LA SORVEGLIANZA SANITARIA AGLI EX ESPOSTI ALL’AMIANTO

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LA SORVEGLIANZA SANITARIA AGLI EX ESPOSTI ALL’AMIANTO 4 giugno 2009 http://prevenzione.ulss20.verona.it LA SORVEGLIANZA SANITARIA AGLI EX ESPOSTI ALL’AMIANTO IL CONTRIBUTO DEI MEDICI DEI MEDICINA GENERALE E DELLO SPISAL L’amianto, il suo utilizzo, le industrie coinvolte, la bonifica lL Mario Gobbi - Spisal Ulss 20 Verona

AMIANTO: il minerale L’amianto (o asbesto) è un minerale fibroso costituito da silicati, classificabile in due gruppi: serpentino, che include un solo minerale, il crisotilo (o amianto bianco), che è un silicato idrato di magnesio; anfiboli, che includono vari minerali (crocidolite o amianto blu, amosite o amianto bruno, antofillite, tremolite, actinolite) costituiti da silicati di magnesio ferro calcio e alluminio. Oltre il 93% dell’amianto usato commercialmente è rappresentato dal crisotilo, materiale reperibile abbondantemente ed a basso costo, dalle ottime caratteristiche di flessibilità, lunghezza, struttura e resistenza alla tensione ed al calore. Benchè l’uso prevalente sia stato di amianto crisotilo, nella maggior parte dei settori produttivi sono state usate mescole di fibre, comprensive di anfiboli.

AMIANTO: il minerale La fibra di amianto è costituita da un agglomerato di migliaia di fibre che, sottoposto a sollecitazioni, si scompone e rilascia fibre singole: in un centimetro lineare si possono disporre fianco a fianco 250 capelli, oppure 500 fibre di lana, oppure 335.000 fibrille di amianto. Tale peculiarità se da un lato impartisce le caratteristiche tipiche dell’amianto, dall’altro lo rende pericoloso perché sono proprio le singole fibre rilasciate responsabili delle patologie conosciute. L’enorme diffusione dell’amianto nel passato è dovuta a ottime caratteristiche quali elevata resistenza alla fusione, flessibilità, incombustibilità, resistenza all’usura, isolamento termico, acustico ed elettrico, resistenza ad agenti chimici e microbiologici. Inoltre può essere tessuto o filato. Queste proprietà hanno fatto sì che dal 1880, data in cui ebbe inizio l’estrazione per fini industriali, ad oggi, la produzione di amianto ha avuto un incremento vertiginoso: da poche centinaia di tonnellate ad oltre cinque milioni di tonnellate l’anno.

AMIANTO: il minerale Per le sue caratteristiche l’amianto ha trovato applicazione in ben 3.000 diversi prodotti e manufatti industriali: dai tubi per acquedotti agli impianti antincendio, grazie alle proprietà di resistenza agli agenti chimici e microbiologici e alle proprietà di isolamento termico e di ininfiammabilità del materiale, così come nel campo dell’isolamento elettrico e nel settore edile per le sue proprietà di materiale isolante ed insonorizzante. E poi guarnizioni, freni, frizioni, tute, vernici etc… A partire dagli anni successivi al 1910 l’amianto ha trovato largo impiego nelle attività di costruzione, manutenzione e demolizione navale, utilizzato come materiale isolante degli apparati motore delle navi a vapore.

AMIANTO: in Italia In Italia fino al 1990 è stata attiva a Balangero (Piemonte) una cava per l’estrazione di amianto che con le sue 150.000 tonnellate/anno rappresentava la più grande miniera in attività nell’Europa occidentale. Attualmente i maggiori produttori di amianto sono il Canada e la Russia. L’utilizzo di amianto, dopo il riconoscimento dei gravi danni alla salute che esso provoca, ha subito un’inversione di tendenza, fino ad arrivare, almeno nei paesi occidentali, a una sua totale eliminazione a seguito dell’introduzione di normative specifiche. In Italia dal marzo 1993 la legge 257/92 vieta: • l’estrazione; • l’importazione e l’esportazione; • la commercializzazione; • la produzione di amianto e di prodotti contenenti amianto.

Principali impieghi industriali dell’amianto Edilizia: cemento-amianto per lastre (eternit), tegole, piastrelle, tubi, decorazioni, pannelli per isolamento antincendio, applicazione a spruzzo per intonaci isolanti; Industria navale: rivestimenti coibentanti e antincendio; Industria ferroviaria: rivestimenti coibentanti e antincendio; Industria automobilistica: guarnizioni per freni e frizioni, applicazioni coibentanti; Industria aeronautica: rivestimenti coibentanti e antincendio; Industria chimica: filtri e guarnizioni per varie funzioni, resine termoindurenti e termoplastiche; Industria metallurgica: schermi e indumenti protettivi, coibentazioni di forni, caldaie, etc.; Industria tessile dell’asbesto: tessuti, nastri, funi, spaghi, filati, tappezzerie; Industria materie plastiche: additivi, rinforzante per manufatti vari; Altri: tute e indumenti protettivi antincendio o anticalore, carte, cartoni, isolanti elettrici, pitture, vernici, talco. 7

ATTIVITÀ LAVORATIVE A RISCHIO DEL PASSATO VETRO A LUME 8

ATTIVITÀ LAVORATIVE A RISCHIO DEL PASSATO VETRO ARTISTICO 9

ATTIVITÀ LAVORATIVE A RISCHIO DEL PASSATO INDUSTRIA TESSILE 10

ATTIVITÀ LAVORATIVE A RISCHIO DEL PASSATO MOVIMENTAZIONE MERCI IN AREA PORTUALE 11

ATTIVITÀ LAVORATIVE A RISCHIO DEL PASSATO CANTIERISTICA NAVALE 12

ATTIVITÀ LAVORATIVE A RISCHIO DEL PASSATO METALMECCANICA 13

PANNELLI DIETRO CONTATORI PORTACENERE IN ETERNIT (!) ALTRE FONTI DI RISCHIO PANNELLI DIETRO CONTATORI PORTACENERE IN ETERNIT (!) PANNELLI IN UFFICI 14

SETTORI LAVORATIVI CON ELEVATA FREQUENZA Fonte: Registro Regionale Veneto casi di mesotelioma, 1987-2005 SETTORI LAVORATIVI CASI Causa lavorativa certa Causa lavorativa probabile Causa lavorativa possibile Cause ambientali e familiari M F Edilizia civile e industriale 197 102 2 6 -  72 3 12 Costruzione e riparazione di mezzi ferroviari, tranvie e autobus 115 81 1 5 8 11 Cantieristica navale (costruzione e riparazione) 88 51 15  - 10 9 Produzione, commercio e utilizzo di cemento-amianto 61 38 di cui posa e interventi su condotte in cemento-amianto 17 - Industria chimica 55 31 7 Costruzione/manutenzione caldaie, addetti a forni e caldaie 43 Lavoro svolto all'estero 49 30 14 1  Costruzione e manutenzione di impianti industriali 40 37 Industria tessile Industria di produzione dello zucchero 36 22 4 Movimentazione merci al porto 27 Attività di stiratura e riparazione ferri da stiro 24

L’amianto a Verona Costruzione e manutenzione rotabili ferroviari: Officine Grandi Riparazioni P.ta Vescovo (FFSS) Officine Ferroviarie Veronesi (ex Galtarossa ora Gruppo Biasi) Fonderie, Termomeccaniche (produzione caldaie/impianti termici): Ferroli, Biasi, SIME, Off. e Fond. Galtarossa (ora Riva Acciai), Riello - Produzione forni per panificazione: Polin, IMAforni, Conforti, Orlandi, ICI Caldaie, Mondialforni Produzione ondulati in eternit: Parolin, Piubello - Vetrerie Riunite Cartiere: Fedrigoni, SAIFECS Montaggio e manutenzione ascensori Industria chimica: Anticromos, Soc. Anonima Bario e derivati - Manifattura Tabacchi Riparazione freni per auto Conduzione centrali termiche Industria tessile: Tiberghien, Acquarama - Edilizia

Classificazione dell’esposizione per chi ha lavorato in edilizia Il settore è il più rilevante per numero di casi di mesotelioma. I coibentatori (e i decoibentatori) vanno classificati come appartenenti all’edilizia. Esclusi i coibentatori, un numero importante di edili afferma nelle interviste di aver usato amianto o prodotti a base di amianto ed è stato classificato con esposizione lavorativa certa. Per altri soggetti non si dispone di informazioni adeguate. I parenti non sanno riferire di esposizioni dirette. Molti hanno lavorato con diverse imprese, in attività e luoghi diversi, non sempre in regola. L’esposizione può essere stata non continuativa e saltuaria. Non vengono indicati colleghi di lavoro.

Prima di iniziare i lavori di demolizione o ristrutturazione Prima di intraprendere i lavori di demolizione o ristrutturazione è necessario valutare la presenza di materiali contenenti amianto, anche chiedendo informazioni ai proprietari degli immobili (obbligo di mappatura e valutazione dello stato di conservazione dei materiali)

Copertura in cemento amianto Elemento di tubo di scarico

Tubo di scarico, cassette per l’acqua e frammenti di lastra Caminella

Intonaci spruzzati Canale per il condizionamento aria

In presenza di materiali contenenti amianto è necessario: contattare un’impresa abilitata (Iscrizione Albo Regionale cat. 10 - attività bonifica amianto) per provvedere alla rimozione. Il datore di lavoro dell’impresa presenta un piano di lavoro allo SPISAL (vedi modello regionale) e dopo 30 giorni può iniziare i lavori, previa comunicazione della data esatta di inizio.

Se si rinvengono materiali durante le demolizioni, ristrutturazioni, manutenzioni E’ necessario sospendere i lavori e provvedere ad un corretto smaltimento contattando una ditta abilitata. Se i materiali presentano le caratteristiche indicate dalla DGRV 1690 del 28.06.2002 e rientrano nella microraccolta, possono essere smaltiti da ditte autorizzate alla microraccolta entro pochi giorni.

I metodi di bonifica La pericolosità dei materiali contenenti amianto dipende dall'eventuale rilascio di fibre nell'ambiente. Il rischio aumenta con l'aumentare della friabilità del materiale contenente amianto, infatti i materiali friabili possono liberare le fibre spontaneamente, ad esempio a causa di infiltrazioni di acqua, correnti d'aria (forti venti), vibrazioni dei materiali che lo contengono. I materiali ancora compatti o poco friabili possono liberare le fibre di amianto sole se danneggiati, resi pulverulenti facendo uso di attrezzi quali: trapani, smerigliatrici, lime ecc.

AMIANTO FRIABILE scoibentato nel Veneto Distribuzione geografica per aziende Ulss (1993-2003) Fonte: P.R.A.V. - Piano Regionale Amianto Regione Veneto

AMIANTO COMPATTO scoibentato nel Veneto Distribuzione geografica per aziende Ulss (1993-2003) Fonte: P.R.A.V. - Piano Regionale Amianto Regione Veneto

I metodi di bonifica La scelta del tipo di bonifica da effettuare è complessa ed è legata principalmente allo stato di conservazione dei materiali contenenti amianto (MCA). La rimozione ha il vantaggio di eliminare ogni rischio futuro di contaminazione, sostituendo i MCA con materiali di nuova concezione non contenenti amianto; si corre però il rischio di contaminare l'ambiente di fibre aerodisperse, di sottoporre gli addetti alla rimozione al rischio di contaminazione se non vengono rispettate le norme di sicurezza.

I metodi di bonifica L‘incapsulamento rispetto alla rimozione comporta un minor rischio per i lavoratori addetti e per l'inquinamento di fibre aerodisperse nell'ambiente, inoltre richiede tempi e costi più contenuti rispetto alla rimozione, i MCA non devono essere sostituiti ma vengono bonificati attraverso sostanze impregnanti, è questo l'unico svantaggio, ovvero, la permanenza dei MCA nell'edificio. Deve essere programmata una verifica dello strato di protezione (incapsulante) negli anni, e se necessario, a causa di alterazione o danneggiamento deve essere ripetuta l'applicazione del prodotto incapsulante.

I metodi di bonifica Per confinamento si intende l'isolamento dei M.C.A. sia dagli agenti atmosferici esterni che dalla esposizione interna dell'edificio. Questa tecnica, più dispendiosa di tempo e denaro, ha il negativo aspetto di mantenere la presenza di MCA, fino alla loro rimozione. L'aspetto positivo è dato dal totale isolamento dei MCA sia dall'ambiente esterno che interno dell'edificio, non vi è il pericolo di abrasioni, rotture e quindi dispersione di fibre come nelle operazioni di rimozione o rivestimento incapsulante. È necessario il programma di intervento di manutenzione e controllo dello stato di conservazione delle coperture.

COME SI LAVORA DURANTE LA BONIFICA 32

Esemplificazioni di esposizioni personali valutate con pompa portatile e membrana filtrante Fonte: http://www.regione.emilia-romagna.it/amianto/le_sue.htm#Anchor-livelli Rimozione coperture di cemento-amianto non trattate e a secco 0,03-0,3 ff/ml Media 8 ore 0,2 ff/ml Rimozione coperture di cemento-amianto con trattamento 0,01-0,08 ff/ml Media 8 ore 0,02 ff/ml Addetti alla produzione vetro Media 8 ore 0,3 ff/ml Fustellatura guarnizioni Smontaggio freni 0,2-2 ff/ml Scoibentazione di amianto friabile 0,6-2 ff/ml