CONSENSO INFORMATO NEL DIPARTIMENTO MATERNO-INFANTILE Orlandini
DEFINIZIONE Il consenso informato è una manifestazione di volontà che viene accordata dal paziente, ad un qualsiasi trattamento sanitario. E’ chiaro che tale atto di volontà richiede il fatto che il professionista (o la struttura sanitaria) debba adoperarsi al fine di informare compiutamente, il paziente che subirà il trattamento sanitario, affinchè lo stesso possa prestare un consapevole consenso.
Codice deontologico dei Medici chirurghi e degli odontoiatri del 16/12/2006 (capo IV Informazione e consenso)- art.33 primo comma- “Il medico deve fornire al paziente la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate. Il medico dovrà comunicare con il soggetto tenendo conto delle sue capacità di comprensione, al fine di promuoverne la massima partecipazione alle scelte decisionali e l’adesione alle proposte diagnostico-terapeutiche. Ogni ulteriore richiesta di informazione da parte del paziente deve essere soddisfatta”.
CODICE DEONTOLOGICO DELL'OSTETRICA/O Approvato dal Consiglio Nazionale nella seduta del 10/11 marzo 2000 3.2 L' ostetrica/o assiste e consiglia la persona assistita riconoscendole di esprimere le proprie scelte e favorisce la sua partecipazione attiva nelle decisioni, informandola in modo chiaro ed esauriente sul proprio stato di salute e dei mezzi per mantenerlo e su tutte le pratiche ed i provvedimenti socio -assistenziali ritenuti necessari. 3.3 Fermo restando l'informazione prescritta dal paragrafo 3.2, l' ostetrica/o ha il diritto-dovere di acquisire il consenso informato prima di intraprendere sulla persona qualsiasi atto professionale.Il consenso è espresso in forma scritta nei casi previsti dalla Legge.
Consenso impossibile senza informazione
Se è pur vero che il consenso informato è nato come forma di tutela da parte dei professionisti nei confronti di possibili rivalse (proliferazione dei contenziosi medico-legali)
Nel tempo è andato evolvendosi dovendosi confrontare con problemi come: Completezza Comprensibilità Opportunità dell’informazione Capacità di comunicare del singolo professionista Capacità di recepire della donna Scelta del contesto temporale e spaziale in cui deve essere espresso il consenso
Acquisendo sempre di più le caratteristiche di una informazione culturalmente aggiornata, di azione trasparente verso l’esterno, di coinvolgimento della donna nella gestione della propria salute nel rispetto del principio di autodeterminazione della stessa.
Quindi l’informazione ha valore a prescindere dal consenso
Annotazione nella cartella ostetrica/ginecologica L’attività di informazione può essere documentata in forma scritta (consenso informato scritto) in duplice modo: Sottoscrizione da parte della donna di modulistica appositamente studiata Annotazione nella cartella ostetrica/ginecologica
Esempi in area ginecologica/ostetrica di consensi predefiniti: Intervento chirurgico di isterectomia per via laparotomica o per via vaginale Intervento di laparoscopia Interventi di piccola chirurgia ginecologica (isteroscopie, revisioni cavità uterina,….) Taglio cesareo programmato o urgente Interruzioni volontarie di gravidanza Induzione al parto con mezzi farmacologici o chirurgici Anestesia peridurale Secondamento manuale Parto di prova dopo TC …………………………..
L’ostetricia si occupa in alta percentuale di fisiologia, i professionisti prestano assistenza alla fisiologia Quale consenso per ciò che fa la natura, l’istinto e l’amore di una madre?
Nelle altre discipline il paziente può decidere se sottoporsi o meno ad una terapia o intervento; la donna gravida non ha scelta, “deve partorire”. Può forse scegliere “dove”, a volte può scegliere “come”, ma partorire “deve”. I professionisti (ostetriche e ginecologi) debbono fornire informazioni in grado di rafforzare nella donna la convinzione della propria “competenza a partorire”, ma questo non sempre passa attraverso una informazione formalmente corretta o scritta.
L’ostetricia si basa sulla collaborazione attiva tra donna ed operatori: la motivazione e la serenità della donna sono fondamentali per il risultato, poiché non si sottopone ad una terapia o ad un intervento; la donna “partorisce” L’informazione “asettica”, tecnicamente perfetta, è spesso motivo di tante paure e tanta insicurezza per la donna. La condizione emozionale particolare, a volte unica ed irripetibile, rende improbabile un consenso davvero “informato”
(amniorexi, episiotomia, terapie farmacologiche,….) Ma le sentenze giudiziari sempre di più sottolineano la mancanza di consenso informato scritto su ogni intervento effettuato dai professionisti durante l’assistenza ad un travaglio/parto anche se definito fisiologico (amniorexi, episiotomia, terapie farmacologiche,….)
Da qui la necessità a rivedere le nostre procedure e a trovare un momento informativo rivolto alle donne gravide, non in travaglio/parto, per poter veramente mettere in atto quanto previsto dal codice deontologico dell’ostetrica e del medico e cioè un vero “counselling” pedagogico superando in tal modo il mero aspetto cognitivo e prescrittivo.
Ma che nel contempo possa soddisfare la necessità di documentare quanto informato e quanto la donna acconsente all’assistenza da noi proposta