Piccola storia di una grande Associazione * AZIONE CATTOLICA ITALIANA * Azione Cattolica Italiana AC-Story Piccola storia di una grande Associazione
Serve ancora l’Azione Cattolica? Si !!! 2004 Serve ancora l’Azione Cattolica? Si !!! Papa: La Chiesa ha bisogno dell’AC e del suo carisma e non può farne a meno Vescovi: Da essa è lecito attendersi che continui essere quella scuola di santità laicale che ha sempre garantito presenze qualificate di laici per il mondo e per la Chiesa. Gente: C’è chi ha bisogno di un luogo aperto e accogliente, dove si sperimenti una fraternità contemplattiva e si guardi alla vita con gli occhi del Vangelo.
La Società della Gioventù Cattolica Italiana 1867 Il primo Statuto La Società della Gioventù Cattolica Italiana Mario Fani, di Viterbo e Giovanni Acquaderni, di Bologna danno vita alla Società della Gioventù Cattolica Italiana, primo nucleo dell'ACI; motto "Preghiera, Azione, Sacrificio", Quattro doveri principali: devozione alla S. Sede (ecclesialità) studio della religione (formazione e catechesi) vita cristiana (testimonianza) esercizio della carità (soccorso ai poveri) Pio IX approva con il breve pontificio Dum filii Belial la costituzione della nuova associazione nel 1868.
Nasce l’Opera dei Congressi 1874 Nasce l’Opera dei Congressi La Società della Gioventù Cattolica, convoca a Venezia il primo congresso dei cattolici italiani, iniziativa da cui nacque l'Opera dei Congressi e dei Comitati cattolici in Italia, organismo di collegamento delle molteplici organizzazioni cattoliche nel campo mutualistico, assistenziale, della stampa, dell’educazione… Il secondo Congresso, nel 1875, auspica la costituzione di comitati parrocchiali e diocesani
1896 Viene fondata la FUCI Nel XIV Congresso dei cattolici italiani, a Fiesole, viene ufficializzata l'idea, già emersa un paio d'anni prima all'interno del circolo universitario di Roma, di creare una federazione nazionale dei circoli universitari cattolici. Due finalità: il confronto con la cultura moderna, e l'impegno nell'ambito sociale.
Ridefinizione dell’Azione Cattolica 1906 Nuovi Statuti Ridefinizione dell’Azione Cattolica Sciolta l’Opera dei congressi, si ridefinisce l’AC: Unione Popolare Cattolica Italiana Unione C.I. delle Associazioni Elettorali Unione C.I. delle Istituzioni Economiche e Sociali Società della Gioventù Cattolica Quest’ultima recupera lo specifico ruolo formativo-religioso, da cui si ramificherà la vera e propria Azione Cattolica Italiana.
Nasce l'Unione fra le Donne Cattoliche Italiane 1908 Nasce l'Unione fra le Donne Cattoliche Italiane Maria Cristina Giustiniani Bandini, con la collaborazione di Adelaide Coari, presentano al Papa l'Unione Donne: Finalità formativa e religiosa Differenzazione dal movimento femminista e laicista Diretta dipendenza dalla gerarchia ecclesiastica Cura dei fanciulli cattolici, 4-10 anni (fiamme bianche, rosse e verdi) Azione nel campo della catechesi, dell'istruzione, dell'assistenza, portando fervore e vitalità nuove per la presenza femminile nella Chiesa.
Nasce la Gioventù Femminile 1918 Nasce la Gioventù Femminile Armida Barelli, milanese, riceve l’incarico da Benedetto XV di estendere l’esperienza della GF in Italia. Compito della GF: prendersi cura della "formazione religiosa, intellettuale, morale e sociale della giovane". Motto: Eucaristia-apostolato-eroismo
Nasce l’Unione Uomini Cattolici 1919 Nasce l’Unione Uomini Cattolici Nel dopoguerra, con la nascita del Partito Popolare di don Sturzo (segretario della Giunta di AC) e la fine del non expedit, il laicato cattolico si riorganizza e si fa più netta la divisione di compiti tra l'Azione Cattolica propriamente detta, il partito, il sindacato. Nel 1922, al fine di raggruppare tutte le opere degli adulti nasce ad opera di Augusto Ciriaci e mons. Domenico Tardini l'Unione Uomini Cattolici, voluta da Pio XI.
La riorganizzazione di Pio XI 1923 Nuovi Statuti La riorganizzazione di Pio XI Durante i primi anni di pontificato di Pio XI si procede a ristrutturare complessivamente tutta l'Associazione. Con gli Statuti del 1923 l'AC viene costituita in 4 sezioni: Federazione Italiana Uomini Cattolici Società Gioventù Cattolica Italiana Federazione Universitari Cattolici Italiani Unione Femminile Cattolica Italiana
1920 Un progetto educativo Gli ideali di fede e la formazione cristiana delle giovani generazioni si fondano: su una spiritualità cristocentrica sull’Eucaristia sulla pietà mariana sulla devozione al Papa Il Beato Pier Giorgio Frassati è un esempio splendido di questo modello formativo (1901-1925)
Un progetto educativo per le più giovani 1920 Un progetto educativo per le più giovani Le Gioventù Femminile porta alla creazione della: Sezione “aspiranti” (10 ai 16 anni) Sezione “beniamine” (6-10 anni) Sezione “piccolissime” (prima dei 6 anni) (anni ’30) Dopo i 16 anni si diventava “Effettive” Le sezioni erano affidate alle Delegate (educatrici) per le quali si svolgevano scuole formative Ambiti: formazione liturgica e canto sacro, formazione catechistica (mediante giornalini e testi)
Un progetto educativo per i più giovani 1923 Un progetto educativo per i più giovani La Gioventù Cattolica maschile dà il via ad un metodo educativo per le sezioni “aspiranti”, fanciulli e ragazzi che vogliono diventare giovani di AC. Prima consapevolezza della soggettività apostolica dei ragazzi verso i coetanei Formazione catechistica (gare, gioco, “regola”) Maturazione delle scelte vocazionali Questa attenzione educativa è affidata ai Delegati (educatori) per i quali si svolgevano scuole formative
Lo scontro col fascismo 1931 Lo scontro col fascismo Contravvenendo agli accordi sanciti con il Concordato del 1929, Mussolini invia ai prefetti l'ordine di chiudere i circoli dell'AC, perché l'attività formativa religiosa esercitata in essi viene considerata contraria al fascismo. Pio XI risponde con l'enciclica "Non abbiamo bisogno" in cui afferma che il laicato e l'AC non hanno bisogno di garanzie diverse da quelle della Chiesa, della fede, e del rapporto con il pontefice. Dopo l’accordo, la società della Gioventù cattolica diventa Gioventù Cattolica di Azione Cattolica (GIAC)
La dirigenza dell’AC assunta dalla Gerarchia 1939 Nuovi Statuti La dirigenza dell’AC assunta dalla Gerarchia Le pressioni del regime contro la Chiesa e l’AC inducono Pio XII a riformare gli Statuti inserendo gli Ecclesiastici nella dirigenza associativa Questa ingerenza non trova accoglienza nelle diocesi dove il clero non è zelante verso l’AC Tuttavia l’associazione tiene numericamente e manifesta il suo impegno soprattutto nella dimensione caritativa ed assistenziale durante la II guerra mondiale.
Torna ai laici la dirigenza associativa 1946 Nuovo Statuto Torna ai laici la dirigenza associativa «l’AC è l’organizzazione nazionale del laicato cattolico per una speciale e diretta colaborazione con l’apostolato gerarchico». 12.000 associazioni parrocchiali della GM 18.000 associazioni parrocchiali della GF 15.000 gruppi di Donne 9.000 gruppi di Uomini Si sviluppano numerose opere collaterali: Unioni professionali, associazioni di categoria, GIOC, GS, CSI.
1948 I Comitati Civici In vista delle prime elezioni politiche repubblicane nascono i cosiddetti Comitati Civici, un'organizzazione collaterale all'AC, con lo scopo di mobilitare tutte le forze cattoliche per la battaglia elettorale. Questo sforzo diretto di mobilitazione, esprime la radicalità dello scontro politico in atto. Successivamente, sembra manifestare scarsa sensibilità nel cogliere le profonde trasformazioni del Paese, avviandolo ad una secolarizzazione forse mai conosciuta. Anche l’AC, tuttavia, comincia quella ricerca di rinnovamento che maturerà negli anni che ci avvicinano al Concilio.
Massima espansione dell’AC: 3.014.530 soci Metà anni ‘50 Massima espansione dell’AC: 3.014.530 soci Unione Uomini (sposati o da 30 anni in su) Unione donne (sposate o da 30 anni) cui sono affidati i Fanciulli (4-10 anni) Gioventù maschile (10-30 anni, aspiranti, juniores, seniores) Gioventù femminile (4-30 anni: piccolissime, beniamine, aspiranti, giovanissime, effettive) FUCI Movimento Laureati Movimento Maestri
Il rinnovamento conciliare e la selta religiosa 1969 Statuto del ‘69 Il rinnovamento conciliare e la selta religiosa Nel 1962 si apre il Concilio Vaticano II. Nel 1964 viene nominato Presidente della Giunta Centrale di AC Vittorio Bachelet, che, nel clima di rinnovamento conciliare, conduce l'Associazione a compiere la cosiddetta "scelta religiosa". Non il disimpegno dal piano temporale della vita cristiana ma la priorità dell'annuncio della Parola "in quanto capace di creare uomini nuovi e portatrice di una profonda carica di trasformazione della vita e della storia". (1926-1980)
Quattro note caratteristiche dell’AC Dopoconcilio Statuto del ‘69 Quattro note caratteristiche dell’AC Ecclesialità (fine apostolico della Chiesa) Laicità (vocazione laicale) Collaborazione con la Gerarchia (servizio attento e reciproco ascolto) Organicità (non un movimento, ma un “corpo organico”)
Dopoconcilio Statuto del ‘69 Nuova organizzazione Uomini di AC Donne di AC Settore Adulti Gioventù maschile Gioventù femminile Settore Giovani Sezioni minori ACR MSAC, MLAC, (interni) FUCI, MEIC, MIEAC(esterni) CSI, CTG (autonomi)
Anni ‘80 Stagione dei progetti L’AC rinnova il suo progetto formativo unitario e dei settori È una formazione che dà per scontata la fede e ne approfondisce le sue dimensioni: catechesi, spiritualità, ecclesialità, ambito culturale, sociopolitico… L’ACR, definita prima dalla “Metodologia dell’ACR”, poi dal Progetto “Rosso”, si dà un nuovo progetto, attento all’I.C. dei ragazzi
Un’AC troppo “pastorale” Anni ‘90 Un’AC troppo “pastorale” L’AC identifica la scelta religiosa con scelta pastorale La conseguenza è l’esaurirsi tutta all’interno delle parrocchie, non dialogando più con la realtà esterna Quando la pastorale si dà strumenti autonomi (uffici, altre aggregazioni…) comincia la crisi di “spazi” per l’AC Per la sua maturità l’AC si interroga e si sperimenta nel ridisegnare il volto missionario
Un rinnovamento in atto, da interiorizzare 2003 Statuto rinnovato Un rinnovamento in atto, da interiorizzare Diocesanità (localizzare l’Ac per renderla più fedele alla sua storia e alla sua geografia – Atto normativo) Missionarietà (far dialogare il vangelo con la vita, non dando più per scontata la fede, maturare un punto di vista cristiano sulle dimensioni della vita – nuovo progetto formativo) Unitarietà (non una composizione di settori ma una “fraternità contemplattiva”) FINE Democraticità (ricerca dell’altro sulla base di scelte condivise e flessibili)