XIII Conferenza Nazionale HPH, Reggio Emilia, settembre 2009

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Istituto per la Ricerca Sociale
Advertisements

BENVENUTI ALLA 1a CONFERENZA AZIENDALE ANNUALE IN E. a. S
ACCANIMENTO TERAPEUTICO IN ONCOLOGIA: VERO O FALSO PROBLEMA?
Parma, 15 aprile 2009 Relatore : Giuseppina Rossi
L’infermiere di famiglia
I DIRITTI DEI MALATI ONCOLOGICI Cure Palliative a Verona:
MAPPA DELLE COMPETENZE
Incontro dei referenti e coordinatori Passi Roma, 13 Febbraio 2008 Aggiornamenti su Passi Valutare insieme il sistema e progettare la messa a regime S.
Lattuazione della sorveglianza PASSI nelle AUSL: novità positive e criticità per la sostenibilità del sistema Lopinione dei coordinatori aziendali e degli.
al fine di garantire una presa in carico globale della situazione.
Francesca Ciraolo*, Alfredo Notargiacomo°, Patrizia Mondini§,
PALLIATIVE SIMULTANEOUS CARE
Linee guida e profili di cura
PRESA IN CARICO Corso di Laurea in Infermieristica - Portogruaro
La DIMISSIONE PROTETTA.
Corso di Laurea Magistrale in Politiche e Servizi Sociali.
Decreto 14 settembre 1994, n° 739 Profilo professionale dell’infermiere. L’INFERMIERE è l’operatore sanitario che in possesso della laurea abilitante e.
LE PROFESSIONI SANITARIE NELLA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE:
Esami di Stato scuola secondaria di I° grado a.s. 2008/2009
Iniziative per la.s. 2010/2011 Scuole Secondarie I Grado 1 Dicembre 2010.
Hospice come risorsa della rete per la gestione della fase avanzata
La comunicazione interculturale nel sistema sanitario Reggio Emilia, 21 settembre 2007 La Mediazione Linguistico-Culturale nellAzienda U.S.L. di Reggio.
L’esperienza di Reggio Emilia: rete cure territoriale percorsi di cura
PROGETTO DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE
Gruppo lavoro Consensus E.a.S. 5 giugno CONSENSUS CONFERENCE AZIENDALE IN EDUCAZIONE ALLA SALUTE Palazzo Doria Pamphili sala Donna Olimpia S. Martino.
Codice Deontologico dellInfermiere 1999 punto 3.1 Linfermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso: 1.La Formazione Permanente 2.La Riflessione Critica.
Sperimentazione dellapplicazione della Riforma della P.A. allambito della valutazione del personale delle Aziende Sanitarie Focus Group Nazionale 20 settembre.
Dottorato in Medicina materno-infantile, Pediatria dellEducazione e dello Sviluppo, Perinatologia – Settembre 2008 Promozione del benessere di madri e.
Con la collaborazione di E3 S.r.l.. Le linee guida del Progetto.
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Lavagna Mara
LE NUOVE FRONTIERE DEL NURSING ONCOLOGICO
COORDINAMENTO CONGIUNTO TECNICO - INFERMIERE IN RADIOLOGIA
S.C. Oncologia Ivrea (TO)
Il percorso ospedale territorio del paz ortopedico traumatologico
Università degli Studi di Macerata Bilancio sociale dellesercizio 2009.
Laboratorio di Giornalismo civico-multimediale
Progetto RE.LOAD: Lesperienza spagnola Conferenza Finale Parabiago, 30 Settembre 2011 Progetto Leonardo da Vinci LLP-LDV-TOI-09-IT-0458.
Direttore SITRA – A.O. della Provincia di Lecco
4 DOMANDE SULLO: STUDIO SUI PAZIENTI CON ESPERIENZA DI MALATTIA NEOPLASTICA G. Visentin Congresso Csermeg Costermano14/04/2012.
Il ruolo dellostetrica e dellinfermiere professionale nel 2° livello diagnostico- terapeutico. Esperienza di Reggio Emilia MARIUCCIA MERCATI Ambulatorio.
LA SOC. COOP. SOC. “SPAZIO BAMBINI” in ATI con LA SOC. COOP. SOC
A.SS.2 Isontina III CONFERENZA REGIONALE HPH 5 maggio 2011 Monfalcone La rete HPH e il guadagno di salute in tutte le politiche : il valore della rete.
La postacuzie tra riabilitazione e cronicità:
Se siete pazienti, leggiamo qualcosa.
Assemblea degli Iscritti 16 aprile 2011 Collegio IPASVI PAVIA 1.
L’INFERMIERE CASE MANAGER E IL TEAM MULTIPROFESSIONALE
METODICHE DIDATTICHE Università degli Studi di Genova
Il progetto regionale di ricerca MACONDO Primo Seminario di Studio
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
“competenze” dell’organizzazione (a cura di Cristina Pedroni)
L’ Infermiere Case Manager
L’importanza dell’Idea e del Progetto “Lungodegenza ospedaliera in Struttura Residenziale” R.I.D. Elisabetta Guidi Inf. Coord. Silvia Nughini.
Impegno per lUmanità 7 febbraio 2003 Conviviale Interclub a favore della ricerca sulla Spina bifida 6 marzo 2003 Serata di beneficenza a favore e contributo.
Attività Formative 2014 Relazione del Referente per la Formazione.
Dr. Mario Marin Responsabile S.D.D. Residenzialità Extraospedaliera PROGETTO COT.
Valori e innovazione per il miglioramento della qualità e della sostenibilità del sistema sociale e sanitario regionale Assistenza Primaria: Le trasformazioni.
Dott. Carlo Maria Mancini Direttore Sanitario ASL Rieti CONFERENZA DEI SERVIZI RIETI 21/10/2006 Gestione del rischio clinico Gestione del rischio clinico.
ASPETTI LEGALI, MEDICO LEGALI, ETICI E PSICOLOGICI DELLA MEDICINA DEI TRAPIANTI Rovigo, 8 Maggio 2008 Gli aspetti legali della professione infermieristica.
UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO EMILIA Medicina di Comunità Prof. Maria Angela Becchi Dipartimento di Medicine e Specialità Mediche.
A cura di Clara Curcetti Parma, 21 marzo 2007 Dalla delibera Regionale al progetto interaziendale: un’alleanza tra Regione ed Aziende Direzione Generale.
UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO EMILIA Prof. Maria Angela Becchi Medicina di Comunità Premesse CdL in Medicina e Chirurgia 5° anno a.a
Istituto Nazionale Tumori Regina Elena Aula R.Bastianelli
UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO EMILIA Prof. Maria Angela Becchi Medicina di Comunità Medicina di Comunità Presentazione del Corso CdL in Medicina e Chirurgia.
L’associazione infermieristica: una risposta libero professionale alle richieste di assistenza dei cittadini Andrea Guandalini Presidente Collegio IPASVI.
Ospedali per Intensità di cure : opportunità o minaccia per l’organizzazione Como, SNO-ANIN 23 Aprile 2015 Giusy Pipitone Coordinatore infermieristico.
L L’infermiere di neuroscienze tra nuovi modelli organizzativi e competenze avanzate Dott.a C. Razzini.
C.I. Vilma Ghisleni Day Surgery Aziendale Cernusco sul Naviglio
Strumento per la presa in carico integrata: UVM
Questa progetto in via sperimentale, propone un nuovo modello di risposta infermieristica: l'Infermiere di Famiglia, inserito nel contesto del “Project.
2 Medicina di Comunità Aspetti culturali
Transcript della presentazione:

XIII Conferenza Nazionale HPH, Reggio Emilia, settembre 2009 Autori: Mariangela Piacentini, Infermiera dell’Hospice, responsabile della formazione Jürgen Wildner, Infermiere ASMN, Dip: Cardio-Toraco-Vascolare e Area Critica Servizio di Cardiologia. Studente laurea magistrale in scienze infermieristiche ed ostetriche, Università Reggio Emilia/Modena, jurgen.wildner@asmn.re.it La consegna infermieristica al letto del paziente Un’esperienza dell’Hospice di Montericco / RE L’Hospice ha 12 posti letti, situati su due piani in stanze singole. Ricoveri all’anno (2008). Degenza media: 20 giorni. Personale (agosto 2009) 13 infermieri, 7 OSS. La grande maggioranza degli operatori possiede una esperienza professionale al Hospice di più di 5 anni oltre a esperienze precedenti Dal 1 aprile 2009 gli infermieri e operatori socio sanitari della struttura sperimentano giornalmente la consegna al letto del malato, cercando di coinvolgere il malato e i suoi caregiver. L’infermiere del mattino e il collega del pomeriggio incontrano possibilmente tutti i pazienti ed eventuali parenti nelle loro camere. L’Hospice Casa Madonna dell’Uliveto (aperto nel 2001), una struttura residenziale in convenzione con l’AUSL di Reggio Emilia, offre un servizio gratuito di assistenza, accompagna-mento e sostegno al malato oncologico grave e alla sua famiglia. La struttura è a conduzione infermieristica e ha 12 posti letti, situati su due piani in stanze singole. Ricoveri all’anno ca. 200 (2008). Degenza media: 20 giorni. Personale: 13 infermieri, 7 OSS. La maggioranza degli operatori possiede una esperienza professionale all’Hospice di più di 5 anni oltre a esperienze precedenti. Al centro dell’assistenza si pone la soggettività del malato come persona nella sua globalità. Dal 1 aprile 2009 gli infermieri e operatori socio sanitari della struttura sperimentano giornal-mente la consegna al letto del malato, cercando di coinvolgere il malato e i suoi caregiver. L’infermiere del mattino e il collega del pomeriggio incontrano possibilmente tutti i pazienti ed eventuali parenti nelle loro camere. Obiettivi riguardo gli infermieri: Aumentare la professionalità, la trasparenza, la capacità comunicativa, la sicurezza Favorire il rapporto interpersonale -Controllo e riflessione collettiva riguardo le azioni svolte e da svolgere, utile per l’apprendimento (anche per studenti, neoassunti, tirocinanti…) la consegna è più completa e attuale (percezione immediata delle condizioni del malato) Obiettivi riguardo il paziente e familiari -presentazione dell’infermiere che subentra in servizio con aumento della sensazione di sicurezza -coinvolgimento nel processo di cura e responsabilizzazione -partecipazione attiva alla consegna e al programma assistenziale Coinvolgimento e partecipazione del caregiver Obiettivi per la direzione: -Rispetto dei tempi di consegna (30’) -Migliorare e favorire la comunicazione con il paziente aumentando i tempi di contatto -Aumentare il controllo della qualità assistenziale METODOLOGIA/AZIONI: Dopo alcuni incontri preliminari con la presentazione del modello, interviste con i singoli operatori, un focus group e una breve formazione si svolge la fase sperimentale. Finora sono state svolte due fasi di valutazione (fine maggio e inizio settembre 09) e scambi nell’incontro dell’equipe. TARGET PRINCIPALE: Riteniamo il metodo adattabile per la maggior parte dei reparti ospedalieri e non solo in strutture piccole come l’Hospice. Bisogni (2007) documenta l’introduzione delle consegne al letto in nove reparti di ASL in Regione Piemonte e Lombardia. Risultati: Una valutazione di questionari rivolti a pazienti e familiari conferma i dati di altre ricerche italiane e internazionali. Esprimono in una stragrande maggioranza l’apprezzamento per la consegna al letto, per il bisogno di informazioni, di sicurezza, di autostima, di partecipazione e per il sostegno emotivo che percepiscono. I pazienti e i loro caregiver non si sentono disturbati. Riferiscono che la consegna al letto contribuisce alla conoscenza degli operatori e ad aumentare la fiducia nei loro confronti. I tempi di consegna non si sono allungati, ma in parte abbreviati. La maggioranza degli infermieri riferisce che: -Il numero d’errori o di omissioni nel passaggio delle informazioni è diminuito -la consegna al letto contribuisce a migliorare la presa in carico e la visione globale del malato -la conoscenza del malato è migliorata. Ulteriori aspetti positivi: si riducono descrizioni lunghe e soggettive della situazione. Gli infermieri percepiscono il gradimento da parte dei pazienti, apprezzano la più accurata concentrazione sul paziente e la constatazione diretta dei problemi del paziente. Bibliografia - Benaglio, Carla. Piffer, Lucio. Sperotto, Sara. Modelli innovativi della continuità dell’assistenza: dalle consegne alla consegna al letto del malato. Assistenza infermieristica e ricerca, 2006, 25(2):105–108 Bisogni,L. Bellinceri,S. Quattrocchi,S. Il passaggio dalla consegna tradizionale alla consegna al letto del malato. Implementazione del modello di “bedside handover” in due Aziende Sanitarie, una in Piemonte e una in Lombardia. Aless@ndria I.P.A.S.V.I. Periodico d’informazione della professione infermieristica. Numero 3-4 - Anno IV - dicembre 2007 http://www.ipasvialessandria.it/rivista/dicembre2007.pdf Chaboyer,W. et al. Bedside Handover. Quality Improvement Strategy to “Transform Care at the Bedside” J Nurs Care Qual. 2008 Oct 16. - Ferri Paola, Relazione convegno maggio 2009 Sassuolo: Modelli innovativi della continuità dell’assistenza in ospedale: Dalle consegne alla consegna al letto del malato Conclusioni: La consegna al letto aumenta la qualità del rapporto fra pazienti e infermieri. Di fondamentale importanza si ritiene la disponibilità all’innovazione e il sostegno del coordinamento e della direzione. Non si possono negare certe resistenze e perplessità a questo cambiamento organizzativo non indifferente da parte di alcuni operatori, come la necessità di scambiare valutazioni su aspetti emozionali e relazionali non affrontabili al letto del paziente. Una valutazione tramite questionari all’Hospice, rivolti ai pazienti, familiari ed operatori, rispecchiano l’interesse di tutte le persone coinvolte. Sarebbe utile usufruire di questa opportunità di incontro per migliorare la continuità assistenziale, il rapporto interpersonale e l’empowerment del paziente e dei caregiver. Si ringraziano la direttrice Annamaria Marzi per il supporto e soprattutto tutti gli infermieri ed OSS per la loro preziosa collaborazione che ha permesso questo studio!