Il processo di revisione contabile

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Transcript della presentazione:

Gli strumenti per la pianificazione della revisione: l’analytical review

Il processo di revisione contabile

Le attività di pianificazione Determinazione del numero di collaboratori necessario Valutazione del grado di indipendenza Ottenimento di informazioni riguardanti l’azienda cliente e il settore in cui essa opera Stima della possibilità di errori, frodi ed azioni illegali Svolgimento di procedure di analytical review preliminari Stima del limite di materialità e del rischio di revisione; valutazione del rischio inerente Valutazione del livello preliminare di rischio di controllo Sviluppo di una strategia di revisione e predisposizione dei relativi programmi di lavoro Considerazione di servizi complementari a valore aggiunto

La stima della materialità (significatività) Un’informazione è significativa se la sua omissione o il suo travisamento possono influenzare le decisioni economiche dei soggetti che si affidano alle informazioni contenute nel bilancio. La significatività costituisce un valore soglia, un punto di cutoff, piuttosto che essere una caratteristica qualitativa primaria che un’informazione deve possedere perché sia utile.

Le fasi per la stima della significatività

Le fasi per la stima della significatività Le fasi 1 e 2 caratterizzano normalmente i momenti iniziali dell’incarico, rientrando nell’ambito della pianificazione del lavoro. Si passa alla fase 3 quando il revisore valuta l’evidenza al momento del completamento della revisione, per stabilire se essa supporta la correttezza della presentazione del bilancio e le considerazioni avanzate nella relazione finale di revisione.

Le fasi per la stima della significatività La significatività può essere considerata su diversi livelli: livello di significatività preliminare (planning materiality), importo che potrebbe modificare o influenzare il giudizio sul bilancio nella sua globalità; livello di significatività riferito al singolo conto o gruppo di conti (errore tollerabile), che permette di declinare per le singole voci il concetto di significatività; livello di significatività in sede di valutazione dei risultati.

La stima preliminare della significatività 1 Individuare il maggiore tra attivo e ricavi di vendita Calcolare la significatività utilizzando delle tabelle dei moltiplicatori (slide successiva) 2 Rettificare, se necessario, la significatività così ottenuta, considerando aspetti qualitativi (sistema di controllo, probabilità di errori e frodi) 3 Assegnare la significatività a ciascuna voce di bilancio proporzionalmente al loro peso sull’attivo Rettificare, se necessario, la soglia di significatività per ogni voce, in relazione alla qualità dei controlli specifici, alla probabilità di errori e frodi, alla complessità del lavoro di revisione su quella posta

Tabella dei moltiplicatori AICPA Maggiore di: Minore di: Fattore Addendo 30mila 0,054 100mila 0,029 750 300mila 0,018 1850 1mil 0,0125 3500 3mil 0,0083 7700 10mil 0,006 14600 30mil 0,004 34600 100mil 0,00272 73000 300mil 0,0019 155000 1miliardo 0,00125 350000 3miliardi 0,00087 730000 10miliardi 0,00058 1600000 30miliardi 0,0004 3400000 0,00027 7300000

Il rischio di revisione Il rischio di revisione è il rischio che il revisore possa inconsapevolmente non tenere conto in modo adeguato, nella predisposizione del proprio parere su un bilancio, di errori significativi che lo inficiano. Il rischio di revisione è funzione di tre aspetti: Rischio inerente Rischio di controllo Rischio di individuazione

Significatività e rischio di revisione All’aumentare della significatività il rischio di revisione diminuisce Se l’errore significativo corrisponde al totale di un saldo contabile il rischio di revisione è quasi nullo

Il rischio inerente Il rischio inerente (o rischio intrinseco) è costituito dall’attitudine intrinseca di un conto o di una categoria di operazioni a contenere errori significativi, a prescindere dall’efficacia del sistema dei controlli. Es.: fondi rischi ed oneri, fondi ammortamento, riserve di rivalutazione (IAS 16)

Il rischio di controllo Il rischio di controllo è il rischio che gli errori significativi non siano evitati o scoperti tempestivamente dal sistema di controllo interno di un’impresa. strategie di revisione con rischio di controllo massimo strategie di revisione con rischio di controllo inferiore a quello massimo

Il rischio di individuazione Il rischio di individuazione è il rischio che le procedure sostanziali di revisione effettuate non rivelino un errore significativo contenuto in una voce di bilancio o in una categoria di operazioni. Esso è funzione dell’efficacia delle procedure di revisione e della loro applicazione da parte del revisore

Il rischio di revisione

Il rischio di revisione Verificare il rischio di impresa per il cliente Verificare il rischio di errore significativo dovuto ad errore o frode Fattori che influiscono sul rischio inerente Fattori che influiscono sul rischio di controllo Rischio di revisione Rischio inerente Rischio di controllo Rischio di individuazione = * * Rischio relativo all’impresa assoggettata a revisione

La determinazione del rischio di revisione: l’output principale della pianificazione Ar = audit risk (rischio di revisione) Ir = inherent risk (rischio inerente) Cr = Control risk (rischio di controllo) Dr = Detenction risk (rischio di individuazione) Dr = Ar / (Ir * Cr)

Caratteristiche del settore Andamento economico del settore Caratteristiche degli standard contabili Altri requisiti normativi Es.: settore finanziario al termine dell’esercizio 2008

Caratteristiche aziendali (1) Andamento Situazione economica negativa Assenza di flussi di cassa Forte ricorso al capitale di terzi Raccolta di fondi attraverso il mercato Operatività Numerose e complesse operazioni infragruppo Conti correnti in paradisi fiscali Es.: Parmalat dal 96 all’anno del crack

Caratteristiche aziendali (2) Probabilità di furti Movimentazione di grandi importi in denaro contante Merce di dimensioni ridotte e ad elevato valore aggiunto Probabilità errori Scostamenti emersi con le procedure di analytial review

Caratteristiche aziendali (3) Efficacia del sistema dei controlli Assenza di reportistica per le sedi distaccate Mancanza di separazione delle mansioni Scarsa protezione fisica delle giacenze di denaro e di prodotti Assenza o scarsità di figure di controllo

Caratteristiche aziendali (4) Il management Motivazione al raggiungimento degli obiettivi di reddito Elevato turnover di dirigenti amministrativi e membri del CdA Rapporti conflittuali tra il revisore ed il management Violazioni di normative effettuate negli anni precedenti

Le strategie di revisione

La strategia di non affidabilità Il revisore decide di non fare affidamento sui controlli aziendali e di revisionare direttamente i relativi documenti e conti di bilancio. Ciò può avvenire perché: i controlli non sono pertinenti con le asserzioni; i controlli sono stati giudicati inefficaci; è inefficiente valutare l’efficacia dei controlli.

La strategia di affidabilità La decisione del revisore di seguire una strategia di affidabilità e di stimare il rischio di controllo a un livello inferiore alla misura massima implica: l’identificazione di controlli interni specifici inerenti a specifiche asserzioni, che con tutta probabilità sono in grado di prevenire o identificare errori materiali; l’effettuazione di test sui controlli, per valutare la loro efficacia.

L’output della pianificazione: il Piano Generale di Revisione Contenuti principali Caratteristiche dell’impresa e del suo sistema di controllo Rischi e significatività Condizioni contrattuali Natura, tempi e ampiezza delle procedure di revisione (successivamente dettagliate nei piani analitici – Vedi Tavola 7.2 del testo “Auditing”) Risorse impiegate nel lavoro

Dac/rm 96003556 proposta standard Consob Oggetto della proposta Natura dell’incarico possibilità di accedere alle scritture riferimento ai principi di revisione adottati responsabilità ragionevole sicurezza impegno a comunicare le irregolarità ai sindaci Modalità di svolgimento dell’incarico descrizione del piano di revisione Personale, tempi e corrispettivi Aggiornamento dei corrispettivi Situazione di incompatibilità Relazione di certificazione Lettera di suggerimenti Corrispettivi pattuiti per i lavori sulle partecipate

Uno strumento per la redazione del piano di audit L’ANALYTICAL REVIEW Uno strumento per la redazione del piano di audit

Pianificare la natura i tempi e l’ambito delle procedure di revisione Finalità e metodi Pianificare la natura i tempi e l’ambito delle procedure di revisione Test di sostanza per avere evidenza con riferimento a saldi specifici Confronti tra dati di esercizi distinti Confronti tra budget e consuntivo Confronti e relazioni all’interno di uno stesso bilancio (es.: oneri finanziari) Confronti tra consuntivo azienda e consuntivo di settore Confronti e relazioni tra dati contabili ed extracontabili (es.: prezzo di acquisto, prezzo di vendita e rese)

L’analisi economico-finanziaria L’analisi dello Stato Patrimoniale “finanziario” L’analisi della liquidità L’analisi della solidità patrimoniale Il sistema integrato di misurazione a mezzo indici economico-finanziari L’analisi della redditività L’analisi dell’efficienza L’analisi dell’indebitamento La leva finanziaria

Metodologie di analisi Analisi di Bilancio: concetti introduttivi Metodologie di analisi Le tecniche di analisi impiegate normalmente sono tre: per margini: è sostanzialmente un’analisi di struttura in quanto tende ad accertare i rapporti esistenti tra varie classi di attività e passività, e di costi e ricavi. E’ la base logica delle successive analisi. per indici: si basa su rapporti (ratios) che legano le varie voci di bilancio; trasforma le grandezze in rapporti al fine di ottenere dati di sintesi particolarmente significativi. per flussi: integra le analisi precedenti e consente di spiegare i cambiamenti intervenuti e già indicati dalle due tipologie precedenti. In genere, le tre tipologie di analisi sono tra loro complementari.

Costruzione degli indici: premessa Analisi di bilancio: concetti introduttivi Costruzione degli indici: premessa Gli indici si dividono in: Indici di Composizione (o di struttura): semplici: tra un valore (o classe di valori) economico o finanziario ed il corrispondente totale composti: tra due valori (o classi di valori) appartenenti al Conto Economico od alla medesima sezione di Stato Patrimoniale Indici di Correlazione (o di sincronizzazione): tra due valori (o classi di valori) appartenenti alle opposte sezioni di Stato Patrimoniale tra due valori (o classi di valori) appartenenti ai due diversi documenti di bilancio Indici dinamici (o di andamento o di sviluppo): tra valori appartenenti a bilanci di esercizi diversi (es. crescita % delle vendite)

L’analisi dello Stato Patrimoniale Finanziario

Lo Stato Patrimoniale finanziario (richiamo) L’Analisi dello Stato Patrimoniale Lo Stato Patrimoniale finanziario (richiamo) Impieghi (attività) Fonti (Passività) AF Attivo Fisso PN Patrimonio Netto PC Passività Consolidate TI Totale Impieghi o CI Capitale Investito (caratteristico) RD Rimanenze - Disponibilità TF Totale Fonti LD Liquidità Differite AC Attivo Circolante PB Passività a breve Elemento temporale di separazione: convenzionalmente 1 anno LI Liquidità Immediate

L’analisi per margini dello Stato patrimoniale Finanziario L’Analisi dello Stato Patrimoniale L’analisi per margini dello Stato patrimoniale Finanziario Impieghi (attività) Fonti (Passività) AF Attività Fisse PN Patrimonio Netto PC Passività Consolidate MS (-) RD Rimanenze - Disponibilità CCN (+) MT (+) LD Liquidità Differite PB Passività a Breve LI Liquidità Immediate

L’analisi per margini: concetti di base L’analisi dello Stato Patrimoniale L’analisi per margini: concetti di base (Attenzione al concetto di CI e CIC) L’attività aziendale è “sostenuta” dalle fonti (gestione, fonti di capitale e di terzi, durevoli e non durevoli): pertanto, le fonti di finanziamento devono ragionevolmente corrispondere, per durata, agli impieghi. L’analisi per margini accerta la corrispondenza tra la qualità e la compatibilità delle diverse tipologie di fonti ed impieghi.

Il Capitale Circolante Netto L’Analisi dello Stato Patrimoniale Il Capitale Circolante Netto E’ rappresentato dalla differenza tra le attività correnti e le passività a breve termine CCN = AC – PB cioè CCN = ( RD + LD + LI ) - PB Altra lettura: CCN = ( CN + PL ) – AF Rappresenta la parte delle attività correnti finanziata da fonti durevoli. Dovrebbe essere sempre positivo; altrimenti significa che l’azienda sta finanziando attività immobilizzate con fonti a breve esponendosi a gravi rischi di natura finanziaria. Altre configurazioni: operativo (esclude valori numerari e di finanziamento); commerciale (solo magazzino e crediti/debiti commerciali)

Il Margine di tesoreria L’Analisi dello Stato Patrimoniale Il Margine di tesoreria E’ rappresentato dalla differenza tra liquidità (immediate e differite) e passività a breve termine MT = ( LI + LD ) – PB oppure MT = CCN - RD Altra lettura: MT = ( CN + PL ) – ( AF + RD ) Tale margine dovrebbe essere positivo, se è negativo significa che l’azienda non è in grado di far fronte ad una immediata richiesta di rimborso dei propri debiti (mancanza di mezzi monetari)

Il Margine di struttura L’Analisi dello Stato Patrimoniale Il Margine di struttura E’ rappresentato dalla differenza tra il patrimonio netto ed il valore netto delle immobilizzazioni MS = CN - AF Altra lettura: MS = CCN – (PL + PB) Indica se i mezzi propri sono in grado di coprire il fabbisogno durevole rappresentato dalla attività immobilizzate. Nella realtà italiana è considerato normale un margine (non accentuatamente) negativo, occorre verificare che tipo di debiti coprono il fabbisogno aziendale durevole. Margine di struttura secondario: MS = (CN + PB) - AF

Alcune possibili combinazioni tra i margini L’Analisi dello Stato Patrimoniale Alcune possibili combinazioni tra i margini Impieghi Fonti AF PN RD PL LD PC LI MS (+) CCN (+) MT (+)

Alcune possibili combinazioni tra i margini (#3) L’analisi dello Stato Patrimoniale Alcune possibili combinazioni tra i margini (#3) Impieghi Fonti AF PN PL RD LD PC LI MS (-) CCN (+) MT (+)

Alcune possibili combinazioni tra i margini (#2) L’Analisi dello Stato Patrimoniale Alcune possibili combinazioni tra i margini (#2) Impieghi Fonti AF PN RD PL PC LD LI MS (+) CCN (+) MT (-)

Alcune possibili combinazioni tra i margini (#4) L’Analisi dello Stato Patrimoniale Alcune possibili combinazioni tra i margini (#4) Impieghi Fonti AF PN PL RD PC LD LI MS (-) CCN (+) MT (-)

Alcune possibili combinazioni tra i margini (#5) L’Analisi dello Stato Patrimoniale Alcune possibili combinazioni tra i margini (#5) Impieghi Fonti AF PN PL PC RD LD LI MS (-) CCN (-) MT (-)

L’analisi di struttura finanziaria L’Analisi dello Stato Patrimoniale L’analisi di struttura finanziaria è svolta mediante indici di composizione (semplici o composti), che esprimono: La rigidità degli Impieghi: AF / TI AF / TI * TI / AC = AF / AC L’elasticità degli Impieghi: AC / TI AC / TI * TI / AF = AC / AF L’autonomia: MP / TI MP / TI * TI / CT = MP / CT L’indebitamento: Totale o Dipendenza da Terzi ( PL + PB ) / TI Permanente ( PN + PL ) / TI a Lungo  PL / TI a Breve  PB / TI in senso proprio  CT / MP

(al netto dei fondi ammort.to) Passività consolidate L’Analisi dello Stato Patrimoniale STATO PATRIMONIALE Materiali Immateriali Finanziarie (al netto dei fondi ammort.to) Attivo fisso (3.000) Patrimonio netto (2.000) Capitale sociale + Utili - Perdite Mutui Debiti a l/termine Passività consolidate (1.500) Magazzino (400) Crediti vs clienti Crediti diversi Liquidità differite (850) Passività correnti (1.000) Liquidità immediate (250) Cassa Banca c/c Banca c/c Debiti vs fornitori Debiti tributari

Indici di composizione Capitale investito (K o Ci) Capitale acquisito (K o Ci) Attivo circolante N/K o Mp/Ci = 44% AUTONOMIA FINANZIARIA (P cons. + P. corr.)/K o (Pml + Pb)/Ci = 56% INDEBITAMENTO TOTALE (N+P cons)/K o (Mp +Pml)/Ci = 77% SOLIDITA’ O INDEB. PERMANENTE Imm/K o Af/Ci = 67% RIGIDITA’ Cap. circolante/K o Ac/Ci = 33% ELASTICITA’

L’analisi di correlazione patrimoniale L’Analisi dello Stato Patrimoniale L’analisi di correlazione patrimoniale è svolta mediante margini ed indici semplici (o come indici di struttura composti), che esprimono il grado di elasticità/rigidità degli impieghi rispetto alle fonti, in termini di liquidità: Primo livello: Indice di “Struttura corrente” o di Disponibilità (assieme al CCN) RD + LD + LI / PB Secondo livello: Indice di “Liquidità secca” o “Acid Test” ratio (assieme al MT) LD + LI / PB capacità dell’azienda di rimborsare “istante per istante” le passività in scadenza senza compromettere le condizioni di equilibrio patrimoniale ed economico; affidamenti bancari (pre-Basilea II)

INDICI di COMPOSIZIONE e di CORRELAZIONE: visione d’assieme Liquidità differite (850) Passività correnti (1.000) Liquidità immediate (250) Margine di tesoreria = 1.100 - 1.000 = + 100 Indice di liquidità secca = 1.100/1000 = 1,1

L’analisi di correlazione patrimoniale L’Analisi dello Stato Patrimoniale L’analisi di correlazione patrimoniale è svolta mediante margini ed indici semplici (o come indici di struttura composti), che esprimono il grado di elasticità/rigidità degli impieghi rispetto alle fonti, in termini di solidità: Indice di Autocopertura (assieme al MS primario) CN / AF Indice di “Copertura delle Immobilizzazioni” (assieme al MS secondario) (CN + PL) / AF più in generale, ogni valore di Impiego deve trovare la propria copertura nel corrispondente valore di Fonte: “Copertura delle Immobilizzazioni Tecniche”  CN / IT “Copertura del Magazzino”  (CN + PL) – AF / RD “Copertura del CCN commerciale”  DB / CC + M – DC “sincronizzazione” tra fonti e impieghi; affidamenti bancari (post-Basilea II)

INDICI di COMPOSIZIONE e di CORRELAZIONE: visione d’assieme Immobilizzazioni nette (3.000) Patrimonio netto (2.000) Margine di struttura primario = 2.000 - 3.000 = - 1.000 Indice di autocopertura = 2.000/3.000 = 0,67

Passività consolidate INDICI di COMPOSIZIONE e di CORRELAZIONE: visione d’assieme Immobilizzazioni nette (3.000) Patrimonio netto (2.000) Passività consolidate (1.500) Margine di struttura secondario = 3.500 - 3.000 = 500 Indice di copertura delle immobilizzazioni= 3.500/3.000 = 1,16

L’analisi integrata (indici economico-finanziari)

Il conto economico gestionale (richiamo) L’Analisi integrata Il conto economico gestionale (richiamo) Conto economico Ricavi gestione caratteristica - (Costi della gestione caratteristica) Risultato operativo caratteristico +/- Saldo area extra-caratteristica Risultato operativo globale -/+ Saldo area finanziaria Risultato ordinario +/- Saldo area straordinaria Risultato lordo - Oneri tributari Risultato netto La struttura del conto economico gestionale sarà costituita da uno schema scalare in cui sono collocate in sequenza le aree di risultato che danno luogo alla formazione di risultati economici progressivi. Le diverse configurazioni di conto economico si distinguono in relazione al criterio di classificazione di ricavi e costi caratteristici.

Analisi di composizione (o di struttura) economica L’Analisi integrata Analisi di composizione (o di struttura) economica Come per lo Stato Patrimoniale, anche per il Conto economico esistono indici di composizione, intesi come: rapporti (incidenza) tra un singolo valore (o classe di valori) ed il corrispondente valore totale: Incidenza del costo industriale Incidenza del costo di singoli fattori rapporti tra risultati economici particolari: Risultato operativo/Ricavi netti (analisi di redditività) Risultato netto/Risultato operativo

Analisi di correlazione L’Analisi integrata Analisi di correlazione A differenza dello Stato Patrimoniale, gli indici di correlazione sono rapporti tra due valori (o classi di valori) appartenenti ai due differenti prospetti di bilancio (flussi/stock): Analisi della redditività Analisi dell’efficienza produttiva (Leva finanziaria)

L’Analisi integrata L’Analisi della Redditività è condotta attraverso il confronto tra “configurazioni” di reddito ed il capitale (o altre grandezze legate al reddito stesso) ROE (return on equity) RN (Reddito Netto) MP (Mezzi Propri) Il valore espresso dall’indicatore deve essere valutato in termini: oggettivi (rispetto ad investimenti alternativi) soggettivi (rispetto alle attese degli investitori) nonché, in maniera indiretta e/o sintetica, rispetto a: Capacità di autofinanziamento Bontà delle scelte d’azienda complessive

L’Analisi per Indici Problemi tecnici di determinazione del ROE: il tempo/valore di riferimento Cosa fare se i Mezzi Propri subiscono variazioni nel corso dell’esercizio? Ad esempio: MP  € 10.000 fino al 30/09/200X MP  € 14.000 dopo il 30/09/200X Possiamo utilizzare: la media aritmetica semplice (€ 12.000) la media aritmetica ponderata (€ 11.000 = [(€ 10.000 * 9 mesi) + (€ 14.000 * 3 mesi)] / 12 mesi)

RO (Reddito Operativo) CI (Capitale Investito) L’Analisi integrata L’Analisi della Redditività è finalizzata a determinare il “rendimento” del capitale investito ROI (return on investment) RO (Reddito Operativo) CI (Capitale Investito) e quindi indice “globale”, come capacità di remunerare le risorse a vario titolo acquisite, e come rendimento dell’azienda nel suo complesso NB: i valori al numeratore e denominatore, per essere omogenei o confrontabili, devono far riferimento alla sola gestione caratteristica. E’ utile utilizzare lo Stato Patrimoniale Funzionale o lo Stato Patrimoniale Finanziario con colonna degli impieghi sdoppiata (gestione caratteristica e gestione extracaratteristica)

Il prospetto scalare Lo Stato Patrimoniale di Pertinenza Gestionale Crediti commerciali (+) Magazzino ( -) Debiti commerciali Capitale Circolante Netto Commerciale (+) Crediti diversi caratteristici operativi ( -) Debiti diversi caratteristici operativi Capitale Circolante Netto Operativo Caratteristico ( -) Fondo TFR (+) Immobilizzazioni Tecniche (+) Immobilizzazioni Immateriali (+) Partecipazioni ed altri impieghi caratteristici Capitale Investito Netto Caratteristico (+) Immobilizzazioni civili (+) Immobilizzazioni finanziarie (+) Attività legate alla gestione finanziaria corrente Capitale Investito Netto Globale (-) Debiti di finanziamento a m/l termine (-) Debiti di finanziamento a breve termine Capitale Netto Gestione Commerciale Gestione Operativa Caratteristica Corrente Gestione Operativa Caratteristica Strutturale Gestione Accessoria Gestione Finanziaria

La scomposizione del ROI L’Analisi integrata La scomposizione del ROI ROI: Moltiplicando il numeratore ed il denominatore della formula del calcolo del ROI per i Ricavi Netti di Vendita avremo: ROI: RO RO V CIc V CIc * Rotazione del Capitale Investito ROS: Return on Sales

La Formula di Brown (“l’albero” del ROI) L’Analisi integrata La Formula di Brown (“l’albero” del ROI) Liquidità (LI) Vendite (RV) / Turnover Attività Crediti (LD) AC + Totale Attività (CI) Magazzino (RD) Attivo Fisso (AF) X ROI Costi Industriali Vendite (RV) - Reddito Operativo Costi Commerciali Costi Gest. Operativa / ROS Costi Generali Vendite (RV) Altri Costi Operativi

La scomposizione del ROE L’Analisi integrata La scomposizione del ROE ROE: Moltiplicando la formula del ROE per: RO CI CI RO e separando opportunamente la nuova formula ottenuta in tre distinti rapporti otterremo: ROE  RO CI RN CI MP RO * * * Tasso di incidenza della gestione extracaratteristica ROI Grado di Indebitamento

Valore della produzione L’Analisi integrata CONTO ECONOMICO + Valore produzione 1.200 - Costi esterni 400 Valore aggiunto 800 - Costo del lavoro 100 Margine operativo lordo 700 - Ammortamenti e svalut.ni 50 Risultato operativo 650 +/- Gest. Finanziaria -200 +/- Gest. Straord.ria 0 Risultato ante imposte 450 - Imposte 225 Risultato d’esercizio 225 Costi esterni Costo del lavoro Valore della produzione Valore agg.to Amm.ti Sval.ni Marg. Op. lordo G. fin. G. str. Imp. Risul. Oper. Risul. ante imp. Utile

Indice rotazione Cap. investito L’Analisi integrata Un esempio di integrazione di indici ROE 225/2.000= 11,3% ROI 650/4.500= 14,4% Grado indebit. 4.500/2.000 = 2,25 Inc. gest. non caratt. 225/650= 34,6% ROS 650/1.200 = 54,2% Indice rotazione Cap. investito 1.200/4.500 = 0,27

L’Analisi dell’Efficienza Produttiva L’Analisi integrata L’Analisi dell’Efficienza Produttiva Rotazione/Produttività di singole voci del capitale investito Durata degli investimenti in capitale circolante (Tempi Medi): Incasso da Clienti  [Crediti Comm. / (V + IVA)] * 365 (o 360) Pagamento Fornitori  [Debiti Comm. / (Costi di Acquisto + IVA)] * 365 (o 360) Giacenza Prodotti Finiti  (Magazzino PF / Costo del Venduto) * 365 ( o 360) Giacenza Materie Prime  (Magazzino MP / Consumo Materie) * 365 ( o 360)

L’Analisi dell’Efficienza Produttiva L’Analisi integrata L’Analisi dell’Efficienza Produttiva Rotazione/Produttività di singole quantità fisiche (dati contabili “particolari” od extracontabili) Indici di produttività tecnica (rendimenti)  Output / Input Indici di produttività economica: Quota di mercato Fatturato per: prodotto, area, canale, cliente, ecc. Indici di utilizzazione  Input effettivo / Input potenziale

L’Analisi dell’Efficienza Produttiva L’Analisi integrata L’Analisi dell’Efficienza Produttiva si riferisce al fattore lavoro impiegato (capitale umano) e al capitale investito attraverso un quadro di indici di “produttività e rotazione” Produttività del lavoro: Ricavi pro-capite  V / N° dipendenti Valore della Produzione pro-capite  VP / N° dipendenti Costo Medio del Lavoro  Costo del Lavoro / N° dipendenti Costo Medio del Lavoro Diretto  Costo del Lavoro Diretto / N° dipendenti diretti

Il sistema integrato di indici economico-finanziari L’Analisi integrata Il sistema integrato di indici economico-finanziari