2 milioni di bambine mutilate ogni anno

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2 milioni di bambine mutilate ogni anno Almeno il 20% delle donne nel mondo ha subito abusi fisici e violenze sessuali Da 100 a 130 milioni di donne nel mondo mutilate ai genitali Più del 60% dei giovani positivi all’HIV sono donne Da 1,5 a 3 milioni di bambine e donne uccise ogni anno per causa di violenza dovuta solamente al loro genere Un “deficit” demografico di 100-200 milioni di donne Tra 700.000 e 4 milioni di donne vittime della prostituzione ogni anno

Uccide più del cancro. Fa più vittime di quelle registrate negli incidenti automobilistici. Provoca danni fisici e psicologici quasi sempre irreversibili. E’ la violenza sulle donne, una malattia grave, spesso taciuta ma diffusissima, che si manifesta sotto varie forme, che divora il cuore di ogni società. Un morbo incontrollato che colpisce chiunque, a qualsiasi età, ricche o povere, colte o analfabete. Che si sposta dalle aree di conflitto a quelle di pace, dai paesi con deficit democratico a quelli cosiddetti «progrediti», dai campi di battaglia alle camere da letto. A «soffrirne» almeno un miliardo di donne nel mondo -in pratica una su tre- picchiate, stuprate, mutilate, assassinate. Una violenza consumata dietro le porte domestiche, che, secondo il Consiglio d'Europa, per le donne tra i 16 e i 44 anni rappresenta la principale causa di morte e di invalidità.

Innumerevoli donne muoiono ogni anno a causa di queste pratiche. LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI Le mutilazioni genitali femminili sono una delle più sistematiche e diffuse violazioni dei diritti umani alla quali sono sottoposte le donne nel mondo. Secondo stime delle Nazioni Unite, circa 120 milioni di ragazze sono vittime ogni anno di tali pratiche. In molti paesi africani questa forma di violenza colpisce la stragrande maggioranza delle donne, ma essa viene praticata anche in alcune zone della penisola arabica e dell'Indonesia ed è diffusa all'interno delle comunità immigrate in Europa, America e Oceania. Innumerevoli donne muoiono ogni anno a causa di queste pratiche.

VIOLENZA DOMESTICA La violenza domestica comprende tutti quegli abusi che avvengono in casa o nel contesto familiare. È la forma di violenza sulle donne più diffusa nel mondo. Donne di ogni classe sociale, religione ed età subiscono abusi da parte degli uomini con i quali condividono le loro vite. La violenza domestica rappresenta una violazione del diritto delle donne all'integrità fisica e psicologica e si manifesta in varie forme: abusi fisici e psicologici, atti di violenza o tortura, stupro coniugale, incesto, matrimoni forzati, crimini d’onore. Almeno il 20% delle donne, nel mondo, ha subito abusi fisici e violenze sessuali.

DONNE COMPRATE E VENDUTE Il traffico di esseri umani è la terza più grande fonte di profitto del crimine organizzato internazionale, dopo la droga e le armi, con un guadagno annuale di miliardi di dollari. Le donne vittime della tratta, avviate al mercato della prostituzione sarebbero, nella sola Europa occidentale, 500.000. Per combattere questa forma di violenza è necessario individuare e punire i responsabili, colpire le organizzazioni criminali internazionali, proteggere le donne in quanto vittime e testimoni, predisporre luoghi di accoglienza per le vittime della tratta, fornire loro assistenza psicologica e medica e garantire a chiunque la possibilità di inoltrare richiesta di asilo.

ABUSI NEI CONFLITTI ARMATI Nelle situazioni di guerra e di conflitto interno le donne sono esposte, come e più di altre categorie di persone, a sistematiche violazioni dei loro diritti. La violenza sulle donne non è un evento accidentale della guerra, è un’arma bellica usata per molteplici propositi: spargere terrore, destabilizzare la società e annientarne la resistenza, premiare i soldati, estorcere informazioni. Nella maggior parte delle situazioni di cui si è occupata, Amnesty International ha accertato che le forze in conflitto hanno usato violenza sulle donne per diversi di questi propositi. Nelle situazioni di conflitto armato inoltre, le donne soffrono in modo particolare a causa degli attacchi indiscriminati portati dalle forze armate, militari e paramilitari, nei confronti della popolazione civile.

L’ISTRUZIONE Sul piano dell’accesso all’istruzione c’è un enorme divario tra le donne delle aree meno sviluppate e quelle che vivono nelle regioni più ricche del mondo. Secondo l’Unesco nella maggior parte degli stati africani il livello di alfabetizzazione delle donne è molto basso (raggiunge al massimo il 60%) Molte volte, nei paesi in via di sviluppo, le ragazze abbandonano gli studi poiché costrette dal padre a matrimoni precoci, che impongono l’obbligo di prendersi cura della casa e dei figli. Ciò le pone direttamente sotto la tutela del marito in tutti i campi, privandole del diritto di amministrare i propri beni, e a volte anche di chiedere il divorzio.

DONNE E LAVORO Nei paesi meno sviluppati l’emancipazione della donna è una conquista lontana. Essa lavora più dell’uomo, poiché le spetta la maggior parte del lavoro agricolo, ma anche la cura dei figli e della famiglia. In alcune regioni dell’Africa la percentuale di nuclei familiari guidati da donne ha raggiunto il 60%. La percentuale di occupazione e la retribuzione salariale femminile sono inferiori a quelle maschili Inoltre, a parità di impiego, le donne percepiscono un salario inferiore a quello maschile. Questa differenza nei paesi della UE varia tra il 15 e il 40%, mentre in Giappone raggiunge il 50%. Nella maggior parte dei paesi del mondo le donne guadagnano da 2/3 a ¾ di quanto guadagnano gli uomini. Tuttavia anche nei paesi industrializzati alla donna è riservato un maggior carico di lavoro e un più consistente impegno familiare: ad esempio negli Stati Uniti c’è un’alta percentuale di bambini figli di ragazze madri, un terzo dei quali vive in povertà.