L’emigrazione italiana nel mondo

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Transcript della presentazione:

L’emigrazione italiana nel mondo A partire dalla fine dell’Ottocento l’emigrazione assume caratteristiche nuove e milioni di persone dell’Europa sud-orientale lasciano la propria terra. L’Italia registra tra il 1860 e il 1970 venticinque milioni di partenze e tra il 1951 e il 1971, quattro milioni.

Atteggiamento xenofobo, razzista e pieno di stereotipi nei confronti degli immigrati italiani. Antropologo Madison Grant nel 1922 in The Passing of the Great Race scrive: “La nuova immigrazione incluse una rappresentanza enorme e sempre crescente dei deboli, dei falliti e dei minorati mentali di tutte le razze e dei più bassi ceti e del Bacino Mediterraneo e dei Balcani, insieme alle orde che popolano le infime sottospecie umane…”

Leggi restrittive sull’immigrazione in America del 1921 e del 1924 i Quota Acts che consentirono negli Stati Uniti un ingresso annuo uguale al 3% del totale dei connazionali già residenti in America. I flussi cominciano a dirigersi allora verso l’Australia, anche se il boom migratorio in questo continente si ha a partire dal secondo dopoguerra.

Il viaggio in nave

L’arrivo

Lo sbarco

Espatri dalle regioni italiane 1876 - 1900 Totale espatriati = 5. 257 Espatri dalle regioni italiane 1876 - 1900 Totale espatriati = 5.257.830 fonte: Centro studi emigrazione - Roma 1978

Espatri dalle regioni italiane 1901 - 1915 Totale espatriati = 8. 768 Espatri dalle regioni italiane 1901 - 1915 Totale espatriati = 8.768.680 fonte: Centro studi emigrazione - Roma 1978

Espatri dalle regioni italiane 1916 - 1942 Totale espatriati = 4. 355 Espatri dalle regioni italiane 1916 - 1942 Totale espatriati = 4.355.240 fonte: Centro studi emigrazione - Roma 1978

Espatri dalle regioni italiane 1946 - 1961 Totale espatriati = 4. 452 Espatri dalle regioni italiane 1946 - 1961 Totale espatriati = 4.452.200 fonte: Centro studi emigrazione - Roma 1978

Esercizio sugli stereotipi e il pregiudizio: Dal testo L’Orda: quando gli albanesi eravamo noi (Gian Antonio Stella) Esercizio sugli stereotipi e il pregiudizio: Gli emigranti italiani all’estero sono stati vittime di pregiudizi basati su stereotipi molto simili a quelli che oggi noi abbiamo nei confronti dei migranti in Italia

Che cos’è un PREGIUDIZIO? Che cosa sono gli STEREOTIPI?

PREGIUDIZIO giudizio negativo o preconcetto su persone o gruppi; si basa non sulla conoscenza del loro effettivo comportamento ma su STEREOTIPI

STEREOTIPO l’immagine o l’atteggiamento che si mantiene nei confronti di individui o di interi gruppi basandosi non già sull’osservazione e l’esperienza ma su idee preconcette. Spesso gli stereotipi sono analizzati come aspetti del simbolismo dei rapporti sociali e di gruppo in quanto riflettono e perpetuano le divisioni sociali. Stereotipi negativi degli attributi o delle caratteristiche di un determinato gruppo sono parte integrante della DISCRIMINAZIONE e dei PREGIUDIZI.

Occhio zio Sam: sbarcano i sorci Occhio zio Sam: sbarcano i sorci! <<La discarica senza legge>>: l'invasione giornaliera dei nuovi immigrati direttamente dai bassifondi d'Europa (Fudge, 6 giugno 1903)

I morti? Nella spazzatura Una vignetta anti-italiana pubblicata su un giornale australiano nel secondo dopoguerra e usata polemicamente come copertina dell'"Italian Joke Book" di Tommy Boccafucci. Lo scambio di battute è: <Come mai ai funerali italiani portano la salma soltanto in due?>. <Perché i bidoni dell'immondizia hanno solo due maniglie>.

"Scene di vita" nel quartiere italiano tratte dal libro "Vendetta" di Richard Gambino (Sperling & Kupfer 1975) e pubblicate da Illustrated American, 4 aprile 1891, con la traduzione della didascalia originale: <<Si affila lo stiletto di un assassino di New Orleans>> (Illustrated American, 4 aprile 1891)

<<Un camorrista calzolaio nel quartiere italiano>> (Illustrated American, 4 aprile 1891)

<<Mezzo chilo 'e spaghett' e un fazzulett' al collo, lo stilett' e calzoni ' fustagno, metti l'aglio che inghiott' a boccate bestiali e un talent' a lustrare stivali.>> (Life, 1911, Historical Pictures Service, Chicago)

Criminalità nei vari stati europei fonte: sommario statistiche italiane 1861 - 1955

America 1904: italiani arrestati per omicidio Noi italiani eravamo allora il 4,7% della popolazione. (fonte: Colajanni Napoleone, La criminalità italiana negli Stati Uniti d'America, Bollettino dell'Emigrazione, n. 4, Ministero degli esteri, Roma 1910)

Usa 1920: troppi italiani in galera (dati del Ministero della Giustizia e di Tommaso Sassone nel saggio Italy's Criminals in the United State) Percentuale di italiani sugli stranieri nelle carceri di New York nel 1920 Percentuale di albanesi sugli stranieri nelle carceri in Italia nel 2001

Imputati condannati per omicidio in Europa - 1880 (ogni 100 Imputati condannati per omicidio in Europa - 1880 (ogni 100.000 abitanti) fonte: annuario storico Istat. Il dato disponibile della Germania è del 1882

Alcuni punti importanti per capire le migrazioni Le categorie di spazio e di tempo I motivi del viaggio: dal modello espulsivo (push and pull factor) alle diverse motivazioni della partenza Il tipo di migrazione: migrazioni come “periplo” e migrazioni come “individualizzazione”. Ovvero le migrazioni ciclico-temporanee e le migrazioni stanziali-definitive. Il progetto migratorio I soggetti del viaggio La catena migratoria Le relazioni dei migranti con il luogo d’origine I processi di adattamento (emarginazione, assimilazione, integrazione). La dimensione transnazionale delle migrazioni

Il numero di migranti è quasi interamente suddiviso in tre gruppi di consistenza più o meno equivalente 53 million North North 62 million 14 million 61 million International migrants are also not equally distributed according to origin. As the previous chart, this chart shows everyone who ever moved to another country. “North” means developed countries and “South” means the developing countries. The largest group of international migrants, 62 million, are from the South but are living in the North. This population is represented by the blue arrow. 61 million international migrants, are from the South and are also living in the South. These migrants are represented by the yellow arrow. There is also a large number of international migrants, 53 million, who are from the North and also living in the North. These migrants are represented by the grey arrow. As the pink arrow shows, only 14 million international migrants are from the North but living in the South. Two important conclusions can be drawn. First, the North attracts most international migrants. This confirms our earlier findings. Second, and more surprisingly, international migration within the South, with its much bigger population, is not higher than migration from the South to the North. South South

I migranti rappresentano un’alta pecentuale di popolazione in pochi paesi (migranti come percentuale della popolazione,2005) 20% o più Dal 7 al 20% Dal 2 al 7% Da 0 a 2%

Il nuovo progetto interculturale Oggi si parla di MULTICULTURALITA’ per indicare l’esistenza su di un territorio di diverse culture e di INTERCULTURA per indicare un progetto di interazione tra le parti. In una logica interculturale i processi di socializzazione non hanno per obiettivo l’INTEGRAZIONE delle diversità ma la valorizzazione delle diversità, dove le differenze sono chiamate a convivere, a confrontarsi e a creare uno spazio politico che continuamente è chiamato a ridefinirsi e a ridefinire le regole dell’agire e del comunicare.

Il nuovo panorama mondiale delle migrazioni internazionali I due studiosi di processi migratori Castles e Miller in The Age of Migration individuano 5 elementi di novità delle migrazioni contemporanee rispetto a quelle transoceaniche a cavallo tra Otto e Novecento: La globalizzazione delle migrazioni internazionali (sono i paesi di tutto il mondo ad esserne protagonisti) Un’accelerazione delle migrazioni (tendenza aumento movimenti internazionali) Una differenziazione delle migrazioni (complessità composizione flussi dal punto di vista demografico, sociale, delle motivazioni, del modello migratorio, etc.). Una femminizzazione delle migrazioni (aumento componente femminile e della indipendenza delle donne nei processi migratori) Una politicizzazione delle migrazioni (flussi migratori regolati dalle politiche migratorie dei paesi di arrivo ed emergenza nuove politiche restrittive).

Le cause del nesso tra globalizzazione e migrazioni internazionali secondo Stephen Castles I processi di modernizzazione ineguale dell’agricoltura generati dalla “rivoluzione verde”, uno degli esempi più eclatanti delle contraddizioni delle politiche di aiuto ai paesi del terzo Mondo. Il debito dei paesi poveri e l’inversione di tendenza della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale a partire dagli anni ’80. Contraddizione tra aumento scolarizzazione e assenza di opportunità occupazionali L’influenza culturale dei paesi sviluppati attraverso i mezzi di comunicazione di massa Consolidamento legami tra comunità immigrate e aree di provenienza con conseguente rafforzamento delle catene migratorie.

L’immigrazione in Italia Il fenomeno dell’immigrazione in Italia è abbastanza recente rispetto ad altri paesi europei. Dal 1970 al 2005 si è passati da 144.000 migranti a 2.786.000. Di questi circa 500.000 sono minori. I figli di immigrati iscritti a scuola 362.000 Riepilogo degli anni più salienti: 1970: meno di 100.000 1987 oltre 500.000 1997 oltre 1.000.000 2002 oltre 1.500.000 2004 oltre 2.000.000 2012 oltre 5.000.000 (Dossier Immigrazione Caritas).

L’immigrazione in Italia i primi arrivi negli anni ’70 erano definiti sia come luogo di residenza che come provenienza dei flussi (componente maghrebina in Sicilia e da varie parti del mondo donne che lavoravano come domestiche nelle grandi città italiane) Oggi situazione complessa con diversificazione paesi provenienza e stranieri presenti in tutte le regioni d’Italia. Le nazionalità di provenienza dei migranti in Italia oggi sono più di 284 il che rende l’idea della complessità del fenomeno e della sua articolazione.

Economia e Occupazioni Il nostro mercato necessita di manodopera straniera sia per la maggiore mobilità dei migranti sia per l’inserimento in ambiti lavorativi non richiesti dagli italiani I settori occupazionali dei lavoratori migranti sono i seguenti: Poco più del 50% nei servizi, 6% nell’agricoltura e il resto nell’industria, nel settore delle costruzioni, delle pulizie e della collaborazione familiare. Importante da alcuni anni il settore ospedaliero: in Italia ogni anno mancano migliaia di infermieri e circa 28.000 sono gli stranieri già inseriti in questo settore. i benefici che gli italiani danno alla società italiana non sono corrisposti in termini di accoglienza: secondo i dati della Corte dei Conti ogni 5 euro di Fondi pubblici destinati agli immigrati, 4 vengono utilizzati per il contrasto dei flussi e solo 1 per l’integrazione.

Prospettiva antropologica allo studio delle migrazioni Una prospettiva antropologica allo studio delle migrazioni deve tener conto di diversi fattori strettamente correlati: Genere Classe Paese di provenienza La natura della partecipazione alla forza lavoro Le ragioni dell’emigrazione L’età della persona al momento della partenza dal proprio luogo d’origine La forma dell’emigrazione La natura dell’impatto delle politiche e delle economie globali sui movimenti migratori Il contesto sociale e culturale in cui il migrante agisce e si muove Le dimensione transnazionale delle migrazioni e la relazione con il luogo d’origine L’attenzione ai percorsi locali e differenziati Le storie di vita delle singole persone