UNITÀ DI LAVORO su CITTADINANZA

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UNITÀ DI LAVORO su CITTADINANZA Scuola primaria Classe V Docente Vincenza Giordano

Diritti e Doveri di Partecipazione Progresso art. 4 MAPPA CONCETTUALE CITTADINANZA = Riconoscimento variabile nel tempo nello spazio di Solidarietà art. 2 Diritti e Doveri di Partecipazione Progresso art. 4 Elezione Rappresentanza basato su Nascita Residenza Contratto Corresponsabilità ………………………………………… Obiettivo Formativo Sapere che la cittadinanza è un riconoscimento variabile nel tempo e nello spazio per progettare una cittadinanza basata sulla condivisione e corresponsabilità della gestione del Bene Comune.

Conversazione Clinica Che cosa ti fa venire in mente la parola cittadinanza? Gabriele: Mi fa venire in mente i cittadini delle città italiane D’Acquisto: Essere uniti, vivere nella stessa società Andrea: Vivere collaborando l’uno con l’altro Simone: Vivere bene insieme ed aiutarsi l’un l’altro Beatrice: Essere uniti come una famiglia Luca: Essere cittadini ma non solo nelle città italiane ed aiutarsi Loraine: E’ non ingannarci D’Acquisto: E’ un popolo che sta unito Giorgia: Nella cittadinanza le persone in difficoltà vengono aiutate Simone: Vuol dire accogliere chi viene da un altro stato Gioele: Le popolazioni che vivono in un luogo si sentono unite perché nate nella stessa città D’Acquisto: Essere cittadini del mondo, aiutarsi Alessia: Collaborare insieme Loraine: Vuol dire non protestare in modo aggressivo

Alla prima domanda “Che cosa ti fa venire in mente la parola cittadinanza?” gli allievi rispondono evidenziando il legame di unione che unisce il cittadino al contesto sociale, alla città in cui i cittadini sono nati, al popolo di cui fanno parte. Al concetto di unione associano la capacità di aiutarsi reciprocamente, di non ingannarsi, di non protestare in modo aggressivo facendo risaltare la collaborazione come modalità del vivere insieme dei cittadini. Un allievo espande il termine di cittadino allo spazio mondiale.

2. Chi è per te un cittadino? Francesco: Una persona che abita una città e vive sempre lì. Beatrice: Ogni cittadino deve avere rispetto D’Acquisto: Una persona civile che riesce a convivere con gli altri Rebecca: Una persona che ascolta e rispetta le regole. Alessia: Deve aiutare quelli della sua città rispettare le regole Edoardo: E’ una persona che paga le tasse Luca: Non è solo abitare , ma collaborare, rispettare le regole non solo nella sua città Aime: Un cittadino abita una città e deve aiutare a migliorare la sua città Marco: Deve rispettar le regole Giorgia: Deve rispettare le regole e dire la propria opinione in modo corretto con regole che vadano bene per tutti Gioele: E’ una persona che vive nel mondo deve aiutare a rispettare i diritti e le regole D’Acquisto:Dovrebbe essere sempre responsabile Simone: Deve pensare non solo a se stesso ma anche al bene degli altri.

Alla seconda domanda “Chi è per te un cittadino Alla seconda domanda “Chi è per te un cittadino?”qualcuno rispende che è tale chi abita e vive in una città; alcuni, invece, sostengono che per essere cittadini occorre rispettare regole e leggi; altri ancora attribuiscono alla capacità di aiutare gli altri, alla collaborazione, ad un comportamento rispettoso, alla volontà di migliorare la città i criteri che caratterizzano il cittadino. Un allievo afferma che il cittadino è colui che paga le tasse. C’è anche chi individua in un senso di responsabilità e di servizio elementi significativi da attribuire al cittadino.

3. Chi non è cittadino? Come mai? Gioele: Chi non rispetta le regole e i diritti degli altri Andrea: Chi sfrutta e non aiuta la società a crescere Gabriele:Chi trasgredisce le leggi e maltratta la gente Rebecca: Chi non lavora e non ha voglia di fare niente Marco: Chi uccide gli altri Simone: Chi vive a spese degli altri D’Acquisto: Chi non riesce a convivere e non è responsabile di se stesso Giorgia: Colui che pensa solo a se stesso: gli egoisti Jennifer: Chi ruba e non rispetta le regole Luca: Chi maltratta le cose pubbliche e non rispetta le regole Bertoglio: Chi non rispetta le regole non aiuta Aime: Chi non partecipa neanche in piccola parte al bene comune Francesco: Chi maltratta gli altri e non aiuta Gioele; Chi è un evasore fiscale e corrompe e non aiuta lo sviluppo dell’economia Beatrice: Chi non ascolta le opinioni altrui e vuole comandare Lorain: Chi vuole decidere sempre tutto lui Alessia: Chi non aiuta gli altri e vuole comandare

3. Chi non è cittadino? Come mai? Gioele: Chi non rispetta le regole e i diritti degli altri Andrea: Chi sfrutta e non aiuta la società a crescere Gabriele:Chi trasgredisce le leggi e maltratta la gente Rebecca: Chi non lavora e non ha voglia di fare niente Marco: Chi uccide gli altri Simone: Chi vive a spese degli altri D’Acquisto: Chi non riesce a convivere e non è responsabile di se stesso Giorgia: Colui che pensa solo a se stesso: gli egoisti Jennifer: Chi ruba e non rispetta le regole Luca: Chi maltratta le cose pubbliche e non rispetta le regole Bertoglio: Chi non rispetta le regole non aiuta Aime: Chi non partecipa neanche in piccola parte al bene comune Francesco: Chi maltratta gli altri e non aiuta Gioele; Chi è un evasore fiscale e corrompe e non aiuta lo sviluppo dell’economia Beatrice: Chi non ascolta le opinioni altrui e vuole comandare Lorain: Chi vuole decidere sempre tutto lui Alessia: Chi non aiuta gli altri e vuole comandare

Alla terza domanda “Chi non è cittadino. Come mai Alla terza domanda “Chi non è cittadino? Come mai?” la maggior parte degli allievi escludono la cittadinanza a soggetti che commettono atti criminali, agli egoisti, a chi non ha voglia di lavorare, a chi trasgredisce le leggi, a chi vuole comandare e non ascolta gli altri, a chi non è disponibile ad aiutare gli altri. Altre risposte evidenziano che non è cittadino: l’evasore fiscale; chi corrompe; chi maltratta le cose pubbliche; chi non partecipa alla gestione del bene comune.

4. Come si diventa cittadino? Marco: Pagando le tasse Jennifer: Chi rispetta le regole Arianna: Deve avere la cittadinanza italiana e del mondo. Gioele: Bisogna rispettare le regole e le idee degli altri. Giorgia:Sei cittadino da quando nasci. Bertoglio: Sei cittadino quando aiuti gli altri Luca: Non devi vivere a spese degli altri e rispettare le regole. Francisco: Devi rispettare le regole e partecipare al bene comune Gabriele: Devi rispettare tutte le religioni e le regole. Beatrice: Devi rispettare i beni comuni a tutti. Aime: Devi rispettare le regole e tutta la città Simone: Chi è capace di stringere amicizie e vivere bene con gli altri senza sfruttare nessuno. Sofia: Devi avere la cittadinanza registrata e poi rispettare le regole Andrea: E’ essere utile alla società D’Acquisto: E’ essere responsabili volendo convivere con gli altri, rispettarli.

Alla quarta domanda “Come si diventa cittadino Alla quarta domanda “Come si diventa cittadino?” alcuni allievi conferiscono al comportamento corretto e responsabile il criterio di attribuzione della cittadinanza ed elencano come azioni virtuose l’aiutare e rispettare gli altri, lo stringere amicizia, il saper vivere senza sfruttare i propri simili. Anche il pagare le tasse, la partecipazione al bene comune, il rispetto delle regole, delle opinioni e scelte religiose altrui sono indicatori di assegnazione di cittadinanza. Un allievo afferma che si è cittadini alla nascita.

5. Cosa fa un cittadino? D’Acquisto:Il cittadino deve essere educato e riuscire a convivere con gli altri Bertoglio: Rispetta le regole e l’ambiente Leonardo: Collabora con gli altri Aime: Aiuta la società Simon: Rispetta le decisioni e le scelte Jennifer: Devi rispettare le regole Gabriele: Pagare le tasse e fare ciò che è meglio per la società Luca: Occuparsi del proprio bene di quello comune rispettare le cose pubbliche Beatrice: Devi rispettare tutti i cittadini del mondo Giorgia: Deve collaborare con le persone ed aiutarle quando ne hanno bisogno Gioele: Rispetta i beni comuni, i diritti degli altri.

Alla quinta domanda “Cosa fa un cittadino Alla quinta domanda “Cosa fa un cittadino?” gli alunni riconfermano che il rispetto dei diritti altrui e delle regole, il pagare le tasse, la collaborazione con gli altri,l’ occuparsi del bene comune, la collaborazione , la disponibilità ad aiutare gli altri sono atteggiamenti che qualificano il cittadino.

6. Cosa non può fare un cittadino? Gabriele: Non deve vivere a spese degli altri Aime: Non può non rispettare le leggi Jennifer: Non deve rubare e non può non rispettare le regole Beatrice: Non può comandare da solo Giorgia: Non deve inquinare Luca: Non può fare quello che vuole. Non deve rovinare i monumenti e i beni pubblici Bertoglio: Non può decidere da solo le leggi Leonardo: Non può fare tutto lui Rebecca: Non può inventarsi delle regole che facciano comodo a lui Gioele: Non può maltrattare gli altri e usufruire di cose ingiuste usando i soldi Simone: Non può pensare di sapere già tutto

Alla sesta domanda “Cosa non può fare un cittadino Alla sesta domanda “Cosa non può fare un cittadino?”la preoccupazione prevalente è quella che il cittadino rispetti l’ambiente, i monumenti e i beni pubblici e non agisca seguendo il proprio tornaconto personale maltrattando gli altri e sfruttandoli. Altro divieto è che non può pensare di sapere tutto e di comandare da solo.

7. Quando si cessa di essere cittadini? Bertoglio: Quando non rispetti più le regole Gabriele: Quando rubi Simone: Quando non paghi le tasse Giorgia: Quando compi un gesto riprovevole Alessia: Quando pensi solo a te stesso Gabriele: Quando non paghi le multe e trovi delle scuse Luca: Quando non rispetti le regole vivi spese degli altri.

Alla settima domanda “Quando si cessa di essere cittadini Alla settima domanda “Quando si cessa di essere cittadini? “ le cause che provocano la perdita della cittadinanza sono: il mancato pagamento delle tasse e delle multe, oltre che l’inosservanza delle regole o atteggiamenti criminosi come il furto o lo sfruttamento degli altri.

Mappa mentale La cittadinanza: è il legame di unione e di collaborazione che unisce il cittadino al contesto sociale, alla città in cui si nasce, al popolo a cui si appartiene. ha dimensioni mondiali determina la capacità di aiuto reciproco, di non ingannarsi, di non protestare in modo aggressivo Il cittadino è chi : abita e vive in una città rispetta regole e leggi aiuta gli altri collabora vuole migliorare la città paga le tasse agisce con responsabilità e con ottica di servizio rispetta l’ambiente, i monumenti e i beni pubblici. non sfrutta gli altri non compie atti criminosi collabora alla gestione del bene comune Non è cittadino chi: commette atti criminali è egoista non ha voglia di lavorare trasgredisce le leggi vuole comandare e non ascolta gli altri non è disponibile ad aiutare gli altri. evade il fisco corrompe maltratta le cose pubbliche non partecipa alla gestione del bene comune. vuole comandare non ascolta La cittadinanza si perde per : mancato pagamento delle tasse e delle multe l’inosservanza delle regole atteggiamenti criminosi come il furto o lo sfruttamento degli altri.

Commento alla Conversazione Clinica Le conoscenze spontanee degli allievi evidenziano due posizioni. Alcuni legano il concetto di cittadinanza a una visione idilliaca del saper vivere insieme, per cui cittadino è chi si comporta in modo altruistico; aiuta gli altri; rispetta le opinioni altrui; ascolta; non comanda. Dall’altra parte c’è invece chi considera cittadino quel soggetto che rispetta regole e leggi; non commette atti scorretti o illeciti; paga le tasse; partecipa alla gestione del bene comune; non inquina e rispetta monumenti e beni pubblici; serve la comunità. Le due opinioni vanno entrambe considerate e nel procedere del percorso didattico si aiuta l’allievo, magari ricorrendo a esempi presi dalla realtà quotidiana, a distinguere la diversa natura dei criteri citati distinguendo tra quelli di natura giuridica e quelli etico-morali. Si può anche far notare che l’etica può ispirare la norma giuridica, ma poi è la stessa norma assunta dal diritto positivo a stabilire i parametri legati alla concessione della cittadinanza. Su questo filo si recupera l’apporto della visione ideale che può diventare elemento d’ispirazione di nuove norme a costruzione di una società diversa; al tempo stesso si fa prendere coscienza che il riconoscimento di cittadinanza è un atto giuridico. In questa direzione è interessante la serie d’input offerti dalle cronache di questi giorni in cui si discute se concedere o no la cittadinanza ai figli degli immigrati stranieri nati in Italia. (http://www.bitmagazine.it/attualita/napolitano-si-alla-cittadinanza-per-i-figli-degli-stranieri-nati-in-italia/10667.html) La conversazione attesta che le nuove generazioni considerano importante quali doveri del cittadino il rispetto della natura, il pagamento delle tasse e la gestione del Bene Comune che esula da logiche utilitaristiche legate al tornaconto personale. Sicuramente queste riflessioni depongono per un’evoluzione del sentimento civico, su cui lavorare per tradurre i buoni sentimenti in azione politicamente rilevanti. Interessante è anche l’opinione dell’allievo che parla di cittadinanza mondiale in linea con i bisogni dell’attuale società.

Anche questa è un’idea su cui soffermarsi ampliando la gamma dei possibili punti di vista sulla questione. Per sottolineare gli effetti giuridici del riconoscimento di cittadinanza si potrebbe mostrare la carta degli apolidi (http://www.storicamente.org/07_dossier/migrazioni-rekacewicz-07.htm) e riflettere sulla condizioni di queste persone. La questione della cittadinanza è un atto di riconoscimento di diritti e doveri concessi in base ad una legge o norma: alcuni allievi individuano nella nascita e nella residenza le condizioni del riconoscimento. Procedendo nel ragionamento, si può far costruire agli allievi un itinerario di ricerca per verificare le varie forme di riconoscimento di cittadinanza presente nei diversi stati, a dimostrazione della relatività della norma in base agli spazi e al tempo. La questione della cittadinanza richiama sia alcune condizioni giuridiche (nascita, filiazione, adozione, matrimonio, residenza) sia il livello di democrazia che un paese ha raggiunto in un certo momento storico. Su quest’onda di riflessioni si può avviare la discussione sulla necessità della partecipazione alla vita pubblica quale fattore di cambiamento dello stesso diritto positivo in un momento in cui i movimenti migratori in atto mettono in discussione assetti giuridici costruiti in altra situazione storica e con un diverso orientamento di valori. Il riconoscimento della dignità incondizionata della persona umana e il diritto di movimento affermati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Articoli 1-6-13) spinge a una revisione dei criteri di concessione di cittadinanza ancorati ad un passato segnato da rigidi confini nazionali. Su quest’apertura è bene orientare l’attività educativa finalizzata a un processo di umanizzazione che vinca la rassegnazione della crisi attuale e indichi prospettive di nuove relazioni umane.

Matrice cognitiva (ciò che sanno) La cittadinanza unisce il singolo alla società La cittadinanza può essere mondiale Si è cittadini per nascita e residenza Il cittadino ha diritti e doveri   Compito di apprendimento (ciò che non sanno) Le condizioni giuridiche richieste dal nostro stato per avere il riconoscimento alla cittadinanza Le diverse legislazioni europee in merito al riconoscimento della cittadinanza La situazione. giuridica di chi non ha cittadinanza Prospettive legate ai processi di mondializzazione attuale

  RETE CONCETTUALE CITTADINANZA legata a RICONOSCIMENTO GIURIDICO in base a CONDIZIONI CODIFICATE mutevoli nel tempo e nello spazio con istanza attuale di MUTAMENTO in sintonia con DIRITTI UMANI UNIVERSALI