I fossili e il Diluvio Universale

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Transcript della presentazione:

I fossili e il Diluvio Universale Il ritrovamento di conchiglie marine sui monti ha alimentato dall’antichità la credenza popolare riguardo una terrificante alluvione temporalmente collocata in un’epoca mitica e lontana. Con l’avvento del cristianesimo l’occorrenza di tale remota catastrofe venne identificata con i luoghi biblici che narrano di Noè e del diluvio universale. Tale racconto fu ritenuto verosimile fino all’età moderna e ancora oggi alcuni credenti continuano a sostenere tesi creazionistiche dove trova spazio il mito del diluvio.

I primi intellettuali cristiani dovettero affrontare le dure critiche e accuse dei pagani, secondo le quali la religione cristiana era responsabile della crisi e caduta dell’Impero romano. Si presentò la necessità di confutare tali “scellerate menzogne” mediante l’evidenziazione della connessione tra gli errori degli uomini e i castighi di Dio, e la confutazione dei miti e delle credenze pagane

La critica cristiana dei miti pagani Nei primi secoli della cultura cristiana, ci fu il tentativo da parte di teologi, come Sant’Agostino, di demolire quei miti pagani che si trovavano in conflitto con il racconto Biblico: Esplicita testimonianza di tale spirito è quella del cristiano Tertulliano, che scrisse: “Ancora oggi conchiglie e bucine marine vanno in giro per i monti, con l’ ambizione di dimostrare a Platone che perfino le vette si trovavano in mezzo ai flutti” De Pallio III,6 Alla base di tale incompatibilità c’era una diversa concezione del tempo: Esiodo, in “Le Opere e i Giorni”, espone la teoria secondo cui la storia si sviluppava in quattro epoche, che si susseguivano in un ciclo eterno ed incessante (Palingenesi). Per la religione cristiana, invece, il tempo è lineare.

I Giganti Sant’Agostino, nella “Civitas Dei”, si poneva il problema di dare una spiegazione all’origine delle ossa ritrovate nel sottosuolo, di dimensioni troppo ingenti per essere ricondotte a un animale conosciuto. Per fare ciò, riprese un mito esiodeo sui giganti, che erano descritti come frutto dell’unione di divinità maschile con donne mortali, e lo adattò alla dottrina cristiana. Agostino, in accordo con la Bibbia, tramutò i natali paterni dei giganti da divini ad angelici: “V’erano dei giganti sulla terra in quei giorni e dopo il fatto che i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini e generavano per sé i figli, questi erano i giganti, uomini famosi del tempo” Gen. 6, 1-4

Gli interessi e le tematiche che Agostino trattò nei suoi scritti, proprio per la natura di essi, non gli permettevano di sviluppare un’opera che potesse confutare tutti i miti pagani a vantaggio dei racconti biblici. Incaricò allora il suo discepolo Paolo Orosio, che raccolse queste tesi in un’opera intitolata “ Le storie contro i Pagani”. Orosio impugnava come prova della veridicità storica del Diluvio universale quei fossili di animali marini ritrovati sui monti. Essi, infatti, sarebbero finiti lì perché un tempo le acque arrivarono fino a quel livello. “…E che così fosse, lo attestano anche coloro i quali, pur non conoscendo il passato e Dio, autore dei tempi, tuttavia hanno intuito la verità a forza di fare congetture sulle prove offerte da quelle pietre che vediamo frequentemente sui monti remoti, incrostate di conchiglie e nicchi e spesso anche incavate dalle acque…” I,3,4

L’influenza cristiana nel XVII secolo Il mito biblico del diluvio universale si affermò come una credenza diffusa, se non un vero e proprio dogma. Perciò, durante il dibattito seicentesco sulla natura dei fossili e la storia della Terra, molti naturalisti cercarono di dare spiegazioni e prove scientifiche di tale evento.

John Ray (1628-1705) Il naturalista e teologo puritano Ray confutò l’interpretazione corrente sulla natura dei fossili (impropriamente attribuita ad Aristotele) secondo cui questi si sarebbero formati per generazione spontanea all’interno della terra. Da profondo conoscitore della natura e nello stesso tempo credente nella provvidenza divina quale era, Ray dovette affrontare due problemi, che provò a risolvere: Secondo i dati forniti dalla Bibbia sull’entità del diluvio, era impossibile che i fossili si trovassero in profondità nella Terra, cosi come comprendere razionalmente la provenienza dell’acqua necessaria a sommergere interamente la Terra; Come spiegare i fossili di animali (come i cosiddetti corni di ammone) che non figuravano fra quelli viventi e conosciuti.

Ray elaborò una teoria secondo la quale, le acque della terra, prima del diluvio, sarebbero state in equilibrio, che fu poi sconvolto dalle piogge alluvionali. Da ciò si sarebbero generati, negli abissi, dei vortici e dei soffioni che trasportarono fin sui monti degli organismi che, altrimenti, vivono esclusivamente a quelle profondità. Alcuni problemi, a cui Ray non seppe trovare una soluzione, furono poi risolti da Whiston…

William Whiston (1667-1752) Professore di matematica di Cambridge; egli basandosi sull’astronomia newtoniana voleva dimostrare che il diluvio era stato provocato dal passaggio di una cometa in prossimità della Terra. Quando poi il diluvio sommerse il globo, gli strati sommitali sarebbero stati disgregati e finemente suddivisi. Tale massa, come sosteneva anche Woodward, sarebbe poi sedimentata formando i diversi strati di cui è composta l’attuale crosta terrestre. Perciò gli strati più antichi risulterebbero ricoperti da altri più recenti.

Curiosità Nel 1796, Scheuchzer ritrovò un fossile nel quale riconobbe Lutero credeva che la Sacra Scrittura andasse presa alla lettera, per ciò compose una sua cronologia biblica, “Supputatio annorum mundi”, nella quale era calcolato che la terra fosse stata creata nel 3961 a.C. Successivamente, J. Ussher, arcivescovo di Armagh, perfezionò i calcoli di Lutero, basandosi sempre su i dati biblici, e nel suo “Annales Veteris Testamenti” possiamo leggere che la terra sarebbe stata creata domenica 23 ottobre del 4004 a.C. Nel 1796, Scheuchzer ritrovò un fossile nel quale riconobbe le parti scheletriche di un uomo, che, secondo lui, era morto nel Diluvio. Fu una “scoperta” fenomenale, tanto che sulle bibbie del tempo c’era raffigurata l’immagine dell’ homo diluvii testis. In realtà, come dimostrò più tardi Cuvier, si trattava dello scheletro di un salamandra!

Giuseppe Monti Ancora nel 1719, lo studioso e collezionista bolognese Monti nel suo De Monumento Diluviano difendeva la teoria del Diluvio universale, e adduceva come prova il ritrovamento di denti e mandibole fossili trovati sulle colline intorno a Bologna.

Il creazionismo cristiano e islamico contemporaneo Nelle scorse settimane è uscito in Francia un “Atlante della Creazione” di Harum Yahya, un libro secondo cui l’evoluzione dell’uomo non sarebbe altro che un’impostura, che, “unendo Darwin al materialismo giustifica il terrorismo dei paesi occidentali”. “ né gli esseri umani, né le piante, né gli animali sarebbero cambiati nel corso dei secoli; Allah avrebbe forgiato un mondo perfetto e immutabile, come provato da numerosi versetti del Corano.” D’altra parte il creazionismo antievoluzionistico è oggi difeso e propagandato da alcune Chiese protestanti estremiste negli Stati Uniti d’America.

Lavoro di: Jacopo Bontempo Antonio Damen Giulia Orsi Anna Maria Rocchetti