Corso integrato “Promozione delle attività motorie adattate”

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Territorio: provincia di Pordenone
Advertisements

Organizazione servizi sociali - Dott.ssa M.Vittoria Tonelli
AUTONOMIA e DECENTRAMENTO
27/11/2003Rel: Roberto Benvenuti, Marco Carcano 1 Landamento demografico e la riforma del Welfare Partendo dalle considerazioni relative agli importanti.
Piano di Zona 2011 – 2013 dellAmbito del Ciriacese PRIORITA E OBIETTIVI STRATEGICI PRIORITA E OBIETTIVI STRATEGICI.
PAUE 0506 IV / 1 A B P a = 30 P b = 35 t = 2, tc = 1 Questo può essere un equilibrio? No! Politiche di un paese importatore: una tariffa allimportazione.
TAV.1 Foto n.1 Foto n.2 SCALINATA DI ACCESSO ALL’EREMO DI SANTA CATERINA DEL SASSO DALLA CORTE DELLE CASCINE DEL QUIQUIO Foto n.3 Foto n.4.
1 Pregnana Milanese Assessorato alle Risorse Economiche Bilancio Preventivo P R O P O S T A.
Il tema dello sviluppo delle imprese minori
Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca 13 settembre 2004
Come classificare le politiche pubbliche
1 Come spostare traffico dalla gomma alla rotaia Romeo Danielis Università degli Studi Trieste Quali ferrovie a Nord Est. Le proposte.
Frontespizio Economia Monetaria Anno Accademico
Politiche sociali Lavinia Bifulco.
Strumenti e percorsi per la protezione civile locale Antonio Triglia - Formez Torino, 28 Giugno 2006 Progetto Sindaci.
L’Assistenza Economica STRUMENTO nel PROCESSO DI AIUTO
1 Progettare e operare nella scuola dellautonomia Attività di formazione del personale del sistema scolastico Tratto da LA SCUOLA per lo Sviluppo Programma.
1 PROGRAMMARE SIGNIFICA COORDINARE LINTERVENTO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE AL FINE DI CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI STABILITI NELLA FASE DI DEFINIZIONE.
EPA 01/02 III/1 I consumi di prodotti agro-alimentari: differenziazioni nello spazio e nel tempo Cosa spiega le differenze nei consumi tra individui diversi…
EIE 0607 V / 1 sussidio unitario fisso allesportazione si avrà commercio se e solo se | P B AUT - P A AUT | > tc - P B = P A + tc – (A è il paese esportatore)
EIE 0607 III / 1 A B P a = 30 P b = 35 t = 2, tc = 1 Questo può essere un equilibrio? No! Politiche di un paese importatore: una tariffa allimportazione.
Ufficio Studi UNIONCAMERE TOSCANA 1 Presentazione di Riccardo Perugi Ufficio Studi UNIONCAMERE TOSCANA Firenze, 19 dicembre 2000.
Linfermiere della Salute Mentale della Toscana Non cè salute senza salute mentale Galileo Guidi Arezzo 23/05/2007.
1 © Paolo Ferrario: riproduzione riservata solo ai partecipanti ai corsi di formazione Paolo Ferrario Università degli.
Firenze, 13 gennaio
A cura di Emilio Gregori Foggia, 12 aprile 2007 Il Sistema Informativo Sociale Regionale della Regione Puglia (SISR)
1 Unità locali EQUAL RESTORE sintesi della ricerca.
Il marketing: costruire una relazione profittevole con il cliente
1 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale per le Politiche per l'Orientamento e la Formazione Ministero del Lavoro e delle Politiche.
Trasparenza e rendicontazione in sanità
Diritto sanitario e dell’assistenza sociale Prof. Alessandra Pioggia
La struttura organizzativa e informativa del controllo
1 Prendersi cura della comunità: lesperienza della Provincia di Bologna Lizzano in Belvedere 24, 25 marzo 2009.
Flexi Family.
Legge provinciale 23 luglio 2010, n. 16
1ROL - Richieste On Line Ente pubblico 5ROL - Richieste On Line.
Le scuole e l’autonomia
1Forum PA-sanità-sociale,. 2Forum PA-sanità-sociale, livelli essenziali di assistenza I livelli essenziali di assistenza sono stati definiti in correlazione.
MACCHINARI SICURI WORKSHOP FASCICOLO TECNICO E ANALISI DEI RISCHI
\ \ | / (_) o000O O000o POLITICHE del LAVORO Analista Progettista Vincenzo Occhipinti Misure di promozione allinserimento.
Processi di sussidiarizzazione
Approccio concertativo
1 Guida per linsegnamento nei corsi per il conseguimento del CERTIFICATO DI IDONEITÀ ALLA GUIDA DEL CICLOMOTORE.
La Pubblica Amministrazione e lo sviluppo delle reti locali. Nuovi modelli organizzativi Fabio Campetti Linnovazione delle politiche pubbliche: lesperienza.
Il Territorio protagonista dellofferta dei servizi sociali di Annalisa Turchini.
DIRITTI DI LIBERTÀ LEZIONE 15.
L’AZIENDA Appunti a cura di.
La società della salute COMUNITA MONTANA DEL MUGELLO CHE COSA E: definizione DALLA SANITA (diagnosi- cura- riabilitazione) gli obiettivi della politica.
Fare salute in montagna: verso la costruzione dei Distretti e dei Piani di Salute Le risposte dei Servizi Sociali della Comunità Montana Val Pellice 29/09.
1 Questionario di soddisfazione del servizio scolastico Anno scolastico 2011/2012 Istogramma- risposte famiglie.
Esperto di E-government dello sviluppo locale (A.A. 2003/2004) Università di Pisa, Facoltà di scienze politiche 14 dicembre 2004 L'amministrazione elettronica.
Integrazione e Territorio
1 Corso Formazione in ambito sociale Sistemi e Modelli di WELFARE.
Comune di Capaci Anno 2012 Associazione Codici Sicilia.
Corso di Laurea in Management dello sport Le organizzazioni sportive
Il Piano di Zona: strumento di programmazione del sociale
1 Tavolo Politico Istituzionale: sintesi delle funzioni essenziali Ambiti Territoriali di Ivrea e Caluso 13 APRILE 2010 a cura di Franco Vernò e Gianluigi.
Schede didattiche a cura di A. Cortese
ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI SUL TERRITORIO
Gli scenari evolutivi delle politiche sociali:  Le politiche sociali si evolvono con l’evoluzione dei sistemi socio-economici e di governo  La nascita.
Promozione del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari
IL GIOCO DEL PORTIERE CASISTICA. Caso n. 1 Il portiere nella seguente azione NON commette infrazioni.
Il sistema sanitario Insieme di istituzioni, attori e risorse umane /materiali che concorrono alla promozione, al recupero e al mantenimento della salute.
Sociologia del welfare a.a 2013/14
Capitolo 9 Elementi per un percorso interpretativo
Cap.8 PER UNA POLITICA DEL LAVORO 8.1. Teorie del mercato del lavoro 8.2. Per un nuovo welfare lavoristico 8.3. Osservazioni conclusive.
Lavorare come liberi professionisti, consente di poter svolgere l’attività per privati od enti pubblici senza limiti nella quantità di lavoro da svolgere,
Analisi dell’attuale assetto del sistema pensionistico in rapporto alla tutela ex art. 38 Cost Analisi della struttura del sistema previdenziale pensionistico.
Elementi costitutivi di un Sistema Qualità Corso di Formazione Residenziale “Il Manuale di Accreditamento della funzione specialistica Nefrologica” Aprile.
Economia del risparmio e della Previdenza II Modulo Intervento pubblico e protezione sociale.
Transcript della presentazione:

Corso integrato “Promozione delle attività motorie adattate” Insegnamento SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI E COMUNICATIVI Slides a cura del Docente: dr. Stefano Schena

Parte Generale Parte Monografica Indice Manuale di politica sociale, Borzaga, Fazzi Legge n. 328/2000 Parte Monografica Lavoro per progetti Elementi per un’esercitazione

Estratto dal testo C.Borzaga, L.Fazzi, Manuale di Politica Sociale Parte Generale Estratto dal testo C.Borzaga, L.Fazzi, Manuale di Politica Sociale

1. a – Parte Generale Introduzione Politica sociale: materia complessa studiabile da diversi punti di vista Interesse a capire le dinamiche (più che le norme): Attori Bisogni Ruoli

1. a – Parte Generale Introduzione L’oggetto: assistenza (sociale, sanità, previdenza, lavoro) Gli attori: Stato Mercato Terzo settore Famiglia

DEFINIZIONE DI WELFARE STATE 1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI WELFARE STATE “insieme delle garanzie e degli interventi forniti dal governo (P.A.) per assicurare standard minimi di reddito, alimentazione, salute, alloggio ed istruzione ad ogni cittadino come diritto sociale e non come carità e con ciò si può definire anche la Politica Sociale come se questa coincidesse con l’estensione n quantità e qualità delle prestazioni sociali dello Stato ai cittadini”

DEFINIZIONE DI FAMIGLIA (1) 1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI FAMIGLIA (1) Istituzione collettiva minima, che, nella pluralità delle sue forme, svolge attività a favore dei propri componenti. All’interno della famiglia si verificano infatti importanti trasferimenti, finalizzati ad assicurare ad ogni componente un certo benessere, sia nella vita di ogni giorno che lungo l’intero ciclo di vita. Inoltre, la famiglia produce al suo interno a favore dei propri membri tutta una serie di servizi, in particolare assistenza ai minori e agli anziani) e di beni per l’auto- consumo.

DEFINIZIONE DI FAMIGLIA (2) 1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI FAMIGLIA (2) Secondo l’ONU “a fini censuari la famiglia dovrebbe essere definita nel senso stretto di nucleo familiare, cioè delle persone all’interno di un aggregato domestico che sono tra loro legate come marito e moglie, o genitore e figlio/i (di sangue e adozione) celibe o nubile”.

FUNZIONI RIPRODUTTIVA 1. a – Parte Generale FUNZIONI RIPRODUTTIVA Produttiva e di consumo: produce servizi al suo interno Redistributiva: si trasferiscono risorse al proprio interno

VANTAGGI E LIMITI VANTAGGI 1. a – Parte Generale VANTAGGI E LIMITI VANTAGGI Bassi costi di produzione e coordinamento delle attività LIMITI Volontarietà Precarietà Ridotta divisione del lavoro

DEFINIZIONE DI MERCATO 1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI MERCATO Istituzione sociale attraverso cui vengono volontariamente prodotti e scambiati beni e servizi sulla base di prezzi stabiliti generalmente in termini monetari e secondo una logica di equivalenza. Sul mercato si incontrano sia agenti individuali (lavoratori, consumatori, …) sia attori collettivi (le imprese), proprietari delle risorse utilizzate, che interagiscono tra loro motivati prevalentemente o esclusivamente dal perseguimento del proprio interesse (il profitto per le imprese, il salario per i lavoratori, l’utilità dei beni e servizi acquistati con i consumatori).

DEFINIZIONE DI MERCATO 1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI MERCATO Spesso si confonde: l’ “essere” (cioè il modo di funzionamento dei mercati reali) con il “dover essere” (cioè il come funzionerebbe se fosse come gli economisti lo hanno disegnato). Per evitare questa confusione è opportuno descrivere prima il funzionamento del mercato in astratto e poi analizzarne i limiti.

DEFINIZIONE DI MERCATO 1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI MERCATO Quando si parla di mercato ci si riferisce ad un certo modo di produrre e scambiare beni e servizi. Nel dettaglio, è bene ricordare che esistono più mercati e in particolare: il mercato dove si producono e scambiano beni e servizi; il mercato dove lavoratori e datori di lavoro si scambiano i servizi di lavoro; il mercato sul quale si incontrano detentori e richiedenti mezzi finanziari.

DEFINIZIONE DI MERCATO 1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI MERCATO Su un mercato così concepito, i cittadini possono, almeno in teoria, acquistare non solo beni e servizi di natura privata, ma anche beni e servizi sociali e di interesse collettivo, quali: l’istruzione (scuole private), varie forme di assicurazione, la sanità, l’assistenza e la previdenza.

PRODUTTIVA ALLOCATIVA 1. a – Parte Generale FUNZIONI PRODUTTIVA ALLOCATIVA

VANTAGGI E LIMITI Il mercato ha il grande vantaggio di: 1. a – Parte Generale VANTAGGI E LIMITI Il mercato ha il grande vantaggio di: produrre normalmente ciò che i consumatori sono in grado di assorbire; venderlo al prezzo che massimizza il benessere di ognuno e di tutti (benessere sociale); distribuire le risorse (beni e servizi prodotti) in maniera efficiente (cioè assegnando un bene a chi lo valuta maggiormente).

VANTAGGI E LIMITI accresce la disuguaglianza 1. a – Parte Generale VANTAGGI E LIMITI accresce la disuguaglianza è in grado di produrre solo alcuni beni che interessano alla collettività non è mai perfettamente concorrenziale Limiti risolvibili (parzialmente) con regole e controllo pubblico

1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI STATO Tutti gli enti pubblici con potere coercitivo ai diversi livelli: centrale (federale o statale), regionale (amministrazioni regionali) e locale (Provincie e Comuni).

FUNZIONI Regolamentare (legislativo) 1. a – Parte Generale FUNZIONI Regolamentare (legislativo) Ridistribuire (reddito, mezzi, opportunità) Assicurare (previdenza) Produrre (beni e servizi direttamente)

VANTAGGI E LIMITI VANTAGGI Universalità No vincoli di bilancio LIMITI 1. a – Parte Generale VANTAGGI E LIMITI VANTAGGI Universalità No vincoli di bilancio LIMITI Difficoltà a rilevare le preferenze Inefficienza produzione Funzione distributiva

POLITICHE SOCIALI politiche previdenziali politiche sanitarie 1. a – Parte Generale POLITICHE SOCIALI Principali ambiti (o campi di intervento): politiche previdenziali politiche sanitarie politiche del lavoro politiche socio-assistenziali

POLITICHE DEL LAVORO la contrattazione; 1. a – Parte Generale POLITICHE DEL LAVORO Principali campi di intervento: la contrattazione; la regolamentazione del mercato del lavoro; i sussidi di disoccupazione; le politiche attive del lavoro. 22

POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO 1. a – Parte Generale POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO Principali strumenti: i servizi per l’impiego; i sussidi per l’occupazione; la formazione e l’addestramento professionale; la creazione di posti di lavoro; i programmi di inserimento lavorativo. 23

SERVIZI PER L’IMPIEGO accoglienza; orientamento e consulenza; 1. a – Parte Generale SERVIZI PER L’IMPIEGO Funzioni: accoglienza; orientamento e consulenza; servizi di incontri domanda e offerta di lavoro; attività amministrative. 24

POLITICHE SANITARIE l’assistenza ospedaliera; 1. a – Parte Generale POLITICHE SANITARIE Tipologie di servizi: l’assistenza ospedaliera; l’assistenza medico-generica e specialistica; l’assistenza farmaceutica. 25

POLITICHE SANITARIE modello pubblico (o a prevalenza pubblica); 1. a – Parte Generale POLITICHE SANITARIE Modelli di produzione: modello pubblico (o a prevalenza pubblica); il modello misto; il modello privato. 26

POLITICHE SOCIO-ASSISTENZIALI 1. a – Parte Generale POLITICHE SOCIO-ASSISTENZIALI Principali programmi di protezione socio-assistenziale basati su trasferimenti monetari: le allocazioni familiari; le prestazioni di invalidità; l’assistenza al reddito; il sostegno alle spese per l’alloggio. 27

Parte Generale Estratto dal testo F.Dalla Mura, “Pubblica Amministrazione e non profit”

FONDAMENTI LEGGE n. 328/2000 Diritti sociali Sussidiarietà 1. b – Parte Generale FONDAMENTI LEGGE n. 328/2000 Diritti sociali Sussidiarietà Programmazione Gestione

PIANO DI ZONA: contenuti obbligatori (1/2) 1. b – Parte Generale PIANO DI ZONA: contenuti obbligatori (1/2) I contenuti obbligatori del Piano di Zona sono: gli obiettivi strategici e le priorità di intervento nonché gli strumenti e i mezzi per la realizzazione; le modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali, i requisiti di qualità in relazione alle disposizioni regionali; le forme di rilevazione dei dati nell’ambito del sistema informativo sociale; le modalità per garantire l’integrazione tra servizi e prestazioni;

PIANO DI ZONA: contenuti obbligatori (2/2) 1. b – Parte Generale PIANO DI ZONA: contenuti obbligatori (2/2) le modalità per realizzare il coordinamento con gli organi periferici delle amministrazioni statali, con particolare riferimento all’amministrazione penitenziaria e della giustizia; le modalità per la collaborazione dei servizi territoriali con i soggetti operanti nell’ambito della solidarietà sociale a livello locale e con le altre risorse della comunità; le forme di concertazione con l’azienda unità sanitaria locale e con i soggetti non profit.

Parte Monografica Lavoro per progetti

Il Lavoro per Progetti: Definizione 2. a – Parte monografica Il Lavoro per Progetti: Definizione Una o più azioni (attività) che, utilizzando specifiche risorse, limitate nel tempo e nello spazio, sono finalizzate al conseguimento di uno specifico obiettivo, preventivamente dichiarato, in risposta ad un bisogno.

Perché Lavorare per Progetti 2. – Parte monografica Perché Lavorare per Progetti Forte esigenza di innovazione, sperimentazione verifica, necessità di flessibilità; Necessità di evitare inadeguatezze e sprechi nella divisione del lavoro per funzioni (v. crisi del modello funzionalista/adozione modelli a matrice); Esigenza di sviluppare collaborazioni e partnership con altre organizzazioni sulla base di accordi e obiettivi comuni; Necessità di sviluppare “lavoro di rete” tra servizi; Modalità prevalente di accesso a risorse finanziarie (convenzione con enti locali sulla base di progetti, finanziamenti su base legislazione regionale e nazionale, co-finanziamenti Comunità Europea, ..)

Progettare nel Sociale: alcune caratteristiche 2. a – Parte monografica Progettare nel Sociale: alcune caratteristiche Si producono servizi alle persone; Gli operatori sono dei professionisti o para professional; Molteplicità degli attori e frammentazione competenze istituzionali; Molteplicità e pluralità delle tipologie organizzative, delle culture organizzative e delle culture professionali; Complessità dei fenomeni oggetto di intervento; Forte dipendenza dai finanziamenti pubblici.

Le Tappe di un Progetto Versione L.Leone, M.Prezza 2. a – Parte monografica Le Tappe di un Progetto Versione L.Leone, M.Prezza 1a tappa IDEAZIONE 2a tappa ATTIVAZIONE 3a tappa PROGETTAZIONE 4a tappa REALIZZAZIONE 5a tappa VERIFICA

2. a – Parte monografica Percorso di un Progetto di Intervento realizzato secondo un approccio concertativo 1a tappa: IDEAZIONE Iniziativa interna al servizio Decodifica delle emozioni Analisi delle relazioni Analisi dei dati Se viene accolta una richiesta esterna: Decodifica della domanda 2a tappa: ATTIVAZIONE Consolidamento e allargamento della committenza Prima lettura del contesto locale Definizione del “contratto” tra i diversi soggetti: ruoli e funzioni Analisi del bisogno Analisi della comunità locale (storia e cultura locale, profilo demografico ed economico, ecc..) e delle relazioni tra i soggetti interessati Individuazione di ipotesi comuni di interpretazioni del disagio Individuazione delle finalità di intervento e dei destinatari

2. a – Parte monografica Percorso di un Progetto di Intervento realizzato secondo un approccio concertativo 3a tappa: PROGETTAZIONE Stesura di una prima bozza di progetto Condivisione tra i diversi soggetti coinvolti della bozza di progetto Stesura progetto definitivo 4a tappa: REALIZZAZIONE Realizzazione dell’intervento 5a tappa: VALUTAZIONE Verifiche periodiche del progetto Riprogettazione eventuale di ulteriori interventi

A cosa serve la tappa attivazione 2. a – Parte monografica A cosa serve la tappa attivazione A sviluppare partnership e alleanze significative con altre organizzazioni; Ad individuare e attivare possibili risorse. Risorse umane, capacità professionali, competenze organizzative, risorse finanziarie, legittimità sociale e visibilità, consenso, …; Ad individuare ed esplicitare le strategie alla base del progetto; A sviluppare una costruzione sociale della definizione di problema insieme ad altri attori locali.

Il Lavoro Per Progetti: LE FASI versione Schena 2. a – Parte monografica Il Lavoro Per Progetti: LE FASI versione Schena Fase 1: Analisi Macro variabili a. rilevazione dei bisogni b. conoscenza delle opportunità/risorse economiche c. incrocio bisogni e opportunità Fase 2: Analisi micro variabili (= capacità di messa a punto del progetto) a. conoscenza dettagliata del programma e delle azioni previste b. conoscenza dei vincoli e delle opportunità (es. soggetti elegibili, scadenze, vincoli economici, ..)

Il Lavoro Per Progetti: LE FASI 2. a – Parte monografica Il Lavoro Per Progetti: LE FASI Fase 3: Redazione del progetto a. analisi del formulario b. compilazione del formulario e della documentazione da allegare approvazione Fase 4: Realizzazione (Fasi o azioni) Fase 5: Valutazione Fase 6: Messa a regime

GLOSSARIO 2. a – Parte monografica Finalità: è lo scopo ultimo (obiettivo strategico) Obiettivi: generali (si esprimono sempre attraverso verbi) analitici (di dettaglio) Articolazione: Fasi: obiettivi: contenuti: è l’oggetto, sono gli argomenti, le materie strumenti: sono tangibili, solitamente vanno oggettivati (per la valutazione, didattica, di ricerca,…..) metodi: sono intangibili oppure Fasi: azioni oppure Fasi: moduli Valutazione: nelle diverse fasi (Risorse) Preventivo: con vincoli pre-determinati o no

Parte Monografica Elementi per un’esercitazione

2. b – Parte monografica

2. b – Parte monografica

Corso integrato “Promozione delle attività motorie adattate” Insegnamento SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI E COMUNICATIVI Slides a cura del Docente: dr. Stefano Schena