L’economia mondiale e il processo di globalizzazione Introduzione L’economia mondiale e il processo di globalizzazione
Piano della lezione Overview sull’economia mondiale Estensione geografica e popolazione Reddito Reddito procapite Commercio internazionale Dinamica e globalizzazione Il processo di Globalizzazione Determinanti Dimensione ed effetti E’ un fenomeno nuovo?
Estensione geografica
Popolazione
Reddito Sappiamo che per misurare il valore di tutti i beni e servizi distinguiamo: PIL = Prodotto interno lordo (sulla base della localizzazione della produzione ) PNL = Prodotto nazionale lordo (sulla base della residenza) PIL + redditi netti da/verso estero dei fattori produttivi = PNL L’International Comparison Project delle Nazioni Unite calcola I tassi di cambio corretti per la parità dei poteri di acquisto per i confronti internazionali del PIL
PIL e PNL
Reddito
Reddito procapite Nel ranking dei paesi in termini di reddito procapite (corretto per la PPP), al primo posto c’è il Lussemburgo (6 volte la media mondiale), gli USA (4,5 la media mondiale), la Svizzera, la Norvegia, l’Islanda, il Belgio, la Danimarca, il Canada, il Giappone, l’Austria, etc… Nei primi posti del ranking, dunque, prevalgono i paesi europei. All’ultimo posto della graduatoria, la Sierra Leone (440 dollari). La cartina del reddito procapite di 164 paesi mostra che i paesi con i livelli più bassi sono localizzati in Africa, quelli con livelli intermedi in America Latina e Sud Est Asiatico, quelli con livelli più elevati nelle zone temperate.
Commercio internazionale
Esportazioni su PIL di alcuni paesi
Surplus di conto corrente (% del PIL) come indicatore di accumulazione of attività finanziarie sull’estero
Surplus di conto corrente (% del PIL) come indicatore di accumulazione of attività finanziarie sull’estero
Dinamica : il PIL mondiale cresce più rapidamente della popolazione mondiale
Dinamica : le esportazioni mondiali crescono più rapidamente del PIL mondiale
Interazioni commerciali nell’economia mondiale
Globalizzazione? Questa dinamica del PIL mondiale associata alla crescente quota del PIL che è oggetto di scambi internazionali può essere definita come “globalizzazione”?
Che cos’è la Globalizzazione? Crescente integrazione fra sistemi economici Aumento dell’interdipendenza dei mercati internazionali (sia mercati finanziari, che mercati dei beni), Aumento del flusso di lavoratori e di conoscenze attraverso i confini, Aumento dei flussi di informazione
Che cos’è la Globalizzazione? Integrazione economica internazionale vs globalizzazione La globalizzazione come fase dell’integrazione economica internazionale in cui il potere regolatorio dei governi viene meno
Le determinanti della globalizzazione Progresso tecnico, che riduce le barriere naturali tra i mercati (costi di trasporto e di comunicazione) e riduce i costi di transazione (cd. “morte della distanza”) Progresso sociale, che riduce le barriere culturali (es.: barriere linguistiche e religiose) Politiche di integrazione, che riducono (a livello regionale o multilaterale) le barriere politiche: Barriere di confine (dazi e restrizioni quantitative) Barriere interne (es.: regole discriminatorie) Politiche della concorrenza, che riducono le barriere all’entrata in certi mercati
Quali sono state le cause della maggiore integrazione internazionale? Con riferimento alle barriere naturali, più che i costi di trasporto, sono scesi in misura rilevantissima i costi di trasmissione delle informazioni Con riferimento alle barriere artificiali, a partire dalla fine degli anni ’40, gli accordi multilaterali sotto l’egida del GATT prima e del WTO dopo (dal 1994 in poi) hanno portato ad una sostanziale liberalizzazione degli scambi commerciali mondiali in molte categorie di prodotti. Per 150 paesi la tariffa media sulle importazioni è scesa dal 40% al 6%
Costo di una conversazione telefonica di 3 minuti, New York - Londra (U.S. $ costanti 1990) $0.30 Fonte: De Benedictis Helg (2002)
Ricavi medi del trasporto aereo per passeggero per miglio percorso (in dollari USA 1990)
Dazi doganali medi nei paesi industriali Fonte: Wto.
Dazi doganali medi di importazione dei maggiori PVS Fonte: Wto.
I risultati della globalizzazione Integrazione del commercio internazionale investimenti diretti esteri e reti globali di produzione Integrazione dei mercati finanziari internazionali Diffusione della tecnologia e della conoscenza Migrazioni
Il grado di integrazione internazionale è aumentato? Dagli anni ’60 ad oggi, il grado di apertura commerciale misurato come (import+export) / PIL è aumentato del 50% per i paesi avanzati. Il grado di apertura dell’Italia (al pari di Germania, Francia e Spagna) è del 45%, un valore rilevante Nello stesso periodo, il grado di apertura finanziaria misurato come flusso netto di capitali in rapporto al PIL è aumentato del 70% per i paesi avanzati. Tale valore per l’Italia è pari a 1.6%, un valore non trascurabile considerando che si tratta di flussi netti. IDE e investimenti di portafoglio sono aumentati in modo impressionante. I primi, soltanto negli anni ottanta, sono aumentati di sette volte (contro il raddoppio degli investimenti domestici). I secondi possono essere approssimati dagli scambi valutari; questi ultimi superano di gran lunga quanto richiesto per finanziare flussi commerciali, IDE e flussi netti di capitale
Il grado di integrazione internazionale è aumentato? I movimenti del fattore lavoro non sono stati rilevanti. Solo gli USA hanno registrato un tasso di immigrazione consistente dagli anni settanta in poi (4% della popolazione iniziale) ma comunque storicamente basso Gli effetti della maggiore integrazione internazionale sulla struttura produttiva sono stati rilevanti. Nei paesi avanzati, dagli anni ’50 in poi, la quota dei lavoratori dell’industria è scesa dal 40% al 10% (per Italia e Germania il declino è stato più recente). L’impatto dell’aggiustamento strutturale sulla remunerazione dei fattori dipende dal grado di mobilità degli stessi fattori tra settori e imprese. I lavoratori con basse qualifiche sono i più penalizzati (in termini di salario in USA e in termini di disoccupazione in Europa) In conclusione, guardando ai flussi di merci e fattori (tranne il lavoro) e ai mutamenti strutturali, l’evidenza empirica segnala un rafforzamento dell’integrazione internazionale
PRODUZIONE E SCAMBI MONDIALI DI MERCI (1950 = 100) 2500 2000 1500 1000 500 1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 Scambi di merci Produzione di merci Fonte: Wto.
RAPPORTO TRA IL VOLUME DEGLI SCAMBI E DELLA PRODUZIONE MONDIALI (1950 = 100) 450 400 350 300 250 200 150 100 50 1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 Fonte: OMC Agricoltura Industria estrattiva Manufatti Merci Fonte: Wto.
SCAMBI E INVESTIMENTI INTERNAZIONALI (valori in dollari USA - 1970 = 100) 12000 10000 8000 6000 4000 2000 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Fonte: FMI e UNCTAD Investimenti diretti esteri (afflussi + deflussi) Scambi di beni e servizi (esportazioni + importazioni)
Flussi di IDE mondiali in % degli investimenti fissi Fonte: Unctad.
Controlli sui movimenti di capitale Fonte: Banca mondiale.
In % popolazione mondiale Migrazioni mondiali In % popolazione mondiale Milioni
Inequality in United States From 1979 to 1989 average family income in the USA rose by 11%, but median family income rose by only 4% 70 percent of the rise in average family income went to the top 1%
Unemployment rates and trade openness (changes 1980- 1997): OECD
Wage shares and trade openness (changes 1980-1997): OECD
La globalizzazione è un fenomeno nuovo? Baldwin e Martin (1999) suggeriscono che nella storia economica mondiale due ondate di globalizzazione si sono succedute: una che va dal 1870 al 1914 e l’altra che va dal 1960 ad oggi (quest’ultima divisa in due fasi). Somiglianze e differenze caratterizzano le due ondate
Le due ondate della globalizzazione Stock di capitale estero su Pil dei Pvs II ondata (Fase 1) II ondata (Fase 2) I ondata Crollo Esportazioni di beni su Pil mondiale Emigranti verso gli Stati Uniti, milioni (scala destra)
I ondata: 1870-1914 Comincia intorno al 1870 ed è caratterizzata da una forte crescita dei flussi di capitale (linea verde), da una forte crescita dei flussi migratori (istogramma) e dal raddoppio del commercio internazionale (linea rossa) Viene generata da politiche di liberalizzazione commerciale e dallo sviluppo della tecnologia che riduce i costi di trasporto I PVS si specializzano nella produzione di beni primari che esportano nei paesi industriali in cambio di manufatti
Crollo della globalizzazione tra le due guerre mondiali Nonostante la crescita del progresso tecnologico e la diminuzione dei costi di trasporto, si verifica un ritorno al nazionalismo e al protezionismo. Le tre dimensioni della globalizzazione (commercio, flussi di capitali e migrazioni) ritornano ai livelli del 1870 Povertà e disuguaglianza continuano ad aumentare
II ondata (fase 1): 1950-1980 Ritorno del commercio mondiale ai livelli della I fase: nel 1970 la quota delle esportazioni sul commercio mondiale torna ad eguagliare il picco raggiunto nel 1913 Mancato recupero in termini di flussi di capitale e movimenti migratori rispetto alla I fase Diminuzione del costo delle comunicazioni
II ondata (fase 2): 1980 - oggi Il rapporto commercio/PIL aumenta a livelli mai raggiunti in precedenza Il commercio internazionale diventa il motore della globalizzazione Si assiste ad una radicale trasformazione della struttura del commercio internazionale Aumenta l’integrazione dei mercati internazionali dei capitali Progresso tecnologico: information technology e reti di telecomunicazione
Somiglianze apparenti e differenze sostanziali Somiglianze. Secondo Kuznets (1965) nel 1910 il grado di apertura medio dei paesi industrializzati era il 40%, valore non molto dissimile da quello evidenziato da Baldwin e Martin per gli stessi paesi nel 1995 (50%). Williamson (1996) ha segnalato che anche nella prima ondata di globalizzazione si sono verificati importanti aggiustamenti strutturali e ripercussioni rilevanti sui prezzi dei fattori. Anche le cause sembrano simili: entrambe le ondate sono seguite ad un processo di riduzione delle barriere agli scambi internazionali
Somiglianze apparenti e differenze sostanziali Se il grado di apertura commerciale non è dissimile nelle due ondate, la composizione dei flussi commerciali lo è in modo rilevante: la I ondata era caratterizzata dallo scambio tra manufatti e beni primari, la II ondata dal commercio intra-industriale Nella II ondata dominano i movimenti di capitale a breve a differenza della I ondata Nella I ondata, i movimenti di persone erano più consistenti rispetto alla II ondata Nella I ondata il Nord si industralizza e il Sud si de-industrializza. Nella seconda ondata avviene il contrario
Somiglianze apparenti e differenze sostanziali L’aggiustamento strutturale nella I ondata ha prodotto effetti redistributivi a vantaggio del lavoro e a svantaggio della rendita nel Nord (il contrario nel Sud) mentre nella II ondata ha ampliato i differenziali di reddito tra lavoro qualificato e lavoro non qualificato nel Nord Mentre la riduzione delle barriere artificiali ha riguardato entrambe le ondate, la riduzione delle barriere naturali si è manifestata diversamente nelle due ondate: la II ondata è stata contraddistinta soprattutto dal calo dei costi di trasmissione delle informazioni
Conclusioni La maggior parte della globalizzazione nell’età vittoriana avvenne sotto la cosiddetta “pax britannica” e senza alcuna reale istituzione internazionale o regole formali. Nella fase attuale, istituzioni sostenute da tutte nazioni avanzate (come WTO/GATT e il FMI) contribuiscono a stabilizzare il sistema economico internazionale attraverso un insieme solido di regole Secondo Baldwin e Martin, la sfida principale nel disegno di una governance globale è quello di legare strettamente le nazioni emergenti (come Cina, Russia, India) nel sistema globale del commercio e dell’investimento.