Scuola e lavoro: I diversi modelli di alternanza Dario Nicoli
Valore culturale del lavoro Il lavoro è definito da un insieme di conoscenze, capacità, abilità e competenze, sia formali sia informali (ma non per questo meno impegnativi e vincolanti), organizzati secondo una strutturazione propria, distintiva, che tende a definirsi come “visione della realtà” e del proprio contributo in essa.
Comunità professionale E’ la comunità lavorativo-professionale che detiene le chiavi di accesso ai saperi, che fissa le condizioni ed i requisiti (sociali, economici, personali) di accesso agli stessi con particolare riguardo all’implicazione ed al grado della maestria, che presidia i riti di ingresso e di passaggio.
L’organizzazione lavorativa Le relazioni di lavoro si svolgono in un’organizzazione che rappresenta l’ambito e nel contempo il patto entro cui si svolgono i percorsi di vita/di lavoro delle persone che ne fanno parte. Si tratta di un costrutto culturale e sociale prima ancora che tecnico-funzionale.
Tre modelli formativi aziendali Vi sono differenti modelli formativi aziendali, secondo una successione ideale in tre tappe: 1) apprendimento “ambientale” o affiancamento 2) apprendimento di adeguamento 3) apprendimento personalizzato.
Alternanza formativa La strategia di alternanza formativa consente di: integrare i sistemi scolastico-formativi e quelli lavorativi, costruire percorsi formativi connessi a itinerari di iniziazione lavorativa più coerenti con le esigenze della nuova cultura professionale, migliorare l’inserimento delle persone nel mondo del lavoro, dare vita ad un “percorso virtuoso” che, partendo dalla formazione iniziale, crei legami rilevanti e stabili con la formazione continua.
Condizioni per una effettiva alternanza formativa Per fare ciò, occorrono alcune condizioni: esistenza di una carta dei valori dell’impresa (mission, cultura, cura delle risorse umane) esistenza di un disegno di learning organization esistenza di figure professionali ad hoc (tutor) esistenza di una intesa tra impresa ed organismo formativo.
Limiti dello stage Lo stage formativo ha rappresentato uno strumento prezioso per la collaborazione organismo formativo/impresa. Ma esso presenta limiti quando: si svolge in fasi e modalità separate dal curricolo vede un ruolo passivo dell’impresa si limita a rappresentare una esperienza di “attività” lavorativa senza valenza formativa.
DdL Moratti In base a quanto indicato dal DdL Moratti, si può ipotizzare la definizione di un modello formativo in forte alternanza che consenta di conseguire delle qualifiche e del diploma di formazione alternando formazione e lavoro basato sull’approccio pedagogico tipico della formazione professionale (valorizzazione delle esperienze lavorative, approccio induttivo, ecc.) all’interno degli standard definiti.
Un autentico percorso di apprendimento Secondo questo approccio i momenti in azienda assumono il carattere di vere e proprie occasioni di apprendimento e acquisizione di conoscenze e competenze, progettati e monitorati. Questa articolazione – Organismo/Azienda/Organismo – si ripete più volte nell’anno formativo, con impegno orario diverso.
Attenzioni del percorso Accoglienza iniziale Avvio del percorso Integrazione tra formazione in azienda e presso l’organismo formativo Rientri nell’organismo formativo Personalizzazione del percorso
Criteri Progettazione congiunta Abbinamento allievo-azienda Monitoraggio e valutazione del percorso Raccordi con altri percorsi Presîdi da attivare: pedagogico, organizzativo, gestionale
Nodi attuativi Ipotesi di partenariato tra organismo formativo e aziende (ruolo, compiti e responsabilità della struttura formativa e dell’azienda) Riconoscimento del ruolo attivo dell’azienda anche dal punto di vista economico con finanziamenti a copertura dell’impiego di risorse tecniche, umane e strutturali per la realizzazione del percorso Sostegno al reddito dell’allievo attraverso una borsa-formazione cui contribuiscono congiuntamente la Regione ed enti diversi.