Fonti Rinnovabili di Energia

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Transcript della presentazione:

Fonti Rinnovabili di Energia Convegno Fonti Rinnovabili di Energia Potenzialità ed applicazioni in Provincia di Verona L’energia da Biomasse Dr. Ottorino Piazzi Dr. Claudio Mansoldo, Dr. Giampaolo Fusato, Dr. Piero Terranova

Introduzione L’Energia da Biomasse Con il termine biomassa si intende la sostanza organica derivante direttamente o indirettamente (attraverso le catene alimentari) dalla fotosintesi clorofilliana. Mediante la fotosintesi, le piante assorbono dall’ambiente anidride carbonica che viene trasformata, con l’apporto di energia solare, acqua e sostanze nutrienti, in materiale organico. Ogni anno si stima vengano fissate complessivamente 2x1011 tonnellate di CO2, con un contenuto energetico equivalente a 70 miliardi di tonnellate di petrolio, circa 10 volte l’attuale fabbisogno energetico mondiale. La Biomassa è la più antica e più diffusa delle fonti energetiche, sostituita gradualmente, negli ultimi 150 anni, dai combustibili fossili. Anche i combustibili fossili hanno origine organica, ma non sono ritenuti rinnovabili. Inoltre bruciare combustibili fossili significa bruciare “Vecchia biomassa” per produrre “Nuova anidride carbonica”; bruciare “Nuova biomassa “ in modo ciclico, non contribuisce alla produzione di “Nuova anidride carbonica”, in quanto le quantità emesse sono bilanciate dalle quantità assorbite.

Tipologia della risorsa energetica L’Energia da Biomasse La Biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come combustibili o trasformati in altre sostanze (solide, liquide o gassose) di più facile e conveniente utilizzazione negli impianti di conversione. Le principali tipologie di biomassa utilizzabili per la produzione di energia sono: Legna derivante dalle operazioni di cura e manutenzione dei boschi Residui dell’attività agricola (paglia , potature) Residui delle attività agroindustriali (sansa, gusci, noccioli, lolla, pula) Scarti della lavorazione primaria del legno Reflui industriali, reflui civili, deiezioni animali, frazione organica dei rifiuti solidi organici. Colture energetiche dedicate (ligneocellulosiche, oleaginose, amidaceee zuccherine) coltivate per essere destinate alla produzione di energia e/o combustibili.

Le biomasse ligneo-cellulosiche (1) L’Energia da Biomasse Secondo il censimento dell’agricoltura svolto dall’ISTAT nell’anno 2000, in provincia di Verona vi sono complessivamente 22303 ettari di superficie a bosco, pari al 10,17 % della superficie totale. Analizzando l’andamento della superficie boscata, così come riportato nei censimenti svolti dall’ISTAT negli anni 1970, 1982 e 1990, si ha che dopo un periodo di notevole contrazione della superficie, passata dai 25178 ettari del 1970 ai 18613 ettari del 1990, negli ultimi 10 anni si rileva una inversione di tendenza arrivando agli attuali 22303 ettari di bosco. Legna destinata a combustibile negli anni 1999 – 2003 in Provincia di Verona (Fonte: Servizio Forestale Regionale – Ufficio di Verona).

Le biomasse ligneo-cellulosiche (2) Rappresentazione della superficie boscata a Verona suddivisa per le specie presenti (Fonte:Regione Veneto) L’Energia da Biomasse

Le biomasse ligneo-cellulosiche (3) L’Energia da Biomasse Il riscaldamento degli ambienti mediante la combustione della legna da ardere in pezzi è la forma più diffusa di utilizzo delle biomasse per scopi energetici. Le tradizionali stufe a legna utilizzate per ambienti singoli, hanno bassi rendimenti di conversione energetica, talvolta inferiori al 20% ed inoltre necessitano di molta manutenzione. L’evoluzione tecnologica delle moderne caldaie a legna ha permesso la realizzazione di impianti con ottime prestazioni e ridotta manutenzione. Caldaie a tiraggio naturale Il principio di funzionamento è simile a quello delle caldaie tradizionali dove il legno viene caricato nella parte inferiore e la combustione si alimenta per convezione naturale dal basso verso l’alto. Il rendimento di questa caldaia è intorno al 40% ed i fumi prodotti da questo tipo di combustione contengono ancora dei gas incombusti..

Le biomasse ligneo-cellulosiche (4) L’Energia da Biomasse Caldaie a fiamma inversa Tali caldaie hanno due camere di combustione. La legna viene caricata nella prima camera dove avviene la combustione primaria. I fumi di combustione sviluppati, con un sistema di ventilazione forzata, passano alla seconda camera di combustione dove vengono incendiati liberando l’energia contenuta con una temperatura di combustione a 800-900°C. Questi impianti consentono di avere rendimenti fino all’80%, un buon controllo del calore erogato, ridotta manutenzione e basse emissioni in atmosfera. Impianti di questo tipo soddisfano utenze singole o aggregati di poche famiglie (25-80 kw) con una spesa ridotta ad un terzo rispetto ad un equivalente impianto a gasolio. Confronto dei costi per produrre 100KWh in funzione del tipo di combustibile usato

COMUNITÀ MONTANA DEL BALDO Quantità di biomassa ligneo-cellulosica disponibile COMUNITÀ MONTANA DEL BALDO Progetto integrato per la valorizzazione della filiera biomasse/energia nel territorio della Comunità Montana del Baldo Il progetto è finalizzato a stimolare la filiera di produzione ed impiego delle biomasse lignocellulosiche a fini energetici nell’ambito del territorio della Comunità Montana del Baldo. L’Energia da Biomasse

La produzione di biogas da reflui zootecnici (1) L’Energia da Biomasse Lo sviluppo della suinicoltura a Verona, così come nel resto del territorio nazionale, è stato costante dal dopo guerra ai giorni nostri. Il censimento dell’agricoltura dell’anno 2002 fissa in 225.072 il numero di suini allevati a Verona. Gli allevamenti suinicoli sono circa 660. Le aziende con più di 500 capi per allevamento sono 86: esse contengono complessivamente 187.426 suini, pari al 94 % del patrimonio suinicolo complessivo della provincia di Verona. Distribuzione degli allevamenti suinicoli, per classe dimensionale, nel territorio provinciale

La produzione di biogas da reflui zootecnici (2) L’Energia da Biomasse Lo studio sugli impianti di trattamento del liquame suinicolo in Provincia di Verona ha evidenziato che, l’interesse e l’applicazione di questa tecnologia presso gli allevamenti ha avuto una discreta adesione verso la fine degli anni 80 dove l’incentivazione pubblica (tali impianti erano finanziati a metà a fondo perduto mentre la restante quota era finanziata con prestiti ventennali ad interessi zero) ha portato alla costruzione di diversi impianti pilota a servizio di allevamenti tra i 5000 ed 15000 capi allevati. Secondo quanto riferito da allevatori che un tempo utilizzavano tali impianti, la loro dismissione è dovuta a difficoltà tecniche legate alla gestione impiantistica ed agli elevati costi di manutenzione.

La produzione di biogas da reflui zootecnici (3) L’Energia da Biomasse L’unico impianto in funzione è quello dell’allevamento Casar Sant’Anna in comune di Valeggio sul Mincio. In tale allevamento sono presenti dai 5.000 ai 6.000 capi, per un peso vivo medio allevato pari a 450 tonnellate. Tutti i liquami prodotti nell’allevamento sono convogliati in una grande vasca (38x52x8 metri), che si trova quasi completamente sottoterra. Tale vasca è superficialmente ricoperta con un telone sotto il quale si raccoglie il biogas prodotto. Il biogas prodotto viene pompato ad un motore che produce energia elettrica. L’energia prodotta dall’impianto è pari a 150 KW/h, energia sufficiente ai fabbisogni energetici dell’intero allevamento. Tale impianto di biogas ha consentito un risparmio energetico quantificabile in circa 3.500 – 4.000 € mensili.

La produzione di biogas da reflui zootecnici (4) L’Energia da Biomasse I motivi per cui tale impianto continua ad essere utilizzato sono: 1) semplicità impiantistica: la parte impiantistica è ridotta all’osso e pertanto sono pochi i comparti da tenere sotto controllo (il solo motore); 2) grande capacità della vasca di reazione che, per l’inerzia legata alle masse in gioco, rende più stabile il processo; 3) la vasca di reazione, vero cuore del sistema, è per gran parte interrata (per circa 6 metri) consentendo anche nella stagione fredda il mantenimento del processo biologico; 4) l’allevamento è di soli animali da ingrasso e pertanto meno soggetti all’uso di medicinali e di antibiotici che possono inibire i successivi processi fermentativi

Recupero energetico biogas da discarica (1) L’Energia da Biomasse Le discariche, ed in particolare gli impianti destinati allo smaltimento dei rifiuti urbani, costituiscono una fonte rilevante di metano. Nonostante le norme vigenti (D. Lgs. 22/97 e successive modifiche ed integrazioni) prevedano una drastica riduzione del ricorso alla discarica in tempi abbastanza brevi, è ragionevole pensare che notevoli quantità di rifiuti saranno ancora conferiti, seppure sotto forma di frazioni più o meno stabilizzate e ridotte nella componente organica, in queste tipologie di impianti, che rappresentano la modalità di smaltimento finale ancora largamente prevalente nel nostro paese. Il biogas è il prodotto gassoso della fermentazione anaerobica metanogenica della sostanza organica. Si tratta di una miscela composta da metano, anidride carbonica, ossigeno, azoto e impurità (fluoruri, solfuri, silicati, ammoniaca). Ossigeno e azoto non sono tuttavia generati dalla degradazione bensì dall'infiltrazione di aria all'interno dei rifiuti. L'idrogeno invece può prodursi solo immediatamente dopo il deposito dei rifiuti e per un periodo di tempo molto limitato.

Recupero energetico biogas da discarica (2) L’Energia da Biomasse Fasi di produzione del biogas: fase aerobica transitoria, avviene grazie alla presenza di ossigeno, comporta un aumento della mineralizzazione delle sostanze organiche, con produzione di anidride carbonica ed acqua; è costituita da una rapida degradazione dei rifiuti che si compie in un periodo variabile da alcune ore a qualche giorno in funzione della profondità degli strati e del loro grado di compattazione; fase anaerobica: suddivisa in una prima fase acida ed in una seconda metanigena che subentra una volta esaurito l’ossigeno presente, è una trasformazione più lenta ed incompleta, che comporta in ultima analisi produzione di anidride carbonica e metano. tempo

Recupero energetico biogas da discarica (3) PERCHE’ RECUPERARE IL BIOGAS DALLE DISCARICHE? La captazione ed il trattamento del biogas in discarica è importante per due ordini di ragioni: le emissioni di biogas dalle discariche contribuiscono in maniera rilevante all’effetto serra, per il contenuto in anidride carbonica e soprattutto in metano presenti; al proposito, non è inutile ricordare che il metano ha un’attività serra valutabile in 21 volte quella dell’anidride carbonica; permette di eliminare impatti dannosi sull’ambiente e sulle popolazioni. Il biogas ed i suoi effetti rappresentano la fonte di pressione maggiormente sentita da parte delle popolazioni che vivono nelle vicinanze degli impianti. Gli effetti del rilascio di biogas nell’ambiente si manifestano sotto forma di emissioni di odori, danni alla vegetazione, e anche pericoli di incendi ed esplosioni. Se la percentuale di metano nel biogas è superiore al 50%, è possibile utilizzare quest’ultimo per produrre energia elettrica, o termica, o entrambe (cogenerazione), quando naturalmente i flussi di biogas captati siano quantitativamente sufficienti a giustificare gli investimenti per la costruzione degli impianti. L’Energia da Biomasse

Recupero energetico biogas da discarica (4) L’Energia da Biomasse CONVENIENZA ECONOMICA DEL PROCESSO Dal punto di vista economico il recupero di energia dal biogas è abbastanza redditizio. L’investimento è dell’ordine di 800-1500 euro/kW di potenza installata a seconda della taglia, che di solito è modesta (quasi sempre inferiore a 5 MW, spesso da 500 kW a 1 MW). Per fare un esempio, una città di provincia con 100 mila abitanti è possibile che in venti anni abbia con i suoi rifiuti comportato il riempimento di una discarica da un milione di tonnellate. Tale discarica, in piena produzione di biogas, è in grado di produrre gas per generare dai 6 agli 8 GWh/a (che valgono attorno agli 800 mila euro/anno a fronte di costi di esercizio per 200mila) con un motogeneratore da 1 MW (che richiede circa 1 milione e mezzo di euro di investimento). Il beneficio ambientale è equivalente ad aver rimosso dalla circolazione 5.000 automobili o aver piantato 32 chilometri quadrati di nuovo bosco. Man mano che la taglia degli impianti cresce, la complessità impiantistica e le soluzioni tecnologiche diventano più impegnative, rendendo necessarie procedure di esercizio e manutenzione più sofisticate ed il supporto di specialisti, ma aumenta anche la redditività.

Recupero energetico biogas da discarica (5) L’Energia da Biomasse Rappresentazione schematica di un impianto di recupero energetico di biogas da discarica

Recupero energetico biogas da discarica (6) ESPERIENZE DI RECUPERO DI ENERGIA DA BIOGAS IN PROVINCIA DI VERONA: LA DISCARICA DI PESCANTINA L’Energia da Biomasse La discarica di Pescantina rappresenta il più rilevante sito di smaltimento di rifiuti urbani e speciali assimilabili in Provincia di Verona.. Attualmente l’impianto, che ha preso l’avvio nel 1987, occupa una volumetria pari a circa 3.400.000 di metri cubi; ad oggi sono in fase di coltivazione i quattro lotti dell’ampliamento della discarica, che hanno preso l’avvio nel 1999.

Recupero energetico biogas da discarica (7) L’Energia da Biomasse Mentre in precedenza il biogas estratto dalla massa dei rifiuti veniva bruciato in due torce, in occasione dell’ampliamento della discarica è stato progettato e realizzato un impianto per il recupero energetico del biogas, autorizzato nel 2000 dal Ministero per l’Industria, il Commercio e l’Artigianato, che deve operare secondo le condizioni prescritte dal D.M. 5/2/1998 sul recupero dei rifiuti non pericolosi. L’impianto, alimentato con il biogas prodotto dalla discarica, è costituito da tre motori a combustione interna a ciclo otto Jenbacher, della potenza termica complessiva immessa con il combustibile di 6.740 kW ed elettrica di circa 2.600 kW, ed è destinato alla produzione di energia elettrica, poi ceduta interamente all’ENEL mediante collegamento in parallelo con la rete. I motori sono equipaggiati con il sistema CL.AIR, un termorettore per l’abbattimento degli inquinanti presenti nei gas di scarico che consente il rispetto dei limiti previsti dal D.M. 5/2/98. In caso di fermo dell’impianto entrano in funzione le due torce ad alta efficienza preesistenti in discarica. .

Recupero energetico biogas da discarica (8) L’Energia da Biomasse . .

Recupero energetico biogas da discarica (9) L’Energia da Biomasse . .