IL LATINO “parlato” Antica lingua parlata nel Latium fin dall’VIII secolo a.C. Fonti: epigrafi (limitate) + tradizione orale Fondazione di Roma (ab Urbe condita): 21 aprile del 753 a.C.
IL LATINO “letterario” Dal III secolo a.C. Ampliamento dell’Impero romano e diffusione della lingua: inizio II secolo d.C. => dalla penisola iberica all’Inghilterra, attraverso l’Europa limitata dal Reno e dal Danubio, fino al Caucaso, a sud fino al Mar Rosso, passando per l’Egitto e proseguendo fin oltre lo stretto di Gibilterra
Periodizzazione Latino arcaico III a.C. - I a.C. Latino classico I a.C.- 14 d.C. Latino imperiale 14 d.C. - IV sec. d.C. Latino cristiano IV -VI d.C. Latino medioevale VI-XIV d.C. Latino umanistico-rinascimentale XV-XVI secolo
Il latino cristiano Lingua “speciale” (Palmer) 1) Lessico: neologismi “cristiani”: incarnatio, resurrectio forme popolari: Salvator in luogo di Servator prestiti greci: apostolus, ecclesia, episcopus prestiti ebraici: amen, hosanna risemantizzazione: fides, dominus, oratio 2) Morfosintassi: influssi biblici: gen. intensivo = superlativo (vanitas vanitatum, saecula saeculorum) semplificazione: infinitiva > quod/quia + indicativo paratassi
ITALIANO FRANCESE SPAGNOLO PORTOGHESE RUMENO LADINO SARDO LE LINGUE NEOLATINE ITALIANO FRANCESE SPAGNOLO PORTOGHESE RUMENO LADINO SARDO
Chi parla e scrive in latino? OGGI… in qualche modo tutti noi! La Chiesa cattolica La pubblicita’ I linguaggi settoriali
L’alfabeto L’alfabeto latino deriva da quello greco occidentale usato a Cuma, dove fu importato dai coloni calcidesi, attraverso la mediazione etrusca
La pronuncia Quella in uso oggi nella scuola e’ la pronuncia della Chiesa cattolica e risale al Medioevo, non all’antichita’ (PRONUNCIA SCOLASTICA O ECCLESIASTICA) Quella antica e’ stata ricostruita approssimativamente attraverso gli studi glottologici (PRONUNCIA RESTITUTA)
REGOLE DI PRONUNCIA Dittonghi ae/oe = “e” Il digramma ph = “f” Es. Aedifico pron. Edifico Eccezione: se ae/oe non formano dittongo, si usa la dieresi (poëta) Il digramma ph = “f” Es. Philosofus pron. Filosofus Il gruppo ti seguito da vocale = “z” sorda Es. Amicitia pron. Amicizia Eccezione: si pronuncia ti quando la t e’ preceduta da s, t, x o se la i di ti e’accentata (mixtio, totius) La h non ha alcun suono Es. Habitus pron. abitus
Le lingue… Sono eternamente in evoluzione, nell’uso (diacronia) Si studiano guardando le loro caratteristiche in un momento storico preciso (sincronia) Procedono nel tempo attraverso modalita’ simili, tendenti all’economia e alla progressiva semplificazione
Definizioni preliminari Fonemi = suoni Fonetica = studio dei suoni (vocali, semivocali, dittonghi, consonanti) Morfologia: studio delle forme-base delle diverse parti del discorso Sintassi: studio degli elementi che compongono la proposizione (ANALISI LOGICA DELLA PROPOSIZIONE) e il periodo (ANALISI LOGICA DEL PERIODO)
PARTI DEL DISCORSO 4 VARIABILI: 4 INVARIABILI: NOME, PRONOME, AGGETTIVO, VERBO 4 INVARIABILI: AVVERBIO, CONGIUNZIONE, PREPOSIZIONE, INTERIEZIONE
LINGUA FLESSIVA In Latino le parti variabili subiscono mutamenti nella parte finale (desinenze) => FLESSIONE La flessione di nomi, aggettivi, pronomi = DECLINAZIONE (5) La flessione del verbo = CONIUGAZIONE (4)
I CASI Determinano la funzione logica delle parti variabili del discorso Sono sei: NOMINATIVO soggetto GENITIVO complemento specificazione DATIVO complemento termine ACCUSATIVO complemento oggetto VOCATIVO complemento vocazione ABLATIVO vari complementi circostanziali