DALLA RESIDENZIALITÀ ALLA DOMICILIARITÀ Carla Camici Coodinatore Servizi Sociali Azienda COeSO Grosseto, 13.06.07
Progetto integrato “VIVERE LA COMUNITÀ” Il progetto è finalizzato all’integrazione sociale e al contrasto dell’abbandono e dell’emarginazione dei gravi pazienti psichiatrici, per la promozione di diritti di cittadinanza Attraverso un percorso riabilitativo che parte dalla Comunità Terapeutica e arriva alla “casa” dove le persone abitano Grosseto, 13.06.07
Nuovo concetto di domiciliarità Va oltre l’abitare Riguarda tutte le dimensioni della vita della persona, nella sua globalità, nella sua unicità e irripetibilità, il suo “intero” e il suo “intorno”, il contesto dotato di senso per la persona stessa Grosseto, 13.06.07
Il punto di vista del sociale 3 significati del convegno: - riflettere sul rischio di “nuovo manicomialismo” da parte dei DSM - allargare il confronto culturale sul tema della domiciliarità - valorizzare le relazioni umane positive per una migliore qualità della vita per tutti Grosseto, 13.06.07
Integrazione socio-sanitaria La collaborazione del COeSO con il DSM della zona grossetana è costante Sui progetti personalizzati Sui progetti di promozione della salute mirati agli interventi precoci Sulle azioni di sensibilizzazione della comunità per il superamento del pregiudizio verso la malattia mentale Grosseto, 13.06.07
Rischio di “nuovo manicomialismo” “Aver smantellato i manicomi non significa averne abolito le logiche fondanti; in Italia si può correre il rischio che le logiche del manicomio siano trasferite ai servizi territoriali dipartimentali “ Grosseto, 13.06.07
Studio sul futuro dei Servizi di Salute Mentale in Italia – dott Studio sul futuro dei Servizi di Salute Mentale in Italia – dott. Renato Piccione direttore emerito del DSM Roma E Quando il DSM può correre questo rischio ? Per la scarsa integrazione tra le strutture del DSM Per la tendenza del DSM all’Adozione Psichiatrica Per l’assenza di interventi eco-sociali Per la scarsa integrazione con gli altri servizi sanitari della ASL Per la scarsa integrazione con le agenzie sociali del territorio Per la scarsa qualità degli operatori che ci lavorano Grosseto, 13.06.07
Comunita’ terapeutica quando può correre il rischio di manicomialismo ? Quando ospita un numero elevato di persone Quando non definisce i tempi di permanenza Quando non definisce progetti personalizzati Quando si entra senza contratto Quando è gestita in maniera separata dalle altre strutture del DSM Grosseto, 13.06.07
Cultura della domiciliarità La domiciliarità è intesa come la dimensione di vita della persona, articolata negli spazi della casa e delle relazioni interpersonali. La casa rappresenta l’ambiente dotato di senso per la persona, perché rappresenta la sua storia, la sua cultura, i suoi affetti, la sua esperienza vissuta. Rimanere a casa propria vuol dire salvaguardare le relazioni significative Grosseto, 13.06.07
Sostenere la domiciliarità Significa aumentare la capacità di tenuta della famiglia nelle situazioni di aumentato bisogno di attività di cura attraverso nuove soluzioni abitative, sostegni economici, diffusione dei servizi di prossimità, l’incremento dei servizi domiciliari e di sollievo, qualificando il lavoro delle badanti…. Grosseto, 13.06.07
Elementi innovativi La domiciliarità è quindi prima di tutto basata sui rapporti umani, sulla rete delle relazioni interpersonali, sul rapporto con gli altri; è un modo di essere in relazione Ha un valore sociale di apertura, di confronto, che si oppone alla chiusura, all’indifferenza, alla separazione, all’esclusione. Grosseto, 13.06.07
Domiciliarità e comunità La domiciliarità è un’idea attorno a cui ogni comunità dovrebbe svilupparsi per garantire ad ogni persona, a partire da quella più fragile, la possibilità di vivere nel proprio spazio fisico e relazionale in maniera soddisfacente per lei. Grosseto, 13.06.07
Welfare del territorio Per costruire un welfare del territorio non bastano i servizi sociali, è richiesto un orientamento sociale a tutti i servizi e le infrastrutture utilizzate dagli abitanti Grosseto, 13.06.07
Migliore qualità della vita attraverso la valorizzazione delle relazioni umane positive Le reti sono una forma di capitale sociale, nella misura in cui costituiscono una risorsa per le persone coinvolte “Quante più persone si conoscono e quanto più si condivide con loro una determinata visione delle cose, tanto più si sarà ricchi di capitale sociale” (J. Field) Grosseto, 13.06.07
La definizione di Putnam Robert Putnam (sociologo americano) nell’ambito di uno studio sulle tradizioni politiche italiane (la partecipazione alla vita civica in Toscana) ha coniato il termine capitale sociale e ne ha proposto una semplice definizione “è l’insieme di quegli elementi dell’organizzazione sociale – come la fiducia, le norme condivise, le reti sociali – che possono migliorare l’efficienza della società nel suo insieme, nella misura in cui facilitano l’azione coordinata degli individui” Grosseto, 13.06.07
Attivazione delle reti Non tutti sono in grado di attivare spontaneamente le proprie reti, non sempre gli eventi difficili della vita consentono di mantenere attive le proprie reti. Il pregiudizio è un feroce nemico del capitale sociale. Il pregiudizio verso la malattia mentale produce allontanamento, impedisce la condivisione, lo scambio, l’incontro, l’ascolto. Il pregiudizio sicuramente impedisce la costruzione delle reti sociali Grosseto, 13.06.07
Le reti proteggono la salute Nelle scienze sociali da più di un secolo è nota la correlazione tra livelli di salute e legami sociali Avere accesso alle reti sociali è protettivo della salute, così come avere accesso al sistema integrato dei servizi sociali e sanitari di una comunità Grosseto, 13.06.07
Il sociale … Definiamo il sociale un aiuto che per funzionare presupponga la socialità, cioè un aiuto che sia realizzato dal sociale, entro il sociale, ricostruendo il sociale stesso Vorremmo correlare quel nobile termine sia alle finalità ultime di ogni aiutare circostanziato, vale a dire alla produzione del capitale sociale, sia alle fondamenta della metodologia professionale, vale a dire l’utilizzo di quel capitale sociale come materia – prima dell’aiuto (F. Folgheraiter) Grosseto, 13.06.07
CONCLUSIONI DEL PROGETTO Il ns. Progetto ha favorito: Il mantenimento di alcuni cittadini sofferenti nel’ambito del loro abituale contesto di vita nella comunità L’abitare in spazi personalizzati Il raggiungimento da parte di ciascuno di un adeguato livello di autonomia La ricucitura o la nuova costruzione di reti sociali per ciascuna persona L’attivazione di gruppi di auto aiuto tra persone che condividono lo stesso problema La promozione di iniziative culturali di contrasto al pregiudizio verso la malattia mentale Grosseto, 13.06.07
ULTIMA CONSIDERAZIONE Il lavoro sociale deve essere sempre più orientato alla promozione della comunità locale. Se la cultura della moderna cittadinanza è soprattutto la cultura dell’individualità, dell’autonomia e della difesa della privacy, si sta facendo strada l’esigenza di incrementare le relazioni umane e la cittadinanza attiva per un’ecologia relazionale tesa a saldare la qualità dell’ambiente con la qualità sociale e relazionale Grosseto, 13.06.07