Le donne sfigurate dall’acido in Bangladesh

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Transcript della presentazione:

Le donne sfigurate dall’acido in Bangladesh

Vendette e punizioni Rifiutare una proposta di matrimonio, scegliere un marito contro dei genitori o chiedere il divorzio, sono solo alcuni dei motivi per i quali una donna rischia di essere sfigurata con l’acido. Le vittime hanno dai 12 ai 27 anni e vengono aggredite per lo più da mariti, fidanzati e membri della famiglia.

La polizia si rifiuta di intervenire e i reati molto spesso restano impuniti perché lo Stato protegge gli aggressori. Le donne colpite sono spesso abbandonate dalla famiglia ed emarginate dalla comunità d’origine.

Dal punto di vista medico, in Bangladesh mancano strutture adeguate, perché soltanto nella capitale Dacca esiste un ospedale con un reparto per grandi ustionati in grado di prestare le cure dovute. Il trattamento è comunque lungo e costoso: in un anno e mezzo, la paziente deve compiere dalle 6 alle 7 operazioni facciali e per alcune di queste donne sfigurate sono necessari anche 30 interventi. In poche possono permettersi cure così lunghe.

Effetti dell’acido L’acido solforico è un liquido corrosivo che si trova facilmente in commercio a basso costo. Basta un bicchiere in pieno viso e il tessuto della pelle viene divorato in un istante. I danni funzionali sono permanenti (perdita della vista, i capelli non crescono più, il movimento facciale ne è condizionato).

L’acido può penetrare fino alle ossa, intaccando i muscoli. A volte la sua azione devastante continua nel tempo e se gli interventi non sono immediati, in alcuni casi le vittime muoiono. Alcune tentano il suicidio.

Tradizione e cultura Il Bangladesh rifiuta la modernizzazione. Le donne che si sono ribellate alle regole imposte dalla tradizione sono state condannate a subire una punizione. Il fenomeno dell’aggressione con acido iniziò nel 1967. A tale data risale il primo caso documentato. Da allora il fenomeno ha preso una piega sempre più ampia.

Si usa l’acido per risolvere le controversie tra le famiglie, per ottenere un terreno o una proprietà e per contrasti politici ed economici. La maggior parte degli attacchi avviene nelle periferie, tra la gente povera. La donna non può respingere le attenzioni di un uomo, non può possedere nulla e quando subisce questi attacchi, perde anche la possibilità di sposarsi.

La donna è considerata una merce di proprietà, sottomessa agli uomini. Come i bambini, viene sfruttata e maltrattata ogni giorno. Non esiste tutela per le vittime e un’alta percentuale dei crimini rimane impunita.

Interventi Nel 1979 il governo del Bangladesh sottoscrive la Convenzione Onu per eliminare ogni forma discriminatoria contro le donne, ma il trattato non produce grandi cambiamenti. Di fronte all’impotenza delle istituzioni di formano alcune organizzazioni internazionali: Acid Survivors Foundation che ottiene l’appoggio dell’Unicef, l’italiana Coopi e la pakistana Smile Again, per fare in modo che vengano promulgate leggi a tutela della donna.

Da quando sono state intraprese campagne per sensibilizzare l’opinione pubblica, il numero delle aggressioni è diminuito. Il picco massimo delle aggressioni si è avuto nel 2002. Da allora il numero è sceso. 410 nel 2003, 322 nel 2004 e 31 fino ai primi mesi del 2005.

In risposta al crescente fenomeno, il governo del Bangladesh ha decretato nel 1995 una legge che prevede la pena di morte per questi reati. Nel 1999 sono stati condannati alla pena capitale un giovane e i suoi 3 complici per aver gettato acido su una diciottenne che rifiutava la sua proposta di matrimonio. Nello stesso Paese è stata varata un’altra legge per controllare la vendita di acido.