non esiste dio fuori di me. Io sono il Signore e non v`è alcun altro. Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura; io, il Signore, compio tutto questo.) La fede dei pastori nomadi si sarebbe trasformata in monoteismo a contatto con il politeismo dei popoli sedentari.
monoteismo o monolatria? Più che di monoteismo per le epoche più antiche sembra si debba parlare di monolatria cioè della venerazione di un solo dio, senza negare l’esistenza di altri dei. Il giudice Jefte dice al re degli Ammoniti: « Non possiedi tu quello che Camos tuo dio ti ha fatto possedere? Così anche noi possiederemo il paese di quelli che il Signore ha scacciati davanti a noi. » (Gd 11,24) Un monoteismo vero e proprio non appare esplicitametne, nell’AT prima del Deutero Isaia “non vi è altro dio” fuori di Yahwe (44,8; 45,5)
Io sarò il tuo dio e tu sarai il mio popolo Ger 7,23: « Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo. » In realtà Israele non è interessato ad approfondire una speculazione teologica, quanto ad affermare lo strardianrio legame che unisce Yahwe al suo popolo. Dio è impegnato per il destino di Israele e per questo è personale, geloso, talvolta iroso, terribile.
Il passaggio dal nomadismo alla vita sedentaria ha dei riflessi nella vita sociale e religiosa di Israele: la monarchia (di cui si sottolinea la nascita “straniera” in 1 Sam 8,20) Il re come “unto del Signore” il culto nel tempio, che diviene il ‘trono’ di Yahwe (con riti sacrificali, feste e canti) Il rapporto diretto tra Yahwe e il suo popolo rischiava di infievolirsi, mediato da culto del tempo e regalità istituzionalizzata. Di qui una originale reazione: il profetismo
I profeti di Israele per molti versi non si differenziano da quelli dei popoli vicini: cfr. 1 Re 8: Elia contro i profeti di Ba’al essi però sono solo i portavoce di Yahwe: profeta è ‘colui che parla in nome di Dio’ cuore della profezia è ‘ristabilire il rapporto immediato tra Dio e il suo popolo’ di qui deriva il senso sociale della profezia: perché il popolo di Israele è un popolo di persone uguali davanti a Dio (come i nomadi nel deserto). La profezia rimetteva in discussione le stratificazioni sociali implicite nella civiltà sedentaria.
le feste il numero 7: 3 feste annuali: I giorni della creazione i giorni della settimana: il sabato ogni 7 anni si lasciavano riposare le terre ogni 7 volte 7 anni si celebra un giubileo 3 feste annuali: Massot, festa dei pani azzimi (all’inizio della mietitura dell’orzo) si confonde con Passah (sacrifizio primaziale dell’agnello, dal carattere pastorale) Shabuot, festa delle settimane (con offerte delle primizie) Sukkot, festa dei tabernacoli (o delle capanne) ricordo dell’alleanza attorno alla ‘tenda del convegno’ quando si leggeva la torah e ancora non c’era il Tempio
il secondo esodo In realtà al centro della riflessione religiosa di Israele vi è un secondo esodo: nel 586 a.E.V. Gerusalemme venne conquistata dai Babilonesi, il tempio distrutto, il re e il popolo portato in esilio Essi portarono con loro alcuni scritti profetici, dei salmi, e qualcosa della tradizione mosaica: reliquie della vita nazionale A Babilonia nacquero le prime Sinagoghe (Beth Hakenéseth = casa di assemblea) in cui studiavano i Sopherim = gli scribi
Il secondo Mosé “Se Mosè non lo avesse preceduto, Ezra sarebbe stato degno che la Torah fosse data a Israel per mano sua” (Sanh. 21b) «Allora tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse ad Esdra lo scriba di portare il libro della legge di Mosè che il Signore aveva dato a Israele. Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all`assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere; tutto il popolo porgeva l`orecchio a sentire il libro della legge. ./..
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutto il popolo; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore Dio grande e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore…Essi leggevano nel libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso e così facevano comprendere la lettura. Neemia, che era il governatore, Esdra sacerdote e scriba e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Perché tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Poi Neemia disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». Neemia 8,2-10
la trasmissione orale Secondo la tradizione, Esdra avrebbe fondato la ‘Magna Congregazione’. Si sarebbe stabilita così una trasmissione orale della Torah: «Mosé ricevette la Torah dal Sinai e la trasmise a Jeaoshua, Jeoshua agli Anziani, gli Anziani ai Profeti e i Profeti la trasmisero agli uomini della Magna Congregazione.» La Magna Congregazione durò fino al 3° secolo a.E.V. quando fu sostituita da un altro organo, con il nome di Sanhedrin. In esso vi si succedettero 5 coppie di dottori, l’ultima delle quali era quella di Hillel e Shammai, morti circa nell’anno 10 dell’èra volgare
la Mishnah Hillel fu il creatore della scuola dei Tannaim (Maestri) Il suo discepolo Jochanan bar Zakkai, fu colui che permise al giudaismo di sopravvivere alla distruzione del Tempio (70 E.V.). Disse a Vespasiano: «Concedimi Jabneh e i suoi Saggi» Jeudah, figlio di Shimon bar Gamaliel II, morto nel 219 realizzò la compilazione del corpus della legge ebraica chiamato Mishnah (=testo da ripetere), divisa in 6 Sedarim (Ordini)
Ghemara Le scuole della Mishnah si stabilirono soprattutto in Palestina (Cesarea, Sepphoris, Tiberiade) e in Babilonia (Nehardea, Sura..) Ben presto diedero vita a commenti, il Ghemara (Completamento) Il Talmud è l’insieme della Mishnah e del Ghemara, ed esiste un Talmud Palestinese ed uno Babilonese
Midrash Accanto al Talmud vi è poi tutta la tradizione del Midrash (= studio deduttivo del testo), che arrivò a identificare 4 metodi esegetici, indicati dalle consonanti della parola pardès = giardino, paradiso: Peshat (semplice): interpretazione letterale Remez (allusione): interpretazione allegorica Darash (esposizione): commento omiletico Sod (mistero): insegnamento esoterico