La rivoluzione industriale

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Transcript della presentazione:

La rivoluzione industriale

Rivoluzione industriale ) David Landes (Prometeo liberato, 1969): un “complesso di progressi tecnologici: la sostituzione delle macchine all’abilità e alla forza dell’uomo; lo sviluppo di fonti di energia inanimata (il combustibile fossile e la macchina a vapore); l’invenzione, produzione ed uso di nuovi materiali (il ferro al posto del legno, sostanze vegetali al posto di sostanze animali, sostanze minerali al posto di sostanze vegetali); l’introduzione di un nuovo modo di produzione, noto ai contemporanei come sistema di fabbrica. Rivoluzione industriale

Rivoluzione industriale La rivoluzione industriale ha come primo teatro l’Europa, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, e come paese capofila la Gran Bretagna, In uno dei volumi in programma, vale a dire Zamagni, Dalla rivoluzione industriale all'integrazione europea, l’A., a p. 16 si chiede Perché l’Europa generò la rivoluzione industriale?

Rivoluzione industriale Per Zamagni .“il vero ruolo strategico nel determinare il dinamismo delle varie società è stato giocato dalle visioni filosofico-religiose del mondo e dalla organizzazione che ne è derivata. In particolare tre sono stati i principi filosofico-religiosi fondativi di “civiltà progressiste”: 1) l’individuo sacro ed inviolabile, la libertà e l’uguaglianza, che in campo economico ha voluto dire libertà d’iniziativa. Rivoluzione industriale

Rivoluzione industriale 2) l’esaltazione dello spirito come razionalità: (rivoluzione scientifica,) 3) la superiorità dell’uomo sulla natura- homo faber, che modifica la natura a suo uso. Se la prima è frutto dell’illuminismo- ma già libertini ed utopisti avevano rivendicato la centralità dell’uomo- e si afferma con le rivoluzioni di fine 700 (americana e francese) le altre due hanno un percorso che parte dai secoli XV e XVI.

Rivoluzione industriale . Rivoluzione industriale In Europa si affermano anche alcune istituzioni economiche indispensabili alla rivoluzione industriale: la banca, l’assicurazione, la commenda Il servizio postale- nasce con l’imperatore SRI Massimiliano nel XV secolo. La borsa, come luogo di operazioni commerciali e finanziarie. La prima borsa venne aperta ad Anversa nel 1531 Il brevetto, che tutelava lo sfruttamento commerciale delle nuove invenzioni, introdotto in gran Bretagna nel 1624

Rivoluzione industriale E’ questo, a parere di Zamagni, l’humus istituzionale adatto all’allargamento e migliore organizzazione dei mercati e alla predisposizione di manifatture su larga scala che favorisce la rivoluzione industriale. 2- Perché in Gran Bretagna?

Rivoluzione industriale- Gran Bretagna La rivoluzione industriale avviene in diversi momenti, nei diversi paesi. Si considera luogo d’inizio l’Inghilterra del 700. Avviene in modi in parte diversi da paese a paese, p.es. in Inghilterra è preceduto una profonda trasformazione dei rapporti di produzione della terra, e da un periodo di prosperità agricola.

Rivoluzione industriale- Gran Bretagna Condizioni favorevoli dal punto di vista politico: dal 1215- Magna Charta- i re non avevano potere totalmente assoluto, ulteriormente llimitato dalla lotta contro gli Stewart, che culminò nela rivoluzione di Cromwell nel 600. Dalla fine del 600 il prlamento assunse il controllo diretto della finanza pubblica, istituì un debito pubblico distinto dalle finanze del re e fondò la Banca d’Inghilterra (1624: Ridotti i poteri della monarchia, che non governava.

Rivoluzione industriale-Gran Bretagna Dal punto di vista del diritto: la Common law, che seguiva il sentire pubblico predominante, o più forte. Favorì la protezione degli interessi privati, consentendo la privatizzazione delle terre- enclosures. Inoltre non aveva un sistema feudale rigido come quello del continente. Aveva risorse economiche, infine: giacimenti di carbone, e si era sviluppato molto l’allevamento delle pecore da lana; il cotone dalle colonie. Energia e materia prima.

Rivoluzione industriale-Gran Bretagna Aggiungiamo noi: il predominio della Gran Bretagna sui mari; il suo esteso impero coloniale. che le dava basi marittime- in Asia, America del Nord, isole caraibiche, Australia e annessi, in Africa. Controllava non solo l’importazione di materie prime, ma anche l’esportazione di prodotti finiti. , L’Inghilterra si affermò nel 700, dopo secoli di conflitto con Spagna e Portogallo, e per più lungo tempo con l’Olanda, e Francia, come maggiore potenza marittima e commerciale.

Rivoluzione industriale-Gran Bretagna . Rivoluzione industriale-Gran Bretagna Progressi tecnologici: le macchine inventate tra il 1760 e il 1780 in Inghilterra per la filatura la spinning jenny, mossa a mano, che permetteva ad un operaio di lavorare contemporaneamente a 8 fusi, la water frame, che utilizzava l’energia idraulica, ma produceva un filo troppo fragile, e infine la mule jenny, che eliminava questo problema.

Rivoluzione industriale Tra il 1765 e il 1782 James Watt inventa e perfeziona la macchina a vapore. Applicata inizialmente all’industria estrattiva, per prosciugare con pompe a vapore i pozzi delle miniere di carbone, alla fine del secolo era largamente diffusa nell’industria tessile. Poteva essere applicata alla siderurgia e alla meccanica. Nel 1785 viene inventato il telaio meccanico.

Rivoluzione industriale Lo sviluppo del tessile- mette in moto altre industrie per le macchine metallurgia e meccanica, per i trasporti: cantieristica e ferrovie Macchine costose: occorrono capitali per le attività industriali. Rovina dei piccoli produttori. A

Rivoluzione industriale A fine 700 la famiglia ormai tesseva la lana non in proprio, o per vari clienti, ma per un unico maestro pannaiolo, che acquistava la lana e pagava per la filatura, la tessitura, l’orditura, la tintura. Le nuove macchine consentono di produrre un maggior numero di pezzi in un tempo minore. I prezzi dei prodotti si abbassano, consentendone a un maggior numero di persone d’acquisirli.

Rivoluzione industriale la manifattura consente costi e prezzi più bassi; anche tessitori e tessitrici vanno in fabbrica, diventano salariati. L’industrializzazione porta alla fine della produzione artigianale, con la rovina degli artigiani e dei loro lavoranti, non più protetti dall’ammortizzatore sociale delle corporazioni: nasce il proletariato

Società capitalista Marx: La società capitalistica ha come condizione del suo sviluppo la libera vendibilità i mezzi di produzione, terra compresa, e la libera vendibilità della forza-lavoro, Una società capitalista è quella caratterizzata dalla separazione tra capitali e proprietà dei mezzi di produzione e produttori. .

Conflitto di classe Nel capitalismo il conflitto di classe deriva dall’incompatibilità tra lo sviluppo delle forze produttive e il modo di produzione. Una minoranza di non produttori che controlla i mezzi di produzione utilizza questa posizione di controllo per estrarre dalla maggioranza dei produttori un sovrappiù di prodotto. Il proletariato moderno è il produttore espropriato della proprietà dei mezzi di produzione e del prodotto del suo lavoro.

Caratteri del capitalismo Quello che contraddistingue il capitalismo è che si fronteggiano due classi nate dal processo di produzione dominante e che tendono a polarizzare la struttura sociale, vale a dire che le classi intermedie perdono rilievo economico, e tendono ad uniformarsi ai comportamenti delle due classi principali, a cui le avvicinano le condizioni economiche

Caratteri del capitalismo Quello che contraddistingue il capitalismo è che la rivoluzione industriale ha prodotto due classi nuove entrambe “progressive” Marx condivide la convinzione dei contemporanei che il progresso tecnologico libererà l’uomo dal bisogno, consentirà a tutti una ricchezza diffusa, una vita felice, se le forze produttive verranno liberate dalla costrizione della proprietà privata, dal monopolio dei capitalisti, e diventeranno proprietà collettiva

Profitto e plusvalore I capitali impiegati sono frutto principalmente dei profitti che si formano nel processo di produzione. Marx Il profitto è la differenza tra il valore che il lavoro umano ha aggiunto ad una certa merce (plusvalore), e quanto i lavoratori che questo valore hanno prodotto sono costati.

Valore/lavoro L’economista inglese David Ricardo (1772 - 1823). pose a fondamento del valore di scambio di un bene la quantità di lavoro necessaria per ottenerlo. Nel lavoro necessario alla produzione di un bene considerò incluso anche il lavoro impiegato per la fabbricazione degli utensili, macchine ed edifici utilizzati nella produzione stessa

Ricardo: Salario e profitto Il salario naturale (distinto da quello corrente che è determinato dalla domanda e dall'offerta, ma che forze insite nel sistema riconducono a quello naturale) è determinato da quanto è necessario al mantenimento e alla riproduzione del complesso della manodopera esistente senza aumenti e diminuzioni (livello minimo di sussistenza fisiologico, ma legato alle abitudini e ai costumi di ogni popolo) Il profitto è determinato da ciò che rimane ai capitalisti una volta pagati i salari e le rendite.

Legge ferrea dei salari A Ricardo si deve la legge ferrea dei salari, secondo la quale, in base alla legge della domanda e dell'offerta, i salari tendono ad abbassarsi sempre più, per attestarsi al mero limite di sopravvivenza del lavoratore.

Il ruolo dello Stato in campo economico Scuola elementare De marchi a Trieste, aperta nel 1850

Stato minimale L’intervento si riduce a law and order, vale a dire una legislazione che stabilisca le regole del mercato, fra cui prima di tutto la difesa della concorrenza e la faccia osservare attraverso l’amministrazione della giustizia, e qualche bene pubblico essenziale: moneta- sistema monetario statale- e una banca centrale che l’amministra.; la posta; una spesa pubblica grazie a un sistema di tassazione

Stato ad economia mista Quello che produce molti beni pubblici (istruzione, welfare, infrastrutture, compresa l’edilizia popolare), e assume ruoli di supplenza del privato in alcune aeree: in imprese pubbliche in aree ritenute strategiche, o ereditate in seguito a fallimenti- IRI, sviluppo di aeree depresse con le cosiddette politiche regionali. Una parte dell’economia capitalistica è gestita dallo Stato sotto forma di monopoli o d’imprese. Per coordinare i suoi interventi, lo stato può attivare schemi di programmazione che tuttavia mai arrivano a negare il mercato

Stato massimale Lo stato che si assume tutte le responsabilità produttive; azzera il capitalismo, eliminando sia la concorrenza sia il mercato. URSS Lo stato minimale non esiste più da almeno un secolo; il caso più vicino gli USA. Lo stato massimale, se si esclude la Corea del Nord, non esiste più.

Gerschenkron, Il problema storico dell’arretratezza economica Teoria dei prerequisiti dell’industrializzazione, che a suo parere sono quelli che aveva la Gran Bretagna. Il paese più “vicino” alla Gran Bretagna è quello che ha maggior probabilità di poter imitarla senza ritardi e senza importanti varianti. Quanto più ci si allontana dalle condizioni della società inglese, tanto più difficile diventa l’imitazione e sempre più probabile il ritardo.

La rivoluzione industriale Indicatori Thomas Kemp Modelli d’industrializzazione, Laterza, 1981

Gerschenkron, Il problema storico dell’arretratezza economica I paesi ritardatari possono attivare fattori sostitutivi che possono svolgere lo stesso ruolo dei prerequisiti. Esempi di paesi vicini al modello: Il Belgio: ha miniere di carbone, tradizioni marittimo-commerciali- importanza dei vari porti, tra cui quello di Anversa- , una tradizione tessile- fine 700 sviluppo dell’industria cotoniera,

Gerschenkron, Il problema storico dell’arretratezza economica Francia- inizio 800, in quanto condizione istituzionale- monarchia assoluta, residui feudali– hanno frenato il suo sviluppo. Germania, più tardi, ma con un sistema bancario sviluppato già a metà 800. Ferrovie che stimolano la crescita di settori come metallurgico e meccanico. Unione doganale Zollverein- 1834 Importanza delle ferrovie: in Germania e Francia stimolano lo sviluppo.

Teoria di W. Rostow Basata su diverse fasi Società tradizionale Transizione- Decollo – take off (accelerazione dei tassi di crescita) Maturità Età dei consumi di massa

Teoria di W. Rostow Dal decollo alla maturità vi è un periodo di compressione dei consumi, dopo si procede alla distribuzione del reddito. Sviluppo della produzione di beni di consumo, standardizzazione della loro produzione, per abbassare i costi e allargare quel mercato dei beni dei consumo, che diventa cruciale per il mantenimento del tasso di crescita del sistema.

Teoria di Pollard Non è la nazione ma la regione che decolla economicamente. Solo in Gran Bretagna le regioni hanno decollato più o meno contemporaneamente. 2- interferenza, o differenziale della contemporaneità: ci sono fattori internazionali che interferiscono con i sentieri predisposti dalle decisioni dei singoli paesi, e possono influenzare negativamente o positivamente.

Austria-Ungheria Il feudalesimo venne abolito solo nel 1848 e solo nel 1850 si procedette ad un’unione dogale tipo zollverein tedesco- Applicando Pollard alcune regioni avevano buone prospettive- Lombardia, per esempio, ma furono frenate dalla struttura complessiva.

Italia Istituzioni poco adatte. Le ferrovie vengono costruite ma si ricorre all’acquisto di materiali esteri . Un buon tessile ma mercato ristretto, in Piemonte, e in Lombardia concorrenza all’interno dell’impero austriaco. Anche il Regno d’Italia: rotezionismo granario, e non dell’industria, banche che non intendono finanziarie attività industriali, industriali quindi che si finanziano solo con i propri profitti, non esigui peraltro, visti i bassissimi salari.

Italia Per molti studiosi solo dal 1896 circa si formerebbe la base industriale italiana, in quanto per essi è condizione l’esistenza di alcuni fenomeni economici, l’accumulazione di capitale, la creazione d’infrastrutture o di pre-requisiti (schema Gershenkron),. Quindi non possono che farla risalire agli anni in cui si riscontra grosso-modo una presenza accentuata del capitale azionario e del capitale bancario, dell’intervento dello stato nell’economia, e il prevalere dell’industria pesante.

Italia Ma per altri storici già tra il 1860 e il 1880 si era formata una prima “base industriale”. Di questa ipotesi Stefano Merli, è stato il più convinto sostenitore- Proletariato di fabbrica e capitalismo industriale , 1976, ripresa da Hunecke, Classe operaia e rivoluzione industriale a Milano, 1982. Merli prende come referenti alcuni aspetti originari” dell’industrializzazione, che si manifestano in Italia già negli anni 70.

Italia E sono: il sistema di fabbrica, la trasformazione dei rapporti di produzione, il rivolgimento tecnico, l’aumento della popolazione, la industriale e commerciale, e del lavoro salariato, il prolungamento illimitato della giornata lavorativa, l’intensificazione dei ritmi di lavoro e dello sfruttamento, l’impiego massimo delle donne e dei minorenni nelle fabbriche

Italia In Italia come in Inghilterra, la rivoluzione industriale investe primieramente quelle industrie che già avevano una base manifatturiera autoctona; appunto l’industria della seta, della canapa, della lana e del cotone. Filatura e tessitura in fabbrica.. Per quanto scarsamente attrezzata tecnologicamente l’industria italiana poteva giovarsi di maggiore possibilità di sfruttamento della manodopera, e di salari più bassi di altri paesi europei

Italia Tessitura: Il telaio meccanico, introdotto intorno al 1870. Dallo sviluppo tessile e delle attività collaterali o similari prendono avvio la metallurgia e la meccanica (macchine per l’industria tessile), protette anche dal dazio sull’importazione sulle macchine

Italia Forte presenza in fabbrica di donne e minori Censimento industriale 1876 La presenza femminile e minorile è molto forte soprattutto nel tessile, e nella manifattura tabacchi che è azienda di stato. Le donne sono il 60% degli addetti nella lavorazione della seta, il 50,5% in quella del cotone.

Italia- Censimento 1901 Sono donne circa il 27% dei lavoratori industriali. Mentre al censimento industriale (1903) le donne risultano il 39%. Essenzialmente perché l’impiego di donne nell’industria era più massiccio in settori che avevano nel complesso una struttura di tipo più moderno, come il tessile. Minori: le ragazze tra il 9-15 anni sono 26,7%, i ragazzi il 14,5%