Le reti del volontariato nella visione europea Ennio Palmesino WACAT, Chairman EMNA, European Officer EAHF, Member
Ci sono diverse politiche in corso di realizzazione in Europa per ridurre i danni alcolcorrelati, ma esse avrebbero risultati modesti, se non ci fosse dietro l’enorme lavoro realizzato dalla rete dei gruppi di auto e mutuo aiuto che, con un contributo principalmente su base volontaria, si occupano di trattamento e riabilitazione.
L’EMNA (Rete Europea del Mutuo Aiuto per i problemi Alcolcorrelati) oggi comprende 16 associazioni nazionali di 9 differenti paesi europei, che lavorano tutte sul principio del mutuo aiuto.
Dato che le associazioni che partecipano all’EMNA adottano metodologie leggermente diverse, alcune delle quali sono forti di lunga esperienza (ad es. i Buoni Templari hanno 150 anni di storia) durante le riunioni EMNA non si perde tempo a discutere i diversi approcci, e le eventuali differenze metodologiche vengono archiviate nella “Scatola delle diversità”.
Il numero totale dei membri che partecipano al lavoro dei gruppi riuniti sotto l’ombrello dell’EMNA possono essere stimati fra i 400.000 ed i 500.000. Fra di loro, dal 70 all’80% mantiene l’astinenza.
Per trattare una popolazione di queste dimensioni sul lungo periodo, i Servizi Pubblici avrebbero bisogno di dotarsi di personale nettamente più numeroso e di budget di spesa di gran lunga più importanti, che nessun paese europeo è disposto a stanziare.
L’EMNA rappresenta un gran numero di cittadini che hanno problemi alcolcorrelati, ma che allo stesso tempo hanno deciso di attivarsi (cittadinanza attiva) per prendere direttamente nelle proprie mani il loro futuro. E’ un esempio di sussidiarietà.
L’EMNA ha sottoscritto la Strategia Europea sull’Alcol (2006) ed ha accettato di entrare come membro fondatore nel Forum Europeo su Alcol e Salute (EAHF 2007), sebbene il tenore della Strategia sia molto blando.
Infatti, nella Strategia vengono condivise diverse posizioni dell’industria delle bevande alcoliche, mentre l’auto-mutuo-aiuto, che pure contribuisce a salvare ogni anno diecine di migliaia di vite dalla distruzione dell’alcol, viene citato solo come stakeholder (cioè parte interessata al processo) e solo in una nota a piè di pagina.
Ultime dall’O.M.S. A quattro anni di distanza dalla Strategia sull’alcol dell’Europa Unita, anche l’O.M.S. ha lanciato la sua “Strategia Globale sull’Alcol”, che è stata adottata dall’Assemblea dell’O.M.S. a maggio 2010. Essa è disponibile, in lingua inglese, sul sito http://www.who.int/substance_abuse/activities/globalstrategy/en/index.html In essa si trovano riferimenti più interessanti per il mondo del volontariato.
Area 2. Risposta dei Servizi Pubblici (a) Aumentare la capacità del sistema sanitario e del welfare di fornire attività di prevenzione, trattamento e cura dei disturbi nell’uso di alcol e delle condizioni di comorbidità, incluso il trattamento ed il supporto alle famiglie coinvolte in questi fenomeni ed incluso il supporto alle attività ed ai programmi di auto e mutuo aiuto.
Area 3. Azioni di comunità (c) Rafforzare la capacità delle autorità locali perchè incoraggino e coordinino azioni di comunità concertate, perchè promuovano e supportino lo sviluppo di politiche a livello comunale e regionale per ridurre il danno alcolcorrelato, e perchè allarghino le dimensioni delle reti sociali favorendo l’inclusione di nuovi partners, in particolare delle istituzioni di comunità e delle organizzazioni non governative.
Azione globale: ruoli-chiave ed attori (b) La società civile ha un ruolo importante nel denunciare l’impatto che l’uso dannoso di alcol causa sugli individui, le famiglie e le comunità locali. Essa può coinvolgere nuovi soggetti e scoprire nuove risorse che possono aiutare a ridurre il danno alcolcorrelato. Le organizzazioni non governative, in particolare, sono incoraggiate a formare ampie reti e gruppi d’azione per aiutare nell’applicazione di questa strategia.
O.M.S. Probabilmente, l’O.M.S. spera che le O.N.G., formando una rete forte e ramificata, riescano ad avere più peso politico, a dispetto della forte lobby dell’alcol che invece ha cercato di condizionare la Strategia. Sembra persino un grido di aiuto, perché il volontariato, espressione della società civile, riesca a controbilanciare le pressioni dell’industria.
WACAT Un bel riconoscimento ci è arrivato quando, nell’ambito del Forum Europeo su Alcol e Salute (EAHF), la Commissione Europea ha creato una banca dati sui migliori progetti europei che aiutano a ridurre il danno alcolcorrelato fra i giovani. Abbiamo così fornito alcuni dati statistici sui risultati che i giovani ottengono dalla frequenza ai Club. Tali dati sono stati validati dalla Commissione e sono ora inseriti nella banca dati europea (RAYPRO) alla pagina https://webgate.acceptance.ec.europa.eu/sanco_eahf /raypro/public/basicInfoForm.html?activityId=703
Grazie dell’attenzione