L’intruso. Nel fumetto riportato, è stato erroneamente assunto che il principio attivo naturale stricnina sia il metabolita secondario di un fungo. Il nome di quale principio attivo del sistema colinergico, tra quelli rappresentati sotto, usereste per correggere il fumetto?
L’intruso. Nel fumetto riportato, è stato erroneamente assunto che il principio attivo naturale stricnina sia il metabolita secondario di un fungo. Il nome di quale principio attivo del sistema colinergico, tra quelli rappresentati sotto, usereste per correggere il fumetto? La stricnina è un alcaloide dalla struttura eptaciclica estremamente complicata, che si ricava dai semi di un alberello originario dell’India (Strychnos nux vomica). Si tratta sicuramente di un veleno (blocco della trasmissione glicinergica spinale con effetto letale dovuto a paralisi bulbare). Non è un agente colinergico né si può considerare utile dal punto di vista terapeutico (anche se per molti anni ha goduto di immeritata fama come ‘tonico neuromuscolare’). Famigerato per l’uso delittuoso riportato sovente dalle pagine di cronaca nera. Tra i farmaci riportati, la cocaina (4) è sicuramente un intrusoin quanto non ha effetto sulla trasmissione colinergica. L’unico principio attivo prodotto da funghi superiori (amanite) è la muscarina (2). 1: epibatidina. Potente agonista nicotinico, attivo come analgesico, è stata ricavata della rana velenosa dell’Ecuador (Epipedobates tricolor). 3: eserina (fisostigmina). È l’alcaloide della fava del Calabar (Physostigma venenosum), leguminosa dell’Africa occidentale. Struttura indolica, caratterizzata da un gruppo carbammico, fondamentale per l’attività assieme all’atomo di azoto protonabile a pH fisiologico. Utilizzazione principale. Glaucoma. Altri usi: myastenia gravis, atonia dell’intestino (ileo paralitico) e della vescica a seguito di intervento chirurgico. Meccanismo d’azione. Simula il comportamento dell’Ach con l’enzima AChasi. È catturata dall’enzima come un falso substrato. Il gruppo carbammico, come quello estereo dell’Ach, verrà attaccato. La tappa limitante nell’idrolisi dell’Ach è la deacetilazione dell’enzima, un evento che richiede appena qualche millisecondo e ciò spiega l’elevata attività dell’AChasi. La decarbammoilazione del sito attivo dell’enzima, necessario in seguito all’idrolisi di un carbammato come la fisostigmina, richiede da alcune ore a dei giorni. L’enzima resta inattivato per tutto il tempo in cui è carbammoilato. La conseguenza di questa inibizione è un elevamento dei tassi di Ach a livello dei recettori nelle sinapsi colinergiche ed un prolungamento dell’azione. L’eserina è, pertanto un parasimpaticomimetico indiretto. 5: d-tubocurarina. Tra gli alcaloidi curarici è il più usato in terapia. È detto così perché ricavato dal curaro in tubi (di bambù). Col termine curaro, si intende un veleno, ricavato da alcune piante come il Chondodendron tomentosum, utilizzato dagli indigeni dell’Amazzonia per rendere micidiali la punta delle frecce. Un essere vivente colpito da una di queste frecce imbevute di curaro, subisce, per effetto del veleno che si distribuisce rapidamente nell’organismo, una paralisi dei muscoli scheletrici e muore perché i suoi muscoli scheletrici si bloccano (paralisi respiratoria periferica). L’animale abbattuto può essere consumato senza pericolo giacché il veleno non è praticamente assorbito per via gastroenterica. È classificato tra gli alcaloidi isochinolinici ed ha la peculiarità di una testa ammonica quaternaria e, diametralmente opposto, un atomo di azoto protonato a pH fisiologico. La presenza di una carica positiva permanente spiega lo scarso assorbimento a livello intestinale e la via di somministrazione i. v. Le due cariche positive (quella fissa e quella generata a pH fisiologico) poste a una giusta distanza (14,5 Å) sono fondamentali per l’attività di blocco della placca motrice (antagonista competitivo dell’Ach sul recettore nicotinico). Utilizzazione principale. In anestesia chirurgica, sono impiegati per produrre un completo rilassamento muscolare, particolarmente in vista di un intervento in addome e nel torace. L’associazione agli anestetici generali consente di ottenere un rilassamento ottimale senza necessità di eseguire un’anestesia troppo profonda e quindi pericolosa. D’altra parte il rilassamento dei muscoli consente un’azione più agevole del bisturi sulle grosse fasce muscolari. Altri impieghi: diagnosi della myastenia gravis e la diminuzione dei rischi connessi alla terapia convulsivante. Meccanismo d’azione. Si lega al recettore e impedisce il legame del neurotrasmettitore. Il rilassamento muscolare sopravviene nel giro di 4 min. La molecola non supera la BEE. Il paziente sarà allora testimone pienamente cosciente della paralisi della muscolatura e della sua incapacità di respirare, senza potersi esprimere in alcun modo. Per questo motivo, la somministrazione di un miorilassante di questo tipo è preceduta da un narcotico che sopprima la coscienza. N O H 1 2 3 N + O H Cl - 4 5