Indebitamento, debito e vincoli internazionali Lezione 3 Scienza delle finanze – CLEP a.a. 2009-2010.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Deficit & debito pubblico
Advertisements

Corso di Scienza delle Finanze A.A Prof. Mario Cassetti
Lezioni di macroeconomia
La domanda aggregata in economia aperta. Equilibro domanda offerta
Lezione 3 Lequilibrio del mercato dei beni Istituzioni di Economia.
ROI e ROE: il meccanismo della leva finanziaria
La Macroeconomia: l’offerta e la domanda aggregata
A cura di : Marco Sala Samuele Pirovano
Stabilizzare l’economia (1): La politica fiscale
Elevato debito pubblico
Il mercato dei beni in economia aperta
Lezione 4 L equilibrio del mercato dei beni: applicazioni Istituzioni di Economia.
Risparmio, accumulazione di capitale e produzione
La Teoria di Modigliani e Miller
Elevato debito pubblico
Corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche corso di POLITICA ECONOMICA a.a SAVERIA CAPELLARI La domanda aggregata nel lungo periodo.
Corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche corso di POLITICA ECONOMICA Prof. SAVERIA CAPELLARI Qualche elemento in più: Dinamica e stabilizzazione.
Analisi di bilancio
Analisi di bilancio Cap.22, pp
1 LIUC Università Carlo Cattaneo Facoltà di Economia Laurea specialistica in Amministrazione Aziendale e Libera Professione A.A / 2011 CORSO DI Analisi.
Focus 4 Il patto di stabilità e crescita.
Capitolo 3 Il reddito nazionale: da dove viene e dove va
Indebitamento, debito e vincoli internazionali
Indebitamento, debito e vincoli internazionali Lezione 3 Scienza delle finanze I – CLEP a.a
Indebitamento, debito e vincoli internazionali Lezione 3 Scienza delle finanze I – CLEP a.a
Sistema di contabilità nazionale
DEBITO PUBBLICO Il debito pubblico in Italia Paolo OnofriDalle promesse alle scommesse Paolo Onofri, Dalle promesse alle scommesse il Mulino,
Corso di Finanza Aziendale
Corso di Finanza Aziendale
ESERCITAZIONE 2.
Saldo di bilancio, debito pubblico e investimenti
Economia politica II – Modulo di Macroeconomia
Debito Pubblico Lezione 25 Stabilizzazione del Debito
Realizzazione dott. Simone Cicconi CORSO DI ECONOMIA POLITICA MACROECONOMIA Docente: Prof.ssa M. Bevolo Lezione n. 3 I SEMESTRE A.A
UN QUADRO DELLA FINANZA PUBBLICA IN ITALIA
Le politiche economiche La politica fiscale Le politiche della bilancia dei pagamenti Le politiche commerciali.
LEZIONI DI MACROECONOMIA CAPITOLI 5 & 6
Risparmio, investimento e sistema finanziario
La Bilancia dei Pagamenti (BDP) Cap 3
Bilancia commerciale, tassi di cambio e ripercussioni internazionali
Lezione 4 L equilibrio del mercato dei beni: applicazioni Istituzioni di Economia Politica II.
R.Capolupo-Appunti Macro21 Lezione 9 (Capitolo 14 De Long) Saldo di bilancio, debito pubblico e investimenti.
Lezione 8 La politica fiscale, il deficit ed il debito pubblico
Esercizi di politica economica
La Leva Finanziaria Prof. Federico Alvino.
Copyright The McGraw-Hill Companies srl Debito, disavanzi di bilancio ed economia dinamica Capitolo 12.
Bilancia dei pagamenti e tassi di cambio
=> modifica la sua capacità di fronteggiare shock asimmetrici
I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM
L’economia italiana La struttura dell’economia italiana
La teoria del debito pubblico
Lezione 14 LA CRISI ATTUALE E LE PROSPETTIVE DELLO SVILUPPO (3): Spesa pubblica e debito pubblico in Italia e in Europa. Parte seconda Corso di Economia.
Politica Fiscale, Inflazione, Ciclo economico
Esercitazione finale Esercizi numerici
CORSO DI ECONOMIA POLITICA MACROECONOMIA Docente: Prof.ssa M. Bevolo
I mercati dei beni e i mercati finanziari in economia aperta
Moneta e politica monetaria
1 ECONOMIA POLITICA Esercitazione 7 dicembre ‘07.
LE ASPETTATIVE: NOZIONI DI BASE
Capitolo IV. La teoria del debito pubblico
Risparmio, investimenti e formazione di capitale
La politica fiscale, il deficit ed il debito pubblico
Domanda e offerta di moneta
Bilancio dello Stato e Debito pubblico
Il debito pubblico Se il totale delle spese pubbliche supera le entrate, si ha un deficit di bilancio Se il totale delle spese pubbliche supera le entrate,
Politica economica Parte seconda Valentina Meliciani.
1 Capitolo 3 Politica fiscale: andamento dei principali indicatori Marcella Mulino Marzo 2012.
Transcript della presentazione:

Indebitamento, debito e vincoli internazionali Lezione 3 Scienza delle finanze – CLEP a.a

Indebitamento e debito

B t-1 = Stock del debito pubblico alla fine del periodo t-1 D t = Disavanzo del periodo t (flusso) B t = Stock del debito pubblico alla fine del periodo t B t-1 + D t = B t RELAZIONE TRA INDEBITAMENTO NETTO (DISAVANZO) E DEBITO

Debito pubblico : variabile di stock, pari alla cumulata dei saldi di bilancio (flussi) di uno stato dalla sua formazione al momento attuale è costituito sia da moneta che da titoli obbligazionari

Debito pubblico e disavanzo B t = B t-1 + D t B t-1 BtBt DtDt t+1 t t-1 D t = G t + INT t - T t = D p t + INT t Dove G è spesa al netto interessi (INT) S=t° t = D s

Questa relazione è vera in astratto. In concreto, ad es., i ricavi delle privatizzazioni vanno a ridurre il debito, ma non lindebitamento…. B t-1 + D t = B t RELAZIONE TRA INDEBITAMENTO NETTO (DISAVANZO) E DEBITO B t-1 + D t - Ricavi Privatizz. = B t

La variazione del rapporto B/PIL (debito/PIL) dipende da: saldo primario costo del debito e debito passato tasso crescita PIL dagli incassi delle privatizzazioni (e altre operazioni con effetti sul fabbisogno o sul debito, ma non sul disavanzo)

Disavanzo consentito per mantenere invariato il rapporto debito/Pil (B/Pil) Ipotizzo: Pil = B= 500 B/Pil = 50% Ipotizzo inoltre che il Pil cresca al tasso del 10% (ovvero di 100 euro). Se anche lo stock di debito aumentasse del 10% (50 euro) il loro rapporto resterebbe costante. 50 è dunque il disavanzo consentito per lasciare invariato il rapporto debito Pil.

Esempio (disavanzo +; avanzo -) B=500; PIL 1000; tasso crescita 10% r = 8%r = 10%r = 12% Spesa per interessi Disavanzo primario Disavanzo consentito

Commento se il tasso di crescita delleconomia coincide con il costo medio del debito, per mantenere inalterato il rapporto debito/Pil occorre che vi sia un pareggio del saldo primario; se il tasso di crescita delleconomia è inferiore al costo medio del debito, per mantenere inalterato il rapporto debito/Pil occorre che vi sia un avanzo del saldo primario (il disavanzo è -10); viceversa, se il tasso di crescita delleconomia supera il costo medio del debito, il rapporto debito/Pil resta invariato anche in presenza di un disavanzo del saldo primario (+10).

Importanza stock di debito accumulato B=1000; PIL 1000; tasso crescita 10% r = 8%r = 10%r = 12% Spesa per interessi Disavanzo primario Disavanzo consentito

Commento quando il costo medio del debito pubblico supera il tasso di crescita del Pil, lavanzo primario necessario per stabilizzare il rapporto B/Pil è pari a 20, invece che a 10, come era nel caso precedente. E dunque tanto maggiore quanto più elevato è il rapporto B/Pil iniziale. avere per molto tempo rimandato il problema dellaggiustamento ha aggravato il problema stesso, rendendo laggiustamento non solo sempre più necessario, ma anche sempre più costoso.

B t-1 + D t = B t Alcune relazioni algebriche (1) B t-1 /PIL t + D t /PIL t = B t /PIL t b t-1 (1+i)/(1+n) + a t = b t B t-1 /PIL t + (G t +iB t-1 –T t )/PIL t = B t /PIL t B t /PIL t = b t B t-1 /PIL t = B t-1 /PIL t-1 (1+n)= b t-1 /(1+n) (G t +iB t-1 –T t ) = a PIL t + iB t-1 a = disavanzo primario/Pil

Alcune relazioni algebriche (2) b t-1 (1+i)/(1+n) + a t = b t Questa equazione alle differenza converge a una soluzione stazionaria se (1+i)/(1+n) i b = b t - b t-1 = b t-1 (1+i)/(1+n) + a t - b t-1 - b = b t-1 (i-n)/(1+n) + a t Un valore non crescente di b è compatibile con un disavanzo primario (a>0) costante rispetto al Pil solo se n>i Se n<i il controllo di b può essere effettuato solo realizzando avanzi primari (a<0)

La variazione del rapporto B/Pil dipende: Dal debito passato, rispetto al Pil (b t-1 ) Dal tasso di crescita del Pil (n) Dal costo medio del debito (i) Dallavanzo primario in rapporto al Pil (a)

Cause dellandamento del rapporto B/PIL anni 70, metà 80: elevati disavanzi primari da seconda metà anni 80 a seconda metà anni 90: divario costo del debito (elevato) e tasso di crescita (basso) gli avanzi primari dal 92 al 95 non sono stati sufficienti, dato lelevato divario tra tassi di interesse e di crescita, a stabilizzare il rapporto il rapporto debito/pil cala solo dal 1995 Il rapporto debito/pil è tornato ad aumentare nel 2005 (vedi dati più recenti)

Alcune relazioni algebriche (3) b = b t-1 (i-n)/(1+n) + a t Che valore deve assumere a (principale strumento in mano a governo e parlamento per controllare il debito) per stabilizzare il rapporto debito/Pil ( b=0)? a t = - b t-1 (i-n)/(1+n) Se i>n, a deve essere negativo, ossia deve esservi un avanzo primario e vv.

Attenzione! a)Si prescinde da altre misure come privatizzazioni e altri interventi di riduzione fabbisogno e debito

Esempi/Domande 1. 1.Ipotizzate che lavanzo primario (a) tendenziale sia il 2% del PIL, il tasso di interesse sul debito pubblico (i) sia il 6%, il tasso di crescita delleconomia (n) il 4% e il livello iniziale del debito (b t-1 ) il 125% del PIL. Sarebbe sufficiente, in queste circostanze, un miglioramento del saldo primario fino al 3% del PIL per arrestare la crescita del rapporto Debito/PIL? 2. 2.Ipotizzate che n= 2%; i=3%; a =1,5%; b t-1 = 95%. Commentate la seguente affermazione: nessuna manovra correttiva si rende necessaria al fine di azzerare la crescita del rapporto D/PIL nel periodo t rispetto al periodo t Ipotizzate che i = 4%; n=2%; b t-1 = 106%. A partire da quale soglia di avanzo primario il rapporto debito/pil inizierebbe a ridursi? 4. 4.Ipotizzate che i = 4%; n=4%; b t-1 = 106%. A partire da quale soglia di avanzo primario il rapporto debito/pil inizierebbe a ridursi?

Perché è necessario aggiustamento? Esiste un limite al rapporto B/PIL? Possibilità di instabilità e crisi finanziarie…. Perdita di flessibilità nelluso delle politiche di bilancio…

Vincoli internazionali Trattato di Maastricht (1992) Patto di stabilità e crescita (PSC; 1997) Revisione del PSC (2005)

Fasi della UME (principali eventi) 1990: liberalizzazione valutaria 1994: istituzione IME, vincoli al finanziamento disavanzo con debito (art. 101 del Trattato UE; clausola di no-bail out) 1999: BCE e EURO

Articolo 101 Trattato UE È vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della BCE o da parte delle banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate «banche centrali nazionali»), a istituzioni o organi della Comunità, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle banche centrali nazionali.

Criteri di convergenza per ingresso UME (Trattato di Maastricht ) 1) tassi inflazione non > di 1.5 punti di quella dei tre paesi con inflazione più bassa 2) tassi interesse nominali a lungo non > di 2 punti percentuali di quelli nei tre paesi con inflazione più bassa 3) tassi cambio: assenza di variazioni nei due anni precedenti UME 4) i disavanzi di finanza pubblica non devono essere eccessivi …..

…i disavanzi di finanza pubblica non sono eccessivi se: debito pubblico non > 60% PIL; disavanzo (indebitamento AP): non > 3% PIL NB Al secondo criterio è stata data interpretazione più rigida, al primo no

Che razionalità hanno i vincoli sul debito e sul disavanzo? Molto dibattito… Vedi motivi detti prima (timore crisi, comportamento da free rider, rafforzamento della clausola di bail out,…) Si ritiene utile porre un vincolo esterno che disciplini le politiche di spesa dei governi Perché 3% e 60%? Media principali paesi (92) Compatibile con crescita 5% circa

B t-1 + D t = B t b t-1 =b t =b t+1 = 60% se n = a/(0,6-a) per a=3%,n=5,26% B t-1 /PIL t + D t /PIL t = B t /PIL t b t-1 /(1+n) + a t = b t a t = indebitamento netto/Pil

Patto di stabilità e crescita policy/index_en.htm?cs_mid=570 The Stability and Growth Pact (SGP) is a rule-based framework for the coordination of national fiscal policies in the economic and monetary union (EMU). It was established to safeguard sound public finances, an important requirement for EMU to function properly. The Pact consists of a preventive and a dissuasive arm…..

Patto di stabilità e crescita (1997) Una risoluzione che fissa la cornice politica Due regolamenti: uno che stabilisce il rafforzamento delle politiche macro-economiche e uno che riguarda le procedure da attuare contro i deficit eccessivi.

Patto di stabilità e crescita (1997) obiettivo di un saldo di bilancio a medio termine prossimo al pareggio o positivo; nel caso di fluttuazioni cicliche il saldo non può superare il 3%, tenendo conto della normale flessibilità automatica del bilancio e delle politiche discrezionali che i vari paesi potranno intraprendere per fare fronte ad eventuali recessioni;

se vi sono condizioni di recessione eccezionali (vi deve essere a tal fine un calo del Pil reale di almeno 0,75%) il deficit può superare la soglia del 3%, ma solo temporaneamente (solo se persistono le condizioni di eccezionalità della recessione). solo se la recessione è particolarmente grave tuttavia (riduzione Pil superiore al 2%), il disavanzo non viene considerato eccessivo; se è compresa fra 0,75% e 2% la decisione se considerare eccessivo il disavanzo è a discrezione dei ministri finanziari;

gli stati membri devono sottomettere programmi di stabilità che verranno regolarmente analizzati dal Consiglio; vengono inoltre specificate e rafforzate le procedure per evitare linsorgenza di disavanzi eccessivi; nel caso di disavanzi eccessivi, vi è un allarme preventivo (segnalazione precoce/ early warning) e gli stati membri devono intervenire; nel caso in cui i disavanzi eccessivi persistano il Consiglio è invitato ad irrogare sanzioni: nel primo anno la sanzione equivale ad un deposito infruttifero (con un tetto dello 0,5% del PIL). Se il deficit eccessivo persiste dopo due anni il deposito infruttifero è trasformato in ammenda.

Conseguenze del Patto E un Patto stupido ? (Prodi) Implicazioni negative: limite alluso politiche di bilancio riduzione investimenti investimenti fuori bilancio (minore trasparenza conti pubblici) rischi di operazioni di finanza creativa

Despite the clear consensus that emerged in the early 1990s over the need to formulate statistical rules to co- ordinate the multinational undertaking of EMU, the pact has been highly disputed since its inception, with critics and academics arguing especially fervently on the "arbitrary" selection of the three per cent threshold. The Stability and Growth Pact is emerging from a major crisis after the Commission took the Council to the European Court of Justice on procedural grounds after the latter failed to take further action against France and Germany for persistent breaches of the pact's rules. EU finance ministers reached a hard won deal on reforms to the Stability and Growth Pact at an extraordinary meeting in advance of the EU summit of heads of state and government on 22 and 23 March ( pact/article ) pact/article

La revisione del Patto Le difficoltà incontrate da diversi stati membri (tra cui Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Grecia…) hanno aperto un vivace dibattito sul PSC e sugli impegni volti a raggiungere saldi di bilancio in pareggio o in attivo. Il dibattito ha subito un'accelerazione a seguito di una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 13 luglio 2004 in merito alle procedure per disavanzo eccessivo nei confronti della Germania e della Francia (caso C-27/04). (Nel novembre 2003 la Commissione aveva rivolto delle raccomandazioni al Consiglio al fine di far avanzare le procedure per disavanzo eccessivo nei confronti dei due paesi citati. Il Consiglio però non ha dato seguito a tali raccomandazioni e ha sospeso le procedure per disavanzo eccessivo. La Commissione si è rivolta alla Corte di Giustizia) Al Consiglio europeo del 22 e 23 marzo 2005, i ministri delle finanze trovano un accordo politico per una nuova gestione del PSC. In seguito vengono modificati i regolamenti del PSC.

I nuovi accordi mantengono immutati i due criteri del 3% (disvanzo/Pil) e del 60% (debito/Pil). Vengono tuttavia rilassate le condizioni per avviare le procedure previste in caso di disavanzo eccessivo. Più precisamente: – –nessuna procedura verrà avviata se uno stato membro sperimenta una crescita negativa o un periodo prolungato di bassa crescita, rispetto al potenziale (prima il criterio era più stringente: occorreva una recessione forte con una crescita negativa di almeno il 2%);

– –la procedura nei confronti dei disavanzi eccessivi potrà essere evitata anche se il motivo di scostamento temporaneo del disavanzo dal limite del 3% è dovuto ad «altri fattori significativi», di cui Commissione e Consiglio dovranno tenere conto. – –Il concetto, già presente nel Trattato, art.104 (3), viene specificato e chiarito. – –Non vi è una individuazione puntuale di voci di bilancio da escludere dal calcolo del disavanzo di riferimento.

– –Viene invece indicato un elenco abbastanza ampio e generico di fattori: situazione congiunturale, crescita potenziale, sforzo di consolidamento effettuato nei periodi di crescita economica, sostenibilità del debito, qualità globale delle finanze pubbliche, costi sostenuti per rafforzare la solidarietà internazionale e per raggiungere gli obiettivi dellunione, in particolare quelli di riunificazione, impatto di riforme strutturali, in particolare quella pensionistica, se volta a costruire il secondo pilastro basato sulla capitalizzazione….;

– – I paesi avranno due anni (invece di uno) per correggere un deficit eccessivo. – – Questo periodo potrà ulteriormente essere esteso in caso di eventi economici avversi e inattesi, con importanti riflessi negativi sui bilanci, durante il periodo di procedura per disavanzo eccessivo.

Possibili conseguenze della riforma La revisione del Patto di stabilità tenderà ad accentuare le differenze fra paesi e a ridurre il coordinamento delle politiche fiscali. Si è persa l'occasione di arrivare a un migliore coordinamento delle politiche economiche, obiettivo che si sarebbe potuto raggiungere realizzando una riforma più organica. I rischi maggiori sono per i riflessi che ciò potrà avere nel lungo periodo sul debito pubblico, che è laltro criterio per valutare i disavanzi eccessivi, e quello più importante per la stabilità di lungo periodo.

Motivo di maggiore preoccupazione: a giocare discrezionalmente la flessibilità consentita è il Consiglio, a cui spetta decidere, agendo a maggioranza qualificata su raccomandazione della Commissione, se esiste o meno un disavanzo eccessivo (art.104(6) del Trattato). Sono dunque i governi nazionali, e le varie coalizioni che potranno di volta in volta formarsi, in cui un peso importante giocano i grandi paesi, ad avere maggiore potere, con un indebolimento del ruolo della Commissione, da sempre «Custode dei Trattati». Occorrebbe invece un arbitro esterno, capace di evitare che prevalgano gli interessi di parte piuttosto che quelli dellUnione nel suo complesso.

Evoluzioni Comunicazione della Commissione al Consiglio (COM(2006) 304 final) del sul primo anno dalla rivisitazione del PSC Vi sono aspetti positivi, relativi alla definizione della procedura per disavanzi eccessivi, la loro identificazione e la razionalità delle misure correttive; principale aspetto critico: sono inadeguati gli sforzi di consolidamento nei periodi in cui leconomia va meglio (la revisione del PSC prevede che gli aumenti delle entrate dovute alla crescita servano a ridurre il deficit e il debito). Non migliora quanto dovrebbe il saldo strutturale.

Altre soluzioni? Golden rule: disavanzo al netto investimenti Fondo di stabilizzazione allinterno del bilancio federale Finanziamento da parte della BEI (Piano Delors) Maggior coordinamento delle politiche fiscali europee Potenziamento del bilancio europeo

Il PSC e la crisi 26 novembre 2008 Il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha dichiarato: "Questo periodo eccezionale richiede misure eccezionali. Sono in gioco i posti di lavoro e il benessere dei nostri cittadini. L'Europa deve estendere all'economia reale il suo coordinamento senza precedenti sui mercati finanziari. Questo piano di ripresa, che è al tempo stesso vasto, audace, strategico e sostenibile, si basa sulle proposte presentate dalla Commissione il 29 ottobre scorso, che costituivano le prime indicazioni su come andare oltre il sostegno di crisi al settore finanziario e affrontare i problemi dell'economia reale. Sono lieto di constatare che questo ha ispirato e continua a ispirare le misure annunciate dagli Stati membri dopo tale data. Il presidente ha aggiunto: "Il piano di ripresa può non soltanto salvare nell'immediato i posti di lavoro di milioni di persone, ma anche trasformare la crisi in un'occasione per incentivare una crescita pulita e creare in futuro posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità. Questo sostegno di bilancio tempestivo, mirato e temporaneo contribuirà a rilanciare la nostra economia nell'ambito del patto di stabilità e di crescita. Investimenti intelligenti nelle competenze e nelle tecnologie future accelereranno gli sforzi prodigati dall'Europa nell'ambito della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione per diventare nel XXI secolo un'economia dinamica e a basse emissioni di carbonio. Se l'Europa attuerà con decisione questo piano di ripresa, potremo riprendere la via della crescita sostenibile e rimborsare i prestiti di Stato a breve termine. Se non interveniamo adesso, potrebbe innescarsi un circolo vizioso recessivo di diminuzione del potere d'acquisto e del gettito fiscale, aumento della disoccupazione e ulteriore aggravamento dei disavanzi di bilancio." Un incentivo finanziario pari all'1,5% del PIL Il piano di ripresa, che attiverà tutti gli strumenti politici disponibili, comprende un incentivo finanziario coordinato pari a circa 200 miliardi di euro o all'1,5% del PIL, con circa 170 miliardi di euro (1,2% del PIL) a livello degli Stati membri, mediante azioni nel quadro dei loro bilanci, e circa 30 miliardi di euro (0,3% del PIL) a livello dell'UE, mediante azioni nel quadro del bilancio dell'UE e della Banca europea per gli investimenti. L'incentivo rientrerà nei limiti del patto di stabilità e di crescita pur sfruttando pienamente la flessibilità offerta dal patto stesso. Gli Stati membri che vareranno pacchetti di rilancio otterranno un duplice risultato, in quanto stimoleranno la domanda nelle rispettive economie e negli altri Stati membri, con vantaggi considerevoli per i propri esportatori. Un'azione coordinata avrà un effetto moltiplicatore e scongiurerà i problemi che potrebbero derivare da un'impostazione frazionata.

Le procedure di infrazione Ottobre 2009 La Commissione adotta relazioni nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi a carico di Austria, Belgio, Repubblica ceca, Germania, Italia, Slovacchia, Slovenia, Paesi Bassi e Portogallo Viste le previsioni di disavanzo superiori al 3% nel 2009, in data odierna la Commissione europea ha adottato, nel quadro della parte correttiva del patto di stabilità e crescita, relazioni su Austria, Belgio, Repubblica ceca, Germania, Italia, Slovacchia, Slovenia, Paesi Bassi e Portogallo. Tenendo debito conto del contesto economico e degli altri fattori pertinenti, le relazioni esaminano se i disavanzi previsti per il 2009 siano prossimi al valore di riferimento e se il superamento sia eccezionale e temporaneo. La Commissione conclude che queste condizioni non sono soddisfatte da nessuno dei nove paesi. All'inizio dell'anno in corso la Commissione ha già avviato la procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti di altri nove paesi UE (cfr. IP/09/274 e IP/09/752 ). IP/09/274 IP/09/752 aged=0&language=IT&guiLanguage=en

Riferimenti Bosi P. (a cura di), Corso di Scienza delle finanze, Il Mulino, Bologna, 2003, cap. 5 La politica fiscale nellunione economia e monetaria Per saperne di più: Bosi P., Il Mulino, Aulawebhttp:// _risorsa_sezione=1712&sottosezioni=1 F. Kostoris, La riforma del Patto di Stabilità e crescita, in M.C.Guerra, A.Zanardi, La finanza pubblica italiana. Rapporto 2005, Il Mulino, Bologna, 2005 documentazione sito Articoli sito Confronti internazionali: Banca dItalia, Statistiche di finanza pubblica per i paesi dellUnione Europea, Supplemento al Bollettino Statistico, n.20, dicembre 2005; Eurostat…