Nascita PAC 1962 – obiettivo -> gestire in modo congiunto il più importante settore economico degli anni ’50 sia in termini produttivi (assorbiva il 20% dell’occupazione) che strategici (ricerca autosufficienza alimentare). Già negli anni ’70, raggiunto l’obiettivo dell’autosufficienza, la PAC produce eccedenze strutturali di derrate alimentari.
Perché il surplus produttivo? Specie nei settori lattiero-caseario, dei (Italia diventa produttore di grano al pari dell’Argentina) e della carne l’agricoltura europea aggiunge ai costi necessari per incentivare la produzione quelli per smaltire la produzione invenduta. Meccanismo di incentivazione che genera il surplus: imposizione di elevati prezzi di vendita delle derrate alimentari e sicurezza che tutta la produzione invenduta sarebbe stata acquistata dalla Comunità ad un prezzo già comunicato ad inizio stagione (prezzo di intervento).
Analisi della PAC: tre fasi Dalla sua nascita agli anni ’80 -> PAC tradizionale basata sul protezionismo e sul sostegno ai prezzi di vendita Tentativi di riforma degli anni Ottanta mai pienamente condotti a termine Riforma del 1992 (Mac Sharry)
I Fase: anni ’60-70 Caratteristiche della struttura agricola: ridotta dimensione aziende, elevato impatto occupazionale, arretratezza tecnologica (bassa meccanizzazione e pochi fertilizzanti). Produzione venduta solo localmente ai piccoli negozi, de-specializzazione delle imprese che rifornivano i mercati locali di merci diverse.
I Fase: anni ’60-70 Negli anni 60 la riduzione dei costi di trasporto aumenta il commercio tra i membri CEE e si cerca di attuare con la PAC un’area di libero scambio dei prodotti agricoli in modo da sfruttare le specializzazioni nazionali. Prima dell’apertura del mercato agricolo gli scambi intracomunitari erano modesti mentre erano cospicui tra le ex colonie e le madrepatrie. Tali flussi con la PAC vengono sostituiti dagli commercio intracomunitario favorito dal protezionismo attivato in difesa delle produzioni locali.
I Fase: anni ’60-70 Gli orientamenti adottati per la PAC si basavano su tre principi: Unicità del mercato Preferenza comunitaria Solidarietà finanziaria Con la prima maratona agricola del 1962 tra i ministri dell’agricoltura la PAC entra in vigore e vengono fissati i prezzi dei prodotti agricoli principali. Da questo momento i prezzi non verranno più determinati dal rapporto domanda-offerta ma da fattori politici nazionali e internazionali.
I meccanismi di funzionamento - Unicità del mercato, tentativo di rendere perfettamente commerciabili le derrate agricole tra paesi membri. Mai completata a causa di barriere tariffarie e non tariffarie (diverse regolamentazioni in materia di sicurezza dei consumatori). - Preferenza comunitaria, protezione della produzione comunitaria rispetto alle importazioni da paesi terzi (consumatori acquistano a prezzi superiori a quelli internazionali).
I meccanismi di funzionamento - solidarietà finanziaria, sistema di sostegno finanziario posto a carico di tutti i paesi partner non in proporzione del beneficio derivante dalla spesa agricola che ha assorbito i tre quarti della risorse ed ha reso difficile prendere decisioni. L’intervento finanziario della PAC è asimmetrico nel senso che essa ha favorito alcuni prodotti e quindi alcuni paesi rispetto ad altri, ha favorito i grandi rispetto ai piccoli produttori.
Funzionamento Per ciascun prodotto si definiscono i prezzi di scambio delle merci agricole, i prezzi di intervento (prezzo minimo garantito di ritiro produzione), i premi alle esportazioni (cosiddette restituzioni), i dazi sulle importazioni (cosiddetti prelievi). Vi sono anche aiuti ai trasformatori di prodotti agricoli comunitari che acquistano derrate europee ad un prezzo superiore a quello mondiale.
I prezzi di intervento Se il mercato fa scendere i prezzi interni alla CEE di un determinato prodotto al di sotto del livello previsto (es. elevata offerta per buone condizioni meteo) il FEOGA acquista la produzione e ne assicura lo stoccaggio al fine di rivenderla quando il prezzo sarà tornato remunerativo. La garanzia del ritiro avviene per qualsiasi quantitativo di produzione.
Il prelievo sulle importazioni Per evitare le importazioni da paesi terzi (es. quelle di cereali dal Nord America) dove l’elevata dimensione delle aziende consente maggiore efficienza produttiva e quindi minori prezzi d vendita. Tale dazio aggiuntivo si sommava ai normali diritti doganali facendo sì che il prodotto importato fosse più caro di quelli europei. Tali prelievi costituiscono una risorsa propria.
Le restituzioni alle esportazioni Incentivi agli agricoltori ad esportare fuori dal mercato comune per evitare che i surplus si trasformassero in perenni eccedenze. Tali sussidi erano in funzione delle differenze tra i prezzi interni alla CEE e quelli esteri. Permettevano alle merci europee di diventare competitive costituendo un caso di concorrenza sleale che ha permesso alla CEE di guadagnare elevate quote di mercato (es. latte 36% dell’export mondiale nel 1996, uova 30%, formaggi 55%, carne suina 27%).
Le prime crisi Fintanto che la CEE non era autosufficiente dal punto di vista agricolo, il meccanismo di incentivi della PAC che premiava le quantità prodotte poteva essere vantaggioso. Ben presto il meccanismo dei prezzi assicurati e le garanzie determinano un’inefficiente allocazione delle risorse con un aumento della produzione (2% annuo) ad un ritmo superiore alle capacità di assorbimento del mercato (0,5% annuo).
Le prime crisi Aumenta la tensione nelle relazioni internazionali con alcuni partner commerciali a causa dei dazi alle importazioni e degli incentivi alle esportazioni europee. Ripercussioni ambientali (uso di concimi e diserbanti chimici) in alcune regioni a causa del premio alle quantità e non alla qualità della produzione. Impatto sul bilancio comunitario: la PAC assorbe troppe risorse (2/3 del bilancio) e la CEE deve rifiutare finanziamenti alle attività industriali o tecnologiche.
Le prime crisi L’obiettivo principe della PAC e cioè la difesa dei redditi dei produttori viene raggiunto solo in parte in quanto i rapporti di forza tra distributori (organizzati e forti contrattualmente) e produttori (frammentati) fanno sì che l’imposizione di elevati prezzi di vendita favorisca solo i primi. Nel caso della grande azienda la PAC consentiva di operare in qualsiasi condizione di incertezza economica in quanto le fluttuazioni erano compensate dall’intervento comunitario.
Le prime crisi Favoriti eccessivamente gli investimenti in nuove tecnologie per cui elevati sono i livelli di capitalizzazione in macchinari agricoli (es. 125 macchine ogni 100 ettari in Germania). In Italia tali macchinari sono speso sottoutilizzati. L’uso dei concimi fa aumentare la resa dei terreni (la produzione di cereali europea passa da 18 quintali per ettaro negli anni 50 a 40 quintali negli anni 70).
I tentativi di riforma Le inefficienze della PAC generano le prime richieste di modifica in quanto non viene difeso il reddito del piccolo agricoltore. Primo tentativo -> Piano Mansholt -> fallimento. Secondo tentativo ->Piano Andriessen->introduce quote di produzione nazionale per la produzione del latte. Tale sistema verrà poi esteso ai prodotti in cui vi sono elevate eccedenze.
I tentativi di riforma Viene introdotta la tassa di corresponsabilità per i cereali volta a penalizzare chi nella campagna precedente ha superato certi livelli produttivi. Vengono introdotti per ogni prodotto gli stabilizzatori cioè quantità massime garantite ossia un tetto di produzione il cui superamento comporta un abbassamento automatico dei prezzi garantiti.
I tentativi di riforma Per lottare contro la sovrapproduzione (a metà 1992 l’Europa ha nei silos più di 18 milioni di tonnellate di cereali, nei frigo 870mila tonnellate di carne bovina, 400mila tonnellate di derivati del latte, 260mila tonnellate di burro) la CEE lancia un programma facoltativo di incentivi per la messa a riposo delle terre (set-aside). Appare comunque necessaria una radicale riforma che agisca sul sostegno dei prezzi per dissuadere gli agricoltori dal produrre ciò che il mercato non domanda.
La riforma Mac Sharry (1992) A differenza dei tentativi di riforma precedenti volti a proporre disincentivi alla produzione o tetti produttivi, o incentivi alla non produzione (set-aside) tutti strumenti destinati a limitare gli effetti del sostegno dei prezzi, questa riforma propone uno spostamento degli incentivi dal sostegno dei prezzi al sostegno del reddito agricolo. Essa arriva proprio nell’anno in cui si sancisce nell’ambito dell’Uruguay Round un accordo internazionale sulla liberalizzazione del commercio mondiale delle derrate agricole.
La riforma Mac Sharry (1992) 4 sono i nuovi orientamenti: Diminuzione dei prezzi interni per avvicinarli a quelli mondiali e riduzione del costo occulto pagato dai consumatori europei (equità distributiva). Tutela della redditività delle aziende agricole: pagamenti compensativi per la riduzione dei prezzi di sostegno determinati non solo in base alla quantità di produzione ma anche alla tipologia e alla qualità. Tale separazione tra aiuto comunitario e quantità prodotta è sintetizzata nel concetto di disaccoppiamento. In più per ottenere tali compensazioni gli agricoltori devono procedere al set-aside.
La riforma Mac Sharry (1992) Importanza attribuita ai metodi di produzione estensivi generalmente di qualità superiore rispetto a quelli intensivi. Utilizzata una forma di disaccoppiamento parziale e non totale in quanto i pagamenti compensativi sono in parte legati anche alle superfici coltivate ipotizzando una resa media per ogni terreno. Misure volte a ridurre l’impatto occupazionale delle riforme: misure agroambientali (specie Germania e Austria), di rimboschimento dei terreni prima coltivati, di prepensionamento degli agricoltori anziani.
La riforma Mac Sharry (1992) Attenzione al patrimonio boschivo in quanto l’intervento nei confronti di aree emarginate e a minor livello di sviluppo è giustificato dalle economie esterne negative che si creerebbero se continuasse la tendenza allo spopolamento delle aree rurali e montane (che rappresentano l’80% del territorio e più di un quarto della popolazione comunitaria) e che mostrano fenomeni di invecchiamento demografico, carenze di infrastrutture, isolamento territoriale.
La riforma Mac Sharry (1992) Creazione di nuovi posti di lavoro nelle aree rurali svantaggiate, diversificazione economica, miglioramento delle infrastrutture, diffusione di nuove tecnologie (per tali obiettivi i fondi sono stati assegnati soprattutto a Spagna e Irlanda). Le normative sul prepensionamento degli agricoltori con più di 55 anni sono state recepite sol da alcuni stati membri a causa delle diverse normative nazionali sulle pensioni (es. Francia assorbe il 60% delle risorse nel 1997).
La riforma Mac Sharry (1992) La nuova PAC non finanzia più la produzione n generale ma solo quella che può trovare sbocco sul mercato. Ciò porta a : Maggiore efficienza allocativa in quanto il prezzo riacquista il suo contenuto informativo Maggiore equità in quanto vengono favorite le produzioni più meritevoli Maggiore trasparenza del bilancio in quanto le spese agricole vengono poste palesemente a carico del bilancio.