Lettura di passi del Satyricon

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 PUBLIO VIRGILIO MARONE  Virginio nacque presso Mantova nel 70 a. C.  A Roma frequenta la scuola di retorica e a Napoli si dedica alla filosofia 
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Lettura di passi del Satyricon

§ 81 Encolpio si dispera per l’abbandono di Gitone Gli elementi del racconto: il tema della relicta, che cerca solitudine e sfogo di lamento, qui declinato parodica-mente al maschile Lo spettacolo dei sentimenti, attraverso la ritualiz-zazione dei gesti di dolore e disperazione L’eroe sulla spiaggia: Encolpio ed Achille, parallelismi e differenze Il monologo paratragico: interrogative retoriche, invettive, meteopatia delle reazioni, difficile ricerca di una soluzione finale e definitiva.

§ 82 Encolpio parte alla vendetta Realismo pragmatico delle azioni e alta pateticità dei giudizi, un contrasto non sanato L’incontro con il miles: tensioni e aspettative narrative e loro frustazione Il gioco dell’inganno: ladro contro ladro, baro contro baro, in una gara di furbizia persa (e voluta perdere) fin dall’inizio.

L’arrivo in pinacoteca § 83 L’arrivo in pinacoteca Il tema dell’ekphrasis: descrizione particolareggiata di opere pittoriche, scultorie o altri manufatti, così da mettere la parola in gara con le restanti arti Una galleria di quadri e pittori illustri, scelti secondo una logica interna alle necessità del racconto e descritti secondo il punto di vista di uno spettatore privilegiato L’apparizione improvvisa di un nuovo personaggio, de-stinato a grandezza e risalto nel seguito del racconto, secondo il modello eneadico.

§§ 61-62 Il racconto di Nicerote Il ludus a banchetto: delectare e movēre, a dispetto de-gli scholastici, non senza successo Il parlato dei liberti: immagini prevalentemente economiche, strutture in anacoluto, frasi fatte e ad ef-fetto, scorrettezze grammaticali, pedanteria delle specificazioni, fenomeni fonetici e sintattici che guardano verso le lingue moderne Personaggi ed organizzazione del racconto: i due protagonisti, Melissa benemoria, il suo contubernalis

oste, il padrone deprezzato e deriso nei suoi traffici e nella imposizione di dominus Riferimenti antropologici paralleli: i culti arcadi del lupo animale totem.

Ritorno a Virgilio

Alcuni fatti preliminari autore antico vs. autore moderno: l’opera è l’unica testimonianza disponibile; è però un’espressione me- diata, di finzione, narrativa, con leggi sue proprie e un’evoluzione che guarda alla letteratura oltre che alla storia dell’autore e della sua epoca variazioni biografiche vs. tendenza a fissare gli autori in un’immagine, un’evoluzione, un elemento unico e definito mutamento epoche storiche vs. tendenza a fissare delle epoche immobili (es. l’età augustea).

Eneide 2.503-505 Quinquaginta illi thalami, spes tanta nepotum, barbarico postes auro spoliisque superbi procubuere; tenent Danai, qua deficit ignis. Cinquanta appartamenti nuziali, speranza di nipoti, porte superbe di spoglie trionfali, maniglie dorate, caddero tutte; dove non c’è il fuoco, ci sono i Greci. ______________________________________ L’Eneide come epica dei sentimenti, nella definizione di G.B. Conte

Eneide 10.861-866 viximus. Aut hodie victor spolia illa cruenti Rhaebe, diu, res si qua diu mortalibus ulla est, viximus. Aut hodie victor spolia illa cruenti et caput Aeneae referes Lausique dolorum ultor eris mecum, aut, aperit si nulla viam vis, occumbes pariter. Neque enim, fortissime, credo, iussa aliena pati et dominos dignabere Teucros.

__________________________________________ Rebo, a lungo abbiamo vissuto, se a lungo mai vivono le umane cose. Oggi tu recherai, vincitore, le spoglie di sangue e il capo di Enea e con me avrai vendicato la morte di Lauso; oppure, se la forza non basta ad aprirmi una via, con me tu cadrai: ma certo, o fortissimo, al comando di altri non vorrai obbedire, né piegarti a padrone troiano. __________________________________________ L’Eneide come epica che rifiuta il favoloso, accoglie il punto di vista dello sconfitto, dà importanza al valore sentimentale asse-gnato dall’individuo alle cose

Bucoliche 9.11-13 Audieras, et fama fuit; sed carmina tantum nostra valent, Lycida, tela inter Martia quantum Chaonias dicunt aquila veniente columbas. L’avevi sentito dire, e lo si disse. Ma la poesia vale, o Licida, fra le armi di Marte, tanto quanto le colombe al sopraggiungere dell’aquila. ______________________________________ L’uomo, e perfino il poeta, sono sconfitti dalle forze esterne della violenza della Storia

Bucoliche 10.69 Omnia vincit Amor, et nos cedamus Amori Amore vince tutto, dobbiamo cedere di fronte a lui ______________________________________ L’uomo, e perfino il poeta, sono sconfitti dalle forze interne della passione

Bucoliche 1.46-48 e 51-55 Fortunate senex, ergo tua rura manebunt! Et tibi magna satis, quamvis lapis omnia nudus limosoque palus obducat pascua iunco... Fortunate senex! Hic, inter flumina nota et fontes sacros, frigus captabis opacum. Hinc tibi, quae semper, vicino ab limite saepes Hyblaeis apibus florem depasta salicti saepe levi somnum suadebit inire susurro.

Beato te, vecchio, i tuoi campi rimarranno tuoi! Grandi abbastanza per te, anche se la pietra sterile e la palude ricoprono ogni cosa di giunco limaccioso. Beato te, vecchio! Qui, tra fiumi ben noti e fonti sacre, godrai il fresco ombroso. Di qui, come sempre, la siepe che delimita il confine vicino, cibando le api preziose del fiore del salice, spesso ti inviterà al sonno, con lieve sussurro.

Luciano Erba, Nel parco di Versailles (1960) All’umano mestiere di vivere pause sub tegmine fagi quante, o memoria? _____________________________________ Le Bucoliche lette come racconto dell’umano confronto con il mondo, alla ricerca di una sicurezza che si sa a priori fragile e difficile

Alcuni temi delle Bucoliche stabilità vs. caos delle cose e della passione la poesia è temporanea sospensione in un mondo che non esiste, entro il quale cercare una difesa (sia pure temporanea) dal caos però non è difesa dal caos delle cose e della Storia (buc. 9), né da quello della passione (buc. 10) entro questi limiti poesia e poeti possono essere og- getto di celebrazione e lo è anche chi crea le condizioni per la poesia, il iuvenis deus di buc. 1 e il Pollione poeta e uomo d’armi di buc. 3 (e forse 8)