IL MASCHILE E IL FEMMINILE IN ONCO-EMATOLOGIA

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Transcript della presentazione:

IL MASCHILE E IL FEMMINILE IN ONCO-EMATOLOGIA Storie di vita, vissuti e progetti a confronto Carla Tromellini U.O. Psicologia Clinica AUSL RE

Anche gli uomini hanno un cuore, anche se, d’abitudine, per cultura e non per natura, lo ascoltano poco. Il genere maschile, purtroppo, ripone la propria identità nella ragione più che nell’emozione. Noi donne invece che, storicamente con le questioni di cuore abbiamo una certa dimestichezza, ben sappiamo che per comprendere la vita non è prudente Affidarsi solo alla ragione e ai nostri sensi limitati. Esistono anche altri strumenti di percezione, come l’istinto, l’immaginazione, i sogni, le emozioni, le intuizioni. Isabel Allende

FEMMINILE: emozioni per sé e per gli altri PRE-DIAGNOSI Sottovalutazione dei sintomi fisici EMOZIONI IN GIOCO: paura, oblio di sé, rifiuto a pensarsi ammalati e a dare sofferenza ai familiari; si va dal medico per gli altri DIAGNOSI FEMMINILE: emozioni per sé e per gli altri Paura di perdere un’immagine integra di sé Paura della dipendenza e della passività Un pensiero rivolto alla famiglia: figli, nipoti, partner Paura dell’insolito e di soffrire

MASCHILE: emozioni per sé Incredulità, estraneità Rigidità fisica Paura di morire Rabbia Apatia/disinteresse Senso di smarrimento e di impotenza ANZIANI Sconforto Si ricompone il presente con un passato di fatiche lavorative

RAPPRESENTAZIONE DI MALATTIA GIOVANI DONNE La malattia può essere uno stato di grazia, un’occasione Un tempo di condivisione maggiore con il partner ADULTE Malattia dopo evento critico ANZIANE Occasione per ri-pensare alla propria vita Sfida allo sguardo altrui Curiosità verso tutto Ci si rammarica, ma ci si può compiacere della propria pienezza di vita Si fa leva sui figli, sui nipoti

UOMINI GIOVANI La malattia evento insolito da non pensare e non immaginare più Si cerca un senso possibile o il suo contrario Può essere un percorso solitario Una ricerca di autonomia dalla famiglia ADULTI È un incidente di percorso, una sfortuna Si cerca più dialogo con la moglie e con i figli La malattia è altro: stress lavorativo, o ritiro dal lavoro Donne e uomini adulti pensano alla solitudine del partner ANZIANI Il non sapere fa vivere più tranquilli È un evento naturale, sono i familiari che drammatizzano

I CAMBIAMENTI PERSONALI GIOVANI DONNE I figli sono una leva terapeutica Si lavora sulle passioni Sulle criticità della vita per renderle eventi accettabili Si chiede aiuto / umili Si impara la dipendenza / passività Si impara ad affidare i propri sentimenti Si sviluppa un nuovo progetto di coppia Meno peso al denaro ed alla competizione Nuovo stile di vita

DONNE ANZIANE Si fa leva sulla propria capacità di contare su di sé Per non farsi accompagnare e dare pesi agli altri DONNE E UOMINI ADULTI Stile di vita il più possibile routinario Si lavora molto per non pensare Cambiano le priorità esistenziali: per il (M.) prima la famiglia poi il lavoro. Donne che lavorano molto per necessità, oppure per mantenere le posizioni acquisite Si cerca di arrivare alla pensione Ci sono uomini che si pongono interrogativi sulla gestione dei rapporti familiari e si aprono al dubbio

UOMINI ANZIANI Una vita tranquilla con poche variazioni

CHI ACCOMPAGNA: GIOVANI, ADULTE, ANZIANE DONNE Spesso sole fisicamente Si valorizza la non “scomparsa”del partner Ci si preoccupa del suo disagio Si tutelano i figli anche grandi Se vedove, sono le amiche che accompagnano Oppure nessuno

UOMINI GIOVANI, ADULTI ED ANZIANI Coralità femminile Ci si accorge dell’importanza degli affetti Se giovani, ci si può aprire a nuove relazioni Se adulti, si sviluppa consapevolezza della forza femminile Si dà per scontato che il femminile sia presente Gli affetti privati come “dotazione patrimoniale”

SESSUALITA’ DONNE GIOVANI, ADULTE È rallentata, sospesa Rifiuto/dolore fisico Si sperimenta la forza vitale attraverso la sessualità Ci si sente poco “comprese” dal partner/estraneità Apatia Calo del desiderio Rifiuto per età

DONNE ANZIANE La sessualità, dopo le cure, riprende Si può avere la stomia, ma si pensa con dolcezza alla sessualità Se vedove, non si cerca un compagno MASCHI GIOVANI Ne parlano poco Non denunciano cambiamenti MASCHI ADULTI Manca il dialogo con la partner La si può vivere con accanimento, per paura Si sperimenta l’accettazione di sé fisica da parte della partner

MASCHI ADULTI La menopausa della partner segna un confine MASCHI ANZIANI La sessualità è più intensa di prima Era già contratta per età Se si è vedovi, si cerca una nuova compagna

REAZIONI ALLA MALATTIA FEMMINILE: GIOVANI, ADULTE, ANZIANE Fare, creare per i figli/nipoti Valorizzare gesti quotidiani Si cerca il dialogo con il partner, con gli altri anche se è difficile Qualche volta ci si impegna in azioni di solidarietà Ci si prende più cura di sé Si cercano risorse dentro di sé Chi ha una fede attinge speranza, forza, calore umano Se adulte si contrae il pensiero sulla malattia/ non ci si documenta

REAZIONE ALLA MALATTIA GIOVANI MASCHI Si evade il più possibile/sports pericolosi Si frequentano amici per darsi una vita riconoscibile Si può cogliere la “qualità profonda degli incontri” Si cerca una partner per condividere le paure ADULTI MASCHI Ci si affida ai medici Non ci si documenta Si delega alla partner Si contrae il pensiero sulla malattia Si evade con gli amici

Si cerca di mantenere le routines quotidiane (bar, orto, caccia…) MASCHI ANZIANI Ci si affida ai medici Non ci si documenta Si dà spazio agli hobbies Si pensa il meno possibile Si attenua con l’ironia Ci si affida, per il miracolo, a Padre Pio e a Fatima

CONDIVIDERE. SOCIALITA’. SOSTEGNO PSICOLOGICO GIOVANI DONNE Si condivide per distribuire il dolore Importanza di un sostegno solido e competente in ospedale Ci si rifiuta di condividere/chiusura al mondo ADULTE DONNE Condividere aumenta la sofferenza Il condividere è un prendersi cura di sé Si condivide con chi ha sofferto e/o con amiche intime Non si condivide con i figli

LO PSICOLOGO E IL GRUPPO ANZIANE DONNE Nessuna condivisione con i familiari per non farli soffrire Non con il partner che teme la solitudine Sì a persone molto intime Chiusura al mondo dopo eventi critici pregressi Esperienza solitaria del dolore LO PSICOLOGO E IL GRUPPO Vengono considerati come un’opportunità, in generale, non per sé, ma per gli altri

CONDIVIDERE. SOCIALITA’ MASCHI GIOVANI Si condivide poco per non pensare alla malattia Oppure molto per buttarla fuori Solo con i parenti stretti Ci si documenta attraverso la partner MASCHI ADULTI Si condivide con pochissimi amici Si cerca la forza dentro di sé Si parla con i medici Si delega la partner per documentarsi

Ci si confronta solo con chi dice “si può guarire” MASCHI ANZIANI Si cerca di non sapere Si condivide con poche persone fidate È un percorso solitario/forza dentro di sè

LA MALATTIA TOGLIE RESPIRO AL FUTURO PROGRAMMI FUTURI LA MALATTIA TOGLIE RESPIRO AL FUTURO GIOVANI DONNE Il futuro lo si può ipotecare con l’acquisto di una casa Andando a vivere da sole Un figlio è il futuro, con qualche digressione per sé e per il partner Si programma a breve ADULTE Si pensa al futuro dei figli Si desidera la pensione Una maternità rimandata Si vede solo un futuro denso di sofferenze

Si sente in anticipo la vecchiaia Si vive alla giornata DONNE ANZIANE Non si pensa al futuro, soprattutto per età Si può essere, a 80 anni, curiose di tutto Con sogni spericolati Ambire ad una vita semplice

GIOVANI MASCHI Si pensa a divertirsi/ad evadere A investire sul lavoro o a cambiarlo Si pensa all’acquisto di una casa Si programma a breve ADULTI MASCHI Non si rimanda, si pensa e si fa Hobbies e amici L’età riduce i programmi No all’acquisto di beni durevoli per timore di non poterli utilizzare La malattia, eventi critici pregressi, condizioni economiche disagiate non consentono il rientro in patria Si vive alla giornata

ANZIANI MASCHI Chi lavora in proprio rimanda la pensione Si sviluppano hobbies e il contatto con la natura Si programmano viaggi brevi e vicini Si vorrebbe costruire una casa per i figli Continuare a viaggiare per confrontarsi con gli altri in mostre d’arte e convegni Si pensa che l’età non consenta progetti Si vive alla giornata

RIFLESSIONI FINALI Un evento critico può essere la premessa ad un cambiamento personale? Può essere un’occasione di dialogo con sé stessi O una condizione da licenziare in fretta….. DIFFERENZE DI GENERE E DI ETA’ Le giovani: Protagoniste della loro vita (attraversano il disagio) Le donne adulte: I tanti pesi della vita impongono più attenzione al registro del fare La malattia può rappresentare una de-lusione e un oblio di sè

Le anziane: Emergono dagli avvenimenti della vita con nuove cu-riosità I giovani maschi: Si esprimono nell’erranza, nell’evadere, ma cominciano a sostare nel dolore e scoprono il valore dell’affettività Gli adulti: agiscono Non rimandano a domani Colgono l’importanza degli affetti privati come una dotazione patrimoniale Gli anziani: Cercano di non modificare le routines quotidiane Fanno per non pensare troppo (pensione-malattia)

CONDIVIDERE EMOZIONI Nell’età della tecnica le relazioni umane sono diventate “rapporti funzionali” (Bauman). Ci incontriamo solo come funzionari di apparati Nell’800 Marx diceva che: “l’uomo non aveva nulla da perdere tranne le sue catene” Oggi “senza queste catene saremmo persi” (U. Galimberti) Nella ricerca emerge la difficoltà di condividere la sofferenza Si oscilla tra una tendenza al confronto con pochissime, fidatissime persone E la tendenziale chiusura agli altri per timore di non essere com-presi, com-patiti veramente

LE PAURE DEL SECOLO ODIERNO Sperimentiamo la solitudine come scelta Ma anche come diffidenza verso gli altri L’isolamento può produrre sentimenti di freddezza, insignificanza, smarrimento Mentre, il contatto, l’essere prossimi, produce sentimenti di calore, di significato, ritrovamento. LE PAURE DEL SECOLO ODIERNO Ci sono ormai entrate dentro, si perpetuano, si rafforzano Ci spingono ad un atteggiamento difensivo Che, una volta assunto dà concretezza e immediatezza alla paura (Bauman) Oggi viviamo in rete e nella rete con scambi di messaggi funzionali, senza un’autentica comunicazione

COLTIVARE LE EMOZIONI È una disposizione d’anima, come un corredo a cui possiamo attingere o no. Non è obbligatorio; ma se non lo facciamo non tocchiamo la nostra umanità, non ci individuiamo come essere umani. La realtà per essere vista ha bisogno di essere ridotta e potata. “Non possiamo prendere contatto con le nostre emozioni se ci mettiamo in mezzo vestiti pesanti, orpelli, rivestimenti, orgogli e pretese, immagini di noi che vogliamo proporre a tutti i costi…. Per “toccarle” davvero dobbiamo mettere a nudo la loro essenza, togliere le sovrastrutture” Paola Leonardi (Donne e uomini di cuore)