VIRUS
Virus è un’antica parola latina che significa veleno. Un nome davvero temibile per un esserino così incredibilmente minuscolo. Infatti risulta anche 100 volte più piccolo di una cellula.
Sappiamo pochissimo di loro; gli scienziati addirittura discutono ancora, dopo più di un secolo dalla scoperta, se i virus sono esseri viventi o se sono materia inanimata.
Ma cosa sono quindi i virus? L’esistenza di agenti patogeni (sostanze o organismi in grado di provocare malattie) incredibilmente piccoli fu evidenziata nel 1892 da Dimitri Ivanovsky, un botanico russo. Lo scienziato stava studiando una malattia che colpisce le piante di tabacco tentando di isolarne l’agente patogeno. All’inizio pensava che si trattasse di batteri, quindi trattò i succhi infetti estratti da una pianta malata con filtri a maglie sottilissime in grado di catturarli. Ma con sua grande sorpresa si accorse che il liquido che aveva attraversato il filtro era ancora in grado di far ammalare il tabacco: il responsabile della malattia doveva essere molto più piccolo di un batterio. Qualche anno dopo i ricercatori scoprirono che molte altre patologie erano provocate da quelle misteriose infinitesimali creature. Finalmente, con l’invenzione della microscopia elettronica fu possibile vedere i virus che apparvero come qualcosa di radicalmente diverso da tutti gli altri organismi.
Come è fatto un virus I virus, a differenza di tutti gli altri organismi, sono acellulari ovvero non sono costituiti da cellule. Non sono nemmeno in grado di svolgere le attività fondamentali che rendono possibile la vita, come la respirazione, la fotosintesi o la fermentazione. Un virus è in realtà una scatoletta che contiene un libretto di istruzioni. La scatoletta, ovvero il rivestimento esterno, è costituita da proteine e in qualche caso anche da lipidi. Il libretto di istruzioni conservato all’interno è una molecola di DNA oppure di RNA. Da soli non sono capaci di riprodursi e per questa importante funzione dipendono completamente dalle cellule degli altri organismi: batteri, piante e animali.
Anatomia La scatoletta proteica si chiama capside. La forma del capside varia da un tipo di virus all’altro. Il virus del tabacco ha la forma di una lunga molla, quelli dell’influenza (adenovirus) hanno forma di icosaedro (il solido a venti facce), il virus di ebola assomiglia a un girino i virus che infettano i batteri (detti batteriofagi) sembrano navicelle spaziali con tanto di zampette per l’atterraggio.
Come si riproducono Dopo essere entrati in contatto con la cellula giusta, e dopo averla riconosciuta come tale, i virus si fanno letteralmente mangiare. La cellula li digerisce distruggendo il contenitore proteico e liberando il contenuto genetico. A questo punto il DNA o l’RNA virali istruiscono i sistemi di biosintesi della cellula ospite a produrre nuove proteine “contenitore” e nuovo materiale genetico virale. Questi componenti si assemblano automaticamente generando nuovi virus pronti ad infettare altre cellule.
Un virus per ogni cellula: l’infezione Il primo passo di un’infezione virale è il riconoscimento tra virus e cellula ospite. In poche parole un virus deve “sapere” se la cellula con la quale è entrato in contatto è adatta all’infezione, cioè se può aiutare il virus a riprodursi, oppure no.
Come si spostano i virus? Un virus è incapace di muoversi autonomamente. Come fa a raggiungere le cellule da infettare? Non dimentichiamoci che i virus sono estremamente piccoli e leggeri: alcuni restano semplicemente sospesi in aria pronti a farsi respirare dall’organismo ospite. Questo è il sistema adottato, per esempio, dai virus dell’influenza, del raffreddore, del vaiolo e della poliomielite. Altri virus passano da un organismo all’altro mediante scambi di liquidi organici, come il sangue: è il caso dell’HIV-I, il virus dell’AIDS. Ci sono virus che si fanno trasportare dagli insetti, come il virus della febbre gialla il quale si diffonde tra le persone mediante le zanzare. Altri virus, infine, si diffondono attraverso l’alimentazione: è il caso di quelli che provocano l’epatite A ed E.
Il vaccino, un’arma preventiva contro l’infezione I virus sono responsabili di alcune gravi malattie che affliggono le persone, gli animali e le piante. La scienza medica studia da anni sistemi per contrastare e debellare le infezioni e per salvare milioni di vite. La principale arma inventata dall’uomo per prevenire le malattie virali è il vaccino.
Per capire come funzionano i vaccini dobbiamo riprendere il discorso sul riconoscimento tra virus e cellule ospiti. Il sistema immunitario, ossia quel complesso sistema di cellule specializzate e di sostanze chimiche che difende il nostro organismo dagli agenti patogeni, è capace distruggere i virus mediante gli anticorpi. Gli anticorpi sono proteine che contrastano la proliferazione dei virus e sono prodotte da cellule del sangue specializzate, i linfociti. Quando i virus entrano in un organismo, i linfociti riconoscono la presenza di un elemento estraneo e reagiscono producendo gli anticorpi adatti ad attaccare in modo specifico quel virus. Il riconoscimento del virus e la produzione di anticorpi sono operazioni complesse e non sono immediate: purtroppo, a volte, la risposta del sistema immunitario non è efficace o non è abbastanza rapida e il virus riesce a provocare la malattia.
I vaccini “insegnano” al sistema immunitario a riconoscere gli agenti patogeni e a produrre gli anticorpi specifici per attaccarli. Un vaccino, infatti, contiene virus patogeni innocui perché “uccisi” o perché resi inoffensivi artificialmente. Il sistema immunitario li riconosce e ha tutto il tempo per produrre gli anticorpi. Se in un secondo momento, virus dello stesso tipo ma naturali e attivi dovessero attaccare l’organismo vaccinato, il sistema immunitario è già pronto per affrontarli.