Lingua italiana (CT) Sociolinguistica (3)

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Lingua italiana (CT) 2002-2003 Sociolinguistica (3) Le varietà centrali dell’italiano. Italiano standard e neostandard

Argomenti della lezione Con questa lezione si conclude l’esplorazione dei concetti fondamentali di sociolinguistica dell’italiano. In essa ci si occupa delle due varietà che occupano la posizione centrale nel diagramma di Berruto: l’italiano standard e quello neostandard.

Il senso della questione Italiano standard e neostandard, che occupano la posizione centrale nell’architettura delle varietà dell’italiano costituiscono la scelta elettiva per il comunicatore professionale. La conoscenza delle loro caratteristiche è, dunque, un presupposto professionale.

L'italiano standard

L’italiano standard Possiamo definire l’italiano standard come la varietà di lingua che – posseduta soprattutto dalle persone colte – viene assunta, anche implicitamente, come modello da tutti i parlanti e gli scriventi, è prescritta come esemplare nell’insegnamento ed è descritta e disciplinata da dizionari e grammatiche. Per il fatto di avere un notevole prestigio, l’italiano standard è altresì tradizionalmente riservato agli usi scritti più “nobili” e formali, come quello intellettuale, scientifico, letterario e burocratico.

Caratteri dell’italiano standard In generale si riconosce che l’italiano standard è una varietà: a. dotata di stabilità, garantita da istituzioni capaci di esprimere una norma (grammatiche e dizionari); b. caratterizzata da capacità di intellettualizzazione, ossia dotata di caratteristiche tali da permettere a chi la parla di esprimere testi di alto contenuto culturale (letterario, filosofico, religioso, scientifico, tecnico); tale capacità è  assicurata da una tradizione maturata a seguito di una prolungata elaborazione da parte delle classi colte; c. dotata di prestigio, garantito dal suo uso negli ambiti letterari, ufficiali, formali, oltre che dalla formalizzazione grammaticale.

Limiti dell’italiano standard In realtà, quello dello standard è un concetto che rinvia ad una realtà molto singolare, che si manifesta solo in determinate occasioni, in particolare nei testi scritti più curati. La maggior parte dei parlanti e degli scriventi dell'italiano impiega, infatti, di norma, nella conversazione e nella scrittura non formale una varietà di lingua più "agevole", e cioè più semplice, più adatta a dare corpo all'espressività, più incline all'accoglimento di alcune forme regionali: si tratta dell'italiano neo-standard

L’uso dell’italiano standard Quando si deve usare l'italiano standard, dunque? Si è già detto che esso costituisce la scelta più frequente per il redattore di testi di rilievo intellettuale, scientifico, letterario e burocratico. Nelle scritture poco formali (come nella divulgazione o nell'informazione giornalistica) però, esso può essere vantaggiosamente sostituito dal neo-standard, con i suoi moduli più semplici e colloquiali.

Un campione di italiano standard Orazio compone i due libri di Satire tra il 40 e il 30 a.C. – gli stessi anni degli Epodi –, dopoché l’amnistia accordata ai seguaci di Bruto aveva permesso anche a lui, reduce da Filippi, il ritorno a Roma. Naufragate le magnanime speranze libertarie, troncata ogni possibilità di carriera politica, non era rimasta altra più realistica prospettiva all’ex tribunus militum, che cercare di guadagnarsi la vita come scriba quaestorius, e assicurarsi così quel minimo di tranquillità e di decoro, che gli permettesse di dedicarsi ai primi tentativi letterari Di lì a poco, nel 38, Virgilio lo presenterà a Mecenate, e a Mecenate sarà dedicato il primo libro delle Satire, pubblicato intorno al 35 (mentre il secondo e gli Epodi usciranno intorno al 30). Se negli Epodi i suoi modelli erano stati Archiloco ed Ipponatte, i grandi poeti della Grecia arcaica, con le Satire Orazio si riallaccia al filone della satira esametrica romana, che aveva avuto in Lucilio il suo poderoso inventor. (Poco importa qui rilevare che la satira esametrica luciliana era a sua volta innestata sul vitale tronco della satira polimetrica enniana, per tacere della ancor più antica, e per noi non facilmente definibile, satura «drammatica».) Certo, il libertino patre natus non poteva rinnovare l’acre aggressività personale, che pur avvertiva come tratto distintivo, insieme con la propensione autobiografica, della produzione del suo predecessore, eques Romanus e amico di potenti; più consono al suo temperamento – e al suo status – risultava l’intento a continuare, di Lucilio, il frequente aggancio autobiografico, smorzandone di contro l’acredine polemica in indulgente, tutt’al più ironico sorriso per le umane debolezze […]. Il brano, presenta numerosi caratteri tipici; tra questi meritano segnalazione:   a livello grafico, la presenza di una forma tronca (ancor più antica), che appare addirittura preziosa; a livello lessicale, la presenza di termini colti o ricercati (sono molto frequenti anche gli inserti in latino, la cui presenza, però, è giustificata dalla tipologia e dalla destinazione del volume), cui fa da sostegno un’aggettivazione abbondante e letterata (magnanime speranze libertarie; acre aggressività personale, indulgente, tutt’al più ironico); a livello sintattico, alcune collocazioni eleganti di aggettivo e sostantivo (vitale tronco) e l’ampiezza media del periodare, per quanto l’autore utilizzi – intercalandole liberamente a strutture più complesse, ricche di subordinate e di anticipazioni e posposizioni di elementi frasali – anche costruzioni agevoli e paratattiche. Tutto il testo appare costellato di incisi e molto comuni sono i costituenti parentetici (più consono al suo temperamento – e al suo status – risultava l’intento a continuare, di Lucilio, il frequente aggancio autobiografico, smorzandone di contro l’acredine polemica in indulgente, tutt’al più ironico sorriso per le umane debolezze, in cui si noterà la posposizione del soggetto, che appare spostato verso l’interno del periodo).

L'italiano neo-standard

L’italiano neo-standard Nel corso dell'ultimo secolo usi e forme che la precettistica ha sempre condannato si sono viste riconosciuto un diritto di cittadinanza nel parlato e nello scritto poco o mediamente formale e si sono vista garantita una certa accettabilità anche in grammatiche e dizionari. In tali situazioni, anzi, l'impiego di tali forme tende a configurarsi come una sorta di nuova, implicita norma, che tende a scalzare l'altra, più conservativa; a fianco dello standard ancien regime, per via della progressiva diffusione della lingua nazionale, si va affermando, insomma, un nuovo standard. Uno studioso ha recentemente battezzato italiano neo-standard (Berruto 1987). La prendiamo in considerazione in questa sezione del documento.

Italiano neo-standard: definizione Definiamo italiano neo-standard una forma semplificata e più o meno colorita regionalmente dell'italiano standard; esso è anche una varietà stilisticamente aperta dell’italiano. A differenza di quest'ultimo esso viene comunemente impiegato - sia nell'oralità che nella scrittura - da qualsiasi italiano normalmente scolarizzato per l'espressione e la comunicazione quotidiane a tutti i livelli di formalità, sia nello scritto che nel parlato.

Caratteri del neo-standard L'italiano neo-standard viene definito una varietà semplificata dello standard in quanto caratterizzata da processi di semplificazione che comportano la riduzione di alcuni paradigmi (come quello dei pronomi personali, nel quale alcune forme tendono a sparire dall'uso comune) e la diminuzione della complessità d'uso di alcuni elementi linguistici (come, tra i tempi ed i modi verbali, il condizionale ed il congiuntivo). Esso è, inoltre, caratterizzato come una variante più o meno colorita regionalmente dell'italiano normativo in quanto - sempre marcata per ciò che riguarda l'intonazione e la fonetica - lo è talora anche per ciò che concerne il lessico e la sintassi. L'italiano neo-standard è, infine, caratterizzato come una varietà stilisticamente più aperta dello standard perché utilizzabile per il soddisfacimento di tutte le esigenze comunicative, anche quelle pratiche e quotidiane; questa sua particolare disponibilità è legata anche all'accoglimento di numerose forme e modalità espressive attinte ai sottocodici più disparati.

Italiano neo-standard: un campione Maxi-imprudenza con le micro-macchine […] il proprietario della minimacchina commette spesso maxisciocchezze. Insomma, si lascia prendere la mano. Non pensa di condurre una Smart. Crede di guidare la Batmobile. Guardate dove sono parcheggiate le minimacchine, a Milano (e non solo a Milano): ogni pertugio, ogni angolo, ogni passaggio pedonale ne contiene una. Osservatele mentre circolano: sapendo di guidare un'auto ristretta, tanti guidatori s'allargano. In coda al semaforo c'è sempre la micromacchina che s'infila, s'imbuca, s'intrufola. Guardate la faccia goduta del proprietario. E' chiaro che non si divertiva così da quarant'anni. Sì, perchè il micromacchinista non è un ragazzino. Spesso è un signore di una certa età col loden verde e una strana luce negli occhi. La disinvoltura s'è trasformata in senso d'impunità. Anzi, in ebbrezza di potere: il satanasso-Smart (ma anche la ragazza-Micra, il maschio-Matiz, la femmina-Agila, il tipo-Twingo, l'uomo-Lupo) fanno cose che non stanno né in cielo né in terra.

Italiano neo-standard: un campione Maxi-imprudenza con le micro-macchine […] il proprietario della minimacchina commette spesso maxisciocchezze. Insomma, si lascia prendere la mano. Non pensa di condurre una Smart. Crede di guidare la Batmobile. Guardate dove sono parcheggiate le minimacchine, a Milano (e non solo a Milano): ogni pertugio, ogni angolo, ogni passaggio pedonale ne contiene una. Osservatele mentre circolano: sapendo di guidare un'auto ristretta, tanti guidatori s'allargano. In coda al semaforo c'è sempre la micromacchina che s'infila, s'imbuca, s'intrufola. Guardate la faccia goduta del proprietario. E' chiaro che non si divertiva così da quarant'anni. Sì, perchè il micromacchinista non è un ragazzino. Spesso è un signore di una certa età col loden verde e una strana luce negli occhi. La disinvoltura s'è trasformata in senso d'impunità. Anzi, in ebbrezza di potere: il satanasso-Smart (ma anche la ragazza-Micra, il maschio-Matiz, la femmina-Agila, il tipo-Twingo, l'uomo-Lupo) fanno cose che non stanno né in cielo né in terra.

Italiano neo-standard: un campione Maxi-imprudenza con le micro-macchine […] il proprietario della minimacchina commette spesso maxisciocchezze. Insomma, si lascia prendere la mano. Non pensa di condurre una Smart. Crede di guidare la Batmobile. Guardate dove sono parcheggiate le minimacchine, a Milano (e non solo a Milano): ogni pertugio, ogni angolo, ogni passaggio pedonale ne contiene una. Osservatele mentre circolano: sapendo di guidare un'auto ristretta, tanti guidatori s'allargano. In coda al semaforo c'è sempre la micromacchina che s'infila, s'imbuca, s'intrufola. Guardate la faccia goduta del proprietario. E' chiaro che non si divertiva così da quarant'anni. Sì, perchè il micromacchinista non è un ragazzino. Spesso è un signore di una certa età col loden verde e una strana luce negli occhi. La disinvoltura s'è trasformata in senso d'impunità. Anzi, in ebbrezza di potere: il satanasso-Smart (ma anche la ragazza-Micra, il maschio-Matiz, la femmina-Agila, il tipo-Twingo, l'uomo-Lupo) fanno cose che non stanno né in cielo né in terra.

Alcuni tratti linguistici del neo-standard Per quanto riguarda la fonetica, il neo-standard può presentare molte delle caratteristiche di cui si è scritto a proposito degli italiani regionali; per quanto, invece, attiene alla morfologia, sottolineiamo come l'italiano neostandard presenti, nell'ambito di un più generale processo di semplificazione dei paradigmi dell'italiano standard, una notevole tendenza a sostituire forme colte, letterarie e di uso complesso a favore di altre più correnti. A livello pronominale, ad esempio, forme (come lui, lei, gli) vedono espanso il proprio dominio a scapito di altre (come loro, egli, ella, essi, esse), che vengono invece usate sempre meno spesso, mentre alcuni tipi piuttosto culti e ricercati (tra gli altri, ciò) tendono a scomparire, a tutto vantaggio di altri di uso più immediato (come quello che funge anche, in condizioni normali, da deittico, e che ha quindi un'alta frequenza d'uso).

Alcuni tratti linguistici del neo-standard La tendenza alla semplificazione che abbiamo visto operante in ambito morfologico agisce anche sulla sintassi Sono particolarmente comuni, soprattutto nell’oralità, usi analogici di alcuni elementi giunzionali (in espressioni quali Il giorno che vieni in ufficio ti passo tutta la documentazione o Prendi l’ombrello che piove: si tratta di casi di quello che i linguisti chiamano che polivalente). Normali sono anche modificazioni dei rapporti d'uso di tempi e modi verbali (presente invece del futuro in enunciati come Domani vado in università; giovedì, invece, sono a casa; imperfetto invece del condizionale in Volevo chiederle un favore: può telefonare al prof. Rossi per fissare un appuntamento; indicativo invece del congiuntivo, come in Non so perché sei così agitato, ma calmati). Rientra, inoltre, nella più vasta propensione per i moduli piani ed accessibili una notevole predilezione per costruzioni giustappositive e per un periodare semplice.

Alcuni tratti linguistici del neo-standard Quanto a testualità l’italiano neo-standard sembra essere caratterizzato, più che da una tendenza alla semplificazione, da quella all’espressività. Si segnalano numerosi artifici di messa in rilievo di qualche elemento particolarmente importante ai fini della comunicazione. Essi sfruttano, nell'oralità, semplici mezzi prosodici (come l'intonazione) e, nella scrittura, sia la punteggiatura che strumenti sintattici come lo spostamento degli elementi nella frase o la segmentazione (ossia il frazionamento) di quest’ultima. Tra gli esempi: Io, il giornale lo leggo solo al mattino!, in cui il rilievo del soggetto io è evidenziato non solo dalla presenza fisica del pronome (che non deve necessariamente figurare, in italiano), ma anche da un facilmente prevedibile accento di frase (v. la voce Prosodia nel Glossario), evidenziato nella scrittura dalla virgola; È nella camera sterile che si devono eseguire le campionature, che è il risultato dello “spezzamento” di una frase semplice come Le campionatura si devono eseguire nella camera sterile.

Alcuni tratti linguistici del neo-standard Nel lessico dell'italiano neo-standard, le due tendenze alla semplificazione ed all'espressività operano congiuntamente. Vi si trovano rappresentati: vari regionalismi (in genere non troppo marcati, come cornetti settentrionale per fagiolini); stranierismi in copia (soprattutto anglismi, come wordprocessor, editing); derivati, termini ottenuti per scorciatura (come scorporo da scorporare) e sigle (HTML, WWW); sono poi comuni forme verbali con pronome (il tipo entrarci) e termini un tempo stilisticamente marcati.