1 Il primo giro dItalia delle donne che fanno impresa Tiziana Pompei Vice Segretario Generale Unioncamere Roma, 28 giugno 2012 Legge 580/93 – Riforma dellordinamento delle Camere di commercio e ruolo dei Comitati per lImprenditoria femminile al loro interno
2 LE CAMERE DI COMMERCIO La Legge n. 580/93 - riformata nel le definisce : enti pubblici che svolgono, nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza, funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali; svolgono funzioni di supporto e di promozione degli interessi generali delle imprese e delle economie locali.
3 LE FUNZIONI DELLE CAMERE DI COMMERCIO (1) a)tenuta del registro delle imprese e degli altri registri ed albi; b)promozione della semplificazione delle procedure per lavvio e lo svolgimento di attività economiche; c) promozione del territorio e delle economie locali al fine di accrescerne la competitività, favorendo laccesso al credito per le PMI anche attraverso il supporto ai consorzi fidi; d)realizzazione di osservatori delleconomia locale e diffusione di informazione economica; e) supporto allinternazionalizzazione per la promozione del sistema italiano delle imprese allestero, raccordandosi, tra laltro, con i programmi del MiSE; f) promozione dellinnovazione e del trasferimento tecnologico per le imprese;
4 LE FUNZIONI DELLE CAMERE DI COMMERCIO (2) g) costituzione di commissioni arbitrali e conciliative per la risoluzione delle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori e utenti; h)predisposizione di contratti-tipo tra imprese, loro associazioni e associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti; i)promozione di forme di controllo sulla presenza di clausole inique inserite nei contratti; l)vigilanza e controllo sui prodotti e per la metrologia legale e rilascio dei certificati dorigine delle merci; m)raccolta degli usi e delle consuetudini; n)cooperazione con le istituzioni scolastiche e universitarie, in materia di alternanza scuola-lavoro e per lorientamento al lavoro e alle professioni.
5 LA GOVERNANCE DELLE CAMERE DI COMMERCIO Consiglio: tra 20 e 30 componenti rappresentanti i settori economici. Si aggiungono 3 componenti in rappresentanza del mondo del lavoro (sindacati), del consumo (associazioni di consumatori) e delle professioni (liberi professionisti) Giunta: eletta dal consiglio al suo interno. Presidente: eletto dal consiglio al suo interno
6 LA COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI CAMERALI IL PRIMO PASSAGGIO : Ripartizione dei consiglieri secondo le caratteristiche economiche della circoscrizione territoriale in rappresentanza dei settori dellagricoltura, dellartigianato, delle assicurazioni, del commercio, del credito, dellindustria, dei servizi alle imprese, dei trasporti e spedizioni, del turismo e degli altri settori di rilevante interesse per leconomia della circoscrizione medesima. POI: I consiglieri sono designati dalle organizzazioni rappresentative delle imprese
7 I PARAMETRI PER LA COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI La rappresentatività dei settori e delle associazioni in base a 4 parametri: - IL NUMERO DELLE IMPRESE - LINDICE DI OCCUPAZIONE - IL VALORE AGGIUNTO - LAMMONTARE DEL DIRITTO ANNUALE VERSATO
8 LE PARI OPPORTUNITA Principio posto dalla riforma del 2010: Gli statuti stabiliscono criteri per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e per promuovere la presenza di entrambi i sessi negli organi collegiali delle camere di commercio, nonché degli enti e aziende da esse dipendenti
9 ATTUAZIONE DEL PRINCIPIO Regolamenti attuativi (settembre 2011): «Gli statuti camerali prevedono che le organizzazioni imprenditoriali, o loro raggruppamenti, ai quali spetta di designare complessivamente più di due rappresentanti, individuano almeno un rappresentante di genere diverso da quello degli altri.» Per gli altri organi collegiali (Giunta e Collegio dei revisori): autonomia delle Camere nel definire norme specifiche per garantire la presenza di entrambi i generi negli organi.
10 I COMITATI E LE PARI OPPORTUNITA Questo è uno dei risultati del lungo lavoro di sensibilizzazione e promozione della presenza delle donne nei luoghi decisionali delleconomia fatto insieme alla rete dei Comitati per la promozione dellimprenditoria femminile. I Comitati, infatti, promuovono e valorizzano la presenza delle donne nei luoghi decisionali dello sviluppo economico, nonché diffondono la cultura imprenditoriale. Tra i punti di forza quello di essere inseriti allinterno della rete del Sistema camerale, di operare con metodologie orientate allo scambio di esperienze e best practices.
11 I COMITATI PER LIMPRENDITORIA FEMMINILE: COSA SONO Tra Ministero dello Sviluppo Economico e Unioncamere è stato siglato nel 1999 un Protocollo dIntesa, rinnovato nel 2003, che ha promosso la costituzione presso le Camere di commercio dei Comitati per la promozione dellimprenditoria femminile: composti da imprenditrici individuate dalle associazioni dimpresa in rappresentanza dei settori economici più rappresentativi delleconomia provinciale; per la promozione, lanimazione e il radicamento della cultura imprenditoriale.
12 LA RETE DEI COMITATI PER LIMPRENDITORIA FEMMINILE Rappresenta una esperienza unica anche in Europa per lanimazione e la promozione della cultura imprenditoriale al femminile e la crescita delle donne nei luoghi decisionali delleconomia; 100 CIF in Italia, circa le donne presenti; una rete creativa, non gerarchica, ma orizzontale; con un ruolo di coordinamento dellUnioncamere in collegamento con la Cabina di Regia.
13 IL PROTOCOLLO DOMANI Il rinnovo del Protocollo dIntesa con il MISE e con il Dipartimento per le Pari Opportunità serve a: ribadire limpegno dei firmatari e attivare strumenti concreti; rafforzare i contenuti e gli impegni dei precedenti accordi per ridefinire la mission dei Comitati e accrescerne autorevolezza e funzionalità operativa.
14 LE IMPRESE FEMMINILI IN ITALIA PER REGIONE DICEMBRE 2011
15 LA CONCENTRAZIONE DELLE IMPRESE FEMMINILI PER REGIONE DICEMBRE 2011
16 IMPRESE FEMMINILI PER SETTORE DI ATTIVITA DICEMBRE 2011
17 LITALIA NEL CONTESTO INTERNAZIONALE (1) I dati del Rapporto sullimprenditoria realizzato dallOCSE (su dati 2009) evidenziano che lItalia si posiziona al SECONDO POSTO IN EUROPA per numero di donne imprenditrici su 40 paesi. Dai dati emerge che il 3.62% delle donne italiane che lavorano è imprenditrice e il 12.6% è lavoratrice freelance. Una percentuale che supererebbe quella di Stati come Francia, Regno Unito e Germania, i quali paradossalmente hanno, a differenza nostra, politiche del lavoro al femminile ben più avanzate. Il rapporto dice anche che il 26.8% delle imprese italiane con un solo proprietario e almeno un dipendente fa capo a una donna.
18 LITALIA NEL CONTESTO INTERNAZIONALE (2) Il tasso di sopravvivenza in media di un'azienda femminile, a tre anni dalla nascita dell'attività, è del 37.6%, contro il 37.8% di quelle gestite dagli uomini. L'Italia è il paese dove proliferano le partite Iva e le donne, soprattutto se vogliono cercare di conciliare vita familiare e professionale, sono costrette a inventarsi un lavoro. C'è dunque ancora molto da fare… Ad esempio…la presenza delle donne nei consigli di amministrazione è in media del 13.8% e scende al 7% nelle società quotate in Borsa. Una situazione rispetto alla quale si potrà intervenire grazie alla legge sulle quote rosa per le aziende quotate in Borsa.
19 LE ATTIVITA INFORMAZIONI E INCENTIVI ALLE IMPRESE NUOVO PORTALE V EDIZIONE DEL GIRO DITALIA ASSISE NAZIONALE NUOVO PROTOCOLLO DINTESA ASSISTENZA TECNICA AI CIF SENSIBILIZZAZIONE SULLA CULTURA DEL BILANCIO DI GENERE OSSERVATORIO SULLA PARITA