Élite, classe politica, reclutamento politico da A. Costabile, P. Fantozzi, P. Turi (a cura di), Manuale di Sociologia Politica, Roma, Carocci
élite = parte selezionata, la migliore = ristretto gruppo di persone che si distingue per superiorità culturale, posizione economica e sociale valutazione positiva (dai termini latini eligere, “scegliere, operare una scelta” ed electa, “parte prescelta” > stessa radice di elezione, eletto) termine introdotto da Pareto
Classe politica = insieme dei professionisti della politica > termine introdotto da Mosca Questi due termini hanno contribuito a formare un’area di dibattito a lungo influente nelle scienze sociali: la teoria delle élite, che comprende anche un altro sociologo, Michels
caratteristiche associate al concetto di élite: Il numero = si riferisce ad una categoria sociale di persone o a un gruppo sociale relativamente ristretto, minoritario, all’interno di un gruppo più ampio Il riferimento a livelli o gradi elevati = rispetto ad una dimensione verticale, cioè ad un ordinamento gerarchico basato su uno o più criteri distintivi
Definizione generale: L’elite è relativa ad una superiorità dei suoi componenti, che consiste in una capacità comparativamente elevata di alcuni soggetti in una specifica professione, intesa come eccellenza in un’attività socialmente apprezzabile
Oltre l’abilità e l’eccellenza è importante la valutazione positiva a livello societario, che permette alle élite di avere una posizione di preminenza, per quanto settoriale e specifica > in questo senso il concetto di élite ha un significato positivo (che aveva originariamente nel linguaggio comune)
Definizione particolare Élite come minoranza in grado di esercitare potere o influenza nel processo di decisione politica. Si formano come risultato dell’organizzazione sociale: un’organizzazione che supera una certa soglia di componenti necessita di una direzione che, per essere efficace, deve essere ristretta e quindi fortemente minoritaria
Le élite come forma di leadership sociale sono quindi una necessità funzionale di cui non è possibile fare a meno dal momento in cui una data popolazione ha raggiunto una certa dimensione
Non ci si riferisce solo ai soggetti che si trovano ai vertici delle istituzioni ma anche a coloro che si trovano alla guida di movimenti: vertici militari, economici, dei partiti, delle associazioni professionali, dei sindacati, dei media, dei gruppi di interesse, delle organizzazioni religiose e di altre organizzazioni movimenti sociali e politici strutturati
Teoria classica delle élite Traduzione delle opere della scuola elitistica italiana in inglese tra il 1917 e il 1939 > James Burnham > tradizione del realismo politico: “eredi di Machiavelli ”, critici delle ideologie Realismo come studio del potere, che vuole mettere in luce i reali rapporti di dominio (l’immutabilità della natura umana, la concezione dell’esistenza come lotta, la politica come lotta per il potere, la forza e la manipolazione come strumenti necessari e le minoranze organizzate per guidare le masse)
Per gli elitisti, in ogni sistema politico è una minoranza della popolazione a prendere le decisioni fondamentali. Anche nei regimi democratici, la minoranza non può essere controllata dalla maggioranza. Essa dispone quindi, rispetto alla popolazione su cui domina, di una sostanziale autonomia
La non-élite La non-élite è incapace di agire politicamente, perciò è una categoria sociale destinata a rimanere passiva o, in particolari circostanze, ad essere mobilitata strumentalmente (nei periodi ordinari costituisce la riserva da cui provengono i nuovi membri che l’elite non è in grado di reperire all’interno delle proprie figlie)
Gli elitisti classici attribuiscono notevole peso alla dimensione ideologica nella ricerca nel mantenimento del potere. Ogni élite, infatti, cerca di legittimare agli occhi delle masse il potere che detiene di fatto, in modo da giustificare i propri privilegi e da coprire i reali criteri con cui governa
La credenza di ubbidire ai principi astratti, anziché direttamente alla superiorità di altri individui, risponde al bisogno della massa di credersi dominata sulla base di assunti morali anziché dall’esercizio della forza, che pure rimane il criterio ultimo su cui potere si fonda > Ideologia come risorsa necessaria l’esercizio del governo
Gaetano Mosca 1858-1941 Classe politica = la minoranza che in ogni società detiene il potere governa sulla maggioranza. La spiegazione è nell’organizzazione: la capacità che un numero ristretto di individui ha di darsi una struttura interna per coordinarsi li porta necessariamente ad un dominio sulla massa disorganizzata
In ogni organismo politico esistono due classi di persone: quella dei governanti (meno numerosa) e quella dei governati (più numerosa) il numero dipende dalla classe governata e dal tipo di regime politico
Per il governo effettivo, la classe politica risulta composta anche da uno strato di persone, molto più numeroso, che comprende tutte le capacità direttrici del paese = la classe dirigente in senso ampio, necessaria perché il primo strato non basterebbe da solo a dirigere l’azione delle masse Le caratteristiche di questo secondo strato variano col variare del tipo di regime (sacerdoti guerrieri, burocrazia, corpo elettorale )
La formula politica Ogni classe politica e giustifica il suo potere attraverso un’ideologia, che Mosca chiama formula politica ( es. autorità derivante da Dio, poteri che trovano fondamento nella volontà popolare ) Ogni cambiamento nella classe politica avrà sempre un riflesso sulla formula adottata dalla nuova minoranza per giustificare il proprio potere
Apertura della classe politica = tendenza democratica che mira rinnovare la classe dirigente sostituendola completandola con elementi provenienti dalle classi dirette Chiusura della classe politica = tendenza aristocratica che mira alla stabilizzazione della direzione sociale del potere politico nei discendenti di quella classe che in un dato momento storico se n’è impossessato > Sono due tendenze complementari
Vilfredo Pareto (1848-1923) contributo psicologico, per il maggior peso delle caratteristiche individuali Élite come una minoranza composta da coloro che sono più capaci (anche se Pareto è consapevole delle eccezioni, cioè di soggetti entrati a far parte dell’élite per ereditarietà, ricchezza, relazioni familiari etc. e non per capacità personali) Due classi: la classe eletta, fortemente minoritaria, e la classe non eletta
all’interno della classe eletta, distinzioni sulla base della partecipazione diretta o indiretta dei suoi membri all’attività di governo: élite di governo = coloro che direttamente o indirettamente hanno parte notevole nel governo classe eletta di non governo = coloro che, pur raggiungendo risultati eccellenti nelle loro specifiche attività non prendono parte direttamente al governo
Teoria della circolazione delle élite Per potersi mantenere nel tempo l’élite deve essere aperta e rinnovarsi continuamente, consentendo scambi tra lo strato inferiore e lo strato superiore > circolazione delle élite, altrimenti si rischia una crisi dell’equilibrio sociale
Disponibilità al compromesso Scetticismo e cinismo leoni volpi Ricorso alla forza, Propensione alla solidarietà, Disponibilità alla fede, Attaccamento alla tradizione Nuova élite portatrice di proprie idee e capace per l’utilizzo della forza per affermarle Disponibilità al compromesso Scetticismo e cinismo
La classe eletta di governo, quindi, è in uno stato di continua lenta trasformazione: “ essa scorre come un fiume ”
Roberto Michels (1876-1936) Si concentra soprattutto sui partiti politici di massa e i sindacati > concentrandosi su organizzazioni ispirate da principi democratici e finalizzate a combattere disuguaglianze sociali e politiche, lo scopo di Michels era di provare l’inevitabilità della legge che pochi governano
Legge ferrea dell’oligarchia = descrive il meccanismo attraverso cui si crea una struttura organizzativa gerarchica e accentrata che rende i partiti simili a ogni altra organizzazione burocratica “chi dice organizzazione dice tendenza all’oligarchia. È insito nella natura stessa dell’organizzazione un elemento profondamente aristocratico”
Contributi contemporanei sulle élite
Raymond Aron (1905-1983) Qual è l’origine sociale il modo di reclutamento dei politici? Quali sono le qualità che sembrano garantire il successo ? Quali sono i modo di pensare la concezione della vita caratteristici di queste categorie di persone? Qual è il grado di coesione e il senso di solidarietà tra i suoi membri?
Due tipi polari di élite (Guerra Fredda): Unitaria o unificata, nelle società senza classi che hanno eliminato le proprietà private nei regimi di partito unico di tipo sovietico in cui le differenti forme di potere sono manipolate da Le stesse persone Divisa e frammentata dove si sono differenziazioni di gruppi sociali delle funzioni del forme di potere ( pluralità di categorie dirigenti eterogenee e in competizione)
Charles Wright Mills Esponente della corrente minoritaria dei teorici radicali delle élite, negli anni 50, in contrapposizione all’immagine pluralista della struttura del potere politico dominante negli Stati Uniti, sostenne la presenza di una tendenza la concentrazione del potere tale da costituire un serio pericolo per le stesse tradizioni democratiche
Secondo i teorici del pluralismo (bentley, Riesman, Truman, Dahl) nelle società democratiche moderne il potere è disperso, frammentato e diffuso tra una molteplicità di gruppi di interesse o di pressione in conflitto o in competizione tra di. Nessun gruppo abbastanza forte da imporsi agli altri, quindi cerca alleanze, compromessi, consensi; ciò assicura pluralità e concorrenza
elitisti Potere concentrato nelle mani di pochi Minoranza organizzata, coesa e chiusa Metodo di studio reputazionale (Hunter) pluralisti Potere come capacità di mobilitare risorse Gruppi diversi e in concorrenza Metodo di studio basato due 2 procedure: posizionale e decisionale (Dahl)
Mills critica la teoria dell’equilibrio e distingue tre livelli nella gerarchia del potere degli Stati Uniti: vertice livello medio base Economia, politica, esercito Gruppi di interesse di pressione, associazioni professionali, sindacali, imprenditoriali > influiscono perlopiù sulle questioni settoriali e locali > equilibrio del potere, ma peso minimo nelle decisioni sui problemi fondamentali di una società a livello nazionale e internazionale
“se prendiamo i 100 uomini più potenti d’America, i 100 più ricchi, i 100 più noti, ci accorgiamo che, se non fosse per le posizioni che occupano in qualche istituzione, per le persone che dipendono da loro, per il denaro di cui dispongono, per i grandi mezzi d’informazione che concentrano la propria luce su di loro, essi sarebbero impotenti, poveri e ignoti. Il potere non è cosa di un uomo, la ricchezza non ha le sue radici dell’individuo che la possiede, la celebrità non è necessariamente unita ad alcuna personalità” (1970)
La definizione di chi è parte dell’élite si basa sul tipo di appartenenza istituzionale, sulla posizione della gerarchia istituzionale sul tipo di decisioni prodotte: “ circoli politici, economici e militari che, disposti in ordinamento complesso stratificato, prendono decisioni di importanza almeno nazionale ”
Differenze rispetto all’impostazione classica: Il dominio delle élite non è né inevitabile né auspicabile Non è bastato né sulla necessità di qualcuno che governi, né su un’effettiva superiorità della minoranza Sono le tendenze strutturali a determinare le condizioni di esistenza per le ditte Le masse dominate sono viste non come costitutivamente incapaci ma disinformate e ingannate dall’élite
Prospettiva neoelitista Bachrach e Baratz introducono il concetto di non-decisione: essi rimproverano ai pluralisti-elitisti (Dahl) di occuparsi soltanto della parte visibile del processo decisionale, tralasciando l’altra faccia del potere, quella che si esprime in modo che alcune decisioni semplicemente non vengano prese, limitando di conseguenza l’ambito delle decisioni ad argomenti ed oggetti relativamente innocui
Pluralismo democratico Criticano le posizioni di Bachrach e Baratz gli esponenti della prospettiva teorica del pluralismo democratico, affermando che le loro argomentazioni sono basate su un oggetto che non è accertabile empiricamente, le non-decisioni.
Paradigma neoelitista ( anni 80 ) Polemica contro l’ideologia democratica ed egualitaria che richiama quella dei primi elitisti. Intenzione di riaffermare gli assunti secondo loro fondanti la teoria elitistica classica, in polemica contro l'ideologia democratica ed egualitaria…
… che sono: la presenza inevitabile delle élite in tutte le società; la fondamentale importanza delle differenze di struttura e della variabilità delle élite per spiegare la diversità dei regimi politici; la relazione tra élite e non élite
La prospettiva demo- élite Etzioni-Halevy richiama l'attenzione sulle minacce che alla democrazia possono venire dalla mancanza di autonomia relativa alle élite e da un'eccessiva distanza tra élite e pubblico Propone di distinguere due varianti: una tendenza elitista che rinvia fra i classici a Pareto, Mosca, Michael e Mills e una teoria democratica delle élite che ha le sue radici nel pensiero liberale e include Weber, Schumpeter, Aron, al cui interno si colloca un apporto autonomo definito prospettiva demo-élite
Reclutamento politico processo che seleziona tra diversi milioni di cittadini socialmente favoriti e politicamente motivati, compreso lo strato politico, le diverse migliaia che raggiungono posizioni di influenza nazionale significativa (Putnam). I fattori che influiscono sono: le leggi elettorali, l'organizzazione e la competizione tra partiti, la configurazione del sistema partitico, la cultura politica nel suo complesso.
Modello dell'agglutinazione delle élite solitamente i membri delle élite posseggono uno status sociale più elevato, un livello d'istruzione più alto e provengono da famiglie con un background socioeconomico medio-alto o alto > agglutinazione = il saldarsi di condizioni socioeconomiche privilegiate necessarie per accedere al circolo ristretto delle élite politiche. tanto più si sale lungo il sistema di stratificazione delle élite, tanto più le caratteristiche privilegiate diventano indispensabili per accedere a posizioni di comando.
Aspetti principali del reclutamento politico (Putnam): i canali utilizzati dagli aspiranti leader per raggiungere posizioni di vertice: il partito e le esperienze politiche precedenti, come il governo locale (oggi in declino); come e da chi è effettuata la selezione dei membri dell’élite politica: tecniche automatiche (ereditarietà delle cariche), semiautomatiche (esami e anzianità) e discrezionali (cooptazione o nomina) di selezione;
quali sono le caratteristiche e le credenziali rilevanti: quelle ascritte e quelle acquisite; in che modo e con che frequenza chi occupa un'importante carica politica la lascia: cause naturali, sostituzione violenta, elezioni. I livelli più elevati di ricambio si registrano durante i periodi di crisi e il tasso di cambio tende a diminuire con l'invecchiamento dell'istituzione;
impatto dei modelli di reclutamento sulle caratteristiche di insieme dell’élite politica (meccanismi formali per assicurare rappresentatività di tutte le fasce, volontà di conservazione o innovazione nelle scelte, competenze acquisite nel processo di selezione di competizione).