dalla biografia del figlio cambiato Giulia La Ferrera- 3° I As: 2006/2007 dalla biografia del figlio cambiato al film: "il 7 e l'8"
VITA Luigi Pirandello è nato ad Agrigento, ai tempi Girgenti, nel 1867 da famiglia agiata. Studiò a Palermo,si iscrisse all’università, ma poi si trasferì alla facoltà di lettere di Roma e infine si laureò in filologia romanza presso l’università di Bonn nel 1891. Dopo la laurea si stabilì a Roma dove cominciò l’attività di scrittore,commediografo e per circa 20 anni insegnò.
VITA Sposò Antonietta Portulano nel 1893, da cui ebbe tre figli: Stefano, Lietta e Fausto. Morì a Roma nel 1936, in seguito ad un attacco di polmonite. Fra le sue opere le più famose sono: “IL FU MATTIA PASCAL”, “L’ ESCUSA”, “LE NOVELLE”, “PENSACI GIACOMINO!”, “SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE”, “I GIGANTI DELLA MONTAGNA”, ecc…
POETICA La base della poetica pirandelliana è intendere la realtà come un eterno divenire, un flusso continuo.Così l’identità personale dell’uomo è una parte dell’universale ed eterno fluire della vita. Ma noi tendiamo a cristallizzarci in forme individuali, a fissarci in una personalità che è un’illusione. Anche gli altri vedendoci, ciascuno secondo la sua prospettiva particolare, ci danno determinate forme. Noi crediamo di essere uno per noi
POETICA stessi e per gli altri, mentre siamo tanti individui diversi. Ciascuna di queste forme è una maschera che noi stessi ci imponiamo e che ci impone il contesto sociale. La presa di coscienza dell’inconsistenza dell’io suscita nei personaggi pirandelliani smarrimento e dolore, l’unica via di salvezza che si dà ai suoi eroi è la fuga nell’irrazionale, cioè
POETICA nell’immaginazione che trasporta verso un altrove fantastico, oppure nella follia. La realtà è multiforme, non esiste una prospettiva privilegiata da cui osservarla, ma le prospettive possibili sono infinite ed equivalenti. Ognuno ha la sua verità che nasce dal suo modo soggettivo di vedere le cose.
POETICA (padre) Questa concezione della vita e della realtà fu per Pirandello il risultato delle sue vicende familiari. In particolare il rapporto difficile e conflittuale che ebbe col padre Don Stefano. Don Stefano aveva un temperamento forte, spesso duro e sprezzante, era imponente ed iroso. Fra lui e il figlio mancava sia la manifestazione di un sentimento, che la possibilità di qualunque
POETICA (padre) rapporto ragionato. Crebbe, con gli anni, fra loro un muro che diventò insormontabile. Il conflittuale rapporto col padre segnerà la sua esistenza di uomo, di marito, di padre e ne guiderà il cammino di scrittore.
“IL FIGLIO CAMBIATO” La cameriera di casa Pirandello: Maria Stella, l’unica ad avere un rapporto confidenziale col ragazzo, gli racconta spesso storie popolari, dalle quali, una volta grande, Pirandello trarrà soggetti per le sue novelle. Ma è certo che il racconto che più di tutti colpisce il piccolo è quello del “figlio cambiato”. La favola del “figlio cambiato” racconta di una povera madre che non sa rassegnarsi alla realtà.
“IL FIGLIO CAMBIATO” Lei rifiuta il figlio malformato, convincendosi che il vero figlio, bello e biondo, le sia stato rapito dalle “donne”: :streghe che di notte si divertono a fare questi scambi crudeli. La sua credenza è alimentata da una megara che, sia per interessi che per pietà, convince la donna che il suo bel figlio vivrà bene fintanto che lei tratterà bene quel mostriciattolo che le donne le hanno lasciato in cambio.
“IL FIGLIO CAMBIATO” Un giorno nel porto del paesino arriva un principe malato, venuto a curarsi al sole del Sud. Subito la madre si convince che il principe è il suo vero figlio. Il figlio storpio vuole uccidere il principe. Intanto il re muore e il principe si rifiuterà di partire per il suo paese ed essere incoronato sovrano. Propone di inviare in cambio il figlio storpio. Quest’ultimo infatti partirà al suo posto e si farà proclamare re.
“IL FIGLIO CAMBIATO” Impressionato da questo racconto il piccolo Luigi comincia ad avere seri dubbi sulla sua appartenenza: :lui così compassato e tranquillo nulla ha da spartire col padre che è un omaccione ululante ed impulsivo. Il racconto del “figlio cambiato” lo convince non solo di essere nato nel posto sbagliato e nel giorno sbagliato, ma anche di essere finito nella famiglia sbagliata.
“IL FIGLIO CAMBIATO” Questa certezza si fa strada nella sua mente e dovrà metterci una vita per capire che le cose non stanno esattamente così. La vita di Pirandello fanciullo e poi adolescente sarà segnata da molti episodi nei quali cercherà di staccarsi dal padre affermando la sua identità , giustificando questo distacco con la convinzione di essere un “figlio cambiato”.
“IL FIGLIO CAMBIATO” Ogni volta che il padre si imporrà con la sua autorità sarà per lui una conferma della sua diversità, così come avviene nella scelta degli studi. Passo dopo passo il “figlio cambiato” dimostra prima che al padre, a se stesso, di essere capace di una totale autonomia, che è il principio del cammino verso la scoperta della propria identità.
PIRANDELLO PADRE Pirandello fu padre di tre figli e come tale riaffiora alla sua memoria l’immagine di lui figlio che non voleva riconoscersi come tale. Aveva giurato di non essere mai un padre distaccato, assente e irascibile. Ma la sua paternità fu altrettanto invadente, fu sempre presente, non solo negli atti, ma anche nei pensieri dei figli, una forma di violenza psicologica, simile a quella che Don Stefano era abituato a esercitare nella sua famiglia.
PIRANDELLO PADRE Le vicende della vita e le incomprensioni verso i figli lo porteranno a commettere gli stessi errori del padre. Pirandello da vecchio, ricomposta la sua vita,come le tessere di un puzzle, riconoscerà di avere seguito azioni talmente somiglianti a quelle paterne, nel groviglio della propria famiglia, da riconoscervi un crisma di appartenenza.
PIRANDELLO PADRE Comprenderà, allora, che quella del “figlio cambiato” era solo una “favola”. Riallaccerà, così, i rapporti col padre “ritrovato” e compirà l’ultimo gesto liberatorio scrivendo, nel 1902, una novella intitolata appunto: “il figlio cambiato”. Nel 1932 di questa novella farà un libretto d’opera per la musica di Malipiero.
I FIGLI DI PIRANDELLO STEFANO E PIRANDELLO FAUSTO LIETTA
IL 7 E L’8 La ricerca pirandelliana della propria identità la troviamo nell’ ultimo film di Ficarra e Picone, nel quale gli attori sono stati capaci di esprimere sensibilità e leggerezza umoristiche, in una commedia dagli equivoci che richiama alle maschere comiche del secolo scorso e ricorda la favola del “figlio cambiato”. Il film “il 7 e l’8” prende le mosse da un episodio surreale, lo scambio per gioco dei neonati nella culla.
IL 7 E L’8 Dopo trent’anni il destino ha voglia di mettere le cose a posto, così si svolgono una serie di vicende che porteranno i due giovani scambiati ad incontrarsi e scoprire il loro beffardo destino. È un crescendo di emozioni: dallo sconforto iniziale, alla nascita fra i
IL 7 E L’ 8 due di un vincolo di solida amicizia nel tentativo di ricercare la propria identità. L’individualità di ognuno di noi non è però solo data dalla famiglia che ci ha generato, ma si costruisce intorno a noi con le esperienze di vita che facciamo ed è un continuo divenire.
IL 7 E L’8 Per questo nel film i protagonisti non trovano una soluzione che metta posto le loro vite ingarbugliate, perché per dirlo in modo pirandelliano, la stessa vita è un “Caos” e noi ne siamo i figli!
INDICE Vita Poetica Poetica (padre) “Il figlio cambiato” Pirandello padre Il “7 e l’8”
FINE