Illustrazione delle linee guida Antonella Pirazzoli

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Illustrazione delle linee guida Antonella Pirazzoli

Perché linee guida Anno 2005 Totale protocolli esaminati Prot Gen Prot FG Prot Gen + FG Verona 115 13 (11%) 11(10%) 24 (21%) Bari 109 18 (17 %) 12 (11 %) 30 (28%) Protocolli di ricerca genetica esaminati daI Comitati Etici dell'Azienda Ospedaliera di Verona e dell'Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari Si può stimare che almeno il 20% dei protocolli esaminati dai Comitati Etici in Italia sia rappresentato da ricerche di genetica

Perché linee guida Anno Pareri positivi Pareri negativi Rich. chiar /mod. Parere dopo chiar. /mod 2005 54 (95%) 3 (5%) 16 (28%) Positivi 10 (83%) Negativi 2 (17%) Richieste di chiarimenti/modifiche ai protocolli di ricerca genetica promossi da GlaxoSmithKline L’interazione tra sponsor e Comitato Etico sembra possa risolvere la maggioranza delle problematiche evidenziate dal Comitato

I temi maggiormente oggetto di discussione Motivo e N. pareri negativi stesso oggetto Oggetto richiesta chiar.i/mod. e N. Tutela privacy (1 ) Campioni conservati dopo la fine dello studio (1) Motivazione non fornita (1) Più informazioni su campioni di DNA/RNA (11) Più informazioni su tutela privacy (8) Specificare i geni candidati (1) Più informazioni su razionale ed obiettivi (1) Motivazioni dei pareri negativi e delle richieste di chiarimenti/ modifiche ai protocolli di ricerca genetica promossi da GlaxoSmithKline nel 2005

Le norme per la ricerca clinica si applicano a quella genetica ma non sono sufficienti il gruppo lavoro ritiene che tutte le norme ed i principi validi per la ricerca clinica siano applicabili alla ricerca genetica Per contro queste norme e principi non sono sufficienti a guidare la ricerca genetica, perché lasciano non definiti importanti aspetti tipici della ricerca genetica, come ad esempio tutti gli aspetti legati alla conservazione ed uso dei campioni di DNA o RNA raccolti. E’ quindi necessario che la sperimentazione genetica sia guidata da lineeguida e norme specifiche, che si rifacciano alle norme sulla ricerca clinica e le estendano ed integrino opportunamente.

Il metodo di elaborazione FARMACOLOGI MEDICI LINEE GUIDA INDUSTRIA Esperti pol. sociali e sanitarie GENETISTI COMITATI ETICI BIOETICISTI RAPPRES. CITTADINI ESPERTI PRIVACY

le società/istituzioni FSK SIGU Ufficio del Garante per la Privacy ISS GSK FISM LINEAGUIDA Mov. cittadini Com. Etico Az. Osp. Pol. Bari SIBCE Com. Etico Pol. Univ. Gemelli Com. Etico Ist Sci H.S. Raffaele

Il metodo di elaborazione Riunioni plenarie (2004 e 2005) Stesura di bozze successive commentate ed integrate dai partecipanti al gruppoo di lavoro Previlegiato il raggiungimento di una posizione condivisibile da tutto il gruppo, rispetto la descrivere le diverse posizioni

Un documento per tutti Documento “esecutivo” Sintesi e raccomandazioni Check lists per valutazione protocollo e consenso Linee guida Riquadri di approfondimento

Eccezionalità genetica o semplice informazione medica? La natura dell’informazione genetica L’informazione genetica è diversa o uguale alle altre informazioni mediche? Eccezionalità genetica o semplice informazione medica?

La non eccezionalità dell’informazione genetica There is no reason to assume that genetic information, including pharmacogenetic information, is qualitatevely different from other medical information. The nature of the information provided by a medical test is key to considering its implications, not whether it involves genetics data. http://www.nuffieldbioethics.org/go/ourwork/pharmacogenetics/publication_314.html

La natura dell’informazione genetica Raccomandazione n. 1 Non c’è ragione per considerare l’informazione generata da un test genetico qualitativamente diversa da ogni altra informazione medica, con l’eccezione forse dei test genetici presintomatici

Distinguere caratteri mendeliani e caratteri complessi Raccomandazione n. 2 Devono essere distinti protocolli che studiano malattie rare rispetto a protocolli che studiano malattie complesse poiché per le due tipologie valgono considerazioni diverse

CATEGORIE DI TEST GENETICI CARATTERI MONOGENICI CARATTERI COMPLESSI DIAGNOSTICI (SINTOMATICI) Su individui affetti Per porre o confermare una diagnosi PRESINTOMATICI (PRECLINICI) Su individui sani Se il test e’ positivo la malattia si manifestera’ con certezza IDENTIFICAZIONE ETEROZIGOTI Per malattie autosomiche recessive PREDITTIVI (O DI SUSCETTIBILITA’) Per malattie complesse o per predire la risposta a farmaci Individuano una predisposizione o resistenza ad una malattia o agli effetti di un farmaco Sono probabilistici Sono stati ad oggi clonati 16773 geni (agg. settembre 2003). Di questi, 1493 sono geni che causano malattie monogeniche, cioè di solo il 10% circa dei geni clonati si sa la relazione prexisa con la malattia DETERMINAZIONE DI SUSCETTIBILITA’ DIAGNOSI DI MALATTIA

Distinguere test genetici eseguiti a scopo diagnostico ed a scopo di ricerca Raccomandazione n. 3 Vi è una fondamentale distinzione e vi sono diverse e minori implicazioni etuche, sociali, legali per i test genetici eseguiti a scopo di ricerca rispetto a quelli eseguiti a scopo clinico

Test genetici a scopo di ricerca Distinguere test genetici a scopo diagnostico da test genetici a scopo di ricerca Test genetici a scopo diagnostico Generano informazioni sullo stato di salute futura del soggetto Test genetici a scopo di ricerca Non generano informazioni sullo stato di salute futura del soggetto ma conoscenze scientifiche generali che, se confermate e validate, potranno portare ad un test genetico a scopo clinico POTENZIALE DI RISCHIO MOLTO DIVERSO

Le diverse implicazioni dei diversi test genetici Raccomandazione n. 4 Vi sono diverse e minori implicazioni etiche, sociali, legali per i test di farmacogenetica rispetto ai test per malattie complesse e questi ultimi hanno minori implicazioni rispetto ai test per caratteri semplici

DIVERSE IMPLICAZIONI ETICHE DEI DIVERSI TEST GENETICI (Tradotto da Lancet 15 Aprile 2000, 1358-1361) Test Genetico Diagnosticare/ prognosticare una malattia Test Farmacogenetico Profilo di risposta al farmaco Utilita’ Malattie mendeliane Geni causa della malattia Malattie comuni Geni di suscettibilita’ Geni del metabolismo o dell’attivita’ Profili SNP per il metabolismo o l’attivita’ Scopo del test Benefici Studio della patologia e ricerca di nuovi farmaci Ottimizzazione della risposta al farmaco Rischi Potenziali implicazioni etiche, legali, sociali derivanti dal rilascio non voluto di informazioni

Il rischio in una ricerca genetica Rischio non fisico: danno psicologico al soggetto dalla conoscenza dei propri risultati individuali lesione alla riservatezza del soggetto dalla conoscenza da parte di altri dei suoi risultati individuali danni derivanti dalla stigmatizzazione di un gruppo etnico cui appartiene il soggetto Rischio fisico: Prelievo del campione Rischio materiale derivante dalla procedura di prelievo del campione o dai farmaci somministrati durante lo studio Rischio “informativo” derivante dal rilascio di informazioni

Qual è il rischio in una ricerca genetica Raccomandazione n. 5 Il rischio in una ricerca genetica è essenzialmente conseguente alle informazioni raccolte durante la ricerca o generate dall’analisi genetica L’entità di tale rischio differisce a seconda della tipologia della ricerca e del carattere studiato

Qual è il beneficio in una ricerca genetica Raccomandazione n. 7 Il beneficio in una ricerca genetica è oggi spesso per la comunità e non per il soggetto interessato, ma studi che possono offrire un beneficio al soggetto sono già in corso e potrebbero divenire più frequenti in un prossimo futuro Rischi e benefici della specifica ricerca devono essere adeguatamente descritti nel consenso informato

La tutela della privacy Raccomandazione n. 10 La privacy del soggetto deve essere tutelata, nel rispetto del D. Lgs. 196/03 e di un più generale dovere etico e deontologico. Ogni ricerca deve ottemperare a quanto previsto dal D. Lgs. 196/03 a seconda della natura dei dati trattati… Cosa considerare anonimo? Può essere anonimo un dato contraddistinto da un codice? Il documento delimita il quadro etico e giuridico a cui gli stati membri dovranno adeguare le loro leggi e linee guida sulla ricerca sul materiale biologico e le biobanche “Reccomendation of the Committee of Ministers to member states on research on biological material of human origin” adottato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa in data 16 Marzo 2006

L’applicazione del DLegs 196/03 Come considerare un dato codificato? Anonimo Non identificabile (anonimizzato non correlabile) se non è possibile risalire con l’uso di mezzi ragionevoli all’identità del soggetto Codificato se chi impiega il materiale biologico non può correlare il codice all’identità del soggetto essendo il codice gestito da una parte terza (anonimizzato correlabile) Non anonimo Identificabile direttamente o attraverso un codice (codificato) se chi impiega il materiale biologico può correlare il codice all’identità del soggetto Chi gestisce i dati NON è soggetto al DLegs 196 Chi gestisce i dati è soggetto al DLegs 196

La tutela della privacy Raccomandazione n. 10 …..Alcune misure addizionali sono opportune per contribuire a tutelare la privacy del soggetto. Tra queste vi sono una rigida limitazione al solo personale coinvolto nella ricerca dell’accesso agli archivi (cartacei o elettronici) in cui vengono gestiti i dati ed alle stanze in cui sono conservati i campioni biologici e una limitazione dell’accesso ai risultati genetici individuali solo al paziente ed allo sperimentatore nel caso di risultati utili per la salute del pazientedescritti nel consenso informato

Quale limite alla libertà della ricerca genetica Raccomandazione n. 11 Il razionale e gli obiettivi della ricerca devono essere sempre descritti. Quando non è possibile descrivere con un elevato livello di dettaglio il razionale e gli obiettivi della ricerca, questi devono essere descritti almeno in termini generali Il parere del gruppo di lavoro è che la ricerca più innovativa non vada scoraggiata

Conservazione ed uso dei campioni oltre il termine dello studio Raccomandazione n. 14 Devono essere fornite informazioni e garanzie circa la conservazione dei campioni ed i loro possibili usi, in particolare oltre il termine dello studio

Quali usi futuri consentiti per i campioni raccolti nell’ambito di una ricerca Senza nuovo parere del Comitato Etico se: - l’uso è coerente con le finalità dello studio iniziale - l’uso è diverso dallo scopo della ricerca iniziale, purchè il razionale e lo scopo di tale futuro uso è esplicitato nel protocollo e nel consenso informato della ricerca iniziale e il donatore ha previamente fornito il suo consenso a tale futuro

Quale dettaglio di informazione sull’analisi genetica? Raccomandazione n. 19 E’ opportuno che l’analisi dei campioni raccolti possa beneficiare di tutti gli strumenti che l’evoluzione in campo scientifico e tecnologico mette a disposizione, al fine di aumentare le possibilità che la ricerca generi risultati utili. Un protocollo di ricerca rigidamente vincolato all’analisi di specifici geni e polimorfismi potrebbe non consentire di cogliere queste nuove opportunità, senza fornire maggiori tutele per il paziente. Specificare in dettaglio tutti i geni e i polimorfismi studiati e le tecniche impiegate è necessario solo se lo studio ha obiettivi molto mirati e coincidenti con l’analisi di questi specifici geni e polimorfismi. Nel caso di ricerche con obiettivi più ampi non è necessario che vengano specificati nel protocollo i geni e polimorfismi che verranno studiati e le tecniche di analisi, ma devono essere comunque date indicazioni sulle categorie di geni e sulla tipologia di analisi previste. È opportuno che vengano riportati esempi, se disponibili

E’ necessario specificare nel protocollo i geni che si analizzeranno? Sì’, se si conoscono con precisione quando viene scritto il protocollo (es. studi con obiettivi molto definiti) No, se la ricerca ha un obiettivo più ampio. Devono essere riportate informazioni sul tipo di geni che si potranno analizzare (es. del metabolismo, del bersaglio, legati alla malattia ecc.) ed esempi se possibile

Per quanto tempo possono essere conservati ed analizzati i campioni? Il criterio guida dell’utilità Il gruppo di lavoro ritiene che non sia opportuno fissare un limite preciso di tempo per la conservazione dei campioni, ma piuttosto identificare un criterio guida. Questo criterio è la probabilità che hanno i campioni conservati di generare informazioni scientificamente utili. Distruggere campioni che potrebbero dare, se ri-analizzati, informazioni aggiuntive non è corretto né da un punto di vista scientifico né etico, e così pure non è utile né eticamente corretto conservare campioni che hanno totalmente esaurito le loro potenzialità di contribuire a generare altri risultati. Il gruppo di lavoro raccomanda cautela nella distruzione dei campioni.

QUANTO CONSERVARE I CAMPIONI? Per il tempo necessario affinchè assolvano alla loro funzione di generare dati scientifici utili per comprendere la patologia o la risposta al farmaco Anche per sempre (se il campione è raro) Anche per molti anni dopo il termine dello studio (se ciò può permettere di generare dati scientifici utili) Conservare campioni e dati in maniera sicura

Campioni e dati anonimizzati o riconducibili al donatore? massima protezione della privacy Riconducibili il paziente puo’ far distruggere il suo campione di DNA il paziente puo’ conoscere i risultati che lo riguardano possono essere usati a fini registrativi

Campioni anonimizzati o codificati? Raccomandazione n. 15 Il livello di identificazione dei campioni e dati deve essere esplicitato e idoneo per le finalità e modalità dello specifico studio

Il soggetto ed i suoi risultati genetici individuali Il diritto a conoscere/ non conoscere Raccomandazione n. 20 I risultati genetici individuali della ricerca devono essere forniti al paziente che li richieda indipendentemente dalla loro possibile utilità clinica, per il tramite del medico dello studio. Il consenso informato deve chiarire la natura di tali risultati e se questi potranno essere utili per la tutela della salute del soggetto, in modo che il soggetto abbia le informazioni che gli consentono di decidere se richiederli o meno

Chi altri può avere accesso ai risultati genetici individuali del soggetto? Raccomandazione n. 21 I risultati genetici individuali non devono essere forniti ad altri se non sono di utilità clinica immediata I risultati individuali che possono essere utili per la salute del soggetto devono essere forniti al medico dello studio al fine che questi li tenga in considerazione e li condivida con il paziente. Il foglio informativo deve specificare se ci si attendono risultati utili per la salute del soggetto ed in caso affermativo che questi verranno comunicati al medico dello studio

Diritti commerciali e brevettuali Il divieto di lucro diretto Raccomandazione n. 25 I campioni raccolti nell’ambito di una ricerca non devono essere di per sé ed in quanto tali oggetto di lucro, cioè non possono essere venduti o comprati Vi è invece la possibilità che i risultati della ricerca diano origine a vantaggi commerciali per il promotore della ricerca e/o a brevetti. Quando vi è la possibilità di uno sfruttamento commerciale o brevettuale questo deve essere esplicitato nel consenso informato e deve essere chiarito che non ne deriveranno al soggetto vantaggi economici

La ricerca genetica su minori ed incapaci Raccomandazione n. 28 La ricerca genetica su minori o incapaci è giustificata solo quando la patologia in studio è tipica del minore o dell’incapace oppure quando vi è un beneficio per il minore/incapace e solo dopo studi eseguiti su adulti. L’assenso del minore o incapace in aggiunta a quello del genitore/ tutore deve essere ottenuto ogni volta che ciò sia possibile

Gli autori Dr.ssa Teresa Annecca Ufficio del Garante della Privacy Prof. Adriano Bompiani Presidente Società Italiana per la Bioetica e i Comitati Etici Membro del Comitato Direttivo di Bioetica del Consiglio d’Europa (CDBI) in rappresentanza della Società Italiana per la Bioetica e i Comitati Etici Sig. Roberto Buttura Presidente Movimento dei Cittadini in rappresentanza del Movimento dei Cittadini Dr.ssa Giliola Calori Ricercatore presso l'Ufficio Ricerche Cliniche dell'Istituto Scientifico H. S.Raffaele del Monte Tabor, Membro Statistico del Comitato Etico dell'Istituto Scientifico H. S.Raffaele del Monte Tabor Dr.ssa Marisa Dell’Aera Vice Presidente Comitato Etico Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari in rappresentanza del Comitato Etico Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari

Gli autori Dr.ssa Annarita Meneguz Direttore del Reparto di Farmacologia Biochimica e Unità di Coordinamento dell'Attività di Consulenza Tecnico Scientifica, Dipartimento del Farmaco, Istituto Superiore di Sanità, Membro Italiano al Safety Working party EMEA Prof. Demetrio Neri Ordinario di Bioetica Università di Messina Condirettore di “Bioetica- rivista interdisciplinare” Prof. Giuseppe Novelli Ordinario di Genetica Medica Università di Tor Vergata in rappresentanza della Società Italiana di Genetica Umana Membro Comitato Farmacogenetica presso l’EMEA (Londra) Prof. Pier Franco Pignatti Ordinario di Genetica Molecolare Università di Verona Presidente Società Italiana di Genetica Umana 2002-2005 Presidente eletto European Society of Human Genetics ha coordinato il gruppo di lavoro Dr.ssa Antonella Pirazzoli Responsabile Genetica clinica GlaxoSmithKline Coordinatrice Gruppo di Lavoro Genetica, Fondazione Smith Kline in rappresentanza della Fondazione Smith Kline ha svolto la funzione di segretario ed ha redatto il testo del documento

Gli autori Dr. Giuseppe Recchia Dr. Paolo Rizzini Direttore Medico, GlaxoSmithKline in rappresentanza di GlaxoSmithKline Dr. Paolo Rizzini Direttore Generale Fondazione Smith Kline in rappresentanza della Fondazione Smith Kline Prof. Antonio G. Spagnolo Straordinario di Bioetica, Università di Macerata, Membro del Comitato Etico del Policlinico Universitario “A. Gemelli” Roma in rappresentanza del Comitato Etico del Policlinico Universitario “A. Gemelli”, Roma Prof. Pasquale Spinelli Vice Presidente Federazione delle Società Medico- Scientifiche Italiane in rappresentanza della Federazione delle Italiana Società Medico Scientifiche Italiane Prof. Giampaolo Velo Professore di Farmacologia, Università di Verona Direttore Unità di Farmacologia Medica, Coordinatore Sezione di Farmacologia Clinica, Società Italiana di Farmacologia Direttore Reference Centre for Education and Communication within the WHO program for International Drug Monitoring

Commenti possono essere inviati entro il 30 Marzo 2007 attraverso i siti internet della Società Italiana di Genetica Umana http://sigu.accmed.org e della Fondazione Smith Kline http://www.fsk.it I commenti ricevuti verranno esaminati e considerati ai fini di una revisione del documento stesso.