Comunicazione Fondamenti della Musicale a.a LGCaprioli

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Transcript della presentazione:

Comunicazione Fondamenti della Musicale a.a. 2011-12 - LGCaprioli Armonia La combinazione in senso verticale di più suoni che vibrano simultaneamente, al fine di produrre accordi e progressioni accordali. Il termine è usato per descrivere tali aggregazioni di suoni, e anche per denotare il sistema di principi strutturali che regolano tali combinazioni. Qualsiasi attività d’ascolto cosciente deve includere operazioni di decodifica che hanno a che fare con le dimensioni spazio-temporali della musica; quella orizzontale degli andamenti melodici (segmentazione) e quella verticale delle armonie (stratificazione). (Passannanti)

Jean-Philippe Rameau (1683-1764): la melodia è un prodotto dell’armonia «Normalmente si suddivide la musica in armonia e melodia, benché questa non sia che una parte di quella, e benché basti conoscere l'armonia per essere perfettamente al corrente di tutte le proprietà della musica » [1722, p. I]. Vincent D’Indy (1851-1931): l’armonia è un prodotto della sovrapposizione melodica «L'armonia risulta dalla sovrapposizione di due o piú melodie differenti» [1903, p. 91]. «La preponderanza attribuita dagli armonisti alla nota più grave... risale alla pratica del basso continuo, uno dei principi rinascimentali che più ha contribuito a falsare lo studio dell'armonia». DeMauro consonanza di suoni vocali o strumentali simultanei di piacevole ascolto (TS) teoria che definisce la struttura degli accordi e ne studia la combinazione: studiare a.

Armonia triadica Il fondamento dell’armonia, intesa come normativa delle relazioni verticali fra i suoni e delle interazioni fra gruppi di suoni, è l’accordo triadico. L'accordo elementare dell‘armonia tonale è chiamato perfetto, perché l'agglomerato di note da esso costituito fornisce la sintesi più compiuta di tutti i rapporti intervallari consonanti: quelli d' ottava, di quinta e di quarta, di terza e di sesta.

Le triadi fondamentali sono costruite come sovrapposizione di terze e possono essere: Maggiori (III+ III- ovvero III+ V) Minori (III- III+ ovvero III- V) Diminuite (III- III- ovvero III- Vdim.) Aumentate (III+ III+ ovvero III+ Vecc.)

Accordi e loro rivolti Un accordo si può trovare allo stato fondamentale oppure in forma di rivolto quando al grave viene a trovarsi un suono diverso dalla fondamentale: stato fondamentale (I, III,V) I rivolto di 3° e 6° (I, III, VI) II rivolto di 4° e 6° (I, IV, VI)

Classificazione dei collegamenti accordali Le norme che regolano i rapporti tra le note d’una scala derivano dalle funzioni armoniche degli accordi nel sistema tonale. La condotta delle parti in senso armonico può avvenire in tre modi: per moto retto (tutte le parti procedono nella stessa direzione); per moto contrario (tutte le parti procedono in moto inverso rispetto alle altre), per moto obliquo (una o più parti rimangono ferme mentre le altre si muovono).

Parti a moto obliquo

Parti a moto contrario

Cadenze Formule conclusive che costituiscono una sorta di punteggiatura definitoria degli incisi musicali. Le cadenze sono procedimenti melodico-armonici: Cadenza perfetta V-I Cadenza plagale IV-I Cadenza sospesa I-V Cadenza d’inganno V-VI 11

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Modulazione La caratteristica del linguaggio tonale consiste nella possibilità di passare dalla tonalità d’impianto ad una altra vicina (ce ne sono cinque) alterando la funzione tonale degli accordi. Fryderyck Chopin (1810-1849), Walzer, op.64 n. 2 (1831), Arthur Rubinstein http://www.youtube.com/user/ClassicalScores#p/u/9/hOcryGEw1NY 13

Accenti L’accento in musica definisce ritmica e metrica, è ciò che dà forma al flusso cronologico, sia esso reale o psicologico. Differente è il concetto di accento metrico da quello di accento ritmico: rispetto al metro, gli accenti si pongono quali marcatori e generatori di energia dinamica (punti di origine, veri e propri momenti di avvio d’una fase di espansione dinamica); rispetto al ritmo essi vengono a rappresentare il punto focale d’una sezione (fungono da punti di stabilità e possono coincidere o no con quelli metrici).

Le classi di accenti più comuni sono: L’accento può essere definito in termini generali come uno stimolo (o un susseguirsi di stimoli) significativo per la coscienza. (Cooper e Meyer 1960). L’accento è fondamentalmente distinzione fra forte e debole, prodotto della modificazione dinamica ( e differenziazione timbrica insieme). Le classi di accenti più comuni sono: Dinamico Di durata Iniziale Testurale Melodico Armonico Articolatorio Motivico Dinamica: afferisce all’intensità, graficamente documentabile sin dall’inizio delle prime esperienze notografiche, elemento espressivo fortemente radicato nella cultura musicale e particolarmente quella occidentale.

Accento dinamico Accento di durata è determinato da una variazione di intensità nell'emissione di un suono, come anche dal carattere specifico del meccanismo di produzione del suono da parte degli strumenti. Accento di durata nel caso in cui – a parità di condizioni generali - una nota più lunga sia preceduta (e/o seguita) da una nota più corta, quella più lunga viene percepita come accentata; il risultato d’una successione continua di accenti di durata può essere prodotto da una successione di note di durata crescente; la sensazione della presenza di accenti di durata può essere determinata anche da cambiamenti del ritmo armonico (cfr. oltre).

Accento dell'incipit Accento testurale in linea generale, qualsiasi intervento musicale registrabile come ingresso d’un nuovo evento, produce la sensazione d’accento: l'attacco di ogni singola nota, i cambi di altezza, i movimenti armonici, le modificazioni di testura. Accento testurale lo si percepisce in coincidenza di attacchi simultanei di tutte (o molte) voci (e/o) strumenti di una medesima testura; si verifica in concomitanza con attacchi di voci singole in successione (come ad esempio nel canone o nello stretto di fuga) lo si rileva per un cambio improvviso di registro di una o più voci. Testura: deriva dall'inglese texture: "La testura della musica consiste di tutti i suoi componenti sonori; essa è condizionata in parte dal numero di quei componenti sonori in simultaneità o in coesistenza, le sue qualità sono determinate dalle interazioni, interrelazioni e relative proiezioni e sostanze delle linee componenti o di altri fattori sonori componenti" (cfr. W. Berry, Structural Functions in Music, New York, Dover, 1987, p. 184: 1 ed.: EngIcwood Cliffs (N.J.), Prentice‑Hall, 1976).

Accento del contorno melodico i vertici superiori ma in una certa misura anche quelli inferiori di un contorno melodico risultano accentati in quanto coincidono con un cambio di direzionalità. Accento articolatorio Si definisce in questo modo l’accento di fraseggio (raggruppamento di note sotto un'unica legatura di espressione), posto sulla prima nota di inizio frase. Accento motivico L’inizio di un disegno melodico o l’attacco di un motivo, generalmente risulta accentato.

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), Concerto per pf n Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), Concerto per pf n. 19 K 459, Helene Grimaud, Kammerorchester des Bayerischen Rundfunks http://www.youtube.com/watch?v=yRQur5qhSRk Franz Liszt (1811-1886), Rapsodia ungherese n. 2 in do# min., Shura Cherkassky, The Cat Concerto (1947), MGM http://www.youtube.com/watch?v=2fy-R5WCacI&feature=related