GLI ARCHETIPI
1. L’Eden su questa terra non esiste, ma dovrebbe esserci: la messa in scena dello spazio indifeso …quel delizioso Paradiso…// con un verde recinto così simile ad un tumulo agreste // incorona la vetta di una boscaglia precipite // i cui fianchi villosi di bizzarra, intricata, selvaggia // vegetazione negavano ogni accesso; e più in alto svettando // con ombre insuperabili e maestose, crescevano // il cedro, il pino e l’abete, la palma // che si dirama fronzuta, una scena silvestre, // e come ombra per ombra grado a grado ascendono // si direbbero un grande, solenne teatro boschivo. // Ma la muraglia vegetale del Paradiso si ergeva // molto più alta delle loro cime, offrendo al nostro // genitore comune un prospetto assai ampio delle terre // che si stendevano attorno; ed ancora più alta // della muraglia appariva una chiostra di alberi immensi // ricchi di splendidi frutti… (IV, vv. 132-147)
La violazione dell’Eden e l’innocenza perduta Satana nel paradiso terrestre Ora pensoso e lento satana si avvia //a risalire quel ripido colle selvaggio; e però non riesce // a rintracciare un varco, essendo così fitto // e intricato, una macchia umana continua il sottobosco // di quel groviglio d’arbusti e di cespugli, da rendere incerto // ogni sentiero al transito di uomini e animali. // C’era sul lato opposto soltanto una porta // rivolta ad oriente, ma come il Gran Nemico // la vide egli sdegnò quell’ingresso diretto, // e per dispregio, con agile balzò, superò l’ostacolo // e vi ricadde in piedi. Come quando un lupo // che si aggira furtivo ed è costretto a battere per fame // nuovi terreni di caccia, spia dove i pastori // raccolgono a sera le greggi nei loro recinti protetti // in mezzo al campo, e facilmente piomba dentro al chiuso //saltando lo steccato; o come un ladro // deciso a alleggerire le ricchezze di un pingue cittadino // le cui solide porte sbarrate da sicuri chiavistelli // non temono l’assalto, ecco si arrampica // per la finestra o sale sulle tegole; così // balzò sul gregge di Dio quel primo grande ladro, …//…E da quel punto satana, volando, // s’appollaiò simile a cormorano in vetta all’Albero // della Vita, che supera gli altri in altezza… La violazione dell’Eden e l’innocenza perduta
La fortificazione dell’Eden … dall’altra collina i Cherubini // stavano ormai scendendo in luminosa schiera // ai luoghi prefissati, e fluivano al pari di meteore… (XII, vv. 628-630) Allora si volsero indietro, e videro il fianco orientale // del Paradiso, felice albergo un tempo ora perduto, // quasi ondeggiante ai bagliori di fiamma // di quella spada, e la porta affollata di volti tremendi // e di armi crudeli. (XII, vv. 642-646)
Paradisi indifesi: la “messa in scena”
Le mura invisibili Cotton Mather - 1707 To direct the Frontiers of a Country Exposed unto the Incursions of a Barbarous Enemy, how to behave themselves in their un easy station?) Tu non puoi reggere la verità. Figliolo, viviamo in un mondo pieno di muri e quei muri devono essere sorvegliati da uomini col fucile… chi lo fa questo lavoro? Tu? O forse lei, tenente Weinberg? Io ho responsabilità più grandi di quello che voi possiate mai intuire. Voi piangete per Santiago e maledite i marines. Potete permettervi questo lusso. Vi permettete il lusso di non sapere quello che so io: che la morte di Santiago, nella sua tragicità, probabilmente ha salvato delle vite. E la mia stessa esistenza, sebbene grottesca e incomprensibile ai vostri occhi, salva delle vite. Voi non volete la verità perché nei vostri desideri più profondi, che in verità non si nominano, voi mi volete su quel muro! Io vi servo in cima a quel muro! Noi usiamo parole come onore, codice, fedeltà. Usiamo queste parole come spina dorsale di una vita spesa per difendere qualcosa. Per voi non sono altro che una barzelletta. Io non ho né il tempo né la voglia di venire qui a spiegare me stesso a un uomo che passa la sua vita a dormire sotto la coperta di quella libertà che io gli fornisco. E poi contesta il modo in cui gliela fornisco! Preferirei che mi dicesse: la ringrazio… e se ne andasse per la sua strada. Altrimenti gli suggerirei di prendere un fucile e di mettersi di sentinella. In un modo o nell'altro io me ne sbatto altamente di quelli che lei ritiene siano i suoi diritti.
E. A. Poe: il villaggio e il panopticon Il diavolo nella torre “i cavoli dei giardinetti diventavano tutti rossi, ed ogni cosa che aveva forma di orologio pareva posseduta dal demonio. Le pendole scolpite che si trovavano sopra i mobili si mettevano a ballare come stregate” (p. 158).
2. Il vero ideale puritano: lo spazio fortificato 10L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. 11Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. 12La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. 13A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. 14Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello (Apocalisse) Ma ecco apparire finalmente la sacra influenza // della luce, e dalle mura del cielo quella luce scaglia // un’alba scintillante nell’offuscato grembo della Notte; // qui la Natura comincia a rivelare il più lontano // dei suoi confini, ed il Caos si ritrae come nemico vinto // dalle sue estreme difese … (II, vv. 1034-1039) …l’ampia circonferenza del cielo empireo, indefinitamente // quadro o rotondo, con torri d’opale e bastioni adornati // di zaffiro vivente, e che era stato il suo luogo natale… (II, vv. 1048-1050) E quella era una rupe // d’alabastro innalzata fino a toccare le nuvole, una mole // ardua, lontana, e solo raggiungibile dal piano // attraverso un sentiero serpeggiante ed un ingressi in alto. // Tutt’attorno nient’altro che scabri precipizi // sempre più aspri via via che si procede, impossibili // da risalire. Fra quei rocciosi pilastri sedeva Gabriele, il capo // delle angeliche guardie, e attendeva la notte. // Accanto a lui, disarmata, la gioventù del cielo // si stava esercitando in giochi eroici, ma attorno // erano appese alte le armi celesti, gli scudi, le lance // e gli elmi, che sfolgoravano tutte di diamanti e d’oro. // (IV, vv. 545-554).
L’avamposto degli eroi Prima funzione: lo spazio minacciato e la distinzione
L’ufficio dello sceriffo L’ufficio dello sceriffo. Seconda funzione: lo spazio assediato e il ricompattamento (gli eroi si riconoscono)
Il fortino sulle ruote. La diligenza e lo spazio assediato Terza funzione: l’attesa e l’arrivo dei “Nostri”
La nave fortino
Chiusura:la ricostituzione dell’Eden e la città sulla collina Chiusura:la ricostituzione dell’Eden e la città sulla collina. I PADRI PELLEGRINI e l’attesa Villaggi indiani-pandemoni Avamposti Oceano Wilderness Colonia
Quarta funzione: la casa fortificata come canale di comunicazione con Dio Prima di rizzare la tenda tracciai davanti alla cavità un semicerchio di circa dieci metri di raggio dalla roccia e di venti metri di diametro tra un estremo e l’altro. Lungo questo semicerchio piantai due file di pali molto robusti che conficcai nel terreno finché furono saldi come pilastri: l’estremità più grossa lasciai sporgere per circa due metri e aguzzai la cima. Le due file non distavano più di una dozzina di centimetri l’una dall’altra. Presi poi i pezzi di cavo che avevo tagliato a bordo della nave, e li disposi uno sopra l’altro, entro il cerchio tra le due file di pali, sino in cima, puntellando l’opera dalla parte interna con altri pali, conficcati di sghembo, all’altezza di circa un metro, come speroni a sostegno d’una muraglia… Quanto al mio modo di entrare nel fortilizio, feci non una porta, ma una piccola scala a mano, la quale mi permettesse di scavalcare la cinta. Questa scala, una volta dentro, mi tiravo dietro. Così ero ben difeso e fortificato, pensavo, contro il mondo intero (p. 101)
Quando le mura non reggono: l’ultima resistenza di Alamo Alamo marzo 1836 Little Big Horn – giugno 1876
Quando lo spazio si contamina: la caccia alle streghe ovvero la risposta americana a Milton La casa stregata degli Hortado – Maine 1683 Sacco e Vanzetti Agosto 1927 Joseph McCarthy, senatore Repubblicano del Wisconsin, 1950 al 1954.
L’espulsione degli eretici Eretici antinomisti: “fratelli che sbagliano” ROGER WILLIAMS Anne Hutchinson Quaccheri
Memorable Providences (1689) Wonders of the invisible world (1692) La fondazione del mito LA CACCIA ALLE STREGHE DI SALEM (giugno-settembre 1692) Cotton Mather (1663-1723) Memorable Providences (1689) Wonders of the invisible world (1692)
Il male concentrato. Prima funzione: Mantenimento della distinzione: il villaggio indiano
Selvaggi e demoni: minaccia esterna Attacco indiano a Jamestown da parte degli indiani Pamunky (Virginia, 1622) John White: ritratto del capo Opechancanough Giudizio Universale: dannati e Minosse (1536-1541)
Il male concentrato. Seconda funzione: la conferma dell’eletto Captivity tales 1682
Cristiano e la Valle della Morte “Così la descrive il profeta geremia: un luogo selvaggio, una terra di deserti e crepacci, di siccità e d’ombra di morte, una terra dove nessuno (se non un Cristiano) può passare, e dove nessuno abitò mai” (p. 77) …è nera come la pece. E poi vedemmo gli Spiriti, i Satiri e i Draghi dell’Abisso; e nella Valle si udiva un continuo urlare e lamentarsi, come di gente che soffre pene indicibili, incatenata tra i tormenti . E su quella Valle incombe scoraggiante la nuvola della Confusione, e anche la Morte vi stende sopra le sue ali. In una parola, là tutto è terrificante, poiché è tutto senza Ordine”… Vidi allora nel mio Sogno che per tutta la lunghezza della Valle vi era, sul lato destro, un Fossato profondissimo; è quello il Fosso, dove in ogni tempo, i ciechi hanno guidato i ciechi e dove, sia gli uni che gli altri, sono periti miseramente. Inoltre ecco, sul lato sinistro, un Pantano infido e pericoloso nel quale nessuno, anche se vi cadesse una brava persona, riuscirebbe a toccare il fondo per stare in piedi…Il sentiero, poi, era in quel punto particolarmente stretto, e il buon Cristiano si trovò più che mai in grandi difficoltà: infatti se cercava nel buio di evitare il Fosso da un lato, correva il rischio di finire nel Pantano dall’altro;… Ora dove sei, pover’uomo? Il tuo Giorno è Notte.//Buon uomo, non ti abbattere, sei sulla buona strada:// Presso le Porte dell’Inferno passa la via del Cielo; // Rallegrati, sta’ saldo, giungerai a buon porto. A circa metà di questa Valle scorsi la bocca dell’inferno, e si trovava proprio sul ciglio della strada. “E ora, pensò Cristiano, che farò?” Di quando in quando le fiamme e il fumo uscivano con tanta abbondanza, tra faville e rumori orrendi… (p. 78)
Penitenziari D. Defoe, Moll Flanders, 1722 Il villaggio indiano E. Bunker, Education of a Felon (2000) Le ali della libertà (1994)diretto da Frank Darabont, tratto dal racconto di S. King, Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank
Il male concentrato. Terza funzione: l’annientamento del male e la messa in sicurezza del bene. Satana al lavoro 1967 1981 « 1988: l'indice di criminalità negli Stati Uniti aumenta del 400%. Quella che un tempo fu la libera città di New York diventa il carcere di massima sicurezza per l'intero paese. Un muro di cinta di 15 metri viene eretto lungo la linea costiera di Jersey, attraverso il fiume Harlem, e giù lungo la linea costiera di Brooklyn. Circonda completamente l'isola di Manhattan, tutti i ponti e i canali sono minati. La forza di polizia statunitense, come un esercito, è accampata intorno all'isola. Non vi sono guardie dentro il carcere. Solo i prigionieri e i mondi che si sono creati. Le regole sono semplici: una volta entrati, non si esce più »